Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Neryssa    31/10/2013    7 recensioni
Sulla strada che dai Monti Azzurri porta al Decumano Ovest scorre un lungo fiume dalle acque limpide e vivaci, poco profonde ma difficili a guadarsi; e seguendone il corso verso Nord, si giunge ai Colli di Vesproscuro, un modesto gruppo di dolci declivi che si stende per appena un miglio e mezzo o poco più. Thorin non li ha mai visitati, né durante le sue lunghe traversate della Terra di Mezzo né durante la permanenza sui Monti Azzurri. E se fosse per lui una giornata di lavoro alla fucina non andrebbe di certo sprecata per una scampagnata sulle colline! Ma da qualche tempo Fíli ha cominciato a cogliere al volo ogni possibile scusa, anche la più futile, per sgattaiolare nei boschi, e Thorin sa che i passi di suo nipote sono inevitabilmente rivolti verso quei Colli misteriosi.
Gli ultimi anni sui Monti Azzurri prima della partenza di Thorin, Fíli e Kíli con il resto della Compagnia, in un vortice di incontri, fughe e sentimenti contrastanti vissuto all'ombra dei Colli di Vespruscuro, nel cuore dei quali sorge una bella casetta di pietre e legno, abitata da...
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
4 (prima parte)- Il lungo inverno dei Colli di Vesproscuro e una notte di bufera
4 (prima parte)- Il lungo inverno dei Colli di Vesproscuro e la paura in una notte di bufera



Brid chinò di scatto la testa e la palla di neve proseguì verso il tronco di un albero, contro il quale si schiantò esplodendo in uno sbuffo di frammenti gelidi.
“Lila, attenta al...Fíli, CHE CI VUOI FARE CON QUELLO?”. Una risatina diabolica da bimbo impertinente e Fíli mosse un passo verso di lei, con tutte le intenzioni di farle conoscere da vicino il grosso blocco di neve che reggeva tra le braccia; dimentica della furiosa battaglia ingaggiata alle proprie spalle da Kíli e Lila, Brid prese ad indietreggiare lentamente, sul volto l'abbozzo di un sorrisetto giocoso e carico di aspettativa, le mani piene di neve nascoste dietro la schiena.
“Indovina chi ho deciso di premiare come 'lanciatrice di palle di neve più carina'...” insinuò il Nano, lasciandole chiaramente intendere che il premio fosse proprio la bracciata di neve che la stava facendo scappare.
“MAH!” ironizzò Brid con una risatina; tentò uno scatto verso Lila, ma non andò come previsto e prima ancora di trovare il tempo materiale anche solo per maledire la propria goffaggine si ritrovò con la faccia nella neve, in un turbinio di capelli umidi e sottane fradice.
“AHA!” esultò Fíli, trionfante, balzandole accanto giusto in tempo per cogliere la sua espressione totalmente sbigottita quando rotolò sul fianco. “Vedessi che faccia, che hai! Farò in modo di ricordarmela quando avrò bisogno di ricattarti per qualcosa!”.
“Ma sentilo! Ti offendi tanto se non rido?” bofonchiò lei, contrariata. Fíli sorrise furbescamente.
Certo che sì! E la mia vendetta ricadrà su di te sotto forma di una bracciata di neve dritta dritta sul tuo bel visino!”.

“Uff, non c'è proprio niente che io possa fare per salvarmi?” fece Brid, in tono lamentoso. “Che so, tipo comprarti con tre lepri?”.
Perché non mi dai un bacio, invece di fare la spiritosa?” suggerì il Nano inginocchiandosi di fronte a lei, per un momento dimentico del blocco di neve che aveva promesso di scaricarle addosso: Brid sorrise, senza che Fíli riuscisse a capire se intendesse mostrarsi intrigata o soltanto sicura di sé, e sporgendosi appena verso di lui gli stampò un sonoro bacio sulla guancia barbuta, facendogli inconsapevolmente battere forte il cuore.
Adesso posso stare tranquilla?” domandò poi, sorridendogli impudente con le guance appena arrossate.
Mmmmh, fammici pensare...”. Per una manciata di secondi Fíli si finse pensieroso, tenendola con il fiato sospeso; poi, senza un minimo di preavviso, si girò di scatto verso Lila e Kíli. “AMMUTINAMENTOOOOOOOOOOOOOO!” ululò con tutto il fiato che aveva in corpo, partendo di gran carriera verso il fratello che gli rivolse un'occhiata sospesa tra lo stupore e lo sconcerto.
