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Autore: Flam92    30/10/2013    2 recensioni

- Anja –
Tre anni prima . . .
Basta, me ne vado, sono arrivata al limite della sopportazione . . . È questo che ho ottenuto per essermi sacrificata all’inverosimile?! Il fatto che tra meno di un decennio sarò morta e sepolta, la donna che mi ha dato la vita mi ha insultato in ogni lingua conosciuta e non, e che devo lasciare tutto e tutti per andare oltreoceano?
- Loki –
Un anno prima . . .
In una cella, di nuovo!! Maledizione, odio stare qui dentro, mi manca l’aria, non posso muovermi . . . almeno mi hanno levato quel dannato bavaglio. Uff . . . che cosa dovrei fare per i prossimi due secoli? No, se non esco prima di qui finisce che divento pazzo sul serio.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTA DI INIZIO CAPITOLO: Per questo capitolo, vi consiglio vivamente di ascoltare “Invincible” dei Muse, da cui è tratta anche la citazione a inizio capitolo. Spero che tanto la canzone quanto il capitolo vi commuovano come hanno commosso me! Ci leggiamo in fondo! XD


 
CAPITOLO 11: "Unbreakable"

 
 
- Loki –
Do it on your own
It makes no difference to me
What you leave behind
What you choose to be
And whatever they say
Your soul’s unbreakable
 
         Sono un idiota, un idiota fatto e finito! Cosa volevo dimostrare e a chi, soprattutto? Ad ogni modo, questa mossa insensata mi ha fatto perdere solo tempo, oltre che mandare a monte settimane di attenta pianificazione. Due giorni qui, imbavagliato, e con queste manette, i miei poteri sono fuori uso. La stupidità dei midgardiani deve essere contagiosa, evidentemente.
Scuote la testa con una smorfia infastidita, il Dio degli Inganni, e per l’ennesima volta riprende a camminare per la cella, senza poter tuttavia fare nulla a parte questo: la cosa peggiore, in quel momento, è proprio l’impotenza del prigioniero, che lo costringe a fronteggiare se stesso molto più di quanto gli vada a genio.
         Ha poche certezze, Loki, e tutte sono per lui come un nugolo di spine conficcate nel fianco; da quando è riuscito – ancora non sa come – a liberarsi dalla cella di confinamento, ad Asgard, ed ha incontrato Anja per la prima volta, gli sembra di aver progressivamente perduto tutta la sua fredda logica e la lucidità che da sempre lo hanno contraddistinto. Inoltre, quasi a voler aggiungere la beffa al danno, ha giaciuto con la ragazza non una, ma due volte, e senza che il gesto fosse finalizzato ai suoi scopi, in nessuno dei casi.
         L’ultima spina gli si è conficcata nel fianco due giorni prima, quando ha tentato di uccidere la spia perché aveva fatto del male ad Anja: con quel singolo gesto è riuscito a compromettersi definitivamente. Tuttavia, quando aveva sentito le voci che correvano, gli si era stretto il cuore, suo malgrado, esattamente come la prima volta che Anja aveva avuto un malore, seduta sul divano di casa sua. Con gli occhi che vagano sulle sterili pareti della cella, lascia i suoi pensieri liberi di rincorrersi.
 
Ancora ricorda quando la ragazza, nonostante tutto, era venuta a trovarlo, il primo giorno di reclusione. Si era seduta per terra a gambe incrociate, proprio di fronte al vetro della cella. Aveva uno sguardo triste, di scuse quasi, come se fosse colpa sua se Loki era rinchiuso lì. Colpa che lei non ha mai avuto, aveva riflettuto il dio; casomai, era proprio quest’ultimo a doversi addossare il torto.
Quegli occhi violetti, così unici e belli, non l’avevano perso di vista nemmeno per un momento; c’era un che di confortante, anche se non ne capiva il motivo, nel saperla così attenta a lui, così vicina.
La delicatezza e la fragilità di un giunco e la forza di una quercia.
E all’improvviso aveva posato con leggerezza una mano elegante e affusolata sul vetro, avvicinandosi appena un po’ di più, la punta del naso ad un soffio dalla parete.
