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Autore: Ena_min    31/10/2013    2 recensioni
(jongkey e 2min)
“lo sai quale è la cosa più stupida da fare nella vita?? Viverla senza nessuno al tuo fianco che ti ami!!”… era sempre questo che gli ripeteva sua nonna quando ancora era viva.. ed era anche l’ ultima cosa che gli disse prima di morire...
Ripensava sempre a quelle parole.. ogni tanto gli davano il coraggio di andare avanti.. ogni tanto invece lo facevano piangere..
Ricordi tristi, ricordi strappalacrime, ricordi che vorresti solo cancellare dalla mente.... Ma vale veramente la pena di vivere la vita senza di essi?
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno, e anche buon fine settimana! :)
Eccomi con un nuovo capitolo. Fortunatamente quest volta sono riuscita a pubblicarlo più presto del previsto!! :)
Spero che vi piaccia veramente.. Piano piano stanno venendo a galla tutti gli scheletri nell' armadio dei nostri carissimi protagonisti!! xD
Buona letturaa!! :)



“ti va di vedere un film, Kibum?” gli chiese Jong avvicinando le sue labbra all’ orecchio del più giovane.
“possiamo stare ancora un po così abbracciati?” gli rispose Kibum con un’ altra domanda per poi, prendere il braccio del moro e stringerlo tra le sue..
Il biondo chiuse gli occhi e si accoccolò appoggiando la testa sul petto dell’ altro…
Sentiva il suo cuore…
Jong lo guardò e un sorriso si dipinse sul suo volto, avvicinò la sua faccia ai capelli di Kibum e ne respirò l’ odore. Quel profumo dolce e sensuale gli pervase l’ anima.
Stampò un tenero bacio sulle sue labbra e per un po’ lo osservò riposare beato tra le sue braccia, convinto che nessuno lo avrebbe mai più portato via.
Fu in quel momento che un colore rossastro dipinse la maglia di Kibum.
Jong spostò lo sguardo sul viso di Kibum, che ora non stava più sorridendo.
“Kibum.. Kibum..” lo scosse il più grande, “kibum che ha?” gli chiese, senza però ricevere alcuna risposta.
Le sua mani si mossero velocemente, alzarono la maglia del biondo e i suoi occhi videro ciò che era una ferita prodotta da una lama.
“l’ hai ucciso tu Jong! E’ morto per colpa tua, Jong” rimbombava una voce nella stanza.
Il moro si alzò da divano, e lasciò cadere il corpo di kibum su esso.
“non ho fatto nientee!! Non ho fatto niente” cominciò ad urlare il più grande portandosi le mani alle tempie.
Fu in quell’ attimo che sentì qualcosa venire a contatto con la sua testa.
Il ragazzo si guardò le mani, più spaventato di prima.
Un coltello sporco del sangue del suo ragazzo era chiuso tra le sue dita.
Lasciò cadere l’ arma e con gli occhi pieni di paura, si voltò cercando di trovare una via di fuga.
“Jong, tu mi hai ucciso.. Mi hai ucciso”  Il moro sentì quelle parole pronunciate da una voce così familiare, che solo sentirle venire da quella parsona lo fece scoppiare in lacrime.
Si voltò, lo vide…  sdraiato, con gli occhi pieni di lacrime, con la mano sulla ferita, con l’ espressione distrutta.
“Mi hai ucciso” ripetè.
 
Jong si svegliò.
La maglia impregnata di sudore era la testimonianza della  sofferenza durante il sonno. Si guardò intorno e vide la sua camera. La camera del suo appartamento negli stati uniti. Accese la luce e si portò le mani al volto.
Il suo cuore faceva male.. Così male che non riusciva a sopportarlo, così male che se glielo avessero strappato avrebbe sentito meno dolore.
La prima lacrima cadde dagli occhi a mandorla per finire nel lenzuolo blu.. quel lenzuolo in cui Kibum aveva dormito quando era stato a casa sua.
“ahhhhhhhhhhh”  un suo urlo spaventò il gatto che stavamo dormendo sul fondo del letto.
Bummie, il nome del gatto, si svegliò e se né andò, lasciando, anche lui, Jong solo con se stesso.
******
 
