Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: OmgQueen    02/11/2013    3 recensioni
{ AU!Shingeki no Kyojin | Odio questa paring ma questa è una KyouKina onesided., con tanto di CharacterDeath e una lieve Insane!Kinako. | Guerra e Angst. | Dedicated di Al, che la desiderava- }
Si trovava fra le braccia di un ragazzo: un contatto che pareva quello di papà, un calore così umano.
Il gigante? Scomparso nel nulla, come quando apparve.
Che fosse un mago, il papà che la teneva così dolcemente? Sì, era un mago che salvava lei, la principessa, dai mostri cattivi che la volevano, come le favolette che le raccontava suo padre.
Il ragazzo, di cui i capelli s’intravedevano colorati di uno strano colore che assomigliava al nero, emise un suono scocciato vedendo gli occhioni castani della bambina fissarlo con ammirazione.
«Che scocciatura» emisero poi i suoni creati dalle sue corde vocali e usciti in un tono davvero seccato dalla sua gola, mentre nella mano stringeva saldamente il pupazzo di pelle e cotone.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kinako Nanobana, Tsurugi Kyousuke
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Se Inazuma Eleven mi appartenesse potrei riuscire ad accontentare i desideri sessuali di Kyousuke nei confronti di Tenma.
 
 
Titolo: World so Cold.
Genere: Malinconico, guerra;
Avvertimenti: AU!ShingekiNoKyojin; Character death; Kinako assolutamente e irrevocabilmente one-sided. Millequattrocentocinquanta PAROLE e niente nota perché sono le 00:48 e voglio che capiate tutto da soli.
Pairing: KyouKina. Kinako!Onesided, sottolineo ancora.






Un piccolo braccio, totalmente ricoperto di ferite ancora aperte e sanguinanti, spuntava da una manica strappata di un vestito che forse un tempo era di un bellissimo rosa. Quel braccio tenta a fatica di trascinare debolmente quel piccolo pupazzo di pezza ricavato da pelli di bestiame e cotone, oltre che il suo dolorante corpo. I due materiali citati, in quel tempo, erano davvero pregiati: Kinako, il nome della bimba, non avrebbe permesso che un dono così importante e prezioso venisse portato via dalle sue gracili e minute mani.
Fare una descrizione del paesaggio che la circondava – o forse dovrei dire di ciò che ne rimaneva – sarebbe troppo doloroso per gli occhi di chi legge, figurarsi agli occhi di una bambina che avevano appena visto i propri genitori venir divorati.
Davanti a sé solo una strada di terra e sangue e tanta voglia di vivere, una voglia di vivere e sopravvivere che una bambina di 10 anni non dovrebbe mai provare; una ragazza così piccola mai dovrebbe sentire questa fitta al cuore stringersi appena sentito un tuono dietro di sé, una ragazza così piccola mai dovrebbe voltarsi all’indietro per scrutare la sua morte avvicinarsi così velocemente, a passo di gigante.
 
In confronto a quel mostro lei era un suo quindicesimo, il passo di quella creatura era il quinto più veloce e grande del suo: la realtà era che sarebbe stata mangiata a momenti.
Sì, sarebbe stata mangiata da quella enorme bestia come quando poco prima aveva visto i suoi genitori fare la stessa fine. Già, proprio così, ogni singola parte del suo corpo all’inizio sarebbe stata frantumata, le sue deboli ossa non avrebbero mai resistito a quella schiacciante differenza di forza. Poi l’avrebbe ingoiata senza neppur masticare quel dolce pasto facile da catturare, tant’era piccola e gracile.
Inghiottita da quei pensieri, si accorse solo quando una mano le prese totalmente la sua testa, nascondendo i capelli color miele che prima si libravano nel vento, che oramai tutto ciò a cui aveva pensato una bambina di soli dieci anni si sarebbe avverato.
 
Era la fine: sarebbe stata uccisa, sarebbe morta sicuramente in pochi istanti.
I sensi venivano meno a causa della forza esercitata nel sollevarla dal titano sul suo fragile cranio ancora non sviluppata, avvicinandola sempre più alle fauci.
 
Poi il vuoto sotto di sé.
Ragionevolmente pensò che la morte non era così disastrosa come la immaginava vista da fuori, ci si sentiva bene e quasi liberi di volare via da qualcosa di più distruttivo e inutile come la vita; più ripensava al fatto che a breve avrebbe rivisto i suoi genitori, più si sentiva bene e il suo debole cuoricino colmo di gioia.
 
… Qualcosa mancava, Kinako, qualcosa di molto più importante mancava all’appello, prima di poter muoversi, prima di poter fare un altro passo.
No, non andava bene, no! Come potevi dimenticarti di una cosa così importante, come potevi gironzolare con mamma e papà senza lui?!
Il tuo orsetto, era impossibile vivere senza, lo sai. I tuoi genitori avevano speso un raccolto di circa tre anni per donartelo e tu tentavi addirittura di liberartene dimenticandoti di lui?
Poi lei aprì gli occhi, al disperato bisogno del suo migliore amico.
 
Si trovava fra le braccia di un ragazzo: un contatto che pareva quello di papà, un calore così umano.
Il gigante? Scomparso nel nulla, come quando apparve.
Che fosse un mago, il papà che la teneva così dolcemente? Sì, era un mago che salvava lei, la principessa, dai mostri cattivi che la volevano, come le favolette che le raccontava suo padre.
Il ragazzo, di cui i capelli s’intravedevano colorati di uno strano colore che assomigliava al nero, emise un suono scocciato vedendo gli occhioni castani della bambina fissarlo con ammirazione.
«Che scocciatura» emisero poi i suoni creati dalle sue corde vocali e usciti in un tono davvero seccato dalla sua gola, mentre nella mano stringeva saldamente il pupazzo di pelle e cotone.
 