E lui aveva sentito di dover fare lo stesso, di doversi sedere di fronte a lei, dall’altra parte del vetro, e di posare la mano sulla sua, e di poggiare la fronte sulla parete, i suoi occhi verdi fissi in quelli grigio-viola di lei. Erano rimasti così, per un momento che era parso infinito.
Era bello che lei fosse lì, e stranamente confortante che proprio la persona che più aveva sofferto, e che lui stesso aveva fatto soffrire, fosse tornata da lui, a dargli quella lealtà e, osa sperare, quella fiducia che a lui erano sempre mancate…  
        
         Un marcato rumore di passi gli fa voltare repentinamente la testa verso la porta della cella, una lastra di vetro rinforzato spessa poco meno di una spanna.
Si stanno avvicinando tre persone, Stark, Thor e Anja: se i primi due quasi se li aspettava, era convinto invece che la ragazza non si sarebbe fatta vedere di nuovo così presto. Non le avrebbe comunque dato torto, se così fosse stato. Per quanto avesse segretamente apprezzato il suo gesto, non aveva senso che tornasse ancora.
         I tre parlano fra loro e Loki scruta con attenzione le loro espressioni: l’uomo di metallo sembra schifato, presumibilmente non gradisce ciò che gli ha detto la ragazza, Thor scuote la testa, forse preoccupato che possa succederle qualcosa mentre Anja... pur essendo piccola e indifesa, rispetto a quei due, ha un’espressione estremamente ferma e risoluta in viso; pochi minuti dopo, infatti, i due uomini le danno partita vinta.
Loki si siede sulla semplice branda, i gomiti poggiati alle ginocchia, e attende paziente.
         Poco dopo la porta della cella si apre; Thor precede la ragazza, che si ferma di fronte al dio moro mentre l’altro gli toglie il bavaglio. Loki sospira di sollievo, quando quello strumento di tortura lascia il suo viso.
- Anja, non mi sembra una buona idea... anche se Fury ti ha dato il permesso di farlo–
- Non succederà nulla, Thor, vedrai. E se anche fosse, la responsabilità è mia. Ora, ti prego, dammi anche la chiave delle manette.-
Loki sgrana gli occhi, sorpreso.
         È con esitazione che il Dio del Tuono consegna alla ragazza ciò che vuole e Loki non può fare a meno di sogghignare divertito, dopo l’iniziale sorpresa. La tua cavalleria sarà la tua rovina, ti basta un’occhiata dolce e subito chiunque ti piega ai suoi desideri.
         Non appena rimangono soli nella cella, Loki parte al contrattacco.
- Allora, a cosa devo questa visita?- le chiede beffardo.
- Sono curiosa. Ancora non riesco a capire perché tu sia intervenuto in quel modo, l’altro giorno- ammette la ragazza con sincerità. È evidente che si aspetti un chiarimento di qualche tipo, ma al momento nemmeno il dio saprebbe fornigliene uno.
- E quella cassettina ai tuoi piedi, invece? Qual è il suo contenuto?- le domanda, apparentemente disinteressato, mentre le cammina attorno, i passi silenziosi e misurati come sua abitudine.
La ragazza non risponde subito; con calma va sedersi sulla branda, posando la cassetta di fianco a lei, facendogli cenno di sedersi alla sua sinistra.
Pensando che non possa esserci nulla di compromettente nel soddisfarla, prende posto accanto ad Anja.
         - Cosa sono questi tagli? – gli chiede sfiorandone uno con la punta di un dito. Loki non può fare a meno di sussultare; malgrado la delicatezza della ragazza, quei tagli bruciano da morire.
- Quel bavaglio ha degli uncini, così che non possa semplicemente strapparlo via. Anche queste – e solleva le manette – sono fatte allo stesso modo. Così sono sicuri che non possa liberarmi, se non facendomi del male. Inoltre, questi ceppi non mi permettono di usare i miei poteri- le risponde, senza curarsi di soffocare un sospiro rassegnato, ormai a quegli aggeggi ci ha fatto l’abitudine.
- È orribile – mormora Anja – orribile e barbaro - poi con movimento rapido apre le manette e gliele toglie. La pelle dei polsi è rossa e sanguinolenta, tagliata nei punti in cui gli uncini hanno fatto presa. Un fugace lampo di dispiacere passa negli occhi di lei, talmente fulmineo che Loki quasi pensa di averlo solo immaginato.
