Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Vanilla_91    01/11/2013    15 recensioni
Tokyo, centro della cultura, finanza, educazione e politica. Oltre alla grande presenza di quartieri, scuole, college, musei e ferrovie la dinamica e moderna capitale ha un lato di sè che pochi conoscono veramente.
La città è capeggiata da diverse bande a cui nessuno osa ribellarsi. Le organizzazioni criminali si suddividono il potere, ma due sono quelle che esercitano una maggiore influenza.
Kagome è una giovane ragazza di 18 anni che, suo malgrado, si ritrova invischiata in questo brutto ambiente e farebbe di tutto per uscirne. Inuyasha è nato e cresciuto in questo clima e non fa fatica a destreggiarsi tra individui loschi e situazioni difficili.
Due persone così diverse, con sogni e destini contrastanti, due ragazzi costretti a crescere in fretta.
Dal testo:
"Ciò che io ho sempre voluto è diventare qualcuno. Essere potente, temuto e rispettato. Voglio che quando gli altri mi vedano passare sappiano di essere inferiori. Non è ciò che ognuno vorrebbe?"
"No!"
"No? Se non è questo, cos'è che tu vorresti? Cosa c'è di più bello del potere?"
" E' semplice: la libertà!"
Riusciranno i protagonisti a trovare ciò che hanno sempre cercato?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Continuavo a fissare lo spazio che mi circondava con espressione esterrefatta. L’ufficio in cui mi trovavo era arioso, luminoso, accogliente ed arredato con gusto, l’opposto rispetto al luogo caustico e da brividi dove Naraku trascorreva gran parte delle sue giornate. Ci trovavamo in uno dei grattacieli più lussuosi della città, uno di quello che le persone, specialmente i turisti, si fermavano a guardare con stupore e riverenza. Avevo conosciuto Sesshomaru, il fratello maggiore di Inuyasha. Oltre gli evidenti tratti estetici che li accumunavano, erano opposti. Tanto il primo era posato, calmo, riflessivo,altero e agghiacciante, tanto era il secondo istintivo, impulsivo, irascibile ed avventato. Scoprire che i Taisho gestivano una delle più influenti e redditizie attività commerciali nipponiche, mi aveva dato il colpo di grazia.
Naraku basava la sua ricchezza sui proventi guadagnati con affari illeciti, traffici abusivi, pestaggi, minacce e rappresaglie.
Come potevano persone che operavano nello stesso ambiente essere così diverse?
 
Dopo quella terribile notte le cose tra me ed Inuyasha erano profondamente cambiate. Lui le aveva provate tutte per ottenere la mia fiducia ed il mio perdono, ed alla fine avevo ceduto. Non si era più avvicinato a me in modo sconveniente o inopportuno, non aveva più avanzato nessuna pretesa sul mio corpo, ma soprattutto era diventato estremamente protettivo nei miei confronti. Non permetteva a nessuno di avvicinarsi a me in un modo che lui riteneva inadeguato.
Tornai a fissare il fratello maggiore di Inuyasha, notando, quasi con invidia, come il suo sguardo freddo e disinteressato mutasse drasticamente quando si posava sulle curve, rese morbide dalla gravidanza inoltrata, della sua compagna.
Da quando avevo compiuto 13 anni, da quando la mia mente aveva compreso a pieno quanto fosse dura la realtà in cui vivevo, non avevo mai avuto tempo per pensare al romanticismo. Il mio obiettivo era stato quello di sfuggire alle indesiderate attenzioni del signor Kumo e alle sue punizioni. Ma in segreto, protetta dall’oscurità della notte, nel profondo del mio cuore, avevo sempre sperato un domani di trovare qualcuno che avrebbe guardato me in quel modo, qualcuno che mi avrebbe strappata all’inferno in cui vivevo.
Una voce sottile e decisa mi riportò alla realtà.
-Dunque è questa la ragazza che disperatamente volevi, Inuyasha? Perché l’hai portata qui? Ti ho detto mille volte di non mischiare le due cose. I tuoi giochi di letto non devono essere trascinati nella nostra realtà.- lo rimproverò, mantenendo un’ espressione tranquilla.
-Kagome non è ciò che tu credi.- lo reguardì Inuyasha.
-Questo non spiega il motivo per cui l’hai condotta qui.-
-Perché ho bisogno di un favore. Naraku minaccia l’incolumità di un’amica di Kagome. Quale credi sia il modo più giusto per intervenire?-
-E perché dovremmo immischiarci negli affari di Naraku?- domandò con tono disinteressato.
-Perché ho promesso a Kagome di aiutarla ed intendo mantenere la mia promessa. Ora, posso contare su di te o no?- chiese esplicito Inuyasha.
-Se quella ragazza vive sotto lo stesso tetto di Naraku, non credo ci sia molto che possiamo fare. Solitamente quel verme si stanca presto delle sue donne. Basterà attendere quel momento.-
Indispettita, mi intromisi nel discorso.
