Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: jake84    17/04/2008    2 recensioni
Da quando si è svegliato improvvisamente dal coma, per Scott sono cambiate molte cose.. cosa sono le voci che sente nella testa? e perchè tutti sembrano sapere qualcosa che lui non ricorda? Presto scoprirà verità che non poteva conoscere, troverà amici che non sapeva di avere... e nemici che non immaginava di affrontare..
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

8

Il secondo giorno di scuola

Entra il nemico

 

 

La mattina seguente, la sveglia suonò all’alba. Scott si alzò come ogni altra mattina ed andò in bagno. La sera precedente l’avevano accompagnato nella sua vecchia casa, un appartamento per studenti. Al momento non aveva coinquilini, ma conosceva gli altri ragazzi nel palazzo. Nessun amicizia che potesse considerare stretta, ma Scott non ci aveva mai dato peso.

Si preparò in fretta e si affacciò. C’era una macchina ad aspettarlo. Doveva passare prima alla base. Era quasi bello avere una sorta di scopo.

 

Scott guardò di nuovo la strada per la base, ma l’aveva già imparata bene. Scese e si incamminò sicuro per i corridoi. Sapeva dove doveva andare questa volta. Linus gli corse incontro appena lo vide.

“ Manca un quarto alle sette. È tardissimo!”

“ Sì, sì, sono qui. Possiamo andare.” Disse Scott.

“ Hai conosciuto tutti ieri, vero?” chiese Linus.

“ Sì. Ho conosciuto Karen ieri sera.”

“ Carina, vero?” fece Linus.

“ Sì. Inquietante però.”

“ Sì, lo dico sempre anche io. È l’ultima che in qualche modo può usare i suoi poteri anche su di noi. Se vuoi, potrai trovare anche un motivo scientifico, ma io dico che sono semplicemente gli ormoni. Comunque con me non attacca.” Linus continuava ad andare avanti e indietro e a girargli intorno. Sembrava sempre sul punto di saltare in aria.

“ Perché su di te non ha effetto?”

“ Perché sono gay. E questo va a conferma della mia ipotesi.”

Scott sorrise. “ Ok. A che ora dobbiamo andare dal capo?”

“ Adesso, se sei pronto. È la tua prima missione, non sei emozionato?”

“ Te lo dico appena avrò capito con sicurezza che significa”

 

Entrarono nell’ufficio del capo. Era un uomo sulla cinquantina, con i capelli neri e una faccia seria e scavata. Indossava un vestito sobrio e sembrava aver visto abbastanza da non sorprendersi più per niente. Fece cenno di sedersi nelle sedie davanti alla scrivania e Scott notò che le sedie erano tre.

Dunque non siamo soli, disse pund. Era dalla notte precedente che non si facevano sentire. Avevano fatto il punto della giornata insieme e avevano concluso che dovevano continuare a tenere gli occhi aperti.

Prima che Scott potesse dire qualcosa, entrò anche Ian, per niente sorpreso di vederli. Era molto più serio di quando l’aveva visto il giorno prima.

“ Ian conosce già i dettagli della missione” esordì il capo. “Sarete solo voi tre, tempo d’azione non più di un’ora. Sappiamo con certezza che un furgone blindato sarà assaltato apparentemente da una banda di ladri. In realtà, sono membri dell’ATC.”

“ I paladini” sussurrò Linus. Poi disse ad alta voce: “ Ma non basta la polizia per quello?”

“ Il vostro compito non è quello di arrestare i ladri. Dovrete svaligiare il furgone prima di loro.” Disse il capo.

“ Una rapina?!” gli occhi di Linus erano diventati enormi per lo stupore, era rimasto a bocca aperta. Scott quasi si mise a ridere.

“ Noi la chiamiamo operazione di recupero preventiva.” Precisò il capo.

“ E la chiamate con il nome sbagliato! È una rapina bella e buona!”

Fu Ian ad intervenire. Era strano vederlo così serio, anche se lo conosceva da qualche giorno appena. “ L’obiettivo non è la refurtiva, Linus. Vogliono sapere perché quelli dell’ATC stanno cercando quella roba, non è così?” Lo disse fissando negli occhi il capo.

