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Autore: Wanda_Cara_Katnip    01/11/2013    1 recensioni
Cara è fatta così, un cuore indomito, selvaggio, ma anche freddo come il ghiaccio. Ma ora qualcosa sta cambiando, conoscere nuove persone, Jon, Arya, e forse anche un nuovo amore, potrebbero sciogliere il gelo della sua anima. Ma in guerra non c'è spazio per l'amore..
Genere: Avventura, Erotico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bran Stark, Jaqen H'ghar, Jon Snow, Nuovo personaggio, Osha
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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-Sei mio.


 
Cara si svegliò di soprassalto, ci mise un po' a capire dove fosse, l'ultima cosa che ricordava era Jaqen che le baciava le mani, ma lei era esausta ed era crollata. Si guardò intorno, era ancora nella radura, e lui era lì con lei, dormiva ancora. Il viso ad un soffio dal suo. Cara lo osservò, aveva dei lineamenti particolari, le labbra erano sottili ma di un rosso acceso, il naso dritto e perfetto, gli occhi un po' incavati gli trasferivano serietà al volto, ma ciò che era più importante in lui erano le espressioni. Riusciva a mutare faccia con una facilità sconcertante. Per questo Cara non si era subito fidata di lui, non riusciva mai a cogliere a pieno ciò che si presentava su quel volto, perchè lui, veloce come non mai, camuffava i suoi sentimeni in un batter d'occhio. Finalmente ora poteva osservarlo senza paura che cambiasse espressione e sopratutto senza paura di venire scoperta!
-Da quanto tempo mi stai osservando?- Ecco come non detto, si era accorto di tutto!
-Ma che diavolo stai dicendo? Non ti ha mai detto nessuno che sei un pelino egocentrico?- cercò di salvarsi lei.
Jaqen aprì gli occhi e Cara rimase letteralmente investita dal potere che avevano su di lei. Sembrava che nessuno dei due avesse intenzione di spostarsi.
-Ieri sera sei crollata e non ho avuto tempo di dirti ciò che pensavo.-
Ecco ci siamo, pensò Cara, avrebbe scoperto quello che tanto le premeva di sapere.
-Mi dispiace che tu abbia dovuto subire tutto ciò e credo che tu stia reagendo nel modo giusto, invece di arrabbiarti con la vita per ciò che ti ha fatto, stai cercando di migliorare. Ti ammiro e sappi che se avrai bisogno di me cercherò di aiutarti.-
Cara rimase un po' delusa da quelle parole, non era proprio quello che voleva sentirsi dire. Decise di alzarsi e andò a mangiare qualcosa.
Jaqen rimase interdetto da quella reazione, era felice che Cara finalmente si fosse aperta, però ora sembrava avar fatto cento passi indietro rispetto alla notte prima, forse lui aveva detto qualcosa di sbagliato.
Ricominciò un'altra pesante giornata di torture. Cara era spietata quel giorno, Jaqen la guardò accanirsi senza pietà sul corpo martoriato della Montagna.
-Mia Padrota ti prego, dammi qualcosa da mangiare.- 
-Come osi chiedermi qualcosa?- e giù altri colpi di agiel.
Alla fine dovette fare una pausa, sia perchè era stremata, sia perchè la Montanga era di nuovo svenuto.
La Mord Sith era soddisfatta, aveva fatto un bel lavoro e soprattutto si era sfogata. Ora che pensava più lucidamente, le parole di Jaqen le parevano perfettamente sensate, però si sentiva comunque un po' amareggiata, aveva sperato in qualcosa di più.
Uscì dalla caverna e guardando il lago non resistette alla tentazione di farsi un bagno, l'acqua era così limpida e fresca, aveva bisogno di rilassarsi un po', in più era sola; Jon, Bran e Osha erano a caccia insieme, e Jaqen era andato ad allenare Arya con la spada. Si sfilò la tuta di pelle e si tuffò nelle acque cristalline.
Intanto Jaqen parava un colpo dietro l'altro, però, quella ragazzina non se la cavava niente male! Dopo quasi due ore di allenamento dovettero fermarsi esausti. 
-No ti prego Jaq, dobbiamo continuare!-
-No per oggi basta. Se vuoi continuare puoi allenarti con gli affondi, e devi potenziare il polso, se vuoi riuscire a parare i colpi di avversari più forti di te!- detto questo si alzò e si diresse verso il lago per rinfrescarsi un po'.