A Seoul le giornate erano passate, i mesi erano volati via, e dopo quasi un anno dal giorno in cui Kibum aveva deciso di cancellare tutto, la vita del biondo era continuata serena e normale.
“TAEMINNNNNN….” Sentì urlare il piccolo dal piano di sotto.
“Tae.. l’ hai rifatto di nuovo, vero?” chiese Minho, girandosi verso colui che era ancora il suo fidanzato.
“Cavolo Minhooo!! Ti avevo detto di buttarlo nella spazzatura!! E adesso che gli dico?” rispose Taemin per poi cominciarsi a mangiucchiare le unghie.
“la smetti di mangiarti quelle unghie?” lo riprese il moro “vado a parlare con Kibum” concluse per poi alzarsi.
Minho scese le scale del palazzo, sapendo già quello che stava per succedergli. Si immaginava già Kibum con un diavolo per capello che indicava la biancheria sporca che Taemin come tutte le settimane gli aveva chiesto di lavare, e più arrabbiato che mai lo riprendeva per quello che ci aveva trovato lì in mezzo.
Aprì la porta dell’ appartamento del più grande e ci entrò cercando di trovare l’ espressione più dispiaciuta che possedeva.
“Allora Minho!!” cominciò il biondo cercando di mantenere la calma. “Io sono più che contento che per far risparmiare a tutti e 3 facciamo il bucato  insieme..” sospese il discorso per avvicinarsi di qualche passo al mal capitato. “ Però se io, ogni volta che vado a stendere il bucato mi ritrovo quella roba” riprese cercando di non far fuoriuscire gli occhi dalle orbite. “Mi arrabbio!! E anche tanto! E’ possibile che non siete in grado di buttare un cazzo di preservativo nel bidone??” disse con tutta la voce che aveva in gola  “vi ci vuole l’ insegnate di sostegno? Non so.. devo venire su ogni volta che copulate e con le frecce che usano per illuminare i locali Hot, devo indicarvi il cestino??  Se me lo chiedete lo faccio eh.”  Incrociò le braccia e guardò Minho con occhi assassini.
“emm” tentò Minho di trovare qualsiasi cosa da rifilargli, cercando di non far uscire neanche mezza risata.
“Già mi infastidisce che deturbi l’ innocenza del mio piccolo Taemin…” continuò il biondo.
“Chiamala innocenza… vacci a letto e poi voglio vedere se lo consideri ancora  innocente” disse Minho tra se e sé.
“Ma poi che mi sento fino a qua giù.. voglio dire.. ho capito che hai un mostro tra quelle gambe, e tutto quello che vuoi, ma ogni tanto sono indeciso se chiamare la polizia o no.”
A quelle parole Minho non riuscì più a trattenersi. Scoppiò in una fragorosa risata. Non riusciva neanche più a smettere o almeno a trattenersi.
Taemin intanto ascoltava tutto dalle scale. Poteva immaginare la faccia di Kibum.. e sicuramente non era una faccia allegra. Quindi decise di scendere e andare a salvare il suo stupido fidanzato dall’ inferno a cui Kibum lo avrebbe condannato da lì a poco.
Si catapultò al primo piano e avvicinandosi a Minho disse :“Scusa Hyung.. Non lo facciamo più ti giuro!! Scusaaaaa scusa scusa!”
Poi senza neanche guardarlo in faccia, tanto era l’ imbarazzo, prese il moro per il braccio e lo trascinò via, con ancora , quest’ ultimo, che si piegava in 25 dalle risate!
 
“Hai rischiato di essere ucciso da Kibum… Minhoooooo!!!! Non puoi ridegli spudoratamente in faccia!” Lo riprese Taemin una volta al sicuro.
“ahahahhahahaha.. Ma hai sentito cosa ha detto? Te innocente?? Ahhahahaha.. o mio Dio.” Disse in preda alle risate.
“io sono innocente, Minho” disse Taemin corrucciando il faccino “veramente” cercò di enfatizzare la cosa.
“Si certo.. le manette le ho comprate io..”  gli rinfacciò Minho.
Taemin ritornò rosso come un peperone e decise che in quel momento, forse, era meglio se se ne andava via per un po’… Giusto il tempo di far calmare Minho dalle risate che gli stavano strappando le lacrime, e giusto per far sbollire Kibum dall’ affronto del moro.
******
 
