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Autore: Calice    16/04/2008    5 recensioni
Lei per colpa degli altri ha perso la voglia di vivere. Lui per colpa degli altri ha quasi perso la vita.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Collezionista di Storie

Collezionista di Storie

 

 

Ciao!!  Avete visto che sono già tornata? Come sono contenta! Voi siete contenti?(Per niente!) Non ho chiesto a te ma ai miei adoratissimi lettori! (Perché tu hai dei lettori?) Ahhh! Certo che sei noiosa! (Io?!!!! Poi... non mi presenti?) Ah si, lei è la mia sorellina curiosa, egocentrica e tutto pepe! (Ahhh! Mi presento da sola! Io sono la perfettissima, meravigliosissima, intelligentissima…) Eh mò, non esageriamo piccoletta! (COSA VORRESTI DIRE!) Niente o mia perfettissima, esageratamente vulcanica, tremendamente chiacchierona, permalosissima cuginetta |Ma non avevi detto che era tua sorella?ndVoi| E’ talmente pestifera che potrebbe essere mia sorella ma le voglio un sacco di bene! (Grazie Charlie!) Mi chiama Charlie quindi abituatevi, lei è Martina ma, per me, è Rebecca (Questa pazza che scrive la fan fic ha deciso di mettere come commentatori i suoi familiari quindi aspettatevi un invasione stile”I Robinson”) Che carino che è quel cartone! (Lasciamo stare!) Vabbè ecco per voi un nuovo capitolo di “Apri gli occhi” in prima lettura su EFP!

 

"Sono sicura che sei curiosa."

"Cosa?"Silvia alzò lo sguardo dal suo frappè al cioccolato sorpresa. "Mi correggo" esclamò la ragazza davanti a lei "Tu stai morendo dalla curiosità!".

La biondina s'irritò ancora di più. Che cosa voleva dire quella Cassie e come sapeva che non poteva più trattenersi da farle le mille domande che le ronzavano in testa? Stava lì, tranquilla, sorridente, sorseggiando con aria serena il suo frappè alla vaniglia... Non accorgendosi quasi che Silvia si stava intanto facendo prendere da un attacco isterico. "Dovresti imparare a controllarti" la apostrofò invece "le tue parole, i tuoi gesti, le tue espressioni vogliono dire qualcosa per gli altri... Molto spesso queste cose si ignorano ma, essendo stata educata fin da piccola a riconoscerle, ci faccio molto caso." L'altra si passò una mano dietro all'orecchio come per rimettere a posto una ciocca sfuggita alla pettinatura, abbassò gli occhi e osservò bene la rossa, seduta su quella sedia in vimini del bar con le gambe accavallate sembrava più una principessa che una semplice infermiera. Si, perchè lei era un'infermiera (o almeno questa era mezza verità) secondo quanto aveva detto a Silvia durante il tragitto dall'ospedale. "Per esempio" continuò "con quel gesto ti mostri curiosa, impacciata e nel frattempo imbarazzata e irritata". Ed era esattamente come si sentiva la giovane in quel momento..."Come ci riesci...?" Silvia si lasciò sfuggire una domanda che avrebbe fatto meglio a tenersi per sè e lo sapeva bene. "Vedi?" le rispose invece la ragazza "queste semplici parole mi hanno fatto capire di aver colpito nel segno. Sei stata molto sincera ma ricordati che non si vive di sincerità". Raccolse la borsa per pagare ma Silvia la bloccò: voleva che Cassie parlasse. "Incontrandoti la prima impressione che ho avuto era che sei una ragazza sincera. Ricorda bene Silvia De Alisia perchè ora ti darò consigli molto importanti" prese un foglio e una penna e iniziò a scrivere.

Quando ebbe finito lo accartocciò e lo appoggiò sul tavolo di legno di ciliegio. "Non so perchè ci siamo incontrate nè perchè ora sono qui con te ma so che sento di doverti raccontare la mia storia e quella di Apollo. Dopo tu mi racconterai la tua. Infondo nessuno fa più niente per niente, no? Un legge importante da prendere in considerazione: per ricevere qualcosa bisogna dare in cambio qualcos'altro del medesimo valore a meno che..."