Fíli, ma che dia...”. Non ebbe tempo di terminare la frase che il blocco di neve che Fíli si era tanto prodigato ad ammucchiare e pressare mentre lui teneva occupate Lila e Brid con una raffica ininterrotta di palle di neve gli finì addosso, con le stesse velocità e potenza distruttiva che Ferumbras sfoderava quando Lila si azzardava a gettare qualche avanzo alle galline. Temprata da anni ed anni di pratica con quello scorbutico gattone monumentale, però, al contrario del povero Kíli Lila ebbe la prontezza necessaria a gettarsi di lato giusto in tempo per evitare di finire coinvolta nella slavina provocata dall'immensa palla di neve, seguita a ruota dal suo stesso creatore, inciampato nelle proprie gambe. Alla vista di Kíli spalmato in terra sotto un mucchio di neve e fratello, Brid scoppiò in una risata talmente violenta e irrefrenabile che nemmeno riuscì a trascinarsi verso Lila, riversa sulla neve e squassata dalle risate esattamente come lei.
DANNATO FRATELLO IDIOTA! MA CHE FAI?” tuonò Kíli, quando finalmente riuscì a riemergere dal groviglio di braccia, gambe e trecce in cui era rimasto intrappolato.
MI SONO AMMUTINATO, SBARBATELLO! ADESSO STO CON LE DONZELLE E GIOCHIAMO A 'TUTTI CONTRO KÍLI'!” ululò Fíli per tutta riposta, a voce troppo alta, con le orecchie palesemente piene di neve. Poco più in là, le due sorelle che erano quasi riuscite a rialzarsi scivolarono di nuovo a terra, ridendo a crepapelle.
Non mi piace questo gioco!” brontolò Kíli, vendicandosi dell'indegno soprannome con una sonora sberla sulla nuca del fratello, che inaspettatamente riuscì anche a stappagli le orecchie. “E poi spiegami perché diavolo hai cercato di uccidermi scaraventandomi addosso una valanga fatta in casa!”.
Cos'è quella faccia? Dovresti essere contento, fratellino, ti ho appena eletto 'lanciatrice di palle di neve più carina'!”.
Ah, ho capito bene? Lanciatrice?”.
Perfettamente! Lanciatrice più carina!” confermò Fíli, cacciandosi un dito nell'orecchio per assicurarsi di non aver subito danni gravi come il congelamento dei dotti uditivi. Per un momento gli occhi di Kíli brillarono di una luce strana, poi Lila e Brid lo videro afferrare il fratello per le guance e tirarselo addosso.
Allora vieni qua e baciamoci con la lingua!”.
“FÍLI! KÍLI! SOPRATTUTTO KÍLI!” tuonò un vocione autoritario indignato a livelli critici, e le risate smodate che le due sorelle stavano per lasciarsi sfuggire si gelarono, così come i voluttuosi intenti di Kíli nei confronti di Fíli: con una faccia furiosa e scandalizzata che avrebbe impietrito persino gli Argonath, Thorin Scudodiquercia comparve nella radura innevata, con gli occhi azzurri che sembravano mandare saette; l'impietosa vista dei propri nipoti (i figli di sua sorella, discendenti di Durin il Senzamorte!) avvinghiati con promiscuità sulla neve non gli suscitò nemmeno un misero accenno di ilarità.
“In nome dei Valar, si può sapere perché diavolo devo assistere a...questo?” sibilò gelido quando li raggiunse, e subito Kíli schizzò via da sopra al fratello, come se d'un tratto il corpo di Fíli fosse stato più scottante del ferro che erano soliti lavorare alla fucina.
“Zio, Kíli voleva abusare di me!” rantolò il Nano biondo visibilmente scosso, trascinandosi carponi verso la figura dello zio che in quel momento gli parve monumentale ma stranamente protettiva. Thorin non se la sentì di rimproverarlo, non quando lo vide ridotto in quello stato, e poco gli importò delle risatine divertite delle due ragazze ancora abbandonate sulla neve, zuppe come pulcini appena usciti dall'uovo: che Fíli stesse fingendo un trauma o meno, già soltanto l'idea di riportarlo a casa a calci nel sedere lo sfiniva. Così chiuse gli occhi e trasse un respiro profondo.
