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Autore: Defiance    31/10/2013    1 recensioni
Seguito della mia fan fiction, 'Halfblood'.
Scoppiarono tutti a ridere, ma Hermione si fece subito seria e disse piano:
“Magari invece, immagino solo di dover colpire a morte la vecchia me, anche se ormai non esiste più. Credo di essere invidiosa, lei almeno sapeva chi fosse” chiuse gli occhi e sospirò. (Dal prologo).
Un nuovo mestiere per i protagonisti della precedente storia, il loro incontro con un altro mondo e una nuova battaglia che incombe su di loro e sul mondo umano. Si troveranno ad affrontare cose che non avevano mai visto in precedenza e si interrogheranno su quante cose ancora ignorano della Terra.
Faranno nuove conoscenze, avranno delle rivelazioni, segreti e bugie verranno svelati e apprenderanno un nuovo tipo di 'magia'. Correranno rischi e pericoli, ma alla fine, la vita di alcuni dei protagonisti cambierà per sempre.
Halfblood 2 - Città dei Demoni
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 19
 
 
 
Quando Hermione rinvenne, si trovò legata al letto di quella lugubre stanza con delle manette di acciaio, incapace di compiere alcun movimento.
La sua tenuta da Cacciatrice era stata sostituita da un attillato vestitino che le arrivava a metà cosce e le stringeva il seno, in modo da metterlo in risalto.
Sentì la rabbia farsi strada lungo ogni fibra del suo corpo.
Non l’aveva mica cambiata Sebastian?!
“Se ti stai chiedendo com’è che indossi quell’abito, la risposta è che Evelyn, una mia alleata licantropa, ha ritenuto adatto cambiarti d’abito, sai, per il rituale. Non posso essere più d’accordo con lei, sei molto meglio, così”
Il commento di quell’essere ripugnante le arrivò alle orecchie non richiesto, ma si sentì comunque sollevata dalla notizia che era stata una donna a vestirla.
Rabbrividì.
Aveva già freddo con la tuta, che le ricopriva tutto il corpo, figurarsi con questo vestito striminzito.
“Sai, sei alquanto codardo” lo provocò Hermione.
“E perché, di grazia?” domandò Sebastian, fingendo stupore per quella frase.
“Sono completamente disarmata, eppure hai paura a tenermi slegata”
Il Nephilim scoppiò a ridere.
Paura? Non sono io quello nella condizione di dover temere qualcosa, ragazzina!”
Tirò fuori un coltello affilato.
“Allora. Ho qualche semplice domanda da farti, adesso” esordì.
Hermione strinse le labbra.
“Su, da brava. Dimmi, dove si trova il vostro Istituto? Che genere di protezioni vigono su esso?”
Niente. La strega non aveva alcuna intenzione di parlare.
“Mmmh. Che peccato rovinare una così bella pelle” commentò Sebastian, premendo il pugnale sulla coscia destra di Hermione e facendolo scorrere fino al ginocchio.
Non urlerai Hermione, ripeteva nella mente, non cederai e non gli darai alcuna soddisfazione.
“Non avrai mai alcuna risposta, da me!” esclamò la ragazza.
“Lo vedremo” la sfidò lui, ferendole anche l’altra gamba.
“Hai molta resistenza al dolore” constatò poi, guardandola come un bambino può guardare un dolce.
“Sono stata torturata così tante volte, che se te ne parlassi, ti sorprenderesti anche tu del fatto che non sono diventata matta” replicò Hermione, in tono provocatorio.
“Non mettermi alla prova. Potrei essere io, a farti diventare matta” rispose Sebastian, con una nuova luce negli occhi.
“Puoi provarci” lo sfidò lei.
Il pugnale toccò anche le sue braccia, scendendo questa volta più in profondità.
Il dolore, ne era consapevole, era attutito dagli iratze, ma una volta svaniti, non sarebbe stato più così facile resistere, non urlare.
“Perché ti ostini a proteggere un fratello che non ti vuole?” le domandò il Nephilim, socchiudendo gli occhi.
“Non sto proteggendo soltanto lui. E non mi interessa che lui mi voglia o meno. Io non farei mai niente a suoi danni” controbattè Hermione.
“Ah, sai. Clary dovrebbe essere così con me, ma invece lei è totalmente fedele a Jace. Non capisco perché lui debba avere sempre tutto”
I suoi occhi erano diventati rossi.
“Magari, visto che lui ha mia sorella, io potrei avere la sua” disse, sfiorando con le dita il collo nudo di Hermione.
“Non mi toccare!” gli urlò contro lei.
“Non mi sembra che tu possa impedirmelo” le fece notare Sebastian.
Il sangue affluì sul volto della ragazza, che in preda a una collera che non aveva mai provato prima, fece un gesto del tutto poco femminile: lo sputò in faccia.
“Sei un maiale!” ringhiò, cercando di far trasparire quanto più odio possibile da quelle parole.
Sebastian si asciugò il volto con una mano e serrò le labbra.
“Maiale, hai detto? Forse, posso mostrarti cosa vuol dire” rispose, avvicinandosi a lei e alzandole il vestitino da sotto.
Hermione urlò e provò a divincolarsi, ma il Nephilim ridacchiò di gusto al pensiero che ogni sforzo della ragazza si sarebbe rivelato vano: nulla gli avrebbe impedito di ottenere ciò che voleva.
Si avvicinò nuovamente a lei accarezzando le gambe…
La porta della stanza si spalancò.
“Anche lei, no. Stai. Lontano. Da. Mia. Sorella.” Ruggì Jace, scagliandosi contro Sebastian.
“Oh, andiamo ‘fratellino’.  Non puoi averle entrambe” lo schernì lui, schivando il suo colpo.
Hermione era diventata molto pallida, aveva perso troppo sangue; la testa le girava e si sentiva debole.
“Jace..” sussurrò di sollievo.
“Come sei arrivato, fin qui?” domandò Sebastian.
“Andiamo. Non avrai mica pensato sul serio che mia sorella sarebbe venuta qui senza mettere in conto una sua possibile cattura. Non ti facevo così stupido” lo schernì Jace, affondando la lama nel braccio dell’avversario.
Sebastian ringhiò e si scagliò contro lui, facendogli urtare il capo allo spigolo del comodino con tanta forza, che svenne.
Si rialzò e staccò le catene che legavano Hermione; la tirò su e la strattonò fino ad una stanza enorme, con un grosso pentagono disegnato al centro del pavimento.
“Sai, avevo pensato di salvarti la vita. Ora ho cambiato idea” sussurrò Sebastian all’orecchio della ragazza.
 