         - Perché l’hai fatto? Non hai paura che possa farti del male?- le domanda incuriosito.
- Prendila per buona fede – la ragazza pare riflettere un attimo, prima di proseguire – E non credo tu voglia farmi nulla, comunque, perché non ti conviene – Dalla cassettina estrae un flacone, del cotone e qualche benda di garza. Il liquido del flacone ha un odore pungente di medicinale.
Senza dire una parola, gli pulisce le ferite con delicatezza e precisione, scostandosi ogni tanto i capelli dagli occhi, quindi gliele fascia con la garza; Loki la lascia fare, non sapendo bene come prendere e che significato dare a quelle azioni.
         - Va meglio ora? – gli chiede Anja con un timido sorriso, le mani delicate raccolte in grembo; il dio annuisce e per qualche attimo si scrutano, in silenzio.
- Che cosa ti porta a fare questo? Perché? Perché non mi tratti come il criminale che sono?!- sbotta Loki di colpo, travolgendola con un’ondata di rabbia al calor bianco. Ondata che lei riceve e assorbe senza scomporsi. Senza paura.
- Nessuno di noi è davvero innocente, siamo un po’ tutti criminali, sai? Pensaci: qui ci sono ex sicari e mercenari, spie, magnati delle armi che si sono ripuliti, soldati della II Guerra Mondiale, dèi guerrafondai... abbiamo tutti sangue sulle mani, chi più, chi meno- replica la ragazza con grande semplicità.
- Non mi hai risposto – le fa notare Loki con un certo fastidio.
- L’ho fatto perché tu, fra tutti, sei l’unico ad ammettere senza problemi quello che hai fatto. Forse questo non ti renderà un santo, ma di sicuro meno ipocrita di noi-
- Perché ti annoveri fra loro?- domanda Loki, ora davvero incuriosito: per quanto lo riguarda, la ragazza non è facente parte di quanti lo odiano, ma anzi, è assimilabile ad una zona neutrale, senza contare che ne apprezza molto la fredda logica.
- Come ti sentiresti, se la persona cui tenevi di più, e della quale avevi la più totale e incondizionata fiducia, morisse per mano tua? Perché era l’unico modo per salvarti la vita?-
         Le parole di Anja arrivano dritte al nucleo del suo dolore: il tradimento è stato il primo suo passo verso il baratro in cui il Dio degli Inganni ora si ritrova. Emozioni che da tempo credeva sopite, come lo erano i suoi sentimenti, parole e pensieri si accavallano nella sua mente, in una tremenda tempesta che frantuma nello spazio di un battito di ciglia quello che restava dell’involucro di ghiaccio attorno al suo cuore. Non vuole ammetterlo, ma fa male, questa consapevolezza, fa male tanto da volerne morire.
         - Racconta – è l’unica cosa che riesce a proferire, senza guardarla negli occhi.
- Per colpa mia, sono morte due persone, una delle quali era davvero completamente innocente. Ma prima di questo, devi sapere che cosa mi ha portato ad essere ciò che sono – Loki la incoraggia ad andare avanti con un leggero movimento della mano.
- Quando ho deciso di arruolarmi, ero poco più che bambina. Diciannove anni, per noi umani, sono davvero pochi, ma abbastanza per poter decidere, almeno secondo la legge, cosa fare delle nostre vite. Durante l’addestramento ci hanno massacrato come fossimo animali... qualche matricola ha mollato dopo poco, altri ne sono usciti del tutto a pezzi. Suppongo che, quando sei un numero fra tanti, la cosa non abbia importanza. Sei vulnerabile e quindi sacrificabile, se non sei abbastanza forte per resistere –
         Le ultime parole di Anja sono venate da una profonda amarezza e Loki riconosce, almeno in parte, un’ombra dei suoi stessi sentimenti. Un riflesso, per così dire.