-E’ proprio questo il problema, non capisci? Sango non è la sua amante, ma so per certo che il signor Kumo la vuole e non attenderà ancora a lungo per averla.-
-E’ difficile da credere ciò che mi stai dicendo. Naraku l’avrà già fatta sua da un pezzo.-
Il suo tono indifferente e la sua sbagliata convinzione mi infervorarono.
-E invece ti sbagli. Fin’ora Sango ha potuto contare sulla protezione di suo fratello.- asserii.
Mi guardò indeciso.
-Se è vero ciò che dici, il fratello di questa ragazza doveva essere uno dei fidati di Naraku. Solo per uno dei suoi “preferiti” avrebbe mostrato quello che lui considera un grande riguardo.-
-E’ proprio così. Il fatto che Naraku tenesse molto conto dell’operato di Sota e Kohaku ha permesso a me e Sango di vivere tranquille per qualche tempo.- spiegai.
Riportare alla mente il pensiero di mio fratello era sempre doloroso.
L’uomo dinnanzi a me, che si era mostrato freddo e indifferente sin dal nostro arrivo, scattò all’in piedi, sporgendosi verso di me. Arretrai, sorpresa per il suo agire e mi accorsi degli sguardi esterrefatti di Miroku ed Inuyasha puntati su di me.
-C..che cosa ho detto che non va?- domandai preoccupata.
-Hai fatto i nomi di Sota e Kohaku. Li hai conosciuti?- mi chiese interessato il maggiore dei fratelli Taisho.
Esitai per un istante, ma poi annuii.
-Sì, Sota è mio fratello e Kohaku è il fratello di Sango.-
Sesshomaru si lasciò cadere sulla poltrona senza smettere di fissarmi, mentre Inuyasha si avvicinò ancor di più a me.
-Non stai scherzando? Sei davvero la sorella di Sota Higurashi?-
Annuii ancora, confusa da tutta quella situazione.
-Non c’è tempo da perdere. Bisogna strappare dalle mani di Naraku anche la sorella di Kohaku.. prima che sia troppo tardi.- proclamò Sesshomaru.
-Quindi mi aiuterete?- chiesi entusiasta.
 Inuyasha annuii, distratto.
-Se solo ci avessi rivelato prima la tua identità avremmo recuperato tempo prezioso.- sibilò Sesshomaru.
-Basta perdere tempo. Mi occuperò io stesso dell’amica di Kagome, di Sango.- proclamò Miroku, prima di voltarsi e abbandonare l’ufficio.
-Lui la salverà, vero?- chiesi bisognosa di rassicurazioni.
-La porterà qui ad ogni costo. Presto potrai rivedere la tua amica, Kagome.- mi promise Inuyasha.
-Prima però credo ci sia altro che tu debba sapere riguardo a tuo fratello.- disse il maggiore dei Taisho, ottenendo la mia completa attenzione.
-Che cosa c’entra mio fratello?- chiesi con voce strozzata.
-Cosa sai di lui?-
Deglutii. Se pensarlo mi faceva soffrire, doverne parlare rendeva la sua scomparsa troppo cruda e vera. Era come gettare sale su ferite infette.
-Non molto. So solo che non si hanno più notizie sue e di Kohaku da circa tre mesi. Sono scomparsi mentre stavano svolgendo delle mansioni per conto di Naraku.- spiegai.
-Questo è quello che ti ha raccontato quel bastardo, immagino.-
Annuii.
-Le cose non stanno veramente così.-bisbigliò Inuyasha.
-Cosa vuoi dire? Cosa sai che io non so?- domandai, con un nodo alla gola.
-Non voglio illuderti, ma credo che tuo fratello sia ancora vivo. È trascorso ormai più di un anno dal giorno in cui conobbi lui e Kohaku. Tutti noi avevamo un obiettivo comune: sbarazzarci di Naraku e sin da subito abbiamo capito che collaborare sarebbe stata la soluzione più proficua. Sospettavamo da tempo che quel bastardo stesse progettando qualcosa di terribile, che stesse tramando alle nostre spalle e proprio quando eravamo vicini allo scoprire il tutto, tuo fratello e Kohaku sono scomparsi.-
Sentivo la voglia disperata di piangere. Avevo scoperto altre verità, ma queste non portavano a nessun indizio, a nessuna svolta.
-Voi non sapete dove sono, come stanno? Devi trovarli, Inuyasha, ti prego.-
-Stiamo già facendo tutto il possibile, Kagome. Non so in che condizioni lui e Kohaku siano, ma sono certo che siano ancora vivi.- esclamò convinto.
Rivolevo mio fratello. Volevo saperlo al sicuro.
Sentivo l’insopportabile bisogno di urlare, si sfogarmi. Trattenni i singhiozzi per pudore, ma frenare le lacrime fu impossibile.
-Non fare così, Kagome. Ti prometto che lo ritroveremo.- mi giurò.
Annuii pregando affinché le parole di Inuyasha fossero vere.
-Possiamo tornare a casa?- domandai.