“Alec siamo circondati!” urlò Isabelle al fratello, che stava per lanciarsi in quella che si potrebbe definire una ‘missione suicida’.
Decine di vampiri, licantropi e demoni, si stagliavano attorno ai Cacciatori, ai semidei e ai maghi e non sembravano esserci vie di fuga.
“Dobbiamo raggirarli! Dobbiamo raggiungere quella porta!” esclamò Magnus.
“Avverto magia oscura provenire da lì!”
“Come fa ad avvertirla?” sbottò Chris, in ansia per lo spettacolo che gli si parava davanti.
“Perché la magia, e in particolare quella oscura lascia sempre traccia!” gli rispose Harry, ricordando le parole che Silente gli aveva detto nella caverna, mentre erano alla ricerca del medaglione-horcrux.
“E poi, perché mettere tutti quei cosi di guardia, se fosse una stanza qualsiasi?”
“Ho un’idea!” annunciò Annabeth, rivolgendo lo sguardo a Leo e Percy: avevano già capito cosa fare; dovevano attirare i mostri dall’altro lato, in modo da creare una barriera di fiamme che gli avrebbe consentito via libera alla stanza del rituale.
Si lanciarono nella mischia: Clarisse, più agguerrita che mai, motivata dall’eccitazione che una battaglia può dare solo alla figlia di Ares, cominciò a recidere il capo a parecchi Nascosti, mentre Annabeth si scagliò direttamente sui demoni, accompagnata da Isabelle e Alec. Chris, che era stato disarmato, era impegnato in un corpo a corpo con un lupo mannaro grosso e forzuto.
Gli zombie di Nico cercavano di atterrare il più possibile degli avversari, mentre lui combatteva egregiamente con un vampiro molto anziano e pertanto più forte e veloce degli altri.
I maghi, le streghe e Magnus, cercavano di creare barriere protettive attorno ai loro compagni o di schiantare il più possibile delle creature; Neville, in particolare, ne fece fuori parecchie, facendo germogliare un tranello del diavolo su un pezzetto del pavimento: era decisamente stata una buona idea, portarne qualche radice con sé.
“Percy! Leo! Ora!” ordinò la figlia di Atena e i due cominciarono a concentrarsi sugli elementi che rispettivamente potevano controllare: il figlio di Poseidone creò una sfera d’acqua enorme che accerchiò i Nascosti una sottospecie di bolla, che si infranse sul suolo, lasciando interdette le creature; successivamente, Leo cominciò a mandare palle di fuoco contro di loro, e incendiò una linea che li divise completamente dai nemici.
“Non so se reggerà a lungo!” avvertì i compagni.
“Come la troviamo quella dannata porta?” sbottò Ron, ansioso di recuperare Hermione.
“Ci penso io! Non abbiamo bisogno di alcuna porta!” esclamò Clary.
“Magnus!”
L’urlo di Alec risuonò all’improvviso nelle loro orecchie.
Isabelle si era accasciata a terra, tenendosi stretta il braccio destro con la mano sinistra.
“Sto bene!” biascicò “andate!”
“L’ha morsa un lupo!” spiegò Alec, in preda al panico.
“Devo portarla all’Istituto” disse lo stregone, prendendo tra le braccia la Cacciatrice.
Proprio in quel momento, un vampiro che credevano morto, saltò addosso a Draco, e gli dilaniò un pezzo del braccio.
Il mago lo pietrificò e poi fece esplodere la ‘statua’, ma perdeva troppo sangue e cadde presto a terra.
“Posso portarli entrambi. Mi occuperò io di loro” li rassicurò Magnus, afferrando i due feriti e scomparendo alla vista dei presenti.
Nel frattempo, Clary aveva tracciato un’enorme runa su un muro, che esplose, rivelando dinanzi a loro un’enorme stanza circondata dal fuoco, nel cui mezzo, al centro di un pentagono, vi era Hermione, in piedi sopra un piedistallo, e alle sue spalle, c’era Sebastian.
 