- Perciò, passato l’addestramento di base – prosegue la ragazza dopo l’attimo di silenzio – Tutto quello che bisogna fare è diventare invulnerabili. Niente sentimenti, niente relazioni, niente legami personali. Soprattutto se, come me, sei una donna e devi lavorare sotto copertura –
- Come può, l’essere donna, pesare così tanto in questo frangente?- non riesce a trattenersi dal chiederlo, perplesso.
- Perché, per quanto il medioevo sia finito da un pezzo, questi ambienti sono ancora maschilisti e noi donne siamo ritenute... inadatte a questi compiti perché troppo emotive – sbuffa lei, una smorfia seccata in viso.
- Ho visto popoli, nei miei viaggi attraverso mondi sconosciuti a molti, nei quali le donne erano guerriere al pari degli uomini, spesso anche più spietate, proprio perché sanno quali sono i punti più dolorosi in cui colpire. Non potrebbero essere così, se non fossero... emotive, come tu dici- conclude con un delicato gesto del polso, quasi a sottolineare il concetto.
         Loki non sa spiegarsi il perché di quell’uscita, però sente, in qualche modo, di dover alleggerire il carico di brutti ricordi che quella donna troppo minuta porta con sé da tanto tempo. – E poi? Che cosa è successo? – la incalza il dio, sedendosi di nuovo accanto a lei.
- Alla fine, l’unica altra donna, oltre me, è stata uccisa nella sua prima missione; perciò mi hanno mandato a sostituirla. A quel punto ho avuto una specie di illuminazione: se volevo sopravvivere, dovevo essere più meschina, violenta, fredda e cinica dei miei colleghi uomini. Così è stato, e mi ha permesso di fare carriera, di guadagnare quanto meno un briciolo di considerazione, che per una donna, in questo ambiente, è molto più di quanto sia lecito sperare, purtroppo. Soprattutto quando sei giovane come lo ero io all’epoca-
         Loki annuisce, pensoso. Forse siamo davvero uguali, entrambi traditi, entrambi costretti ad adeguarci all’idea che altri hanno di noi, e tutto per sopravvivere e sperare in qualcosa di migliore... che invero non arriva mai.
         Una piccola lacrima scivola giù sulla guancia della ragazza e il dio, veloce, la asciuga con un gesto delicato, e la sua mano indugia sulla guancia di lei, quasi restio a interrompere il contatto con la sua pelle morbida. Quei ricordi devono farle davvero male, se riescono a farle versare lacrime amare; parlarne è una lenta agonia, ma con coraggio Anja prosegue il suo racconto. – Alla fine ho fatto una sciocchezza, l’unica cosa che non avrei dovuto: mi sono innamorata del bersaglio che dovevo catturare –
- Non avevi detto che avevi ucciso molte persone? –
- Sì, l’ho fatto – assente lei –ma per difendermi, mai per attaccare, anche se ciò non cambia il fatto che ho molto, troppo sangue sulle mani. Io dovevo rintracciare e catturare, altri si occupavano del resto. Lui… si chiamava Nikolaj Orlov, erede di una famiglia di trafficanti d’armi. Ci siamo incontrati a San Pietroburgo. Io dovevo fare in modo che si fidasse di me, che si innamorasse, anche, per poi consegnarlo ai miei superiori. Però i sentimenti tra noi erano sinceri, quindi avevamo deciso di mollare tutto e sparire – Fa un respiro profondo, Anja, ma senza riuscire a celare quanto dolore le costi un’azione così banale. Loki la ascolta sempre più assorto, cominciando a rendersi conto che cosa Thor sembri apprezzare tanto, degli umani: per deboli che siano, alcuni midgardiani hanno un’incredibile tenacia e un’incrollabile forza d’animo, che li porta a non arrendersi quasi mai, anzi, si rialzano ad ogni colpo. E lei, di colpi ne ha presi molti, a quanto vedo. Però è ancora qui…
         - Il nostro piano non ha funzionato, però. Qualcuno ci ha traditi, con il risultato che io ero compromessa e lui con una taglia sulla sua testa. Ci hanno catturati al confine con la Georgia. Per dimostrare che ero ancora dei loro, mi hanno costretto a ucciderlo su due piedi. Non dimenticherò mai lo sguardo di Niko, mentre gli puntavo contro la pistola: sembrava rassegnato e deluso, deluso dalla persona di cui si fidava. Sotto minaccia, ho premuto il grilletto. Poi ricordo solo di essere svenuta e di essermi ripresa in un ospedale.  È stato allora che mi hanno detto che ero incinta e che, a causa dei farmaci che mi avevano dato, avevo... – la voce le si spezza e grosse lacrime le riempiono gli occhi. Anja si alza di scatto e fa un paio di giri nervosi della cella, quasi volesse imbrigliare di nuovo ciò che, a distanza di tempo, ancora le fa tanto male, per seppellirlo poi dove non possa più nuocere. Loki la capisce molto più di quanti lei creda, sono millenni che anche lui fa la stessa, identica cosa.
