Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |       
Autore: Evanne991    30/10/2013    2 recensioni
Due persone e mille persone, tante storie ed una sola, troppe parole e sette note musicali, a spegnere i pensieri, a crearne di nuovi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sdraiato sul letto, nella penombra di un pomeriggio piovoso di marzo, occhi fissi su un punto non definito del soffitto bianco sporco di umidità. Una giornata come tante, la mattinata passata in biblioteca a studiare roba che fondamentalmente non gli interessa, approfittando di una pausa caffè per perdersi più di un’ora a chiacchiere con il responsabile della biblioteca, grande intenditore di letteratura inglese. Poi il ritorno a casa, un trilocale umile, dai mobili spogli ed essenziali, arrangiati tra di loro, umido, vecchio, rimesso alla buona da teli etnici comprati dalla senegalese simpatica al mercato e locandine di film strappate dai muri della stazione. Nessun pranzo, solo l’ennesimo caffè, un po’ di zapping, una puntata dei Simpsons già vista altre volte. Ora il letto. Silenzio in casa. Il suo coinquilino non c’è. È un raro momento di quiete. Non lo è affatto. Stamattina lei non era in biblioteca. L’aveva cercata negli occhi di tutte le studentesse un po’ banali, in carne, dai capelli lunghi e dalle tante tinte maldestre sbiadite, dagli occhiali grandi e la labbra carnose, tanti libri da trattenere tra le braccia goffe ed il continuo mordersi le guance.

No, non ci sei
è strano sai
sentirti come me

L’aveva conosciuta qualche mese prima, in biblioteca, appunto, occupavano ogni giorno lo stesso tavolo. Non si parlavano, dopo qualche giorno di compagnia si scambiavano solo un sorriso a mo’ di saluto, ma poi ognuno abbassava la testa e si concentrava sui propri studi. Dopo circa venti giorni di gentili sorrisi ed educato ignorarsi reciproco, si ritrovarono ad incrociare gli sguardi, lui perché scocciato da calcoli che non riusciva a portare a termine e lei perché sognante aveva alzato il capo per guardarsi un po’ intorno. Lei era arrossita subito, formando una dolce t rossa sul viso rotondo. Lui era rimasto sorpreso da quell’avvampare improvviso e non aveva potuto fare a meno di sorriderle, contribuendo ad un rossore sempre più forte, in cui i suoi occhi azzurri brillavano ancora più di come non facessero normalmente.
Lui le aveva chiesto che ore fossero. La prima cosa che gli passava per la mente. Non avevano mai parlato. Era improvvisamente incuriosito da quella ragazzina. Immaginava fosse più piccola di lui. Lei aveva schiarito la voce e senza distogliere lo sguardo gli aveva detto che non lo sapeva, ma che se fosse stata in lui avrebbe dato un’occhiata al bell’orologio che portava al polso, che sarebbe stato sicuramente d’aiuto. Lui rimase spiazzato. Però, era pure simpatica.
“Vuoi un caffè?”, le aveva chiesto sorridendo sempre di più. Lei aveva esitato un attimo, guardando il quaderno scarabocchiato e disordinato che aveva davanti a sé. Poi aveva sorriso – le si formavano due dolcissime fossette sulle guance quando sorrideva – ed aveva annuito lentamente.

Se in vena scorre
lei piano corre da me

Da quel momento in poi i mesi a seguire sono stati un susseguirsi di pause caffè, sguardi scambiati, complici, durante le ore di studio, di chiacchiere piacevoli. In realtà non sapevano niente l’uno dell’altra. Non dicevano nulla di se stessi, o dicevano tutto: potevano stare ore ed ore a parlare di un fiore, di un girasole, e lui la leggeva, e capiva che lei odiava i fiori tutti, perchè allergica al polline. Potevano discutere sul rigore non dato alla squadra del cuore e lei lo leggeva, e capiva che lui seguiva il calcio con poca passione, in realtà era un pallavolista. Dopo circa due mesi lui con innocenza le aveva scritto un biglietto, durante uno dei loro pomeriggi in biblioteca.
“Mi sto annoiando, il panzone del tavolo accanto fa rumori strani, o forse è il mio stomaco. Scappiamo? Io propongo il parco ed un paio di cuffie! E comunque il mio nome è Francesco.”
Non si erano presentati. Avevano passato ore ed ore a parlare, e non si erano mai presentati. Non ce n’era bisogno. Andava tutto bene così. Lei aveva letto il biglietto prima sorridendo, poi aveva stretto le labbra, fino a farle diventare una sottile linea rosa. L’aveva guardato, poi sospirato, poi scarabocchiato qualcosa e nel ridargli indietro il biglietto aveva raccolto le sue cose ed era andata via.
Inizialmente lui aveva immaginato che lei l’avrebbe aspettato fuori e che fosse solo andata in bagno prima di andar via, insieme.
Aveva letto il biglietto.
“Hai rovinato tutto. Io non voglio sapere nulla di te, chiaro? Mi spiace, ma credevo fosse palese che non volevo conoscerti. Buona giornata.”
Lui poi l’aveva raccontato al suo amico, il suo coinquilino. Marco, l’amico, l’aveva subito definita una squilibrata, un’isterica, una donnina viziata, e pure cessa.
Non l’ha più rivista. Dopo diversi mesi, lei ancora oggi non c’era. Lui va ancora in biblioteca, occupa sempre lo stesso tavolo che, ironia della sorte, nessuno occupa mai. È sempre seduto da solo, la sua compagna non c’è più, da mesi. Inizialmente c’era rimasto male, nel senso che non capiva una reazione simile. Poi aveva passato la fase “ma chi se ne fotte”, ripetendo tutto quello che gli aveva detto Marco. Ora sentiva come un vuoto. Sentiva la mancanza di quella dolce sconosciuta, sì, niente di speciale, carina solo se ci si concentra sui particolari, un po’ buffa, molto spigliata e timida in egual maniera.
È diventato di un umore pessimo, incupito, arrabbiato. Non sa dove cercarla. Mesi e mesi a parlare e non ha idea di cosa studi lei. Ossessionato da una sconosciuta. Anche Sara se n’è accorta. Se n’è accorta al punto tale, dell’ossessione non comprensibile del suo fidanzato, da lasciarlo, ieri sera. Lui l’ha persino ringraziata. E gli è arrivato un ceffone.
Non riesce neanche a studiare. Ha solo il pensiero di lei. La sente come se ogni goccia del suo sangue fosse l’essenza di lei.

Tu, tu mi spegni.
Sei tu.

 
http://www.youtube.com/watch?v=NjHNO-AO1wM
 
 
NOTE DELLA (PSEUDO)AUTRICE:
Trattasi di un esperimento… Spero di arrivare ad una buona riuscita! Recensite, forza! Linciatemi o sorridetemi! Baciotti, Evanne.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Evanne991