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Autore: Evanne991    31/10/2013    1 recensioni
Due persone e mille persone, tante storie ed una sola, troppe parole e sette note musicali, a spegnere i pensieri, a crearne di nuovi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre legge  una raccolta di Honoré de Balzac, Vittoria sta seduta a terra, a gambe incrociate e concentrata sulla homepage di Facebook. Lei ovviamente non ha Facebook. Le motivazioni sono sottointese.
“Non è male sai? È simpatico, un cazzone, ma dai, mi ci trovo bene. Solo che ancora non ho capito se gli interesso sul serio. Tu cosa ne pensi? Ehi? Mi stai ascoltando?”
Ora Vittoria le sventola una mano davanti agli occhi. Sì, stava ascoltando ma provava ad ignorarla. Vuole bene alla sua amica, ma non è già propriamente disposta al dialogo di futilità (per lei le conquiste di Vittoria sono futilità) normalmente, figurarsi ora che vorrebbe urlare le sue di futilità. Egoista. Sa di essere egoista.
Chiude il libro e le sorride, le dice che magari bisogna aspettare che questo ragazzo si faccia avanti.
“Guarda che non siamo negli anni ’20, tesoro. Oggi ci sono i cellulari, c’è Facebook.”
Lei rotea gli occhi. Crede ancora nell’amore romantico e nei corteggiamenti, nei prìncipi che si dichiarano ed aspettano un sì dalle principesse.  Prende un quaderno da una borsa consumata. Dalle pagine del quaderno scivola un biglietto.

E qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure
e cancello il tuo nome dalla mia facciata
e confondo i miei alibi, e le tue ragioni

 
Sente una fitta in seno. Francesco. Un vecchio biglietto su cui Francesco aveva disegnato due tazzine di caffè animate che si tengono per mano. Le manca. Tanto. Si sentiva viva quando era con lui. Così sparivano i ricordi del passato, le prese in giro a scuola di bambini troppo crudeli, spariva la figura sbiadita di un padre che non celebra, sparivano i complessi del suo fisico un po’ morbido, spariva il senso di inadeguatezza, spariva il suo odio per se stessa e compariva l’amor proprio da dividere con lui. Era diventata persino socievole da quando passava del tempo con lui. Vittoria la riteneva anche più simpatica. La vedeva rilassata. Da un’occhiata veloce all’orologio. Sono solo le dieci del mattino. Morde le guance come sempre, e si chiede se Francesco avesse continuato ad andare in biblioteca, se mai fosse lì ad aspettarla. Sente di voler rivedere quegli occhi scuri e si sente in dovere di abbattere le difese e dirgli che è per paura che è scappata via.
“Guarda che bella foto: la qualità non è ottima, ma è venuta bene, no?”
Vittoria le mostra una foto fatta da webcam, in cui sorride ammiccante mentre lei sullo sfondo legge Honoré. Non si è accorta che prima la sua amica stava scattando foto. Annuisce e pensando a Francesco sente le guance scaldarsi, le compare una splendida curva tra le labbra. Vittoria come in lampo capisce.
“Vai da lui? Dimmi di sì, hai deciso di andare da lui? Aaaaaaaaaaah!”
Urla e salta ed abbraccia l’amica e piange, come se stesse recitando in una commedia romantica al cinema.
Lei non risponde e continua a ridere, prende le sue cose ed esce, lasciando l’amica nel suo appartamento, speranzosa di trovare Francesco e soprattutto pronto ad accoglierla.
Nel frattempo Vittoria condivide quella foto su Facebook, spiegando nella didascalia di trovarsi a casa della sua amica, quella che legge dietro di lei.

È tutto quel che ho di te...
 
http://www.youtube.com/watch?v=3kYhoXxvAf4
  
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