Arrivato sulle sponde dello specchio d'acqua cominciò a spogliarsi, quando improvvisamente vide Cara. Era sotto la cascata, i lunghi capelli dorati le arrivavano fino ai fianchi perfetti, mille goccioline sulla sua pelle candida rilucevano al sole. Jaqen rimase incantato da quel corpo perfetto, era così bella da sembrare una dea. All'improvviso Cara si accorse di essere osservata, Jaqen cercò di spostare lo sguardo, colto in flagrante. La Mord Sith con tutta calma si rituffò in acqua e continuò a nuotare tranquilla.
-Vedo che stai peggiorando nel non fare rumore mentre mi spii.- Annunciò pacata.
-Forse il mio intento era proprio quello di farmi scoprire!- Ribattè lui, impertinente come sempre.
-Beh, sembra che anche tu voglia farti un bagno!- Infatti il rosso era rimasto solo con i pantaloni addosso, lo sguardo di Cara indugiò sui muscoli del petto, e poi più in basso su quegli addominali perfetti, muscoli che sicuramenti si erano formati e delineati dopo anni di duri allenamenti. Quel corpo da assassino era una meraviglia.
Jaqen fece spalluce, si sfilò i pantaloni ed entrò in acqua schizzando Cara. 
-Sei un bambino!- Esclamò la Mord Sith, ma era comunque divertita da quella situazione. 
Iniziarono a nuotare, girando uno intorno all'altro, nessuno dei due sembrava preocccupato dal fatto che entrambi erano nudi. Jaqen non distoglieva gli occhi da quelli di Cara, la guardava sempre con quello sguardo indagatore, come se cercasse di leggere qualcosa, che però ogni volta gli sfuggiva di un soffio e questo sembrava farlo infuriare sempre di più. Cara sembrava divertita da quella situazione, anche lei lo fissava, ma aveva rinunciato a cercare di scorgere qualcosa in quei pozzi. Aspettava che fosse lui a raccontarle qualcosa, qualsiasi cosa della sua vita. Poi improvvisamente prese una decisione e iniziò ad avvicinarsi a lui.
Si fermò a pochi centrimeti di distanza.
-Racconta a qualcuno quello che ti ho detto e sei morto.- una scusa! Cara lo sapeva, quella era stata una semplice scusa, la prima cosa che le era venuta in mente, usata esclusivamente per avviciarsi a lui. Per fortuna il rosso non sembrava essersi accorto di niente. 
-E' una minaccia?-
-Assolutamente sì!- disse lei con un sorrisetto impertinente, a giocare a fare la stronza era capace anche lei!
-Sai non sei nella posizione per fare minacce, io ho molto con cui poterti ricattare, tu cosa potresti usare contro di me?-
Era vero, Cara non sapeva niente sul suo conto. Ma non poteva perdere quel confronto, anche se era solo un gioco, lei doveva vincerlo. Jaqen poteva anche averla in pugno, ma era pur sempre un uomo, si avvicinò ancora di più, i loro nasi si sfioravano.
-Beh allora potresti raccontare anche tu qualcosa..- La Mord Sith aveva sussurrato quelle parole, data la vicinanza non aveva bisogno di parlare ad alta voce. Vide la solita sicurezza del rosso vacillare e decise di continuare ad attaccare. 
-Non so nulla su di te, come potrei fidarmi di qualcuno che non conosco?- Le sue labbra quasi sfioravano quelle di lui.
Jaqen deglutì, era buffo, la sua sicurezza era sparita. Cara decise che poteva bastare, rimase ancora qualche secondo vicino a lui e velocemente si ritirò con una risata leggera come la brezza che tirava. 
-Beh posso sempre difendermi dicendo che il grande assassino di Llorath ha paura delle ragazze!-
A quelle parole Jaqen sembrò risvegliarsi, afferrò per un polso La Mord Sith e l'attirò a se. Era così bella, poche volte era riuscito a coglierla di sorpresa, ma mai l'aveva stupita più di adesso. La fissò ancora per un secondo cercando di cogliere ogni centrimeto di quel viso e di imprimerlo nella memoria a fuoco. Dopodichè la baciò, le loro labbra si fusero insieme in un miscuglio di passione e bisogno l'uno dell'altro. Jaqen non aveva mai conosciuto Cara prima d'allora, ma in quel momento si rese conto che ne aveva sentito la mancanza per tutta la vita. La strinse forte a se afferrandola per i fianchi. La Mord Sith non si lamentò per quel trattamento e assecondò i suoi movimenti. Insieme raggiunsero poi la riva, e vi rimasero per tutto il pomeriggio. 