“Vostra madre comincia a scordarsi come sono fatti i vostri volti” disse solo, con voce estremamente calma e misurata. “Ho lasciato un cinghiale e due pernici sotto ad un faggio accanto al ponte: andate e prenderli e aspettatemi lì, torniamo a casa”. Spalleggiati da Lila, Fíli e Kíli proruppero in un coro di esclamazioni di dissenso.
“Ma come, subito a casa?!”.
“Non è nemmeno ora di cena!”.
“Già, e poi...e poi avevano promesso di aiutarci a risistemare la porta della stalla! L'ha rotta Kíli, ci è planato sopra quando Fíli gli ha fatto uno sgambetto e le cerniere dei cardini sono saltate!”.
“Vi chiedo di pazientare per qualche giorno ancora, milady. Il tempo volge al peggio, e non possiamo attardarci oltre se vogliamo fare ritorno alla nostra dimora senza incorrere in una bufera di neve”. Thorin fu estremamente cordiale, ma dall'occhiata che Lila gli rivolse fu chiaro a tutti che il fascino non sarebbe bastato a convincerla.
“Non potete fermarvi nemmeno per un'ora?” intervenne Brid, attirando su di sé lo sguardo azzurro del Nano “Il tempo di aggiustare la porta. Puoi asciugarti il mantello davanti al fuoco mentre Fíli e Kíli riparano i danni...”. Thorin le rivolse un'occhiata apertamente stupita, che parve addirittura diffidente, e che riuscì a metterla in soggezione.
“Da quando siamo in confidenza, ragazzina?” domandò senza alcun risentimento, quasi come se stesse palando ad alta voce con se stesso. Brid, invece, s'indignò eccome e si premurò di farglielo sapere.
“Ragazzina sarà tua nonna, Nano! Io di confidenza con te me ne prendo quanta voglio, visto che i tuoi nipoti vengono periodicamente a svuotarmi la dispensa!” sbottò in tono spiccio, rialzandosi da terra e scrollandosi di dosso quel poco di neve che le si era attaccata ai vestiti senza sciogliersi subito. Presagendo pericolo imminente, Lila si affrettò a imboccare il sentiero tra gli alberi, e nel seguirla Kíli si trascinò dietro anche Fíli; ignaro di tutto, per la seconda volta in meno di mezz'ora Thorin si sentì improvvisamente crollare il peso di Arda sulle spalle.
“Per Mahal...mi tocca persino ripagarti il maltolto...” borbottò esasperato. Una porzione della sua mente oppressa dai doveri, minuscola e a dire il vero nemmeno troppo ligia, si appuntò di tenere a stecchetto Fíli e Kíli per la settimana successiva, giusto per provare a cacciare in quelle loro teste dure un po' di sana morigeratezza. Ma Brid non parve voler ingigantire la cosa.
“Che? Adesso non esageriamo, la situazione non è poi così drammatica” borbottò, agitando una mano a mezz'aria come a voler cancellare quanto precedentemente detto. “Fortunatamente quei due credono che di dispensa qui ce ne sia una sola, siamo riuscite a limitare i danni...”.
“C'è almeno qualcosa che possa fare per sdebitarmi?” domandò Thorin, saltando a piè pari l'insistere imposto dalla buona educazione e decidendo di aggrapparsi alla cieca a qualunque cosa lei avrebbe detto. E infatti Brid lo guardò di traverso, sbottando qualcosa che inaspettatamente lo fece sorridere.
“Oltre ad aggiustarmi la porta della stalla...promettermi che non ti presenterai mai alla mia porta con un'orda di Nani affamati!”.