Nel vedere tutto quell’affluire di gente, Jonathan si affrettò a versare il suo sangue in una bacinella e a cominciare a pronunciare la formula del rituale.
Clary era affaccendata nel tentativo di contrastare il fratello, disegnando rune destinate a bloccarlo, o rallentarlo, dappertutto.
Il tratto di terreno segnato dal pentagono, cominciò a prendere fuoco, surriscaldando le lame che vi erano state posizionate attorno.
Hermione si sentì mancare: stava morendo.
Il sangue le colava dalle ferite proprio nel centro della stella dipinta all’interno della figura geometrica.
Si chiese quanto gliene rimanesse in corpo; doveva agire in fretta.
Doveva elaborare un piano.
Dalla porta dov’erano entrati lei e Sebastian, comparve Jace, appena in tempo per vedere la sorella sfilare cautamente una spada molto lunga dalla cintura di Jonathan, troppo impegnato a cercare di contrastare Clary, per accorgersi dei movimenti di Hermione, che aveva dato già per morta.
Jace sorrise tronfio quando vide la lama trapassare il cuore di Sebastian, e il suo corpo cadere inerte sul pavimento.
Il fuoco si spense e Clary cadde per terra, sudando e tremando a più non posso: aveva usato troppo il suo potere e non era abituata a farlo.
Indeciso se andare da lei o verso la sorella, Jace ci mise un attimo a realizzare che era Hermione ad avere più bisogno di lui: si sentì crollare il mondo addosso, quando vide che dalla schiena della ragazza, spuntava la lama della spada che aveva posto fine alla vita di Sebastian.
Le corse incontro, appena in tempo per afferrarla quando si era lasciata cadere per terra.
Aveva gli occhi socchiusi, che esprimevano dolore e sofferenza: si era trapassata lo stomaco con la spada, trafiggendo contemporaneamente il cuore del Nephilim e il suo stesso corpo.
“Hermione” sussurrò Jace, con le lacrime agli occhi.
“Hermione resisti!” la incoraggiò, ma lei si limitò a sorridere e a dirgli:
“è tutto a posto, J.C..” poi voltò lo sguardo verso Clary e aggiunse “non fartela scappare un’altra volta”.
Nel frattempo, era giunto accanto a loro anche Percy, seguito a ruota da tutti gli altri.
“Percy, Harry, Ron..” furono le ultime parole di Hermione, prima che gli occhi le si chiudessero definitivamente.
  
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