“ Esatto. Corre voce che verrà trasportato anche qualcos’altro insieme al denaro. Qualcosa di piccolo e facilmente trasportabile. È quello che dovrete scoprire.”

“ E i soldi?” chiese Linus.

“ Provvederemo poi a restituirli” rispose il capo, facendo un gesto con la mano, per liquidare la questione. Poi passò loro delle cartelle. “Avete qualche domanda?”

La mano di Linus scattò in alto. Ma il capo guardò Ian.

“ Per questo genere di missioni bastano le squadre tradizionali. La squadra H, per esempio, è esperta nei recuperi.”

“ La squadra H è impegnata altrove. E comunque non è efficace nei luoghi affollati, come di sicuro saprai.”

“ Non è questo il punto. Una squadra qualsiasi sarebbe stata più che sufficiente. Voglio capire, al limite, mandare uno di noi in supporto. Ma tre! È una follia!” disse Ian, accendendosi in viso.

“ È una missione senza pericoli. Una passeggiata, per voi. E quindi adatta a Scott, come prima missione. Ian, potresti fare anche tutto da solo. Linus sarà di supporto, nel caso qualcosa andasse storto” spiegò ancora il capo.

“ Continuo a non essere d’accordo. Abbiamo sempre vietato le missioni che implicavano l’utilizzo di tre del nostro gruppo. È troppo pericoloso. Il Maestro è sempre stato contrario.” Disse Ian.

“ È stato il Maestro a pianificare questa missione. E ha chiesto espressamente di voi tre.”

 

Mentre i ragazzi si alzarono per tornare al piano inferiore, il capo li fermò chiedendo: “ Linus. Volevi chiedere qualcosa?”

“ Ehm… sì… ma mi sono dimenticato” si giustificò. Poi salutarono e lasciarono la stanza.

 

“ Questa situazione non mi convince” disse Ian.

“ Che significa che non siete mai andati in missione in gruppi di tre?” chiese Scott.

“ L’ATC ci sta cercando. Siamo il loro obiettivo principale. Non possiamo permetterci di uscire tutti insieme, saremmo un bersaglio troppo facile.” Spiegò Ian.

“ Anche se finora non ci sono riusciti!” fece eco Linus.

Scott diede un occhiata al fascicolo mentre camminavano. La missione era per il giorno dopo. C’erano gli orari, la pianta della strada e della banca, il nome dei dipendenti e tutti i dettagli possibili.

Questa faccenda mi puzza. Era tora.

Anche ad Ian a quanto pare. Che ci sia qualcosa sotto?

Sicuro. Tieni gli occhi aperti, jushi, ti daremo una mano.

“ Ci vediamo stasera allora. Scott… buona lezione” disse Linus e corse via.

“ Lezione?”

“ Ti aspettano tra dieci minuti.” Rispose Ian. “ Non avrai dimenticato che devi andare a scuola?”

“ Oh…”

 

Compito di storia previsto per le 9. Trovò in macchina una dispensa di tutto il programma svolto fino a quel momento. Tempo di percorrenza per giungere alla scuola: 40 minuti.

“ E cosa dovrei fare con questa dispensa?” chiese Scott. C’era un agente al volante. Un’altra macchina di scorta li avrebbe pedinati, senza dare nell’occhio.

“ Dovresti impararla.”

“ E come?”

“ Leggendola, magari. Mentre io cerco la strada.”

“ Deve girare a sinistra alla prossima. Poi la terza a destra.” Disse Scott, sfogliando la dispensa.

“ Se hai imparato la strada dopo averla vista una sola volta, non ti dovrebbe essere difficile memorizzare quella dispensa.” Disse l’agente.

Scott non rispose. Era possibile? In fondo era vero… conosceva bene la strada. Come conosceva la piantina dell’agenzia, anche se l’aveva vista una sola volta.

E poi adesso non hai solo due occhi, gli disse pund.

 

Chiuse la dispensa mentre l’agente accostava. Sapeva tutto. Scese dall’auto e un attimo dopo rimise dentro la testa e disse: “ La risposta è 700. Bella trovata.”