-Ovviamente. Vieni!-
Mi posò una mano dietro la schiena, indirizzandomi verso la porta.
-Inuyasha.- lo richiamò il fratello. –Devi tenerla al sicuro.-
-Non c’è nemmeno bisogno di dirlo. Nessuno toccherà Kagome- rispose convinto.
Usammo l’ascensore per raggiungere il piano terra, ma non varcammo l’uscita principale.
-Dove stiamo andando?- chiesi, asciugando le lacrime.
-Credo tu abbia bisogno di svagarti un po’-  mi disse, prima di condurmi verso un corridoio poco illuminato.
-Cosa vuoi dire?- domandai, leggermente intimorita.
Si voltò a fissarmi, arrestando la sua camminata.
-Ti prego, non temermi, Kagome. Ti ho promesso che non ti avrei mai fatto del male e fare qualcosa che potrebbe ferirti è l’ultimo dei miei desideri. Vieni, voglio farti vedere una cosa e poi portarti da una parte.-
Volevo fidarmi di lui e così lo seguì.
 
 
-Questo posto è meraviglioso, Inuyasha.- esclamai scendendo dalla moto e restituendogli il casco.
Sentivo le gambe molli per la folle corsa, ma ero troppo persa nella contemplazione di ciò che mi circondava per curarmene.
Un infinito spazio verde si estendeva a perdita d’occhio, fin quasi a toccare un cielo insolitamente sereno per quel periodo dell’anno.
Le foglie dei tipici colori autunnali e piccoli fiori dai toni delicati, sparsi un po’ ovunque, davano un romantico tocco di colore a quel paradiso terrestre. Sarei stata capace di restare a fissare quel paesaggio tanto semplice e al contempo tanto raro per ore.
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto, perciò ti ho portata qui.-
Sorrisi, inebetita.
D’impulso mi prese per mano, sorprendendomi.
-Vieni.-
Mi trascinò al centro di quel mare verde e tirò fuori dal suo zaino un’enorme tovaglia.
-Aiutami a stenderla.-
Eseguii le operazioni meccanicamente, concentrata in altre riflessioni.
-Quindi tutto questo era già programmato.- constatai.
Sorrise sbilenco.
-Beh, avevo bisogno di farmi perdonare e avevo pensato che quella del pic-nic fosse un’idea carina.-
-Lo è. Grazie!-
-Peccato non avessi considerato di ricevere tutte queste sconvolgenti verità.-
Tutte le informazioni apprese, mi tornarono vivide alla mente.
La difficile situazione di Sango, il destino incerto di mio fratello e Kohaku sembravano in qualche modo deturpare quello splendido paesaggio.
Il mio tormento doveva essere chiaramente leggibile sul mio volto, perché sentii le braccia di Inuyasha stringere il mio corpo, per darmi sostegno.
-Non preoccuparti, piccola. Vedrai che li troveremo sani e salvi.-
Durante gli ultimi giorni Inuyasha mi era stato molto vicino, ma mai così tanto..mai mi aveva abbracciata. Probabilmente quel gesto avrebbe dovuto suscitare in me timore, rifiuto e repulsione per quanto accaduto, ma non fu così. Le stesse braccia che quella notte mi avevano prima condannata, poi protetta e salvata, mi davano un dolce sollievo. Mi abbandonai contro il suo corpo e sentii uno strano calore riscaldarmi.
Cos’era quel vuoto allo stomaco? Quel battere impazzito del cuore?
Ogni volta che un uomo, che non fosse Sota, Kohaku o Koga, mi si avvicinava, il mio corpo scattava: i sensi si allarmavano ed acuivano, i muscoli si tendevano e il nervosismo mi assaliva. Le minacce di Naraku mi avevano segnata inesorabilmente, ma con Inuyasha non era così. Nonostante il nostro burrascoso inizio, non mi sentivo in quel momento minacciata da lui.
Cosa aveva di speciale, di diverso?
-Posso farti una domanda?-
Acconsentì.
-Ecco, mi chiedevo, Naraku basa tutta la sua ricchezza sui suoi affari loschi, ma tu e tuo fratello no. So che non sono affari miei, ma mi chiedevo come mai anche voi, che non ne avete bisogno, siete coinvolti in quell’ambiente.- domandai curiosa, temendo però di aver esagerato.
-Non sempre queste cose si possono scegliere. Un po’ come la tua amica Sango, io e mio fratello ci siamo ritrovati coinvolti in tutto questo. La mia famiglia è a capo del mio clan da diverse generazioni e le cose non potevano cambiare.-
-Ma grazie alla vostra attività avreste la possibilità di liberarvi di tutto il marcio che vi circonda, continuando a vivere agiatamente.- replicai.
-Te lo ripeto: non è semplice. Il potere che la mia famiglia ha accumulato di generazione in generazione è enorme. Siamo uno dei clan più potenti. Ma bada, non sempre questo è un bene. Se io volessi abbandonare questo mondo, non me lo permetterebbero. So troppe cose, il mio stesso potere diverrebbe la mia rovina. Nessuno lascia questo ambiente, se non da morto.-
Le sue parole mi fecero rabbrividire.