- Quindi, ti hanno tolto prima il tuo uomo e poi tuo figlio – conclude il dio per lei, che annuisce, mentre si asciuga le lacrime con un gesto infastidito.
- Sì, ed è stato allora che ho capito: dovevo arrivare alle alte sfere, se volevo essere sicura di poter decidere per mio conto. Ma mi sono anche resa conto che non potevo più fidarmi di nessuno, tranne che di me stessa, e così ho fatto. Avevo ventidue anni e la mia vita era già stata sprecata inutilmente. Sono diventata ancora più fredda e cinica, la peggiore in assoluto: non avevo che rabbia, odio e sfiducia... non mi era rimasto altro cui fare appello. Due anni dopo è successo ciò che tutti sapete. Mi sono ritirata, sperando di poter ricominciare daccapo, ma sapevo non sarebbe stato possibile. Però ci ho sperato, davvero-
         - Credimi, comprendo quello che hai passato, perché l’ho passato anche io. Tuttavia, lascia che dica una cosa – nel replicare questo, le prende il viso tra le mani, fissando i propri occhi in quelli violetti di lei e parlandole in un sussurro – Le persone come noi sono condannate dalla propria grandezza ed è la paura che gli altri hanno di noi che li spinge ad agire in modo meschino nei nostri confronti. Nel momento del bisogno, siamo sempre soli con noi stessi, non dimenticarlo mai, Anja. I miei figli mi sono stati tolti con la forza quando erano indifesi, esattamente come a te; altri hanno deciso al posto mio, soffocandomi con le loro aspettative. Ma lo scorno più grande, per loro, è vedere che ci risolleviamo dalle nostre ceneri, più forti di prima –
         Le lascia andare il viso, sapendo che ormai il tempo a loro disposizione è quasi finito.
- Un’ultima domanda, Anja. Perché mi hai detto tutto questo? Non è da te scoprirti così – Loki lascia trasparire volutamente una leggere sorpresa, tra le sue parole.
- Perché, come hai detto tu stesso – gli risponde pacatamente la ragazza voltandosi verso di lui – sei l’unico che può davvero capirmi e ormai non ho nulla da perdere. Mi sono resa conto di essere una parte del tuo piano, una pedina, se vogliamo, di questa partita a scacchi. Ora devo solo capire se sono un semplice pedone, un cavallo oppure un alfiere – conclude Anja con un sospiro, le mani eleganti che sottolineano le sue parole.
         Loki la osserva uscire dalla sua cella, portando via la cassettina coi medicinali e anche le manette. Ha messo la propria vita nelle mani di lui e il dio, per la prima volta dopo molto, molto tempo, sente il bruciante desiderio di proteggere qualcuno.
         Sulla mia scacchiera, Anja, non potresti essere nulla meno della Regina. La mia Regina. L’unica donna che considero mia pari e degna di essere al mio fianco.
 
- Bruce –
         Non appena Anja ha cominciato a parlare con Loki, raccontandogli tutta sua storia, nella sala di comando è calato il silenzio più assoluto; Bruce fa scorrere il suo sguardo attento sui volti di tutti, e su ciascuno di essi vede riflessa quella che sa essere la sua espressione: un misto di dispiacere, sconforto, persino disgusto, per ciò che quella ragazza, davvero troppo giovane e cresciuta troppo velocemente, ha dovuto passare. Tuttavia, sente anche di ammirarla un poco, non foss’altro per la straordinaria forza d’animo che ha saputo dimostrare.
         - Da non credere – mormora, parimenti stupito, Tony, una volta che la ragazza ha concluso il suo racconto.