 

A scuola sembrava che il tempo non passasse mai. Gli altri ragazzi lo guardavano in modo strano e gli sembrava del tutto legittimo. Era il suo secondo giorno lì. E poi era molto più grande di loro.

Completò il compito in dieci minuti, senza nessuna correzione. Pund e tora passarono in rassegna tutti gli alunni senza trovare la minima traccia del fattore K. Sentiva che stava perdendo tempo inutilmente, ma non sapeva che fare. E forse stare un po’ lontano dall’agenzia lo avrebbe aiutato a riflettere meglio.

Agenti e Paladini. C’era qualcosa che non quadrava. Le spiegazioni che gli avevano dato avevano troppi buchi. Che l’Agenzia esistesse solo per la loro sopravvivenza? Mettere insieme tutto quel potenziale umano senza impiegarlo in nessuna modo concreto? E perché i Paladini avevano paura di loro? La storia del fanatismo reggeva fino ad un certo punto. Non erano più nel medioevo e anche lì, superstizione e fanatismo avevano le loro motivazioni pratiche. No, c’era qualcos’altro.

È troppo piccolo questo posto. Si lamentò pund.

Che c’è che non va? È un’aula!

È stretta. E bassa. E troppo affollata.

Preferiresti fare lezione in un campo sportivo?

Se ci attaccassero qui, saresti nei guai.

Non essere paranoico, pund! Punto primo è una semplice scuola. Punto secondo nessuno sa che sono qui. Punto terzo ci sono degli agenti di guardia.

Punto quarto ti stai riempiendo di stronzate come un tacchino alla festa del ringraziamento!brontolò pund.

 

Dopo mezz’ora ormai la noia stava avendo il sopravvento. Non ce la faceva più a stare seduto senza fare niente. Diede un’altra occhiata al compito, ma era perfetto così. Si mise a guardare fuori dalla finestra e notò un murales molto bello. Non significava niente, solo linee e colori, ma era fatto davvero bene. Di sicuro chi l’aveva fatto voleva lasciare un messaggio. Era ben rifinito, i colori erano folli.

Guarda bene, gli disse tora.

Cosa devo guardare?

Tutto… ma non concentrarti su niente in particolare. Guardalo nella sua interezza.

Lo sto guardando.

No. Tu stai guardando le linee. E dove portano, dove si congiungono. Smettila di guardare le linee e guarda il disegno.

Per qualche minuti Scott si limitò a guardare, cercando di non fissarsi su niente. Stava per dire che non c’era niente, niente da vedere, quando all’improvviso capì. Sbatté più volte gli occhi. Ora che l’aveva visto era sembrava impossibile non vederlo.

Era una sola parola, perfettamente leggibile. QUI.

 

Devo tornare dagli agenti. Disse Scott e si stava per alzare, quando gar lo fermò.

Troppo tardi, jushi. È  già qui.

Chi?

Chiunque ti stia cercando. Lo sento. Esci da questa stanza.

Sei sicuro che…

Esci di qui!

 

Scott consegnò il compito e usci in corridoio. Era tutto stranamente calmo per una normale giornata di scuola. Gar gli suggerì di andare in bagno. Aveva attivato il rilevatore. Presto due agenti l’avrebbero raggiunto lì dentro.

Il bagno era vuoto. Molto meglio così. Attese mezzo minuto camminando avanti e indietro, quando finalmente la porta si aprì.

“ Salve” disse una voce. Era un ragazzo, non molto più vecchio di lui. Era vestito di nero. Bastava uno sguardo per capire che non era uno studente.

“ Chi sei?” chiese Scott.

Non lasciarlo parlare troppo. Al mio segnale, lasciaci andare.

“ Oh, avremo modo di parlare con più calma. Che ne dici di venire con me con le buone?” disse il ragazzo. Aveva i capelli biondi, quasi a caschetto. Un ciuffo gli ricopriva metà della fronte. Gli occhi erano piccoli e vicini. Le dita lunghe e sottili.

“ Dove dovrei venire?” chiese Scott. Non aveva armi. Non aveva niente! Si trovò inconsciamente a misurare ogni distanza, da lui alla porta, dall’altro ragazzo a lui. Calcolò tutto, ma non serviva a niente.