-E poi mi piace. Ciò che ho sempre voluto è diventare qualcuno. Essere potente, temuto e rispettato. Voglio che quando gli altri mi vedano passare sappiano di essere inferiori. Ora ho tutto questo. Non è ciò che ognuno vorrebbe?-
-No!- risposi, senza esitazione.
-No? Se non è questo, cos’è che vorresti? Cosa c’è di più bello del potere?-
-E’ semplice: la libertà. Forse tu non riesci a capirlo, ma io per anni sono stata schiacciata da questa tetra realtà. Tutto quello che ho sempre voluto, è essere libera.-
-Non mi sembra tu sia una schiava.-
-Non ci sono catene a legare il mio corpo, ma non ti sembra forse una prigionia quello a cui per anni mi hanno costretta?-
-Non pensarci più. Ora sei libera, Kagome. Libera come l’aria.-
Le sue parole mi colmarono di ottimismo e felicità.
Ero davvero libera?
-Grazie, Inuyasha. Grazie per tutto.-
-Non merito i tuoi ringraziamenti. Ti ho causato tanti dispiaceri per la mia brama di vendetta e nonostante tutto, tu sei ancora qui, al mio fianco, senza rabbrividire.-
-Non ne ho motivo, tu mi hai salvata in qualche modo. Anche se non per fini nobili mi hai strappata a Naraku e non smetterò mai di ringraziarti per questo.-
Vidi il suo sguardo rabbuiarsi.
-Deve essere stato molto difficile per te.-
-Cosa intendi?- domandai.
-Sopportare per tutti questi anni la sua presenza.-
-Non è stato sempre così terribile. Quando ero solo una bambina neanche mi calcolava, ero solo un impiccio per lui. Subito dopo ho potuto contare sulla protezione offertami da Sota e Kohaku. Le cose sono incominciate a peggiorare drasticamente dopo la loro scomparsa. Le minacce e tutto il resto, mi logoravano.-
-Se solo penso a ciò che ti ha fatto.-
Capii subito a cosa si riferiva e sentendo ancora viva dentro me la paura, mi strinsi di più a lui.
-Per fortuna non c’è riuscito.- sussurrai.
Si staccò bruscamente da me, rischiando di farmi cadere.
-Inuyasha, cosa..-
-Cosa vuol dire che non c’è riuscito? Naraku non era il tuo amante?- quasi urlò.
-Il mio amante? No, certo che no. L’ho rifiutato, non potevo sopportare il pensiero delle sue mani sul mio corpo.- spiegai.
Rimase per alcuni istanti a fissarmi a bocca aperta.
-Kagome, quindi tu..sei vergine?- mi chiese.
Arrossii all’inverosimile per quella domanda così diretta ed intima.
-I..io..e..ecco- balbettai.
Lo sentii ridacchiare.
-Scusami, non dovevo chiedertelo, ma il tuo rossore è più chiaro di qualsiasi risposta.-
Tentai di rispondere, ma la sua espressione si fece improvvisamente più fredda.
-Dannazione! Dannazione! Devi andare via. Devi stare lontana da me, Kagome.-
Le sue parole così inattese mi freddarono.
-Cosa? No! No, perché? Inuyasha, non capisco!- urlai, colta dal terrore.
Perché l’ipotesi di stare lontana da lui mi terrorizzava tanto?
-Ma non capisci? Già quello che ti ho fatto è stato orribile, sapendo ora anche questo la cosa è ancora più terribile. Ti avrei segnata per sempre, più di quanto non abbia già fatto quel bastardo di Naraku. Sono un imbecille.- ringhiò.
Le sue parole mi lasciarono spiazzata. Capire che la sua rabbia era diretta solo verso se stesso e non verso me, mi calmò.
-Inuyasha.- sussurrai.
Preda solo dell’impulso, mi alzai e lo raggiunsi. Lo guardai negli occhi e vedere la disperazione in quelle iridi scure, mi spinse a cercare il calore del suo corpo. Volevo sentire un contatto con lui, sentirlo ancora vicino.
-Avevamo già deciso di mettere una pietra sul passato e pensavo che in questi giorni lo avessimo fatto.  Non mandarmi via, Inuyasha. Non ora che comincio a sentirmi a casa, non ora che inizio ad avere fiducia, non ora che comincio a stare bene..con te.-
Le parole mi sfuggirono dalle labbra, o forse dal cuore, prima che me ne rendessi conto.
Le guancie mi scottavano per l’imbarazzo, ma non arretrai. Le mie parole erano vere e non provavo quindi vergogna nell’ ammetterlo. Avevo perso troppo nella mia vita, troppo tempo, troppi momenti, troppe esperienze per nascondermi dietro false timidezze ed inutili giri di parole.
-Kagome- sussurrò prima di stringermi nuovamente a sé.
Mi piaceva il suo profumo e anche sentire la prorompente forza dei muscoli delle sue braccia contro la schiena.