La risata allegra e tonante di Thorin la prese in contropiede, spiazzandola: di certo Brid non si sarebbe mai aspettata di vedere quel Nano burbero e ombroso gettare la testa all'indietro e lasciarsi andare all'ilarità in un modo tanto plateale e persino spontaneo, non per così poco...sentirlo ridere della propria risposta addirittura la irritò, costringendola a domandarsi che diavolo ci fosse di tanto divertente nel temere di vedersi piombare in casa un'orda di Nani affamati e voraci come locuste. Le venne voglia di incenerirlo con un'occhiata, ma quando lo vide con il volto disteso, gli occhi chiari accesi di una luce impertinente e i capelli striati di grigio luccicanti di minuscole gocce d'acqua -fiocchi di neve sciolti dal suo stesso calore- qualsiasi istinto guerrafondaio sembrò dissolversi in uno sbuffo di vapore. Sembrava quasi un altro Nano. Si stupì di come il volto di Thorin potesse trasfigurarsi a quel modo per il semplice effetto di un sorriso, e se si accorse di essere rimasta imbambolata a fissarlo per troppo tempo fu soltanto per la mano di lui, che si allungò verso il suo volto.
“Ti sei rotolata nella neve come una bambina...” disse solo, passandole delicatamente un dito sul sopracciglio in cui era rimasto impigliato qualche fiocco di neve. Brid chiuse gli occhi e lo lasciò fare, senza però rassegnarsi a tenere a freno la lingua.
“Ce l'hai proprio, con questa storia della bambina, eh?” fece con un velo di ironia, ma Thorin non se la prese.
“Cosa credi di sembrare, adesso, così fradicia e infreddolita?”.
“Una fanciulla indifesa nella neve, di fronte ad un Nano grande e grosso bardato in un mantello foderato di pelliccia e con un sacco di barba e capelli a tenergli caldo!”.
“Piccola impertinente” sbuffò lui, ravviandole dietro un orecchio appuntito una ciocca castana umida di neve. “Ti conviene rientrare, o finirai per ammalarti. Sta ricominciando a nevicare”. Inverosimilmente ossa in volto Brid rifuggì il suo sguardo, ringraziando tutti i Valar per il freddo che avrebbe potuto confondere Thorin qualora si fosse domandato come mai fosse paonazza, e incrociando severamente le braccia al petto tentò di dissimulare una scarica di brividi gelidi.
“Non...non era previsto che stessi fuori così tanto, è...sono stati Fíli e Kíli a far degenerare tutto in una battaglia a palle di neve. E poi voglio controllare che aggiustino davvero la porta della stalla, non può stare così se nevica” borbottò.
“Avanti, Brid, solo perché siamo spariti nel bosco alla minima avvisaglia di guerra verbale non puoi etichettarci come 'inaffidabili'!” ridacchiò Fíli ricomparendo tronfio nella radura, con in spalle il cinghiale di Thorin.
“Già, Fíli ha ragione! Guarda, ti abbiamo pure portato la cena!” intervenne Kíli: a differenza del fratello, sulle spalle portava come un sacco di patate una Lila recalcitrante e imbufalita, ululante improperi verso di lui e chiunque fosse mai presentato a nome suo. Thorin ritirò di scatto la mano dal volto di Brid e alla vista dei nipoti tornò di colpo il Nano burbero e contegnoso di sempre.
“Vi avevo detto di aspettarmi al ponte” li rimproverò aspramente, ma non ottenne altro che due sorrisi impertinenti.
“Non fare così, zio! Abbiamo promesso di riparare la porta della stalla, no?” fece Kíli, depositando gentilmente Lila sul ceppo su cui sua sorella era solita tagliare la legna. Thorin si passò una mano sul volto.
“Non ci vorrà molto, vedrai!” sorrise Fíli rimboccandosi le maniche. “Brid, sei rossissima! Vai dentro, o ti penderai un malanno!” aggiunse poi, apprensivo, muovendo un passo verso di lei; Thorin, però, fu più svelto.
“Milady desidera sovrintendere ai lavori” disse, senza scomporsi. “Quindi ci conviene iniziare al più presto, o temo che la sua salute ne risentirà senza alcun dubbio”. Con un gesto fluido si sfilò il mantello e lo pose sulle spalle di Brid, che, improvvisamente ammantata dalla pelliccia soffice riscaldata dal corpo di lui, vi si strinse d'istinto. La cappa di Thorin era troppo lunga e troppo larga per lei, nell'indossarla parve ancora più piccola, ma si sentì talmente corroborata dall'averla addosso che sorrise al Nano, riconoscente. Per tutta risposta Thorin le rivolse un'occhiata gentile e poi si diresse verso i suoi due nipoti, che basiti di fronte a quel suo gesto galante ci misero un momento di troppo a riprendersi dallo shock, guadagnandosi due sonori scapaccioni a testa e il secco ordine di svellere la porta da riparare.