“ In genere, in una situazione come questa, non avresti scelta. Ti ucciderei senza darti il tempo di pensare. Ma tu sei speciale. Abbiamo tante cose da dirci. Tanti segreti. Vieni con me?”

“ Per curiosità… come si dice nella tua lingua: va a farti sfottere!”

Scott lasciò andare le voci. Le sentì staccarsi da lui con ferocia. Le vide stavolta, armate con grosse katane fantasma. Sentiva la stessa rabbia dentro di sé.

Pund, gar e tora si lanciarono sul nemico in sincronia. Il ragazzo non si scompose. Mormorò qualcosa come: “ Moccioso” e protese le braccia, i palmi aperti rivolti all’esterno. Sussurrò qualcosa.

I fantasmi andarono a sbattere contro qualcosa di invisibile e tornarono indietro. Scott li guardò: erano disorientati. Non c’era niente davanti.

“Pensavi che fossi venuto fin qui senza le dovute precauzioni?” disse il ragazzo.

“ Che significa?” chiese Scott, guardandosi intorno.

“ Che avevo preparato questa barriera prima che tu entrassi qui dentro. Ora che l’ho attivata, ti è impossibile uscire. O lasciar uscire i fantasmi. I tuoi poteri ci sono noti. Sappiamo molto su di te. Anche come renderti inoffensivo.”

 

“ Come fate a conoscere i miei poteri? Fino a qualche giorno fa non li conoscevo nemmeno io!” disse Scott. Cominciava a sentirsi affannato.

“ Sono anni che ti cerchiamo, jushi!”

Ancora quel nome! E sulla bocca di un nemico!

Che succede?

Siamo bloccati. Deve essere uno scudo dimensionale.

Scott non riuscì a capire il resto. La vista cominciò a confondersi. Un attimo dopo cadde in ginocchio, sentiva le forze che lo abbandonavano.

“ Potevi seguirmi con le tue gambe, stupido moccioso” disse il ragazzo biondo con un profondo sdegno. “ Gli effetti della barriera non si possono interrompere. Mi farai perdere un sacco di tempo!”

“ Cosa… vuoi… da me!” disse Scott, tossendo. Sentiva la gola stringersi, era atroce.

“ Una cosa molto semplice. Voglio sapere come hai fatto a morire e poi tornare in vita. Non c’è magia che regga al confronto!” Il ragazzo si chinò, poggiandosi con le mani sulle ginocchia, per osservarlo meglio.

Aveva una gran confusione in testa. Non sentiva più le voci. La stanza sembrava girargli intorno. Gli sembrò di cadere, poi si accorse di essere già a terra.

“ Io… non so.. come ho fatto!”

“ Oh, ma non devi essere tu a dirmelo. Avrò tutte le risposte che mi servono dal tuo corpo. Sarà un grande lavoro! Il mio signore sarà molto contento di me.” Alla fine si alzò e fece un passo indietro. Con dei rapidi movimenti delle mani annullò la barriera. “ Ora alzati!”

Scott venne alzato di peso e un attimo dopo si trovò contro il muro. Batté la testa, ma fu solo un dolore che si sommò agli altri.

 

Il mondo perse velocemente consistenza. Era così che finiva la sua avventura con l’agenzia? Era lì tutto quello che sapeva fare? Aveva ragione Karen allora, era solo un incapace, inutile appena la balia voltava lo sguardo.

Una lacrima gli scese sulla guancia. Sentì un rumore improvviso, come una porta che sbatteva. Poi non sentì più niente.

 

***

 

 

All’improvviso la porta venne spalancata, andò a sbattere contro la parete e rimase lì di sbieco, dopo che erano saltati i cardini.

Il ragazzo biondo, fece un salto indietro, preparandosi ad attaccare, poi abbassò le mani e sorrise. Il ragazzo che aveva davanti era alto e grosso. Aveva una spada enorme sulla schiena. I suoi occhi erano infuocati.

“ Ma che fortuna! Così l’Agenzia ha mandato te stavolta. Piacere di rivederti, Iago.” Disse il ragazzo.