Lo sentii ancora rigido e per abbattere ogni barriera creatasi tra noi, tentai di rendere meno seria quella situazione.
-E poi, se mi mandassi via, come faresti a recuperare tutti i soldi che hai pagato a Naraku per avermi?-
Sospirò e per un istante temetti di aver esagerato.
Il mio timore svanì subito, venendo sostituito dalle risate che il suo solletico mi causavano.
-Così impari.- m’apostrofò.
Prolungò quella simpatica tortura, fin quando con i lacrimoni agli occhi non lo pregai di smettere.
-Ne hai abbastanza?- mi chiese, continuando a stringermi.
-S..sì.- sussurrai, sollevando il volto.
E in quel momento qualcosa scattò. I suoi occhi, così vicini, m’apparvero più luminosi del sole e delle stelle. Quella strana attrazione che mi aveva colta al nostro primo incontro, tornò a divampare. Quegli occhi così scuri erano un mistero che mi spingeva ad indagare, a veder oltre.
Non sapevo come fosse potuto accadere, ma mi sentivo attratta oltre ogni limite, oltre ogni senso da lui. No, non attratta, mi sentivo incomprensibilmente legata a lui.
-I..io.- sussurrai, sentendo il bisogno di dire qualcosa.
-Shhh- bisbigliò. –Lo senti anche tu, vero?-
Il mio cuore cominciò una corsa frenetica nel sapere che anche lui percepiva quello strano filo che ci aveva avvolti. Si avvicinò a me, lentamente, dandomi il tempo di arretrare se l’avessi voluto, concedendomi la possibilità di scegliere, e invece gli andai incontro.
Quando sentì quelle labbra carnose toccare le mie, tutto divampò, il mio “io” si accese. Nulla di tutto quello che avevo provato era mai stato così vivo, così vero, così voluto.
Lo volevo. Ero stata io a sceglierlo, a desiderarlo. E quella voglia di libertà, così a lungo repressa, mi spingeva a chiedere ancora di più. Volevo sentirmi invadere ancora da quella scintilla di vitalità.
Volevo decidere per me, del mio futuro, ma soprattutto volevo scegliere Inuyasha.
Il nostro fu un bacio tenero, improvviso, ma che bruciava di una passione tenuta a freno, la stessa, che capii, si era accesa in me dal nostro primo incontro.
Temevo che una volta staccatami da quelle labbra tutto il mio mondo si sarebbe tinto ancora una volta di grigio. Non volevo più essere cieca ora che avevo visto i colori.
-Kagome..- bisbigliò, facendo toccare le nostre fronti.
Tornai a reclamare le sue labbra, questa volta per un bacio più profondo, più burrascoso.
-Kagome, io..-
-Lo so, è lo stesso anche per me.- sussurrai.
Mi sentivo incoerente, smaniosa. Il mio corpo e la mia mente si erano tramutati in un indecifrabile codice di desideri e bisogni sconosciuti.
-Non dopo quello che stava per accadere quella notte. Non sprecare così, con me, la tua prima volta.-
-Ti ho già detto che quello che più ho desiderato in tutti questi anni è stata la liberà. Non negarmela ora, non tu. Voglio scegliere te, Inuyasha.-
-Oh, Kagome.- bisbigliò, prima di rituffarsi sulle mie labbra.
-Non hai un prezzo, ma sappi che pagherei anche il triplo di ciò che ho dato a Naraku per averti. Sei unica, speciale e rara. Ora sei solo mia, Kagome.- disse, lasciando una scia di dolci baci sul mio collo.
Mi spogliò con lentezza e io feci lo stesso con lui.
Non avevo paura, non questa volta che ero stata io a scegliere del mio destino.
-Se non vuoi, io mi fermo.- mi sussurrò, bloccando le sue mani sui miei fianchi.
-Ricorda: ti sto scegliendo io.- ribadii.
Riprese il suo tenero assalto e mi fece distendere sul prato.
Combattendo la mia timidezza lasciai scorrere la mia mano sul suo torace, scoprendo che mi piaceva accarezzare quella pelle abbronzata.
Le sue mani mi incendiarono, mi vezzeggiarono, mi venerarono. Baciò ogni centimetro del mio corpo con dolce trasporto, iniziandomi a qualcosa di nuovo con tenera premura.
Mi amò con gentilezza, facendo sparire immediatamente il dolore e insegnando al mio corpo e al mio cuore sentimenti ed emozioni mai conosciuti.
 
-Grazie, Inuyasha. È stato tutto meraviglioso.- sussurrai, stretta tra le sue braccia.
-Tu sei meravigliosa.- mi disse, baciandomi i capelli.
Mai come in quel momento mi sentii libera.
Ero libera d’amare.
 
 
 
Pov’s Sango.
Era tutto più difficile da quando Kagome era andata via. Il peso sulle mie spalle si era raddoppiato e mi mancavano infinitamente quei brevi momenti di tranquillità che solo insieme riuscivamo a provare.