“Ciao Amber, sono Taemin”  parlò il ragazzo con dei bellissimi fiori lilla tra le mani.
“la scorsa settimana ho avuto da fare e non sono riuscito a venirti a trovare, mi dispiace.” Riprese.
“Ti ho portato questi fiori… Ti piacciono? Kibum l’ altro giorno è rimasto per ben 10 minuti ad osservarli… Forse nella sua testa qualcosa gli diceva che i fiori lilla erano i tuoi preferiti. Ma.. lui è sempre quello. Kibum è rimasto così… Non si ricorda… Ha deciso di dimenticare e niente sembra riuscire a riportarlo come prima. Forse è un bene no? Minho ha sempre detto che così avrebbe potuto vivere tranquillamente. Ma che vita tranquilla è questa?” si sedette sull’ erba bagnata.
“Lo stai proteggendo da lassù, Amber?.. Anche oggi si è arrabbiato, Minho  gli ha pure riso in faccia” un sorriso accese il suo volto “povero.. era rosso di rabbia” disse.
“Cosa devo fare, Amber?”
Il vento soffiò un po più forte di prima e le foglie degli alberi produssero un suono delicato ma allo stesso tempo sinistro.
“C’è qualcosa che non va.. Non credi, Amber?”
******
 
“Ma ti pare che devo rifare il bucato di nuovo?” Disse Kibum rivolto a Julliet, la sua bella gatta. “Mi si sbiadiscono tutti a farza di lavarli.. mannaggia.. ahhh quei due..prima o poi li faccio fuori” concluse.
Prese tra le braccia la gatta dal pelo bianco e le accarezzo la testolina. Questa cominciò a fare le fusa.
Kibum cominciò a piegare i panni che si erano asciugati. Li ordinò per colore e li depose delicatamente in ogni loro cassetto.
Stava appoggiando i jeans neri nell’ ultimo cassetto quando trovò una gonna gialla.
“E questa?” si chiese.
La prese tra le mani e la rigirò su e giù. Non si ricordava proprio da dove veniva quella bella gonna da ragazza.
La avvicinò al viso e ne sentì l’ odore.
La gonna gli cadde dalle mani appena quel profumo da ragazza si infilò nelle sue narici.
Qualcosa che non gli permetteva più di respirare.
“Fratelloneeee,  guarda che bella gonna gialla!!, me la compri??”
Kibum sentì una voce dentro la sua testa. Chiuse gli occhi e vide un ragazzina dai capelli corti che gli sorrideva davanti ad un negozio!
La sua testa diventò pesate, i suoi occhi cominciarono a lacrimare e un sentimento gli divorò l’ anima.
Un sentimento di angoscia, di abbandono… di mancanza…
Quanto gli mancava quella ragazza!
Si alzò dal pavimento in cui era seduto e con le ultime forze che gli erano rimaste camminò fino alla sua camera da letto.
Dal comodino prese un sonnifero. La infilò in bocca e si sdraiò nel letto.
“ho solo bisogno di dormire” si disse “lei se ne andrà” si auto convinse.
*****
 
 
 
