QUESTO è IL FINALE ALTERNATIVO ALLA STORIA
My Way Home Is Through You
-Passammo ogni mese che restarono del
tour sempre assieme e ogni giorno in cui scoprivo un aspetto nuovo di come fosse
lei per davero sentivo che ci legavamo profondamente l'uno all'altro.
Ogni
giorno passato insieme diventava sempre più facile essere felice..come se per la
prima volta avessi trovato il mio posto nel mondo solo stando accanto a
lei...
Solo potendomi svegliare ogni giorno accanto a lei...guardandola
dormire vicino a me la notte.
Era come aver trovato quella cosa per cui avevo
tanto vissuto...di cui avevo tanto cantato...quell'amore per cui vivere...o
morire.
Ricordo ancora perfettamente quel giorno in cui la
chiamarono.
Stavamo andando a Toronto e lei giocava come sempre con Frank
alla playstation.
Ricordai come mi ero sentito colpevole quel giorno,
pensando a che non avessi voluto sua madre morisse non per non far stare male
Lane, ma solo per non doverla perdere.
Mi odiai ma lei non lo seppe
mai.
Provai a chiederle di andare con lei ma non volle farmi lasciare il tour
e costringere gli altri ad annullare date del tour così lei tornò a New York
dove andò da sua zia e poi insieme andarono al funerale di sua madre.
Quella,
nonostante tutto, nonostante la voglia di lei e il vuoto che mi si aprì dentro,
fu l'ultima volta in cui la vidi-
-non hai mai cercato di chiamarla
o...-
Abbassai la testa.
L'idea mi aveva sfiorato tante volte ma ero stato
davvero sciocco.
-io...immaggino che...io abbia aspettato lei e lei me...non
credo di saperlo con certezza...-
-quindi ti eri rassegnato?-
-come in
gran parte della mia vita si...ho aspettato chq qualcun altro facesse per
me...il sistemare le cose non è mai stato un qualcosa che facesse parte di
me...-
Guardai fuori dalla finestra.
Il rumore delle macchine nel traffico
non arrivava così in alto.
Guardai il cielo perdersi nel tramonto e gli
ultimi raggi di sole tingere le punte dei grattaceli attorno a noi, di un color
quasi caramello.
-e credi che questo ti abbia bloccato poi?-
-in un certo
qualmodo credo...io penso di si...se...se ora...se dopo di lei...non ho più
scritto o cantato niente si...-
-e ora me ne hai parlato dopo quattro anni
perchè...-
-perchè voglio tornare a scrivere musica...voglio ritrovare me
stesso...non credevo che perdere un'altra ragazza potesse cambiami così
tanto...immaggino....di essere stato solo uno sprovveduto a pensarlo...lei non è
mai stata "un'altra ragazza" e basta...-
Riportai il mio sguardo nella stanza
che vagò tra il signor.Snape alla lampada accessa accanto a lui che illuminava
debolmente la stanza ora quasi avvolta totalmente nella penombra
serale.
-signor Way lei sa che se questo è il suo ultimo ostacolo una volta
parlatone non avrà più bisogno di...-
-si...per questo adesso...gliene sto
parlando dopo tutto...-
A riscavare dentro di me per raccontargli tutto mi
ero reso conto di quanto tutto fosse diverso rivisto dopo tutto quel
tempo.
Non mi era mai mancata come allora.
-crede che ora basti questo e
starà meglio...-
-credo di sperarlo...-
La mia voce sono certo suonasse
vuota e piatta non che fosse necessariamente come volessi che fosse.
-beh
allora non credo di aver altro da dirle...dovevo solo parlarne con
qualcuno...che ascoltasse...mi ha fatto parlare di tutto per quasi due
ore...credo di non aver davvero altro da dire- aspettai che mi dicesse qualcosa
ma invece no.
Così mi alzai mi infilai la giacca e lo lasciai lì che ancora
scriveva.
-crede di rivederla prima o poi o chiamarla ora che...-
-ho
provato a chiamarla il mese scorso...ha cambiato casa...-
Non gli diedi il
tempo di aggiungere altro.
Aprii la porta, lasciai i soldi alla segretaria e
scesi le scale con spasso svelto nonostante fossimo al venticinquesimo
piano.
Dalle finestre delle scale vidi che si era ormai fatto buio fuori e
arrivai in fretta alla porta che dava sulla scala.
La aprii e l'aria
invernale di metà novembre mi fece quasi rabbrividire.
Uscendo dal palazzo mi
voltai verso i taxi che viaggiavano nella corsia centrale e ne vidi uno in
procinto di accostare.
La mia testa era ancora immersa e persa nel ricordo
della mia Ragazzina.
Mi chiesi se lei avesse mai saputo che era lei la mia
strada verso casa.
Verso essere ancora me stesso dopo tutto.
Mi voltai per
raggiungere il taxi che si era parcheggiato e mi stava aspettando e andai a
sbattere in qualcuno che cadde a terra.
-scusami… non ti avevo visto- dissi
porgendo la mia mano alla ragazza seduta per terra.
-non importa- non portava
i guanti ma le sue mani erano calde.
Di un calore che mi trapasso
ricordandomi di lei...
-comunque quando apri le porte guarda dove vai prima
di entrare-
Tenendomi la mano si mise in piedi davanti a me.
I lunghi
capelli le ricadevano dal cappello con il simbolo degli Yankees al centro e mi
guardò negli occhi.
Restò ferma...la mano nella mia.
Una macchina passò
sul lato della strada illuminandole il volto e mi ritrovai ad abbracciarla come
se tutto il tempo non fosse mai passato.
The End