- Notevole, davvero – è l’opinione lapidaria, ma non meno vera o sentita, dell’agente Romanoff, condivisa anche dall’arciere.
- Non posso credere che esistano ancora persone del genere, dopo la Guerra – confessa confuso Steve.
- Vede, Capitano, le cose non sono cambiate molto, in questi frangenti – è la pacata replica di Bruce alle parole dell’altro – abbiamo solo trovato metodi migliori per nasconderle o camuffarle –
         Per un tempo che pare infinito il silenzio regna sovrano nell’ampia sala quasi deserta; il dottore prende a passeggiare avanti e indietro, quasi volesse scavare un solco nel freddo pavimento e poi, notando Thor accanto alla vetrata, si avvicina a lui, chiedendogli il parere su ciò che hanno appena visto e sentito.
         - Io ritengo – comincia il dio, un poco titubante – che quella ragazza abbia dimostrato a noi tutti che cosa davvero significhi avere coraggio. Inoltre, non posso fare a meno di condividere il suo parere, quando afferma che ciascuno di noi ha del sangue sulle proprie mani –
- A quanto pare, le riesce piuttosto bene andare dritta al punto – conviene Bruce, mascherando una smorfia amara – E del fatto che abbia levato le manette a Loki, pur sapendo che sarebbe potuto essere pericoloso?-
Thor si passa una mano sulla barba, perso nelle sue riflessioni, quindi risponde – Non so davvero che cosa avesse in mente e, ritenendo pericoloso ciò che voleva fare, glielo ho sconsigliato. Tuttavia lei ha insistito ed io ho voluto confidare nella sua convinzione. Ad essere onesti, però, non mi spiego il motivo dietro al suo gesto.-
         - Il motivo, Thor, è che quando parlo con qualcuno non mi piace vederlo legato e ingabbiato come fosse una bestia – la voce fredda di Anja, da dietro le sue spalle, risolve il suo cruccio. La ragazza si avvicina a grandi passi al tavolo, gettandoci sopra, un’espressione schifata in viso, i ceppi di Loki e la cassetta dei medicinali.
- Immagino abbiate sentito e visto tutto no?- prosegue poi, questa volta con tono stanco e meno saldo di prima, le mani serrate sulla spalliera di una sedia.
- Sì, Anja, e siamo unanimi nel dirle che pochi avrebbero avuto il coraggio di non lasciarsi andare – le risponde Banner, interpretando il pensiero comune.
- No, il mio non è stato coraggio. Vigliaccheria, piuttosto: se davvero avessi avuto il fegato che voi mi attribuite, quel colpo l’avrei sparato a me stessa. Non che non ci abbia provato, a farla finita – una vaga smorfia amara e tirata appare per un breve attimo sul suo viso – ma, in bilico su un cornicione, ironia della sorte, mi sono resa conto di soffrire di vertigini. A quel punto ho capito che avrei dovuto continuare a vivere con i miei sensi di colpa –
         Si lascia cadere su una sedia, affranta, prendendosi la testa fra le mani.
- Mi permetta un’osservazione – esordisce Rogers – ma se anche si fosse tolta la vita, non crede che le cose sarebbero state le stesse?-
Stark fulmina il soldato con un’occhiataccia, così come le due spie, mentre Anja alza la testa di scatto, fissando con astio Steve. Pare una leonessa pronta a balzare all’attacco.
Come fa a non capire? Si chiede Bruce sconfortato. Era poco più che ragazza, e le hanno tolto tutto. In più era soggetta a ordini e non era nella posizione di rifiutarsi... no, se lei fosse morta quel giorno, realizza il dottore all’improvviso, le conseguenze sarebbero state tremende. Una sorta di nuova Guerra Fredda.