Brid prese posto sul ceppo di legno, non appena Lila si dileguò in casa borbottando di doversi occupare della cena, e rimase a guardarli lavorare sotto i radi fiocchi di neve che cadevano nell'imbrunire, godendo della loro comica e al contempo confortante presenza senza sapere che dopo quella sera non li avrebbe più rivisti per molto tempo.



“Mi chiedo se non sia successo qualcosa a Fíli e Kíli” aveva detto ad un tratto Lila, in un uggioso pomeriggio sul finire di Postapritore*, verso Solfeggiante: stava guardando la nebbia ammantare il bosco innevato da una delle grandi finestre della cucina, fingendo di sistemare distrattamente la coperta arrotolata contro l'intelaiatura tonda, e Brid aveva levato gli occhi dall'abito che stava rammendando soltanto per guardarla con una curiosità che inevitabilmente si era trasformata in malinconia non appena i suoi occhi si erano ritrovati ad indugiare sul panorama lattiginoso al di là del vetro. Verso la fine dell'anno precedente si erano domandate un paio di volte che fine avessero fatto i due giovani Nani, ma con l'avanzare dell'inverno non ne avevano più fatto parola, e riscoprirsi entrambe impensierite dalla loro assenza non era stata una sorpresa.
Con gli occhi della mente Brid aveva rivisto il volto fiero e sorridente di Fíli, i suoi baffi intrecciati che sembravano sussurrarle 'TIRAMI' persino attraverso i ricordi, i suoi occhi azzurri sempre allegri, le fossette in cui gli si piegavano le guance barbute quando sorrideva: si era riscoperta ansiosa di rivederlo, teneramente affezionata a quei suoi baffi strani e innamorata delle sue fossette sbarazzine, desiderosa di riabbracciarlo e vederlo arrossire ancoora, come quando si era salvata per un pelo dall'essere premiata come 'lanciatrice di palle di neve più carina' e gli aveva dato un bacio.
Il sorriso che aveva prepotentemente tentato di sbocciarle sulle labbra, però, era sfiorito immediatamente, e al ricordo familiare di Fíli si era sostituito quello controverso del volto altero di Thorin che cedeva al riso, insieme alla sensazione del suo mantello caldo e confortante sulle spalle; il cuore aveva cominciato a batterle furiosamente, e si era sentita inspiegabilmente avvampare. D'un tratto si era ritrovata a rabbrividire in quella grande stanza riscaldata dal fuoco scoppiettante che ardeva nel caminetto, nella mente l'immagine fissa del sorriso del Nano e il ricordo della sua mano grande, callosa, calda, sul proprio volto. L'abito da rammendare le era sfuggito di mano, e con un sospiro Brid aveva mentalmente ringraziato tutti i Valar che Lila non si fosse ancora voltata, o di sicuro si sarebbe messa a fare il diavolo a quattro pur di cavarle di bocca il motivo di quelle guance improvvisamente rosse e dei suoi sguardi sognanti.
“Non preoccuparti per loro. Sono Nani, nascono dalla roccia e di roccia sono fatti” aveva detto, tentando di suonare sia convincente che distaccata. “Probabilmente non hanno ritenuto saggio oltrepassare il ponte. É dai primi di Ante apritore che è ridotto ad un blocco di ghiaccio, e non ci sono altre strade per arrivare fin qui”.
“Già...” aveva mormorato Lila con lo sguardo perso nel biancore del mondo invernale. “In effetti, che ho da preoccuparmi? C'è Thorin, con loro, sono al sicuro!”. A quelle parole Brid si era involontariamente conficcata lo spillo nell'indice, e il violento sobbalzo che ne era conseguito non era sfuggito agli occhi attenti di sua sorella; per quanto avesse tentato di dissimulare qualsiasi coinvolgimento, Lila aveva arricciato le labbra in un sorrisetto insinuante e dannatamente fastidioso.
“Appunto, c'è la balia barbuta con loro. Quindi è inutile stare a preoccuparci, quando potranno si rifaranno vivi. E adesso mettiti a fare qualcosa, per Eru, che non sta mica scritto da nessuna parte che debba lavorare sempre e soltanto io!”.



