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Autore: AlwaysAttract    31/10/2013    3 recensioni
Louis lascia l’appartamento che ha condiviso con Harry per tre anni con un buco nello stomaco e uno scatolino contenente un anello di fidanzamento nell’ultimo cassetto del mobiletto dell’entrata. Prende le chiavi della sua auto dalla ciotolina in vetro e si chiude la porta alle spalle lasciando le chiavi dell’appartamento in casa, non volendo mai più mettere piede lì dentro.
Louis spera che Harry soffra. Non vuole sapere nulla, nessuna spiegazione, vuole solamente correre via.
Prequel di "Look at me, look at you"
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Look at me, look at you'
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Note: Ciao a tutti! Oggi vi propongo il prequel di "Look at me, look at you", potete leggerlo senza aver letto la storia completa liberamente :)
Ho scritto anche uno spin-off della storia. 
Buona lettura :)

Louis pensava che l’amore durasse in eterno.
Ci avrebbe messo una mano sul fuoco fino alla mattina prima, quando tutto filava liscio come al solito ed era sicuro che ogni notte della sua vita si sarebbe infilato nel letto e sarebbe stato accolto dalle braccia muscolose e grandi di Harry, il suo primo, unico e grande amore.
Louis ci ha creduto anche nella mezz’ora di quella sera in cui Harry ha continuato ad urlargli contro frasi senza senso, frasi inacidite da una sciocchezza che li ha portati fino a farli litigare pesantemente: una multa.
Il motivo della loro discussione è stata proprio una multa, presa da Harry una settimana prima per aver parcheggiato per sbaglio in un posto riservato ai portatori di handicap, e tutto è andato a rotoli quando Louis lo ha accusato di essere sbadato e quando Harry ha iniziato ad urlare come un forsennato.
Louis ha continuato a credere nell’amore anche nel momento in cui Harry ha sbattuto così forte la porta d’ingresso del loro appartamento da farlo trasalire, lasciandolo con un buco all’altezza del cuore e la consapevolezza di aver oltrepassato leggermente il limite.
È rimasto della stessa idea anche per tutte le ore che lo ha aspettato sul divano del loro salotto con una tazza di Yorkshire Tea in mano e gli occhi rivolti verso lo schermo del televisore. “Tornerà tra poco” si è ripetuto in testa ma le ore sono passate ed Harry non è ritornato.
Adesso Louis sta riempiendo due valigie con i suoi vestiti e oggetti più cari. Sta cercando di fare in fretta ma le lacrime che gli offuscano la vista rallentano la sua corsa contro il nulla.
Le parole di Andy Samuels rimbombano prepotentemente tra le pareti della sua testa, “l’ho visto baciare un ragazzo mentre ballava” gli ha detto Andy al telefono venti minuti prima, “ed è andato via con lui mano nella mano, non so sinceramente dove”.
Louis ha lasciato il telefono di casa loro sul tavolo della cucina come se niente fosse, poi è salito in camera ed è rimasto in silenzio contro la porta per minuti interi, incapace di fare nulla e senza una sola espressione sul volto. Ha iniziato a piangere solamente quando la consapevolezza di Harry che lo ha tradito è arrivata come una furia, un tornado in una giornata di sole, portandolo a non pensarci due misere volte prima di prendere le valigie e scaraventarle sul letto, pronte per essere riempite.
Non si è preoccupato di piegare con cura i suoi capi, l’ha buttati direttamente dentro la valigia e li ha ammucchiati insieme. Ci ha gettato dentro di tutto, tutto ciò che non ha voluto restasse in quella casa.
Quando in mano gli sono capitate le sue due camicie preferite, una blu a pois bianchi e l’altra bordò con i bottoncini in madre perla, Louis le ha guardate in silenzio per minuti e poi ha deciso di lasciarle di nuovo nell’armadio, dov’è giusto che restino.
Quelle camicie gliel’ha regalate Harry e non vuole assolutamente portarsi con sé oggetti che potrebbero ricordarglielo nel tempo. Ha già il cuore pieno zeppo di Harry, fino all’orlo, che lo tormenterà per sempre.
Louis lascia l’appartamento che ha condiviso con Harry per tre anni con un buco nello stomaco e uno scatolino contenente un anello di fidanzamento nell’ultimo cassetto del mobiletto dell’entrata. Prende le chiavi della sua auto dalla ciotolina in vetro e si chiude la porta alle spalle lasciando le chiavi dell’appartamento in casa, non volendo mai più mettere piede lì dentro.
Louis spera che Harry soffra. Non vuole sapere nulla, nessuna spiegazione, vuole solamente correre via.
 
