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Autore: Balleriina    31/10/2013    0 recensioni
La storia si riferisce all'ultimo anno di studio di Harry e dei suoi coetanei, ma ovviamente questo è un finale alternativo che ho voluto dare alla storia originale della Rowling.
Il mio racconto parla di una ragazza di cui non è mai stata rivelata l'esistenza a nessuno, tranne che a Lucius Malfoy e agli altri presidi della scuola di Hoghwarts. Per il resto preferisco non dirvi nulla, altrimenti vi rovinerei la lettura. Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO 3- UNA FAMIGLIA PER JESSICA

Erano tutti e due abbastanza agitati e sudati, soprattutto Harry: l'idea di dover rubare un oggetto dal collo della Umbridge gli faceva venire i brividi.

-Dobbiamo andare al secondo livello, Harry- disse Jessica mentre l'ascensore li sbalzava di qua e di la.

Poi Jessica tolse dalla sua borsa nera in pelle un libro, esattamente lo stesso libro che aveva sul treno per Hogwarts, un libro giallo pallido con almeno un centinaio di pagine.

-Jessica, a cosa ti serve quel libro?-chiese Harry piuttosto curioso.

-Harry, questo non è un semplice libro. Qui è scritta la storia degli Horcrux!-

-E a che serve sapere la storia degli Horcrux, se conosci già i proprietari?-

-Harry io conosco la proprietaria del medaglione e basta, ma gli altri no.-

Proprio in quel momento l'ascensore si fermò al secondo livello, facendoli sobbalzare, e una volta usciti videro soltanto maghi e streghe con una veste color prugna e una W d'argento incisa, che andavano di qua e di là.

-Seguimi- disse Jessica sicura, e così Harry fece.

Attraversarono metà corridoio, poi svoltando a destra sentirono una voce di donna piuttosto squillante, a parere di tutti e due, così si nascosero dietro ad un pilastro stando ad ascoltare.

-Lei, signor Thorace, deve pagare per ciò che ha fatto. Si rende conto della gravità della situazione?-continuava a rimproverare la voce stridula e fastidiosa.

-Ma io non ho fatto nulla, lo giuro! E' stata la mia bacchetta ad esplodere senza motivo!-.

Harry e Jessica si resero subito conto che l'uomo era stato indagato per aver fatto esplodere una bacchetta magica in pubblico uccidendo anche molti babbani, proprio come Sirius.

-Dici che lo porteranno ad Azkaban?- chiese Harry, cercando di non sovrastare la voce dell'uomo.

-Probabile, anche se non è stata opera sua-.

-E di chi?-.

-Harry, sicuramente qualche Mangiamorte ha fatto un incantesimo sulla sua bacchetta per farla esplodere-.

-Ma che cosa dici?! I Mangiamorte non stanno più dalla parte del Signore Oscuro!- questa volta il sussurro di Harry diventò più forte, tanto che la Umbridge stette in silenzio un secondo per capire se qualcuno li spiasse.

-Harry non ti riconosco più, ricordati che sono sempre dei Mangiamorte, sono capaci di fare qualunque cosa-.

Harry stette un attimo in silenzio, poi uscì piano piano da dietro il pilastro ma, proprio mentre stava per entrare nella sala del Winzegamot,la Umbridge gli lanciò contro un incantesimo scaraventandolo a terra.

-Potter, sapevo che saresti arrivato per questo qui, prima o poi- disse dondolando il ciondolo davanti ai suoi occhi.

-Si, ma non...- in quel momento uscì da dietro il pilastro pure Jessica, che entrando nella sala proseguì la frase di Harry.

-Non è solo, ci sono pure io. Dolores, dammi il medaglione-.

Harry vide la Umbridge e tutti i presenti in sala gelarsi nel vedere la ragazza entrare.

-Oh ma guarda un pò, il signor Potter allora non è solo!- disse la Umbridge, scoppiando in una sonora, isterica e nervosa risata.

-Già, non è solo Dolores. Ora dammi il medaglione-.