- Se davvero mi fossi tolta la vita – risponde Anja scandendo con estrema cura le parole – le conseguenze sarebbero state catastrofiche: si parla di una faida che avrebbe potuto coinvolgere mezzo globo, visto che i Russi non perdonano chi gli uccide la famiglia e i miei Russi erano ammanicati con la quasi totalità dei focolai di rivoltosi del Medio Oriente, che è noto per avercela sempre a morte con voi. Senza contare- prosegue irritata – che qualunque donna abbia in grembo uno dei loro rampolli è sacrosanta e va protetta ad ogni costo. E adesso mi dica, Capitano, cosa avreste fatto, se avessi deciso diversamente? Sareste stati in grado di fermare una vendetta in grande stile?-
         La ragazza sottolinea quest’ultimo concetto battendo un pugno sul tavolo; il gesto provoca quasi immediatamente una contrazione dolorosa dei nervi di Bruce, che comincia a sentire rivoli di sudore freddo colargli dal collo della camicia spiegazzata.
- Per favore, cerchiamo di mantenere un tono tranquillo – interviene quindi in un soffio – l’Altro non è... a suo agio, quando si alzano i toni –
Immediatamente gli animi si placano, anche se la ragazza e il soldato seguitano a fissarsi con astio dai capi opposti del tavolo.
Natasha si alza, seguita a ruota da Barton: entrambi rivolgono un cenno comprensivo alla ragazza, che annuisce di rimando, quindi le due spie escono, a sbrigare chissà quali incombenze. O forse la confessione di Anja ha risvegliato brutti ricordi.
         - Anja, può togliermi una curiosità? –
- Dipende da che curiosità, dottore – replica lei, fissando l’attenzione sul suo interlocutore.
- I suoi avrebbero approvato... la gravidanza? – spero che non si offenda più di tanto per questa domanda, ma non c’era un modo più delicato di porla, credo.
- Mio padre è di larghe vedute... magari non ne sarebbe stato propriamente entusiasta, visto chi sarebbe stato il genitore del bambino, ma non dubito che gli avrebbe voluto bene – la sua voce si incrina e gli occhi le si fanno via via più lucidi, probabilmente sarebbe meglio chiudere qui la conversazione, riflette il dottore.
- Ancora non riesco a capire... perchè farla abortire? Quel bambino non avrebbe potuto essere, che so, un incentivo per far collaborare i russi?-
         Ottimo lavoro, Steve, ora ti sei davvero scavato la fossa. Bruce può quasi sentire il respiro trattenuto fra i denti di tutti i presenti in sala, può percepire l’ondata di odio quasi tangibile, e del tutto giustificata, provenire da Anja. È questione di poco, prima che la ragazza perda definitivamente la calma. Tony pare averlo intuito, e infatti si sposta dietro la sua sedia, per trattenerla lì, se necessario.
- Razza di soldato imbecille che non sei altro!! – sbotta lei, scossa da violenti fremiti di rabbia – Quale madre vorrebbe una fine del genere per suo figlio! Come crescerebbe la creatura, sapendo di essere solo una pedina per controllare il padre?! Cosa puoi saperne tu?! Hai una vaga idea  di cosa voglia dire, per una madre, sentirsi dire che tuo figlio non merita di vivere perché il padre è un trafficante di morte?! –
- Anja... io... non immaginavo... –
- NO che non puoi!!  Nessuno di voi ha mai avuto figli, nessuno ha passato quello che io ho passato! Quindi abbiate la decenza di stare zitti, tutti quanti, e di non giudicarmi oltre. Preconcetti di questo tipo, così stupidi e bigotti, mi danno la nausea –
         Si scrolla via le mani di Tony dalle spalle ed esce sbattendosi la porta dietro di sé. Banner butta fuori il fiato a stento trattenuto e crolla su una sedia lì accanto, sperando che si calmino al più presto i violenti tremiti che gli scuotono le mani.
- Tutto bene, Bruce? – s’informa il miliardario, cui sicuramente non è sfuggita l’espressione stravolta che il dottore sa di avere marchiata a fuoco in viso.
- Devo solo... calmarmi un attimo... –replica quindi a beneficio di tutti, scuotendo piano la testa.
- Capitano, forse avresti dovuto tacere su questa questione – la voce profonda di Thor rompe il denso silenzio appena creatosi; uno Steve davvero stravolto fissa il dio nordico, quasi senza vederlo, prima di ribattere – Non credevo avrei potuto essere tanto stupido. Sono mortificato –
- Peccato che – s’intromette il miliardario – ormai tu abbia fatto il danno. Avremmo dovuto aiutarla a sentirsi meno sola e sorvegliata qui, non farla incazzare a morte. E dubito, Cap, che lei ti voglia ancora tra i piedi. Se davvero Loki ha deciso di prenderla sotto la sua ala, ricorda cosa ha fatto alla Romanoff quando la ragazza ha avuto quell’incidente. Essere mortificato non serve a nulla – conclude quindi l’uomo impietosamente.