"A meno che..."prosegui Silvia che ormai pendeva dalle sue labbra.

"A meno che non s'incontri una persona come Lui..." si fermò e riprese di scatto il suo racconto "Io colleziono favole, le più belle, tragiche, a lieto fine, di amicizia, di amore, avventurose: fa che la tua non sia da meno".

"Devo...devo iniziare io?"chiese incerta la prima. L'altra ragazza la degnò di uno sguardo in tralice, quindi Silvia prese un bel sospiro e cominciò a parlare "Sono Silvia De Alisia, ma questo mi sembra di avertelo già detto. Ho quasi 18 anni e frequento il..."."Senti non ti sto facendo un intervista, nè sei ad un esame orale quindi smettila di essere cosi nervosa non ne vedo la ragione" la interrusse Cassie "Inoltre... rilassati! Non ti ho chiesto che crema hai messo ieri sera e non voglio sapere cosa hai mangiato stamattina a colazione perciò...". La biondina annuì.

Aveva recepito il messaggio.

Lei voleva una storia mozzafiato, lei gli avrebbe dato una storia che le aveva mozzato il fiato."Appartengo ad una famiglia molto ricca. Mia madre e mio padre guadagnano circa il quadruplo di quanto guadagni un grande dirigente d'azienda. Mio fratello ed io siamo cresciuti nella bambagia con tutti gli agi che la nostra vita ci procurava. Tutti ci guardavano con tanto d'occhi. Come sono fortunati! esclamavano invidiosi. La nostra non era vita. Era tutto già definito prima della mia nascita. Dovevo essere dolce, gentile, tranquilla, recitare la parte che mi era stata assegnata come sul palco di un teatro, sempre sotto i riflettori di un musical con accanto persone che aspettano solo un errore, uno sbaglio. Dovevamo vivere per il massimo, con il massimo, pensando solo al massimo, dando il massimo e ricevendo il massimo. La nostra vita non contemplava fallimenti" si concesse una pausa per un momento e continuò "Fu un fulmine a ciel sereno quando i miei genitori dalla vita perfetta si accorsero che la loro figliola non era eccezionale come credevano. Era..." e fece una smorfia schifata "cosi... quotidianamente normale. Solo una ragazza normale. E da quel momento iniziarono le nostre disgrazie. Ti sei mai accorta come sia facile riversare la colpa delle nostre azioni sugli altri?! Fare... Come si dice?" ebbe una specie di illuminazione "Oh, si! Fare scarica-barile. Dare il peso degli sbagli sugl'altri è cosi semplice... Mio padre inizio a perdere soldi e ritenne naturale che io fossi la causa del suo stress. Quindi mi mandò in collegio per molti anni... Quando tornai scoprii che mia madre e mio padre avevano divorziato e naturalmente anche questo era inconsapevolmente merito mio: i due vivevano sotto lo stesso tetto come due estranei e lo fanno tutto ora. Mio fratello che prima mi considerava la sua dolce sorellina adesso mi rivolge a stento la parola e quando mi parla lo fa in terza persona, formalmente. Non è tutto. Non torno più a casa se posso, vado a dormire da amiche o da parenti e ormai pratico più sport di qualsiasi ragazza vivente: mi servono scuse per stare via" per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare guardò in faccia Cassie che sincera le chiese "E da quando hai iniziato a cantare?"... Non se l'aspettava... Di sicuro non se l'aspettava. Era sicura che la rossa le avrebbe fatto domande che tutti facevano tipo "E tu come ti senti?" o anche "Hai fatto qualcosa per cambiare la situazione?". Lei no. Era passata a tutt'altro discorso come se, tutto quello che aveva raccontato, non avesse importanza e che il fatto che per la sua famiglia neanche esistesse fosse cosa di poco conto. Si trovò colta alla sprovvista da questa domanda ma iniziò a parlare a ruota libera come ad una vecchia amica..."Ho iniziato a cantare a 12anni, anche se amavo farlo già da prima, la mia voce si sarebbe rovinata. Ho iniziato quando ho conosciuto la mia professoressa di Canto Celiane Nicholson: la donna più dolce, gentile e tenace che avessi mai incontrato. Nella sua vita ha avuto molte difficoltà sia economiche, sia familiari e cosi per pagare le spese dell'università ha iniziato ad insegnare. Mi ha sempre ripetuto che per fare qualcosa bene ci vuole impegno, determinazione e forza di volontà. La mia famiglia non era d'accordo su questa mia passione (allora ancora ci parlavamo) ma non mi è mai importato. Amo le sue lezioni, amo cantare: l'unica cosa con cui mi posso esprimere e con cui posso sentirmi libera, per andare in un posto dove non importa la tua famiglia, nè cosa fai per vivere, dove nessuno sa niente di te e puoi riniziare una nuova vita. Dove non importerebbe a nessuno se hai una casa o un posto che ti appartiene perchè infondo cantando sono le persone che ti appartengono"