Passa due giorni in un motel senza dare notizie a nessuno, neanche a sua madre.
Solamente al terzo giorno decide di rispondere all’ennesima telefonata di Liam Payne, uno dei suoi migliori amici. Le chiamate di Harry le lascia del tutto perdere, ha cancellato dal telefono il suo numero ma purtroppo lo conosce a memoria.
«Louis dove cazzo sei» gli urla Liam dall’altro lato del telefono senza farla sembrare una domanda ma un ordine, «Harry è disperato, piange giorno e notte e ti ha cercato ovunque, è arrivato fino a Doncaster ma non ti ha trovato. Anche la tua famiglia è preoccupata. Che cazzo ti è preso?».
Louis piange prima di rispondere, singhiozza forte e le parole di Liam non servono a nulla per farlo calmare.
«Sa perfettamente perché me ne sono andato» risponde dopo un po’ riferendosi al coglione che l’ha tradito con la voce talmente incrinata che non riesce neanche a riconoscersi, «non voglio né parlargli né vederlo, digli che può finalmente dimenticarsi di me e che ora può scoparsi tutte le troie che vuole».
«Louis cosa stai…».
«Digli di andarsene a fanculo, okay?».
Il suo cellulare viene scaraventato a terra il secondo dopo aver premuto il tasto rosso. Louis è pieno di rabbia, di odio. Non riesce a crederci.
 
Arriva a Doncaster quella stessa sera e piange per una notte intera sulla spalla di sua madre Jay, raccontandole tutto senza tralasciare nessun particolare. Le confida che aveva in programma di chiedere ad Harry di sposarlo e che ha lasciato l’anello nell’appartamento.
Louis aveva programmato tutto alla perfezione, aveva comprato l’anello mesi prima della data in cui avrebbe dovuto fare la proposta, aveva prenotato un tavolo appartato nel loro ristorante preferito, il “Rosso” a Manchester, e aveva affittato una villa, sempre a Manchester, dove era sicuro avrebbe passato i due giorni più belli della sua vita insieme al suo unico amore per festeggiare insieme il loro futuro come coppia.
Ha disdetto tutto il giorno dopo sotto le carezze di Jay e ha inviato una lettera di dimissioni nell’azienda dove lavora come segretario, richiedendo il licenziamento.
Non vuole più tornare a Londra.
 
Con Harry è sempre stato tutto facile.  La loro amicizia è stata facile, quando hanno deciso di provare a stare insieme perché entrambi provavano sentimenti per l’altro è stato facile, anche la prima volta che hanno fatto sesso è stato facile, certo, un po’ di imbarazzo iniziale e qualche impacciamento qua e là, ma è stato facile e naturale, giusto. Sono stati insieme per sette anni e Louis gli è stato fedele per tutto il tempo perché, appunto, amare Harry è sempre stato facile per lui. Non gli è mai capitato di voler qualcun altro, un altro ragazzo con cui andare a letto perché Harry è sempre stato quello che desiderava e non poteva chiedere di meglio.
Ci pensa un pomeriggio, mentre rimane steso sul suo vecchio letto, lo stesso letto su cui ha fatto per la prima volta l’amore con Harry: pensa a come sia stato precipitoso il suo comportamento, all’improvvisa e bruttissima piega che ha preso la sua vita e soprattutto pensa a quanto gli manca il suo fidanzato, i suoi baci, le sue carezze.
Piange pentendosi un po’ per non aver cercato un compromesso, per non avergli dato il tempo di spiegare ma subito dopo le parole di Andy ritornano nella sua testa e inizia a piangere più forte, sentendo di non meritare tutto ciò che Harry ha fatto alle sue spalle. Sa di non riuscire neanche volendo a perdonarlo.
È stato ingiusto. Sette anni di completa fedeltà per essere stato rimpiazzato per una notte con la prima troia che Harry ha trovato. Non si meritava tutto quel male.
 