 
 
Tsurugi Kyousuke, questo era il nome del papà-mago che salvò tempo fa Kinako.
Beh, oramai non lo considerava più un padre, passati 5 anni.
Se già il ragazzo dai capelli blu – questo era il nome di quello strano colore mai sentito nominare da papà o mamma – tempo fa era un bellissimo ragazzo, passati gli anni rimase tale: neppure una ruga osava apparire sulla sua pelle, le rare volte in cui non teneva accucciate quelle sopracciglia.
Allo stesso tempo il corpo di Kinako era totalmente cambiato, era diventato quasi quello di una donna: i lunghi capelli color miele rimasero una delle sue più belle e affascinati caratteristiche di lei, come i grandi occhi color nocciola.
Scoprì col tempo che tutto ciò che accadde quando era bambina era la guerra: Tsurugi – avesse mai osato chiamarlo per nome e si sarebbe inflitta l’auto castigo di tagliarsi la lingua per causa di quella infrazione alle norme di comportamento – era il suo salvatore ed era tutto ciò da cui i genitori di lei la volettero tenere lontana, un mondo che mai lei avrebbe dovuto conoscere: Tsurugi era un soldato.
Inutile dire l’insistenza di lei, al suo tutore, di prenderla sotto la sua ala e farla collaborare alla vittoria della razza umana.
 
Inoltre il fatto di poter stare più a lungo con lui era solo che la cosa migliore da fare per lei: non visse mai con Tsurugi, assolutamente no, mai se ne sarebbe permessa, neanche da bambina.
Lei, in tutta la sfrontata e imbarazzante verità, lo avrebbe voluto, ma il ragazzo aveva da subito messo in chiaro di non “appiccicarsi”, testuali parole.
Ma a Kinako bastava questo: ammirarlo da lontano e magari ogni tanto avere un secondo papà, quando magari il blu si lasciava raramente avvicinare – o magari ne era obbligato da lei stessa –.
Questi sentimenti, passati i giorni e i mesi, ben presto lasciarono posto non all’affetto famigliare che poteva provare per un papà, ma all’amore vero e proprio; quell’amore che fa venire le farfalle allo stomaco, quell’amore che per la prima volta capì di provare quando lui le allungò la mano per salvarla, facendole perdere un battito al cuore.
Beh! Mai lo avrebbe confessato al suo capitano e tutore, anche se pareva tanto ricambiato come amore, da quell’aspetto così fintamente arrabbiato che aveva sempre con lei!
 
 
Il giorno, precedentemente pianificato dai segreti che non necessariamente dovevano essere saputo alla conoscenza dei normali soldati, arrivò.
Era una delle tante battaglie a cui Kinako aveva partecipato tutto sommato, ma questa avrebbe segnato il destino di tutto, compresa lei: era la fine di tutto.
… Doveva vedere Tsurugi.
Seppure sarebbe andata allo scontro al suo fianco, doveva vederlo prima di indossare i vestiti formali da soldato.
Tutto ciò che aveva da sempre desiderato era avere al suo fianco il suo migliore amico nel fare ciò e nel buttarsi nel pieno della guerra: ciò che rimaneva di lui era un solo bottone, un lembo di pelle e uno di cotone, avendo questi tre oggetti in tasca era totalmente pronta e dedita a dare sé stessa per la causa e la vittoria dell’umanità.
A seguito di questi pensieri, nel corridoio dei palazzi della legione, apparve di fronte a lei per fortuito caso divino il ragazzo dai capelli blu: non era che occasione d’oro per lei.
Avvicinatosi davvero molto a lui ebbe però un ripensamento, fermandosi dietro alle sue spalle. In quel momento dubitava di lei come mai fece prima di allora.
Sapeva però che Kyousuke l’aveva sentita.
Si girò verso di lei solo per metà volto e corpo, volgendole uno sguardo crudo e impassibile, attendendo di sapere ciò che lei desiderasse.
Dubitava ancora di più di lei, in balia di quello sguardo così gelito. Oltre che che gli occhi essi erano puntati a scrutare le sue carni più interne e nascoste.
Tsurugi gli faceva sempre questo effetto, un effetto davvero drammatico.
 
«Ti amo.»
Ci fu silenzio per un attimo negli occhi di entrambi.
Si meravigliò lei stessa per il mugolo appena schiusosi dalle sue labbra: la tensione era troppo alta per sopportarla ulteriormente, doveva sfogarsi, doveva togliersi un fardello mantenuto da 3 anni nascosto alle orecchie di tutti; pensando ciò tutto d’un tratto la paura e la timidezza divennero sicurezza e fiducia in sé stessa.
 
… Che vennero scaraventati sulla cruda realtà da un semplicissimo e diretto: «Futili sciocchezze da adolescenti» e dall’udirsi dei tacchi del capitano spostarsi altrove.
 
 
Infondo lei lo aveva da sempre saputo e sospettato,
sapeva di star attendendo solo questo, di averlo vicino,
sapeva che questo mai non sarebbe stato un amore ricambiato,
ripensò Kinako in un tuffo nel passato oltre che al cuore, come quando si innamorò di lui:
sarebbe morta con accanto il suo orsacchiotto d’infanzia, divorata, voleva solo una scusa per morire vicino al suo migliore amico.

 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: OmgQueen