Ero infinitamente preoccupata per lei. Stava bene? Più volte avevo chiesto notizie a Naraku, ma tutto quello che avevo ottenuto in cambio erano stati schiaffi ed insulti.
Non sapevo a cosa fosse dovuto, ma dopo la “partenza” di Kagome, per quanto la cosa mi sembrasse difficile, la situazione era peggiorata. In tutta la villa si respirava un’aria estremamente tesa e di diffidenza. Naraku era più intollerante del solito e a farne le spese era stata anche la povera Ayame. Cercavo di farmi vedere per i corridoi il meno possibile, per la paura di scatenare la furia del signor Kumo anche con uno sguardo.
Era diventato intrattabile, ogni situazione per lui era buona per rimproverarmi, minacciarmi e punirmi. Sentivo il corpo ancora indolenzito per l’ultimo brutale pestaggio, ma ciò che più mi faceva male era la paura. Naraku mi voleva e io non potevo oppormi in nessun modo. Lottare, gridare e protestare non sarebbe servito a nulla, se non a rendere il supplizio più violento e doloroso. Sapevo che lui avrebbe goduto del mio dolore e della mia paura.
Il giorno prima era stato categorico: mi voleva e mi avrebbe avuto. Ora che né Sota, né Kohaku potevano contrastarlo, sapevo di non avere più possibilità di salvezza. Aspettavo l’irrimandabile che sarebbe giunto da un momento all’altro.
La porta della mia camera si spalancò improvvisamente, senza preavviso, e per lo spavento lasciai cadere il libro che avevo tra le mani.
I miei nervi erano tesi e le gambe cominciarono a tremare quando uno degli sgherri di Naraku mi annunciò che il “capo” voleva vedermi immediatamente  nel suo ufficio.
Studiai la mia camera in cerca di una via di fuga e per un momento anche l’ampia finestra mi sembrò più invitante della strada che mi avrebbe condotto da quell’essere schifoso. Sapevo di dovermi muovere,  ma le mie gambe sembravano ancorate al suolo. Le mani mi sudavano, lo stomaco si contraeva e il cuore batteva impazzito; tuttavia sapevo che più che all’amore quei sintomi erano dovuti al terrore.
Conscia di non aver via di fuga, costrinsi le mie gambe a muoversi e con rassegnazione percorsi la strada del mio destino. Mentre seguivo uno degli uomini del signor Kumo presi la mia decisione. Non mi sarei mai piegata, non avrei mai ceduto. Non importava quanto male mi avrebbe fatto, non avrei mai assecondato i perversi piani di quell’essere schifoso.
Parte della mia sicurezza, della mia determinazione, tuttavia mi abbandonò non appena oltrepassai quelle porte che avevo sempre paragonato all’entrata dell’inferno di Dante. Odiavo i colori statici e in qualche modo allarmanti di quell’ufficio, odiavo le pesanti tende che non lasciavano entrare la luce solare, odiavo l’essere viscido che seduto comodamente sulla sua poltrona mi fissava con espressione tronfia e soddisfatta.
-Mi ha mandata a chiamare, Signor Kumo?- chiesi senza inflessioni nella voce, tentando di mascherare la paura.
-Sì, Sango. Mettiti pure comoda. Ciò che ho in mente richiederà molto tempo.- rispose, divertito.
-Come posso aiutarla?-
-Saltiamo la parte de convenevoli. Tuo fratello è morto e tu ora sei senza protezione.- esclamò diretto.
-Kohaku non è morto!-esclamai risentita, scattando in piedi.
-Siediti, Sango.- mi ordinò con finto tono dolce.
Ribollivo di rabbia, ma obbedii.
-Come dicevo, e non osare contraddirmi, tuo fratello è ormai morto.- fece una pausa ad effetto e sorrise soddisfatto per la mia mancata protesta.
Strinsi i pugni.
-Ora sei sola e senza protezione. Sai quanto questo ambiente sia pericoloso per una ragazza indifesa. Ho deciso quindi che ti prenderò sotto la mia ala protettiva, se tu sarai gentile con me-
Lo stomaco si rivoltò.
-Temo di non capire.- balbettai, cercando di guadagnare minuti.
-Sì, che capisci, Sango. Ho deciso che diventerai la mia amante. Ti sto concedendo un grande onore.- asserì.
-Io la ringrazio, ma non..-
-Non hai facoltà di scelta. Vedrai che ti divertirai, dolcezza. Hai molto da imparare, sarà quindi meglio cominciare subito.- sussurrò.
Le sue parole mi pietrificarono e fu probabilmente a causa dello shock che non mi accorsi nemmeno del suo movimento fulmineo. Me lo ritrovai improvvisamente vicinissimo. Mi sollevò dalla poltrona su cui sedevo e premendo il suo corpo contro il mio mi costrinse ad arretrare finchè non toccai la scrivania che fino a pochi istanti prima ci aveva diviso. Mi lasciai modellare come creta tra le sue mani a causa della sorpresa, ma quando le sue labbra cozzarono contro le mie in un bacio ruvido e umido, mi risvegliai.