Un intera settimana è passata da quando Louis ha lasciato Harry ed è tornato a Doncaster. Harry lo ha chiamato già cinque volte quel giorno e Louis non ne può di vedere quel numero lampeggiare sul suo schermo, lo stomaco gli si attorciglia ogni volta ed è sicuro che non vuole sentire ancora per molto quella sensazione.
La notte prima si è imposto che la sua vita deve andare avanti anche senza Harry. Deve iniziare tutto daccapo e, nonostante abbia paura, è determinato a superare tutto con la testa alta.
Il primo passo è rispondere ad Harry e dirgli chiaramente le cose come stanno.
«Lasciami in pace» è la prima cosa che gli dice appena risponde alla sesta telefonata di Harry. Dall’altra parte percepisce chiaramente il respiro mozzato di Harry e subito dopo i suoi grossi singhiozzi, lo sente balbettare qualcosa ma a stento riconosce le sue parole.
«Perdonami» riesce a capire fra tutte le parole del ragazzo «parliamo, ti prego, lasciami spiegare e torniamo insieme, ti prego, ti prego, ti prego» continua a piangere Harry.
Louis, però, scuote la testa e trattiene le lacrime, «dimenticami» sussurra e i “no” di Harry si fanno più rumorosi. Insieme a quelli si aggiungono i “ti amo” e a Louis scappa qualche lacrima dagli occhi.
«Non cercarmi più, non chiamarmi. È tutto finito».
Harry sta continuando a dire qualcosa quando Louis allontana il telefono dal suo orecchio e preme il tasto rosso. Il giorno dopo, Louis cambia numero telefonico e le telefonate di Harry terminano.
Un lungo capitolo della sua vita, quello che sarebbe dovuto essere il suo epilogo, si conclude con quel gesto.
 
I primi mesi che trascorre a Doncaster passano molto lentamente e con una monotonia che lascia Louis distrutto e piangente ogni volta che la sua testa lo porta ad Harry. Praticamente sempre.
Ha rivisto, però, qualche vecchio amico, come Stan e Hannah, ed è uscito parecchie volte con loro, giusto per cambiare aria e per non restare chiuso in camera a pensare agli ultimi sette anni della sua vita.
Tutti i suoi vecchi amici gli chiedono di Harry e Louis è costretto ogni volta a dire la verità ma non nei dettagli, dice solamente che non stanno più assieme e che ha deciso di andare per un’altra strada. Ha ormai imparato a memoria la faccia che le persone fanno quando racconta cosa sia successo e fa finta di stare bene mentre dentro sta urlando e piangendo.
Trova, per fortuna, un lavoro che non è molto ben pagato ma che gli piace fare parecchio: l’allenatore di calcio per i bambini di Doncaster. Il calcio è sempre stato una passione per lui e i bambini altrettanto, non ci sarebbe lavoro migliore per lui.
Da quando inizia a lavorare le giornate cambiano, diventano più leggere e più corte.
La vita di Louis inizia a prendere la svolta che voleva ma sente ancora sulla lingua il sapore di Harry.
 
Grazie a  Liam riesce a riavere alcune cose che ha lasciato per la fretta nell’appartamento di Harry ma ogni volta che Louis lo contatta, Liam inizia a fargli la predica e ad aggiornarlo sugli ultimi avvenimenti nella vita di Harry.
Sa che è da sadici, ma gli fa piacere sapere che Harry sta male per causa sua.
«Non hai nessuna voglia di rivederlo, di parlarci, non è vero?» gli chiede Liam un giorno, sette mesi dal suo arrivo a Doncaster.
«No» è la risposta secca di Louis. Neanche tra un milione di anni.
«Ma lui sta male…».
Ed è lì che a Louis prudono le mani e che guarda in cagnesco Liam, «e io no?» urla disperato puntando con un dito il proprio cuore, «mi ha tradito, porca puttana, mi ha mentito e mi ha tradito. Come vuoi che io stia? Non sto qua per fare la bella vita, Liam, sto cercando di rifarmene un’altra dopo aver visto sette anni di promesse sgretolarsi tra le mie stesse mani. Non cercare di prendere le sue difese perché non se le merita. Lo odio» conclude, sempre urlando, con delle lacrime a rigargli il volto.
Liam non dice più niente.
 