“Buon giorno dottor Choi” un’ infermiera  accennò un inchino e con un sorrisino malizioso si dileguò sperando che il bel dottore che ormai aveva rubato il cuore a metà infermiere dell’ ospedale si ricordasse di lei.
Ma Minho aveva ben altro a cui pensare. Sinceramente della lunga fila di ragazze che gli facevano la corte non gliene importava proprio niente. Lui aveva il suo Taemin, e per il moro, perfino tutte le ragazze del mondo messe insieme non sarebbero state in grado di dargli quello che il piccolo biondino gli offriva.
Stava camminando lungo il corridoio principale dell’ ospedale. Quel corridoio che lo avrebbe portato nella stanza del suo nuovo paziente.
Minho dopo l’ incidente era ritornato in servizio quasi subito. Era molto importante all’ interno della struttura ospedaliera e non poteva mancare per molto. Così non appena aveva ricominciato a camminare decentemente si era rimesso all’ opera e aveva ripreso in mano il suo ruolo da dottore.
“mmm.. Lee Tae Joon… paralizzato dopo un incidente. Vediamo un po cosa posso fare” disse fra se e sé leggendo la cartella clinica del nuovo paziente.
Arrivò alla camera 202. Si sistemò il camice bianco e bussò delicatamente.
Un “avanti” proveniente dall’ interno della camera, lo invitò ad entrare e così, Minho, armatosi di un bel sorriso, aprì la porta ed entrò dentro alla stanza bianca.
Quello che vide però lo sorprese.
Taemin, il suo fidanzato, era seduto di fianco al letto del malato.
Minho in un primo momento non capì… soltanto rileggendo un’ altra volta il nome del paziente e notando la somiglianza tra i due, se ne accorse.
“Minho.. cosa ci fai qui?” gli chiese Taemin nervoso, che aveva già cominciato a mangiarsi le unghie.
“Tae… bhe” cercò di sorridere “il signore è il mio nuovo paziente” disse infine.
“Buon giorno signor Tae Joon, io sono il dottor Choi Minho, spero che lei si troverà bene con me, farò del mio meglio per curarla.” Aggiunse Minho per poi inchinarsi.
“Buongiorno dottore” disse il padre di Taemin.
Intanto il biondo fissava i due incredulo per quello che stava avvenendo.
Stava con Minho da ormai un anno. Solo Dio sapeva quante volte aveva desiderato che lui e suo babbo di conoscessero. Quante volte aveva pregato che suo padre diventasse più tollerante nel confronti di coloro che, come suo figlio, amavano persone dello stesso sesso.
Ma tutte le preghiere non erano servite a tanto. Ogni volta che Taemin andava a trovare suo padre, quest’ ultimo gli chiedeva sempre se si fosse sistemato con qualche ragazza e se avrebbe mai avuto un nipotino prima di morire.
Così Taemin era sempre rimasto zitto e aveva tenuto la  sua relazione nascosta al padre.
Fù però in quel momento che capì che qualcosa doveva andare diversamente. Era giusto che anche il padre sapesse. Forse proprio quella coincidenza era un segno da parte del destino. Forse era giunto il momento di dirglielo.
Mentre Taemin pensava a tutto ciò, Minho invece era in difficoltà.
“Non si può ricordare… E’ impossibile che possa ricordarsi. L’ incidente è stato molto tempo fa” Continuava a ripetersi fra sé e sé.
Cercava di calmarsi ma il suo cuore batteva all’ impazzata. Guardava il suo piccolo fidanzato e sperava che non scoprisse mai la verità che lui aveva nascosto da così tanto tempo e che ora rischiava di essere svelata.
“Da quanto tempo se dottore ragazzo?” la voce di Tae Joon interruppe i pensieri di entrambi i ragazzi.
“Da quasi 3 anni signore.”  Rispose Minho educatamente.
“E quella cicatrice sul collo quando te la sei fatta, ragazzo?” Continuò il padre di Taemin.
Minho rimase immobile. Non seppe che rispondere.
“Tre anni e mezzo fa, giusto?”  riprese il discorso, Tae Joon.
Il giovane dottore spalancò gli occhi e il suo cuore riprese a battere ancora più velocemente.
Anche Taemin ci rimase di stucco.
Sapeva di un’ incidente in cui Minho era stato coinvolto e in cui si era procurato quella ferita. .. Ma come faceva a saperlo anche suo padre? Si conoscevano già? E perché ora suo padre aveva quell’ espressione di odio e quell luce malevola negli occhi?
Erano queste le domande che invadevano la mente del biondo.
“Si signore” rispose Minho.
“Sei il figlio del sigor Choi, vero?” chiese ancora una volta l’ uomo sul lettino.
Minho non seppe che cosa rispondere. Si limitò a muovere il capo in segno di assenso.
“Ma.. Voi due vi conoscete?” chiese Taemin incuriosito e forse anche un po spaventato da quello che avrebbe potuto rispondere suo padre.
“Taemin… questa persona” cominciò a dire suo padre, per poi girarsi verso di lui con gli occhi pieni di odio e di lacrime. “questa persona ha ucciso tua madre.”



Eccomi quààààà... ehh lo so.. come sempre vi lascio con questi momenti pieni d' ansiaa! xD.. Però sapete che potete fidarvi di me (o forse no) quindi continuate a seguirmi!!!
Ah.. e se vi è piaaciuto lasciatemi anche una piccola recensione.. Mi fa sempre un sacco di piacere sapere cosa ne pensate e mi da anche una carica in piu per continuare la storia!!
Grazie tanteee e alla prossima! :)
Bacio..
Ena
 
  
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