Una scarica di colpi contro la porta e l'imprecare teso di sua sorella avevano svegliato Brid nel cuore della notte, pochi giorni dopo quella strana conversazione alla finestra: reggendo una candela consumata a metà, con il volto terreo per l'agitazione e la treccia sfatta a dondolarle sulla spalla, Lila spalancò la porta della sua stanza e vi piombò come una furia.
“Brid!” rantolò sconvolta, gli occhi azzurri visibilmente colmi di terrore persino alla tremula luce della candela “La porta, c'è qualcuno alla porta!”. Per una volta più vigile che desiderosa di fare del sarcasmo, Brid calciò via le coperte e si costrinse ad ignorare il gelo della stanza immersa nell'oscurità, che le provocò un brivido quasi doloroso lungo le braccia ancora calde e intorpidite dal sonno.
“Lo so” fece lapidaria, cercando a tentoni la vecchia vestaglia di suo padre che teneva sempre ai piedi del letto; una nuova scarica di colpi alla porta le fece trasalire, costringendole a voltarsi verso le scale. “Qualcuno di impaziente, direi. E dato che ormai hai acceso la candela non possiamo fingere di non essere in casa. Vieni con me”.
Lila le rivolse uno sguardo implorante e per un momento Brid credette di vederla svenire: l'afferrò saldamente per un braccio, sorreggendola, e seppur con gli occhi traboccanti di lacrime sua sorella parve riaversi. Facendole segno di non fare rumore, le posò la vestaglia sulle spalle e, toltole con gentilezza il candelabro di mano, Brid scivolò silenziosamente nell'oscurità, come un pallido fantasma ammantato in una lunga camicia da notte bianca. Il primo gradino delle scale scricchiolò sotto il suo peso costringendole a fermarsi subito, Brid con il fiato sospeso e Lila con un urletto sorpreso che scatenò un coro di voci concitate fuori dalla porta. Voci basse, sconosciute, che parlottavano con enfasi e che le gettarono nel terrore.
“LILA!” berciò qualcuno al di là della porta, con il tono di chi non accetta di essere lasciato ad attendere al freddo, nel cuore della notte. “LILA, BRID!”.
“Chi accidenti è questo qui? Che vuole?” piagnucolò Lila aggrappandosi alla spalla della sorella in una stretta convulsa.
“Non ne ho idea” ammise Brid in un sussurro, spaventata almeno quanto lei ma troppo impegnata ad elaborare la situazione senza un attimo di tregua per lasciarsi andare: ignorando il rantolo terrorizzato della sorella quando le sfuggì di mano, sgusciò rapidamente fino in fondo alla scala e a tentoni raggiunse il caminetto spento, alla spasmodica ricerca dell'attizzatoio. Fuori, le voci continuavano a discutere.
“...sbrigarvi, non possiamo certo restare qui ad aspettare di congelarci!” rampognò una voce che parve addirittura più infastidita della precedente, e qualcuno percosse di nuovo la porta.
“DONNE! PER LA BARBA DI DURIN IL SENZAMORTE, SAPPIAMO CHE SIETE IN CASA! APRITE QUESTA DANNATA PORTA!”.
“Via, fratello...un po' di garbo!”.
“Spiegami che ci guadagno a bussare con garbo se tanto quelle non ci aprono?!”.
“Potremmo ancora avere una porta con cui chiudere fuori il freddo, ad esempio, se tu evitassi di demolirla!”. Brid pensò di sfuggita che le sarebbe davvero piaciuto ringraziare caldamente il proprietario di quella voce pacata e analitica per aver tentato di salvaguardare l'integrità della porta di casa sua, chiunque esso fosse stato; fu soltanto un attimo, però: l'attizzatoio stretto nel palmo della sua mano la tenne con i piedi ben saldi a terra, e quando Lila sopraggiunse silenziosamente alle sue spalle per riappropriarsi della candela, si costrinse a posare la mano libera sulla maniglia della porta.
“Aspetta...” sussurrò impercettibilmente Lila, non ancora rassegnata. “Forse non è detta l'ultima parola...”.
“Oh, per Mahal!” ringhiò d'un tratto qualcuno da fuori, con la voce grondante frustrazione. “LILA! BRID! SONO IO, BRID, APRI LA PORTA!”.
Con un tuffo al cuore le due sorelle si guardarono, cercando gli occhi dell'altra alla luce della candela.