«Ti devo far conoscere una persona» esclama Hannah appena arrivano alla festa per il primo compleanno del figlio di una loro amica, Chelsea.
Il ragazzo a cui stringe la mano pochi minuti più tardi è alto quasi quanto Harry, ha capelli chiari e corti e due occhi azzurri bellissimi. Si presenta come Evan.
Viene a sapere che Evan è più grande di lui di solamente due anni e che lavora in un importate azienda a Manchester. Ci parla, assieme ad Hannah ovviamente, per una mezz’oretta e si scopre incredibilmente attratto da lui e, da quanto può notare, pensa che sia del tutto reciproco.
Evan quella sera gli chiede il numero di telefono e Louis glielo da tranquillamente.
Non può che fargli bene conoscere persone nuove.
 
Lui e Evan si scambiano messaggi per un po’, qualche settimana, prima di incontrarsi per bere qualcosa insieme. Louis non sa se sia un appuntamento ma nessuno dei due ha voluto dare un nome a quell’incontro.
Bevono, scherzano e ridono come due vecchi amici. A Louis piace parecchio la compagnia di Evan, si sente finalmente bene dopo dieci mesi di totale agonia.
«Mi hanno detto che sei appena uscito da una storia parecchio importante» gli dice Evan ad un certo punto della serata e Louis sente il cuore sprofondare ma annuisce lo stesso.
«E quanto è durata?» continua a chiedergli, sempre più curioso.
«Sette anni» risponde flebilmente. Ride leggermene subito dopo appena Evan strabuzza gli occhi e inizia a tossire per un sorso che gli è andato di traverso, visibilmente sorpreso.
«Caspita» fa il ragazzo appena si riprende, «la mia storia più importante è durata un anno è mezzo. Sette anni sono… tantissimi».
«Già» fa Louis alzando le spalle con non curanza, «possiamo cambiare argomento, per favore?».
 
Si baciano al loro primo o secondo appuntamento, dipende dal punto di vista.
Il primo passo lo fa Evan, che gli chiede se può baciarlo appena lo riaccompagna a casa dopo essere stati qualche ora a Manchester.
Louis annuisce, un po’ timido, e si sporge appena Evan fa lo stesso per far incontrare le loro labbra. È un bacio dolce e lento, proprio come quelli che piacciono a lui.
Quella notte non pensa ad Harry, alle sue mani, ai suoi occhi verdi, pensa ad Evan e riesce a dormire per la prima volta senza incubi.
 
All’ottavo appuntamento, invece, fanno l’amore per la prima volta.
Evan lo ha invitato a casa sua per cenare insieme e, una cosa tira l’altra, sono finiti tra le lenzuola del letto matrimoniale del ragazzo.
Louis, se deve essere sincero, ha avuto un po’ di paura. Ha fatto milioni di volte l’amore ma lo ha sempre fatto con una sola persona. Le cose che piacevano ad Harry durante il sesso Louis le sa perfettamente, sapeva dove mettere le mani per farlo tremare e come stuzzicarlo per portarlo al limite. Di Evan non sa nulla.
Quando ha spiegato ad Evan il suo imbarazzo, il ragazzo gli ha sorriso e gli ha baciato le labbra prima di sussurrargli che ci avrebbe pensato lui e che avrebbero imparato insieme a conoscersi.
E in effetti Louis non se ne pente affatto, è stato davvero bene con Evan tanto da rifare l’amore con lui per altre due volte quella stessa notte.
 
Fanno coppia fissa dopo due mesi di frequentazione.
Louis non ha dimenticato Harry, lo ama ma finge di non farlo, lo odia e lo dimostra.
Passa più tempo in casa di Evan che in casa dai suoi genitori, ha un proprio cassetto nell’armadio di Evan e il suo spazzolino personale affianco a quello del ragazzo.
Louis, però, non si sente innamorato nel verso senso della parola di Evan ma sa che con lui sta bene.
Cambiare vita è quello che sta facendo, quello che, molto probabilmente, farà per sempre.
Harry è sempre lì, nella sua testa e nel suo cuore.
 
 
   
 
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