-Mi hai distolto dal mio compito sai?- Cara aveva la testa appoggiata sul petto di Jaqen, mentre lui le accarezzava i lunghi capelli. Sentì la risata del rosso sulla nuca.
-Non mi sembra che tu prima abbia protestato per questo.-
-Non ho mica detto che questo mi dispiaccia!- Disse soridendo lei.
-Bene!- e mentre parlava, Jaqen si abbassò per baciarla di nuovo.
Cara stava bene, finalmente la sensazione di inadeguatezza e di essere sempre fuoriluogo era stata messa a tacere. Quello era esattamente il posto in cui voleva stare, tra le sue braccia. Dopo aver pensato a queste parole la Mord Sith si vergognò quasi di quanto fosse diventata sdolcinata. Decise che ne aveva abbastanza e si alzò.
-Hei! Dove credi di andare tu?- disse il rosso ridendo.
-Te l'ho detto, ho un lavoro da finire, oppure Jon mi chiederà perchè ci sto mettendo tanto a far parlare la Montagna!- Jaqen rimase un po' deluso.
-Ma appena avrò finito con lui potrei ricominciare con te!- disse lei facendo l'occhiolino. Detto questo si rivestì velocemente e rientrò nella caverna.
[...]
-E' stato preoccupato per tutto il viaggio, credeva che non avrebbe più rivisto sua sorella.- disse Osha a Jon guardando il piccolo Bran con apprensione.
-Lo so, mi dispiace solo di non essergli stato più vicino in quel momento difficile. Sono un cattivo fratello per questo?-
-No. La guerra è cattiva. Ma Bran sta crescendo in mezzo alla disperazione e alla miseria, avrà bisogno di te per non diventare un mostro come gli uomini che camminano per queste terre.- Jon sepeva che Osha aveva ragione, Bran aveva bisogno di una persona su cui poter fare affidamento.
-Sei sempre gentile con me, mi aiuti e mi sostieni, ti ringrazio per questo. disse lui con un sorriso rivolto alla giovane donna.
-Hei Jon! Guarda cosa ho trovato!- era Bran, che tutto sudato ed accitato si stava avvicinando a loro di corsa. Nella sua mano qualcosa di peloso si agitava.
-Guarda è una lepre! E' ferita ad una zampa, potrei curarla e tenerla con me che ne dici?-
-Penso che sia un' ottima idea ometto!- Jon era rilassato, poteva stare tranquillo, Bran era sempre stato un bambino dolce e giudizioso, anche se il mondo era diventato un posto pieno di gente spregiovele, quel bambino non ne era ancora rimasto contagiato.
Fecero tutti ritorno al campo quando la sera cominciò a scendere. Mangiarono quello che era stato avanzato dalla colazione e poi si riunirono attorno al fuoco.
-Cos'hai lì?- chiese Jaqen a Bran
-Una lepre!- disse eccitato il ragazzino -E' ferita ad una zampa, vedi proprio qua.- il bambino indicò una zampa, su cui era avvolta una striscia di tessuto che probabilmente si era strappato dalla tunica. Era una fasciatura molto rozza, fatta da un bambino che non sapeva assolutamente come fare a curare qualcuno.
Il rosso con un sorriso gentile allungò le mani e chiese: -Permetti?- Bran gli passo il coniglietto un po' titubante, non si fidava del tutto di quell'uomo. Jaqen con delicatezza sfasciò la zampa e cominciò ad osservarla da vicino e a tastarla. Sembrò meditare per qualche secondo, poi raccolse un bastoncino, lo appogggiò alla zampa e con la pezzà iniziò a fasciarla.
-Ecco fatto, così guarirà più velocemente.- e porse nuovamente l'animale a Bran, che tutto felice si mise a fare le coccole al suo nuovo amico.

Finita la cena Cara e Jaqen andaro di nuovo al lago, dove passarono tutta la notte insieme, senza chiudere occhio. L'alba li sorprese anche troppo in fretta secondo La Mord Sith. 