Protestai e tentai inutilmente di allontanarlo. La sua presa sui miei fianchi si fece più decisa, dolorosa, e avrei urlato se la porta dell’ufficio non si fosse aperta improvvisamente, distraendo il mio assalitore.
-Che diavolo succede?- sibilò Naraku, staccandosi da me.
Barcollai e un singhiozzo incontrollato mi sfuggii dalle labbra. Mi voltai a guardare il mio salvatore, colui che inconsapevolmente mi aveva salvato da un abuso.
 I miei occhi lucidi si posarono sulla figura di un ragazzo alto e moro. Doveva avere all’incirca la mia età, resa evidente non solo dai tratti giovani, ma anche dall’abbigliamento curato e alla moda. Gli occhi vispi, attenti ed intelligenti erano di un profondo e raro blu e per un attimo mi ci persi. Non sapevo chi fosse quel ragazzo giunto all’improvviso, ma sapevo che probabilmente Naraku lo avrebbe ucciso per il suo comportamento indisponente. Non ne conoscevo il motivo, ma mi ritrovai a pensare che non volevo che quel ragazzo morisse. Era assurda ed inspiegabile la mia preoccupazione per uno sconosciuto, vista la pessima condizione in cui mi trovavo io stessa.
-Miroku.- lo chiamò il padrone di casa.
-Naraku.- rispose l’altro, tranquillo come se non avesse appena fatto irruzione nella villa di un uomo poco raccomandabile.
Il fiato mi si mozzò in gola, quando compresi che probabilmente quello strano ragazzo, per comportarsi in un modo tanto spacciato, doveva occuparsi degli stessi loschi affari di Naraku
Arretrai istintivamente.
Il mio movimento attirò l’attenzione del nuovo arrivato, che nel vedermi accennò un leggero sorriso.
-Qual buon vento ti porta qui, Miroku?-
-Dobbiamo parlare.-
-Sango, lasciaci soli.- mi ordinò il signor Kumo.
Colsi l’occasione al volo, ma le parole di quello, che avevo capito chiamarsi Miroku, mi fermarono.
-No, falla restare. È proprio di lei che voglio parlarti.-
Lo guardai confusa. Cosa poteva saperne di me quel ragazzo che non avevo mai conosciuto?
-Cosa c’entra lei?- chiese, sorpreso quanto me, il padrone di casa.
-Se non sbaglio questa ragazza è una cara amica di Kagome.- cominciò.
Nel sentire il nome della mia migliore amica mi feci più attenta. Tentai di parlare, per chiedere notizie, ma un’occhiataccia di Naraku mi convinse a tacere.
-Già, lei e Kagome erano abbastanza legate. Piuttosto come sta quel dolce fiorellino? Inuyasha ne è soddisfatto?-
-Più che soddisfatto. Kagome è una ragazza fantastica e Inuyasha si è molto affezionato a lei. Vorrebbe renderla felice e proprio questo mi porta qui.-
-Cosa mi stai chiedendo, Miroku?-
-Kagome si sente sola in una casa tanto grande e rimpiange la compagnia di Sango. La vuole accanto a sé.-
Un barlume di speranza si accese nel mio cuore. Ritrovare la mia migliore amica, lontana da Naraku, sarebbe stata la realizzazione di un sogno.
-Non posso acconsentire. Sango per me è un’ottima garanzia.- sussurrò.
Non compresi le sue parole e probabilmente nemmeno Miroku, visto la sua espressione accigliata.
-Non portiamola per le lunghe, Naraku. Sappiamo tutti e due che faresti di tutto per i soldi e io te ne offro non pochi. Per lei ti darò il doppio di quanto Inuyasha ha pagato per avere Kagome.-
Non mi piaceva l’idea di “avere un prezzo”, ma non protestai. Volevo solo andare via e speravo che Naraku avesse ceduto di fronte ad una proposta tanto allettasse. Non sapevo quanto Inuyasha Taisho avesse pagato per riscattare Kagome da Naraku, ma tutti sapevano che si trattava di una cifra esorbitante.
 Osservai l’espressione accigliata, quasi addolorata, di Naraku e la paura tornò ad assalirmi.
-Non posso accettare questa volta. Se però ci tieni ad averla per una notte, posso accontentarti.- propose.
Mi sarei ribellata, se non l’avesse fatto prima quel ragazzo piovuto dal cielo.
-Non ho davvero bisogno di questo. Non ho bisogno né di minacciarle, né tantomeno di pagarle le ragazze..io- protestò schifato.
-In questo caso credo che non ci sia altro da aggiungere.- aggiunse Naraku, congedandolo silenziosamente.
Vidi la mia unica speranza di salvezza lanciare uno sguardo dispiaciuto a me ed uno evidentemente schifato al signor Kumo prima di voltarsi e abbandonare la stanza. Insieme a lui spariva anche il mio futuro.