-Altrimenti?-. La Umbridge continuava a rivolgersi verso Jessica in tono arrogante e provocatorio, e Harry avvertiva la rabbia negli occhi della ragazza.

-Altrimenti tu sai benissimo cosa sono capace di fare, Dolores. Ora dammi il medaglione, e non farmelo ripetere!-. Questa volta Jessica si alterò ancora di più, era come una pentola a pressione sull'orlo di una violenta esplosione.

-Scordatelo Jessica!- e così dicendo la Umbridge prese in mano la bacchetta e la puntò verso la ragazza, che l'anticipò lanciandole un violento 'EXPELLIARMUS!'.

La Umbridge cadde a terra, immobile come tutti gli altri presenti che osservavano la scena, ma in quel preciso istante Harry si sentì bruciare la cicatrice.

-Ahh!- urlò Harry, mettendosi una mano sopra la saetta.

-Harry che succede?-chiese Jessica preoccupata.

-La cicatrice, la cicatrice. Jessica muoviti a prendere il medaglione!-.

-Ok va bene, ma tu stai qui tranquillo!- disse Jessica agitata, più di quel che era già.

La ragazza si avvicinò alla Umbridge, le strappò il medaglione di dosso, e notò che gli occhi della signora in rosa luccicavano ancora di rabbia.

-Così impari, codarda- sussurrò Jessica.

Tuttavia, mentre i due ragazzi uscivano, due membri del Ministero attaccarono Harry, che si accasciò a terra dolorante. Aveva il braccio sanguinante, e la cicatrice che si gonfiava a vista d'occhio, ma Jessica non poteva fare nulla.

-Harry!- urlò la ragazza.

Andò verso Harry facendo attenzione a non farsi uccider dalle guardie, che continuavano a lanciarle incantesimi, anche se uno di questi colpendola la fece volare dall'altra parte della sala. Jessica rimase per un attimo sdraiata a terra, con gli occhi al soffitto, poi rialzandosi piano prese la bacchetta e la puntò verso i due, che presero a guardarla soddisfatti del loro lavoro. Non voleva farlo, Harry avrebbe scoperto la sua identità, ma purtroppo era costretta. Chiuse gli occhi e pronunciò a bassa voce, quasi in un sussurro:-Avada Kedavra- e a queste parole i due uomini con la veste color porpora e la 'W' d'argento caddero pesantemente a terra ad occhi aperti. Erano morti.

-Jessica ma... che hai fatto?- chiese shoccato Harry, mentre si rialzava.

-Harry io non volevo! Non volevo ucciderli!- disse Jessica con le lacrime agli occhi.

La ragazza corse fuori dalla sala e cominciò a correre verso l'uscita seguita da Harry, a sua volta seguito da altri membri del Ministro che cercavano di acciuffarli.

-Harry afferra la mia mano!- urlò Jessica correndo come una disperata insieme all'amico.

Harry obbedì, corse più che poteva e riuscì a prendere finalmente la mano di Jessica, ma dopo tre secondi si ritrovò in una foresta ricca d'alberi. Si guardò in giro stupefatto, e poi disse:-Perchè mi hai portato qui? Perchè siamo qui?-

-Harry, era il primo posto che mi è venuto in mente. Tieni, stamattina in Sala Grande ho preso un pò di roba da mangiare- disse Jessica, porgendo al ragazzo una fetta di pane con marmellata.

-No grazie- rifiutò deciso. I suoi pensieri erano altrove una fetta di pane con marmellata, voleva tornare dai suoi amici, voleva tornare nella sua adorata casa, ma sapeva che tutto ciò non era possibile. Doveva trovare gli Horcrux e la strada giusta era quella, ma una domanda gli tormentava la testa.

-Dove hai imparato quell'incantesimo?- chiese Harry facendo uno scatto verso Jessica.

-Sapevo che me l'avresti chiesto, è una lunga storia Harry.- disse lei sospirando.

-Raccontamela allora- disse Harry, e in quell'attimo cadde il silenzio più profondo, solo il fruscio delle foglie degli alberi lo ruppe.