Senza rendersene conto iniziò ancora una volta a cantare e la melodia e le parole erano così struggenti che anche la dolce Cassie si unì a lei.

 

Zingara

Qui nessuno sa niente di me

Zingara

E' la strada la madre mia

Zingara, Zingara

Non si sa come amo né chi

Zingara, Zingara

La mia mano sa tutto di me

 

La prima strofa. Si accorse che anche la rossa stava cantando con lei e si sorprese nel sentire quanto fosse melodiosa la sua voce e stonò quando ripensò con una punta di gelosia che non c'era niente che non andasse in lei. Come se le avesse letto nel pensiero la ragazza le sussurrò "Aspetta di sentire la mia storia..."

 

Mia madre amò tanto la Spagna

Come se fosse il suo paese

Amò i briganti di montagna

Sui monti dell'Andalusia

Sui monti dell'Andalusia

Io non ho più padre né madre

Ed è Parigi il mio paese

Ma sopra un mare immaginario

Viaggio e me ne vado via

Sui monti dell'Andalusia

 

"Per me è la stessa cosa" sorrise amaramente la biondina "Io non ho più padre né madre ma, al contrario della protagonista della canzone il mio paese è ovunque".

 

Zingara

A nessuno io parlo di me

Zingara

Quale vita è la vita mia

Zingara, Zingara

Chi lo sa dove andrò e con chi

Zingara, Zingara

La mia mano sa tutto di me

 

Piedi nudi, lontana infanzia

Sopra i monti laggiù in Provenza

Per gli zingari il mondo è grande

Il mondo è grande

E continuo ad andare avanti

Fino ai limiti più distanti

Con gli zingari in capo al mondo

In capo al mondo

 

Anche lei sarebbe riuscita ad andare in capo al mondo con la sua musica e forse un giorno sarebbe riuscita a riappacificarsi con la sua famiglia... Improvvisamente  la ragazza accanto a lei smise di cantare e le fece finire la canzone da sola… La guardava felice e al contempo triste. In quel momento la biondina seppe che finché non le avesse raccontato qualcosa di sé non sarebbe mai riuscita a capire Cassie.

 

E c'è

In Andalusia

Un fiume che

Mi tocca il cuore

E c'è

In Andalusia

Un cielo che

È l'aria mia

 

Zingara

Qui nessuno sa niente di me

Zingara

E' la strada la madre mia

Zingara, Zingara

Non si sa come amo né chi

Zingara, Zingara

La mia mano sa tutto di me

 

La mia mano sa tutto di me

 

La canzone finiva e cosi anche il loro incontro. Cassie raccolse la borsa da terra e guardò negli occhi Silvia. Lei ricambiò la sguardo e le disse tagliente "Non mi racconti la tua storia?! Come hai detto tu, no? Non si fa niente per niente ed ora voglio la tua storia" aveva usato un tono deciso, quello di chi non ammette repliche."Io mantengo sempre le promesse. E ti prometto che te la racconterò" anche lei aveva usato lo stesso tono della De Alisia "Ora scusami ma devo andare". Sorrise felice come una bambina e continuò "E non fare quella faccia che ti vengono le rughe!". Se gli sguardi potessero uccidere quello di Silvia probabilmente avrebbe ucciso la povera Cassie che intanto correndo più del vento se l'era data cortesemente a gambe levate...