“Fíli” articolò Brid silenziosamente, guardando Lila annuire appena.
TI PREGO, BRID!” ripeté la voce, stavolta in tono implorante, e quella che credettero essere la voce di Kíli chiamò il nome di Lila.
Brid fece scattare il chiavistello e spalancò la porta con un gesto secco. Una folata di vento gelido la investì, portando con sé qualche fiocco di neve: qualcuno di molto forte (e presumibilmente molto grosso) l'afferrò per un braccio strattonandola nella bufera come se non fosse pesata più di una manciata di foglie secche; Lila strillò terrorizzata, e gli sconosciuti alla porta proruppero in diverse esclamazioni sorprese, una per ogni voce che avevano udito discutere appena qualche minuto prima. La luce della candela, salva dal vento per miracolo, illuminò parzialmente il volto rozzo di un grosso Nano dall'aspetto minaccioso, con la testa mezza rasata e una gran barba ispida che per contrasto gli ricopriva più di metà del volto furente; Brid non aveva dubbi sul fatto che fosse un Nano, esattamente come non aveva dubbi sul fatto che se l'avesse soltanto voluto, quello sconosciuto terrificante avrebbe potuto spezzarle tutte le ossa del braccio con la sola forza della mano che ancora la stringeva per il polso.
“Brid!” chiamò provvidenzialmente la voce di Fíli, e Brid quasi gli si gettò tra le braccia come una bambina spaurita quando lo vide farsi strada tra altri due Nani che si ostinavano a guardare lei e sua sorella come se fossero state le creature più incredibili che avessero mai visto. “Brid...perdonami se vi abbiamo spaventate, non era nostra intenzione” fece quasi premuroso, stringendosela al petto nel vederla in camicia da notte sulla neve.
“Che succede, Fíli? Perché siete qui, in piena notte?” domandò subito lei, preoccupata. Un lampo di terrore attraversò gli occhi chiari del Nano: voltandosi, Fíli le mostrò Thorin, che con aria sofferente si reggeva ad un Kíli ferito in modo apparentemente superficiale; Lila corse loro accanto, per aiutarli a reggersi in piedi. Una rapida occhiata e si voltò verso la sorella.
“Thorin è ferito!” fece, angosciata, e inspiegabilmente Brid si sentì mancare la terra sotto i piedi.
“Abbiamo bisogno del vostro aiuto” mormorò Fíli con una voce tanto terrorizzata che quasi non sembrò la sua. “Ti prego...è...”.
“Non c'è bisogno che tu dica altro, Fíli” lo interruppe lei, decisa a risparmiargli un mare di suppliche inutili. “Kíli, Lila, ce la fate a portarlo dentro?”.






*Ante apritore, Postapritore e Solfeggiante corrispondono rispettivamente ai mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio secondo il calendario degli Hobbit della Contea, in uso anche pesso gli Hobbit di Brea.


















*NOTE*

Buongiorno a tutti, miai cari! :D Eccomi qui con l'aggiornamento settimanale, che non credevo assolutamente di riuscire a postare in tempo...principlamente perchè era talmente lungo che si è reso necessario dividerlo in ben TRE PARTI, o non sarei riuscita a sviluppare tutto quello che volevo metterci in modo soddisfacente! @.@ In ogni caso, direi che alla fine sono riuscita ad ottenere tutto quello che volevo: un capitolo discretamente movimentato ma non troppo pieno, un aggiornamento puntuale...e ci avete pure guadagnato un capitolo in più, dato che la versione 'originale' prevedeva che il 4 fosse diviso soltanto in due parti. CHECCULO, EH? XD fortunelli, che siete!!
Scherzi a parte, vi ringrazio di cuore per tutte le belle recensioni che mi fate trovare ogni volta, siete davvero spassosissimi (e a tratti anche tanto teneri :3) e ogni volta mi rendete sempe più orgogliosa di questa piccola Fiction che non voleva saperne di restarsene 'nascosta' nella mia testa ingarbugliata. Shiete l'ammore :3
Ancora una volta vi domando perdono per il layout altalenante dei capitoli (per Eru, mi endo conto che sia qualcosa di terrificante!!) ma...non lo faccio apposta, lo giuro! T.T
Un bacio a tutti, e alla prossima!

 

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Neryssa