         - Temo abbiano ragione entrambi, Steve, mi dispiace – interloquisce Banner, di nuovo in possesso della sua calma e degli usuali modi pacati – però qualcuno deve comunque andarla a cercare. Soprattutto ora, non deve restare sola –
- Lasciate che vada io – si offre Thor e tutti devono convenire che, tanto per mole quanto per modi cortesi, è probabilmente la persona più adatta per far ragionare, o semplicemente calmare, la ragazza. E poi è il canale diretto con Loki, per quel che può valere. Ad ogni modo, credo che la cercherò anche io… e forse anche Tony si unirà. Sembra averla presa davvero a cuore.
- Tra l’altro – aggiunge il dio – credo di aver capito perché, tra tutti, Anja abbia raccontato la sua storia proprio a mio fratello –
- Siamo tutt’orecchie, Point Break – interviene Tony, col solito tono vagamente canzonatorio, che però non riesce a mascherare il sincero interesse del miliardario per le congetture del dio.
- Entrambi sono persone molto sole, che non hanno avuto vita facile. In più, ad entrambi è stato tolto il loro bene più prezioso – qui fa una pausa, per raccogliere le idee – Credo che in qualche modo Anja pensi di aver trovato qualcuno simile a lei. Probabilmente è per questo che solo con lei mio fratello è trattabile. Inoltre, è stata l’unica a non giudicarlo –
- Interessante congettura, in effetti. Io stesso avevo pensato a qualcosa di simile, ma mi mancava il punto in comune, e ora sappiamo qual è– Tony si dichiara d’accordo col dio, prima che questi esca e vada a cercare la ragazza. Steve non ha mosso un muscolo, durante la conversazione, il viso sempre nascosto tra le mani; Banner guarda Stark di sottecchi e i due si scambiano un cenno prima di avviarsi alla volta dei laboratori e vedere se dalle telecamere riescono a trovarla.
Forse è il caso che il capitano scenda a patti con se stesso... rimanere da soli è la cosa migliore. Povero Thor, oltre a Loki, deve vedersela anche con la versione femminile del fratello.
 
N.d.A.
 
Eccoci qui, come promesso! Allora… capitolo che davvero è stato difficile da scrivere, perché, insomma, la storia di Anja è davvero pesante e triste. Però, come vedete, è sopravvissuta e ce l’ha fatta con le sue forze, in barba a tutti quanti. Comincia anche a capirsi quanto lei e Loki siano davvero simili, sotto sotto, e anche quanto lei abbia fatto breccia nel carattere scostante e astioso di quest’ultimo.
Non me ne vogliano le/i fan di Cap, che davvero viene parecchio maltrattato… però, a onor di cronaca, non è fra i miei personaggi preferiti. Quindi, niente offese per nessuno XD
Siamo ufficialmente nella seconda parte della storia, presto si sveleranno tutti gli altarini e verranno chiarite molte cose rimaste in sospeso :D
Ringraziamenti (più che doverosi e meritati, grazie a voi che mi seguite!)
Per le recensioni: Erika_00, Alexien e Ebi Tempura  - ragazze non vi dirò mai abbastanza grazie!-
Per averla inserita nelle preferite: akiralovemanga, DarthGiuly, Erika_00 e Welcome to the darkside millemila volte grazie!-
Per averla inserita nelle seguite: Alexien, big gio 98, Destiel_Doped, nakimire, sakura92, silvermoon74, simo95, tykisgirl, La_Polly, Strix, Ebi Tempura, dama galadriel, Welcome to the darkside e ponyothewitch  -mi fa piacere vedere che siete aumentati! XD un mare di ringraziamenti sentiti!
Per averla inserita tra le ricordate: Feelings e Zakurio  - un grazie speciale anche a voi, che vi ricordate della mia follia! XD-
 
  
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