Sì guardo intorno sconsolata. Quella pazza non le aveva neanche detto il luogo e l'ora in cui incontrarsi!! Notò però il piccolo foglietto che la pazza sopracitata aveva accartocciato accanto al frappè lasciato a metà e sopraffatta dalla voglia di sapere cosa c'era scritto lo apri delicatamente e lo lesse. Era scritto in una bellissima ed elegante calligrafia in blu

"Cara Silvietta! Allora hai visto che avevo ragione?! Tu muori dalla curiosità di sapere la mia storia! Peccato che non sarà oggi... Pensavi che questa pazza esaurita non ti desse il luogo e l'ora in cui incontrarci? Vabbè, certo che lo pensavi. Prima però ti devo dare alcuni consigli: te li avevo promessi no?

 

Lesson Number 1!

Uno sguardo vale mille parole. Le parole possono ingannare, ma il nostro atteggiamento, i nostri gesti e le nostre espressioni facciali non possono mentire. Tutto questo viene considerato lo specchio dei nostri sentimenti. La prima impressione che si riceve da un’altra persona è dovuta, per oltre il cinquanta per cento, all’effetto provocato dal suo portamento. Non ha importanza se si è più o meno consapevoli del significato dei segnali inviati dal corpo -l’impressione ricevuta è più che sufficiente per il nostro intuito. Serve capire e interpretare questi indizi. Sia in noi stessi che negli altri.  

 

Come ti comporti quando quando parli con gli altri? Gesticoli? Guardi negli occhi il tuo interlocutore? I nostri gesti rivelano se stiamo ascoltando e siamo interessati, o se la nostra mente é altrove – nonostante le nostre parole (come mi succede sempre durante le lezioni a scuola). Il fatto di non saper sostenere lo sguardo altrui rivela insicurezza o perfino arroganza. Ma bisogna fare attenzione – uno sguardo troppo intenso, può sembrare una provocazione. E’ poi importante anche la posizione delle mani. Se mantieni le braccia conserte, crei un muro che ti separa dagli altri. Se congiungi le mani dietro la schiena o le metti in tasca puoi dare l’impressione di voler nascondere qualcosa. E se ti tocchi il collo o il viso mentre parli, comunichi immediatamente insicurezza – come se non fossi del tutto certa di ciò che vai dicendo in quel preciso momento. Lo stesso vale per la persona con cui parli. Per tutti conta sempre la prima impressione e non è necessario che sia una buona impressione ma che sia L'Impressione. A volte devi dire quello che gli altri vogliono sentirsi dire e comportarti in base a chi ti trovi davanti basandoti sul suo carattere, su quello che fa, dice o pensa. Non credere che sia falsità questa… Non ti accorgi che, ormai, per molti è un abitudine: guardati intorno! Credi che il cameriere che ci ha servito fosse veramente felice come mostrava? Pensaci bene. Non è quello il suo lavoro? Sorrideva davvero? Che cosa ne possiamo sapere noi? Non può essere considerata come falsità. Infondo rifletti (perfino per un cameriere) è il suo lavoro mentire 

Ahh! Quasi dimenticavo! Mi piacciono i Post Scriptum..!

PS: 16:00 Cafè Leon (So che anche tu mi hai mentito o meglio, so che mi hai nascosto parte della verità quindi... un ultimo avvertimento per il nostro prossimo incontro! Muoviti di meno mentre parli, non sei brava a mentire)"

Che matta! E' davvero lunatica... Chi la capisce è bravo. Silvia sorrise raggiante e ridacchiò. Presto o tardi avrebbe saputo tutto e non ci sarebbero state più incomprensioni... In compenso avrebbe anche dovuto raccontare il resto della sua storia a quella folle di Cassie. Si alzò e si mise il giubbotto quando... "AHHHHHHHHHHHHH! Tsugumiiii!  Mi sono completamente dimenticata di lei!".