-Allora, Sango, dove eravamo rimasti?- mi domandò con tono suadente Naraku, riavvicinandosi.
Se la prima volta mi aveva colto di sorpresa, rendendomi impossibile qualsiasi reazione, questa volta non gli avrei concesso lo stesso favore.
-Non voglio venire a letto con te.- dichiarai, sicura.
Si accigliò.
-Non mi importa dei tuoi desideri. Farai quello che ti dirò e più ti opporrai meno ti renderò felice l’esperienza.- dichiarò con tono sprezzante.
-Non ti permetterò di toccarmi. Non mi userai violenza.- affermai convinta.
-Sei ostinata come quella dannata della tua amica. E va bene, se non vuoi collaborare vuol dire che mi prenderò ciò che voglio con le cattive.- sibilò.
Si avventò su di me. Mi artigliò con forza un braccio, afferrò un lembo della mia canotta all’altezza del collo e la strappò. Urlai per il suo gesto e per la mia impotenza.
-Sta zitta, sgualdrina.- strillò, colpendo con forza la mia guancia sinistra.
Tornò a lambire la pelle del mio collo e un brivido di disgusto mi attraversò tutta. Sentivo le mie forze scemare a causa della paura, ma la disperazione mi portava a urlare e protestare. Scalciai istericamente nel tentavo di allontanarlo dal mio corpo e quando morse la pelle tra il collo e la spalla, urlai ancora.
Non capii con chiarezza ciò che accadde dopo.
 La porta venne nuovamente spalancata e Naraku fu allontanato di peso da me. Sarei crollata al suolo se un braccio forte non mi avesse sostenuta.
-Sei arrivato fino a questo punto? Stavi per violentarla?- sussurrò indignata una voce al mio fianco.
Ero confusa, stordita, ma riconobbi i tratti affascinanti e magnetici del giovane incontrato prima.
-Che diavolo combini? Questi non sono affari tuoi!- si ribellò indignato il padrone di casa.
Tentai di emergere da quello stato confusionale; sapevo che quella era la mia ultima possibilità di salvezza.
-Non lasciarmi con lui. Ti prego, aiutami.- lo pregai.
I suoi occhi si incatenarono ai miei e li vidi incupirsi. Sapevo di correre un rischio immenso affidandomi ad un estraneo, ma non avevo altra scelta.
-Miroku, questi non sono affari tuoi. Sparisci di qui e dimenticherò e scuserò il tuo gesto avventato.- gli consigliò.
-Ce la fai a reggerti da sola?- mi domandò gentilmente.
Provai l’ irrefrenabile impulso di stringermi a lui, ma acconsentii.
Lo vidi avanzare a passo sicuro verso Naraku.
-Sai una cosa? Sei un figlio di puttana.- esclamò con enfasi.
Sul volto del signor Kumo si dipinse un’espressione di sorpresa, sostituita subito dopo da una di collera. Tentò di rispondere, ma un pugno deciso lo colpì alla mascella facendolo crollare.
Portai le mani alla bocca per reprimere l’urlo che nacque spontaneo nella mia gola.
Naraku si rialzò a sedere, portò una mano alla parte lesa e fissò Miroku con odio.
-Hai idea di ciò che hai combinato?- sibilò.
In risposta il ragazzo ghignò.
-Ovvio. Da questo momento pagherai per tutte le tue vigliaccherie. È guerra aperta.-
Ancora una volta gli impedì di parlare. Lo colpì con un calcio all’altezza dello stomaco.
Si voltò di nuovo verso me.
-Stai bene? Riesci a camminare?- chiese gentile, ma frettoloso.
Annuii, confusa e spaventata.
-Non temere, non voglio farti del male. Voglio portarti via di qui, ma dobbiamo fare in fretta.- dichiarò, guardandosi intorno.
Mi tese la mano e senza esitare gli porsi la mia.
 La strinse, mi sorrise e correndo mi condusse via da quella che per molti anni era stata la mia prigione.
 Finalmente ero libera!




Note dell'autrice : Salve ragazze :D
ed anche il nuovo capitolo di "All I ever wanted" è stato sfornato :)
Che dire? Ne succedono un pò di tutti i colori. Inuyasha e Kagome, le nuove notizie su Sota e Kohaku, Sango e Naraku e infine il gesto di Miroku che ha segnato l'inizio della guerra tra i due clan! Sarà forse che il capitolo è pieno di eventi, ma non mi convince nulla. Mi sembra di esser passata troppo frettolosamente da una parte all'altra, come una pallina da flipper. Come sempre lascio a voi il giudizio finale! Sarei quindi felicissima di conoscere la vostra opinione :D
Invito tutti coloro che non l'hanno ancora fatto e che ne hanno voglia a iscriversi al gruppo che trovate qui : https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ Troverete tante pazze, spoiler e tant'altro..vi aspetto quindi numerosi :)
Ringrazio tutti coloro che leggono, recensiscono e seguono le mie storie! Grazie davvero :D
Alla prossima!
Baci, Vanilla ^^
   
 
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