-Devo andare. Oggi potrei riuscire a cavare qualche informazione alla Montagna!-
-Hei, è la seconda volta che mi molli qua. Inizio a sentirmi come un puttana!-
-Ahah, sei buffo! Dai muoviti, scommetto che anche tu hai qualcosa da fare.-
Jaqen la guardò allontanarsi, con Cara prima aveva scherzato, ma era insoddisfatto da quella situazione, per come lei si comportava sembrava solo un gioco, ma per lui sarebbe potuto diventare molto di più che semplice sesso. Si rivestì ed entrò anche lui nella caverna. Rimase di sasso quando vide la Montagna, o meglio ciò che rimaneva del suo corpo. La pelle era diventata una ammasso di carne flaccida e piena di vesciche, la faccia gonfia non aveva più nulla dei lineamenti che una volta erano appartenuti a quell'uomo. I polsi e le caviglie erano segnati da profondi solchi a livello delle corde che lo tenevano appeso da ormai tre lunghi giorni.
-Buongiorno cucciolo mio.-
-Salve Padrona Cara.- disse l'uomo con un filo di voce.
-Allora, dimmi, come stai?-
-Ora che tu sei qua molto meglio, mi sei mancata ieri pomeriggio.- a quelle parole seguì un pugno nello stomaco e un colpo d'agiel in faccia, la quale riconimciò a sanguinare copiosamente.
-Lurido lecchino. Queste non sono le buone maniere che ti ho insegnato!- quelle poche e spaventose parole che si erano scambiati furono le ultime che Jaqen sentì, perchè la Mord Sith cominciò la giornata di torture più pesante di tutte. Non lasciò neanche un secondo alla Montagna per riprendere fiato, gambe, torace, faccia, braccia, fianchi, non un solo centrimetro di pelle venne ignorato quella mattina. Quando Cara staccò la punta dell'agiel dal collo dell Montagna per riprendere fiato, Jaqen ripensò alle ferite che aveva visto quella sera sulle sue mani, ora il dolore che provava Cara doveva essere nettamente maggiore rispetto a quella volta. Provò dolore, e rabbia, odiava chi l'aveva costretta a quell'esistenza, lui si era scelto la sua vita, aveva preso la sua decisione di vivere da assassino, ma a lei quel dolore era stato imposto fin dall'infanzia. Si ripromise che avrebbe fatto tutto il possibile per rimediare alle ferite che Cara aveva nel cuore. Alzò gli occhi per vedre quello che stava succedendo. Sul volto della Mord Sith si era dipinto un sorriso perfido e maligno che quasi distorceva i suoi lineamenti perfetti, cosa aveva in mente ora?
-Cucciolo mio sei quasi pronto, ma prima voglio testare la tua fiducia, va bene?-
-Sono ai tuoi ordini Padrona Cara.- La Mord Sith sembrò soddisfatta da quella risposta.
-Ora dovrai rimanere perfettamente immobile, solo i più grandi uomini sono riusciti a resistere a questo particolare tocco. Promettimi che non ti muoverai, nè urlerai!-
-Farò tutto quello che mi ordini Padrona.- 
-Ti avverto, questo farà molto male, in molti sono morti e altrettanti sono rimasti paralizzati. Se non resisterai rimarrò molto delusa da te.-
-Sono forte mia Signora. Non ti deluderò.- soddisfatta la Mord Sith aggirò il corpo imponente e si posizionò alle sue spalle, afferrò un ciuffo di capelli e con un gesto brusco tirò indietro la testa dell'uomo. Scostò una ciocca che copriva l'orecchio e sussurrò: -Mi raccomando non morire, altrimenti quando ti riporterò in vita vivrai altri mille di questi giorni.-
 Detto questo, afferrò tutte e due le agiel e con un unico colpo deciso le piantò nelle orecchie della Montagna. Il corpo dell'uomo si irrigidì, la bocca si spalancò in un grido muto che non riusciva neanche a trovare il fiato per urlare, la tortura continuava, ma lui non si mosse di un centrimetro. Dopo qualche minuto, che sembrò durare all'infinito, la Mord Sith scostò le agiel e riprese fiato. L'uomo, finalmente libero dal dolore, si accasciò su se stesso, il petto si sollevava debolmente, sarebe potuto morire da un momento all'altro. Cara avvicino di nuovo le labbra all'orecchio e sussurò: -Sei mio!-
  
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