Iago guardò il corpo di Scott ancora contro la parete, poi tornò a guardare il nemico. “ Dove sono i tuoi scagnozzi, Crin? L’ATC non ti ha certo mandato da solo.”

“ Non ho bisogno di nessun altro. È una missione molto semplice.”

“ Io non ne sarei sicuro. Stavolta non verrà nessuno a salvarti.” Iago si mise in posizione d’attacco.

“ Levati dai piedi, Iago. Stavolta non sono venuto per te.” Disse Crin.

“ Lascia andare Scott. E affrontami. Parleremo dopo.”

“ Dio ma come siete noiosi!” sbottò Crin, poi protese di nuovo le mani in avanti, con i palmi rivolti verso Iago. Disse una sola parola.

Iago vacillò. Allargò le gambe e ritrovò l’equilibrio.

“ Avevo previsto l’eventualità che arrivasse qualcuno. Ho preparato un'altra barriera. Geniale non trovi? Ora porterò via Scott e tu non potrai far altro che guardare!” Il ragazzo biondo rise, facendo due passi verso il corpo di Scott, ancora premuto contro la parete.

Iago rise. Crin si voltò, per capire perché il ragazzo stesse ridendo. Iago lo guardò negli occhi.

“ Avresti dovuto impegnarti di più, genio. Non sono più un ragazzino.” Un attimo dopo, Iago alzò le mani. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Poi lanciò un urlo selvaggio e calò i palmi delle mani sul pavimento con una forza inaudita. Le piastrelle del bagno saltarono con uno schianto. Crepe si aprirono per più di due metri intorno a Iago. Si sentì un rumore improvviso, come di una lastra di vetro che viene infranta.

La barriera aveva ceduto.

Iago alzò lo sguardo. Sembrava una belva inferocita. Urlò in maniera spaventosa, estrasse l’enorme spada che aveva sulla schiena e si lanciò sul nemico. In un attimo gli fu addosso. Calò la spada con tutta la sua forza.

 

La spada si fermò all’improvviso, con un impatto metallico. Iago rimase sconcertato. Crin aveva bloccato la lama con una sola mano, senza procurarsi la minima ferita. Un attimo dopo capì perché: il suo braccio era diventato di metallo grezzo.

Un tonfo segnalò che aveva perso la sua presa su Scott e il suo corpo era crollato al suolo.

“ Credevi di essere l’unico ad aver fatto dei progressi, moccioso!?” ringhiò Crin, poi lo colpì con l’altra mano. Iago fu scaraventato indietro, ma riuscì a tenere l’equilibrio. Era forte, quel bastardo.

 

 

Iago lasciò perdere la spada. Era un’arma troppo ingombrante per un combattimento tattico. E per quanto potente fosse il colpo, quelle braccia erano troppo solide.

Era ora di mettere in atto quello che aveva imparato con Ian. “Quando la forza non basta, usa la velocità. Non dare il tempo all’avversario di vedere i tuoi colpi.

Si lanciò di nuovo contro il suo nemico. Caricò il destro, notando il sorriso beffardo sul viso di Crin. Ma all’ultimo momento scartò di lato, finse di colpire, scartò di nuovo, evitò il pugno di ferro e caricò di nuovo. Arrivò a quasi a colpirlo allo stomaco, mentre Crin serrava i gomiti per bloccarlo, quando spostò il peso sull’altro piede, caricò il sinistro e lo colpì al volto con tutta la forza di cui era capace.

 

Crin venne scaraventato indietro, finì contro la parte con una tale violenza che distrusse tutte le mattonelle sulla parete. Iago ansimò, sorridendo.

Crin riuscì a non cadere, ma quasi non riusciva a reggersi in piedi. Sputò sangue. Le sue mani erano tornate normali.

“ La prossima volta che ci incontreremo, rimpiangerai questo momento” disse.

“ Non ho ancora finito, Crin!” urlò Iago.

“ Sì, abbiamo finito. Non sono venuto qui per te.”

Prima che Iago potesse fermarlo, Crin saltò dalla finestra. Un attimo dopo di lui non c’era più traccia.

 

Iago prese Scott su una spalla e andò via. Quella sarebbe stata una giornata maledettamente lunga!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: jake84