 

(Sentite io gliel’ho detto che con quella scrittura non si capisce niente ma, a lei piaceva! E, per inciso, è la persona più testarda che io conosca!) E’ adatta a Cassie! (Si ma, i lettori, ammesso che tu abbia dei lettori, non capiscono niente!) REBECCAAA!!! (Dimmi.) A cuccia! (Woof woof!) Brava cucciola! Vuoi un biscotto? (Anche due! Anche tutta la scatola!) Pozzo senza fondo! (Non è vero!) si che è vero piccoletta! (non sono piccoletta!!) si, è vero… tu sei grande solo quando ti fa comodo! (ho preso da te Charlie…) ma sentila, hai sei anni! (si ma, tu mi adori! Mi hai messo per prima in questa fan fic!) beh, hai ragione… ti adoro mostriciattola!

La colonna sonora di questo chappy è, comunque, “Zingara” del famoso musical “Notre Dame de Paris” ed ora…..

 

SPAZIETTO RECENSIONI (Perché qualcuno ti recensisce!????) REBECCAAA!!! (Dimmi.) A cuccia!

 

Laicachan: Laica!! Ma io ti adoro!!! Te l’ho già detto che ti adoro!?? Davvero ti piace??!  Sono cosi contenta che ti piaccia la mia storia!!! (ma che fai ti dai le risposte, peraltro sbagliate,da sola??) Beh, come puoi vedere tengo per il prossimo chappy l’identità di Cassie (Che poi non era cosi odiosa come sembrava…) Rebeccaa! Non mi dire che stai con quella pazza di Cassie! Povera Silvia!

 

Himi87: Thank you Himie e grazie mille! Cassie è… è… (te lo dico io chi è!) No, non glielo dire! (ma come avevi detto che glielo dicevi?) Si, però… Ci ho ripensato, va bene? (lo sai che sei svitata tale e quale a quella schizzata di Cassie) certo che lo so! Sono stata io a crearla, ricordi?(mi sembrava!)

 

Dreamer21: STENDETE I TAPPETI! SUONATE LE TROMBE! INCHINATEVI! DREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENSITODREAMMIHARECENS… (è completamente andata!! Se devi dire qualcosa fai in modo che si capisca!) LA GRANDE DREAM REGINA DELLE AU MI HA RECENSITO! UAOOOOOOO! SVEEEEEEENGOOOOOO… (mi sa che devo andare a prendere i sali…)

 

Ringrazio immensamente chi ha messo la fan fic fra i preferiti ovvero baby_dark, Dreamer21, laicachan, miettajessica, Millennia Angel e mistica88 (sai che mi piace moltissimo il tuo nick mistica?! ) ehi, lo stavo per dire io!!! (mi piace anche quello di millennia angel) ricopiona! (antipatica!) frega-battute! (no, tu frega-battute!) REBEECCAAA! (Dimmi.) A cuccia! (Woof Woof!)

Un grazie gigantesco anche a chi legge soltanto!

 

Adesso anticipazioni! (nel prossimo chappy conosceremo la storia di Cassie!) ma va?! Che anticipazione è questa?! Vabbè ci penso io!

 

"Una famiglia numerosa, la mia. Preferisco addossare a loro la colpa di tutto ma, so che non è cosi. Ed infondo se non fosse successo niente non avrei conosciuto Apollo e ringrazio ogni giorno per questo. E' stato lui a salvarmi. Se non mi fossi persa nell'abisso di oro colato che sono i suoi occhi d'ambra probabilmente sarei..." Cassie smise di parlare per un attimo e Silvia giurò di aver visto una lacrima affacciarsi dagli occhi verde-bottiglia della ragazza ma poi si ravvedette. Lei semplicemente non piangeva. Mai. E questo è quanto.

"Possibile che..."

 

(Ma come lasci solo questo pezzettino…? Come puoi essere cosi sadica!!) Io non sono cattiva… è che mi disegnano cosi! (Si vabbè… Il prossimo chappy invitiamo anche Vale a commentare questa schifezza?!) Non è una schifezza! O meglio è… una schifezza ma, smetti di ricordarmelo cucciola pestifera! Va beneeee, la prossima volta invitamo anche Titta, contenta?

 

Baci

     Charlie o Piccola Ferr!

     E (Rebecca o Martina!)

 

 

 

 

  
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