-Promettimi che rimarrà un segreto tra noi due, Harry-disse Jessica, guardando l'amico negli occhi.

-Lo prometto- disse lui sincero, mettendosi una mano sul cuore.

-Harry, tu sai il mio cognome vero?-

-Si che lo so, certo che lo so, è Rid...- in quel momento Harry sgranò gli occhi.

-Già, proprio così, è Riddle-disse lei abbassando lo sguardo.

-Jessica ma perchè non me l'hai detto subito?- disse Harry alzando la voce.

-Harry io non te l'ho detto perchè pensavo che non mi avresti accettata! E poi pensavo ci saresti arrivato anche da solo- disse Jessica scattando in piedi tra le lacrime.

Harry stette lì a guardarla, l'amica con cui stava vivendo quella pericolosa avventura, la figlia di colui che ebbe tentato di ucciderlo negli anni precedenti, una ragazza bellissima sia dentro che fuori, là in lacrime per colpa sua. Gli si stringeva il cuore vederla in quelle condizioni, così si avvicinò e l'abbracciò.

-Scusami, non volevo- disse Harry dispiaciuto.

-No, tranquillo, è meglio che io mi sia sfogata Harry. Mi sono tenuta questo dolore per troppo tempo, non sono mai riuscita a piangere per qualcosa nonostante le mie condizioni. Sai Harry, mio padre non mi sopporta, non mi vuole nemmeno vedere, perchè l'ho fatto fallire in uno dei suoi piani proprio come hai fatto tu.-

-A cosa ti riferisci?-chiese Harry interessato.

-Mio padre era innamorato di una mezzosangue come lui, anche se non lo vuole ammettere, perciò quando ha scoperto che era incinta cercò in tutti i modi di ucciderla, progettando un piano in segreto aiutato dai Mangiamorte.-

-Tua madre, quindi, non ha mai saputo nulla?-

-No. In realtà il piano prevedeva che la sua morte sarebbe avvenuta prima che io nascessi, ma per fortuna non rispettarono i tempi per cause sconosciute. Mia madre si era immaginata tutto, perciò mi portò via di casa subito dopo che fossi nata. Mio padre ci cercò, dappertutto, ma per cinque anni non riuscì a trovarci, fino a quando una sera i Mangiamorte arrivarono nella città in cui eravamo. Nessuno sapeva che noi ci trovavamo lì, nessuno sapeva la nostra vera identità, eppure sono sicura che qualcuno che ci conosceva bene spifferò tutto quanto a loro.-

-E una volta che i Mangiamorte arrivarono nella città in cui abitavate che cosa fecero?-

-Non era una città, ma un paesino di montagna. Comunque, esaminarono ogni abitazione, fino a quando non arrivarono alla nostra. Ci presero con la forza e ci portarono da Lui, in una foresta poco distante da Londra. Ci aspettò con rabbia, non dimenticherò mai la sua espressione, mi guardò con i suoi occhi rossi in malo modo. Ad un tratto distorse lo sguardo dai miei occhi e si avvicinò a mia madre, le sollevò il mento con un dito e disse ai suoi tre scagnozzi preferiti di ucciderla. Lei scoppiò a piangere, io invece morsi il polso del Mangiamorte che mi teneva e corsi in contro a Lui saltandogli addosso. Sapevamo tutti che con un colpo di bacchetta mi avrebbe scaraventata a terra uccidendomi, ma non lo fece, è questa la cosa strana. Non mi ha uccisa nonostante il mio gesto!-

-Forse perchè teneva a te, essendo sua figlia-

-Non diciamo sciocchezze, a lui non gli è mai importato di nessuno!-

-Si, hai ragione. Ma credo che ora in ogni caso tu ce l'abbia una famiglia: noi!- disse Harry sorridendo.

Lei si girò di scatto verso lui, sorrise, e lo abbracciò dicendo:-Già, ora ho proprio una famiglia, una famiglia vera!-.

 

  
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