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Autore: queerzay    02/11/2013    7 recensioni
Niall ha vent'anni, e nella vita non gli manca niente.
Zayn ne ha quasi ventuno, e ha perso tutto.
Niall è bianco, come il latte, come la sua visione del mondo.
Zayn è nero, come il caffè da cui dipende, che lo tiene sveglio tutte le notti.
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I primi capitoli sono in revisione.
Ziall (Zayn+Niall), Larry, Narry (Niall+Harry) e Lilo, accenni Ziam.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 10





When you hold me, when you hold me in your arms

When you hold me, yeah I can feel your heart
When you hold me, when you hold me in your arms
When you hold me, yeah I can feel your heart beating.

- Hold me, Tom Odell.





Niall

Niall è sdraiato a stella sul letto di Zayn e fissa il soffitto con aira assorta, mentre la voce lamentosa dell'altro gli giunge ovatatta e lontana, quasi fosse inesistente.
"Niall!" lo richiama Zayn per la centesima volta, la voce alterata che varia da uno stato di disperazione ad uno stato di ansia costante e inestinguibile. "Tra due ore dobbiamo essere all'areoporto e siamo già in ritardo!"
Niall inspira sconfortato e alza gli occhi al cielo. "Zay, te lo ripeto per l'ennesima volta: stai calmo."
La sua voce è così pacata che non fa altro che innervosire ancora di più Zayn, già preso da una terribile angoscia.
Zayn non ha mai preso l'aereo in vita in sua, e a dir la verità ha una paura tremenda; il suo stomaco somiglia ad un calzino rivoltato e la pelle del viso è pallida e tirata, e Niall non può fare a meno di notarlo.
Così si alza in piedi e  si decide a dargli una mano con la valigia, buttandoci dentro le prime cose che gli capitano sottomano: uno spazzolino da denti abbandonato sul tavolo, un paio di calzini grigi, una tuta, un cappellino.
Zayn lo interrompe spazientito prima che Niall possa mandare completamente all'aria l'ordine della sua valigia e con un verso innervosito lo allontana.
Niall sogghigna e se ne torna al suo posto di supervisione, mentre Zayn sospira irritato e riflette su cosa sia meglio portare e cosa lasciare a casa.
"Quando sei nervoso sei decisamente adorabile" commenta mollemente Niall, chiudendo gli occhi e rilassandosi.
Pochi minuti e tanti versi spazientiti di Zayn dopo, quest'ultimo si accende una sigaretta.
Niall socchiude un occhio per poterlo osservare: Zayn fissa sconfortato l'interno del suo borsone, poi all'improvviso lo prende e lo rovescia sul letto.
Il biondo solleva leggermente le sopracciglia, prima di alzarsi e "Zay, si può sapere che c'è?" chiedere, raccogliendo alcune cose che sono scivolate per terra.
"Vacci da solo dalla tua famiglia" sbotta il moro, dandogli le spalle e avvicinandosi alla finestra.
E' il suo posto preferito, Niall non ci ha messo molto per capirlo.
E' il posto dove vicino c'è una nuova tela ogni volta, costantemente bianca, pulita e ancora da usare.
E' il posto in cui Zayn si mette quando non ha voglia di parlare, ma semplicemente di stare in silenzio.
Restando zitto, Niall fa scorrere lo sguardo tra lui e i vestiti rovesciati sul letto.
Poi, dopo aver arricciato il naso a causa dell'acre odore del fumo, inizia a rimettere dentro il borsone i bagagli che Zayn ha precedentemente rovesciato.
"Fanculo" mormora il moro pochi minuti dopo, chiudendo gli occhi e respirando il fumo della sigaretta.
Come ogni volta, come ad ogni cambiamento così repentino di Zayn, Niall rimane in silenzio e si limita a svuotare il cervello da qualsiasi altro pensiero che non riguardi il moro, che in questo momento sta fissando con aria affranta la tela bianca.
Zayn vi spegne contro la sigaretta, lasciando che la carta bruci lentamente, contorcentosi su se stessa e andando a formare un minuscolo buco con dei bordi neri, unica pecca in un tutto quel bianco.
Poi guarda Niall e lo raggiunge, una seconda sigaretta già stretta tra l'indice e il medio e la bocca distorta in una smorfia triste.
"Fanculo" ripete, più piano, questa volta. "Come fai a sopportarmi?"
Niall scrolla le spalle e infila in una tasca laterale del borsone di Zayn un libro malmesso, la copertina che quasi rischia di strapparsi da un momento all'altro.
"Anche tu mi sopporti" replica soltanto, per poi afferrare un secondo libro e un album da disegno spiegazzato.
Incuriosito e allo stesso tempo innervosito a causa dell'estrema vicinanza di Zayn, inizia a sfogliarlo.
Si irrigidisce non appena alternati a disegni astratti o a porpri ritratti trova quelli di una ragazza.
"Chi è?" domanda, prima di potersi trattenere.
Zayn si allontana da Niall per spegnere la sigaretta e buttarla nel posacenere.
Rimane lì, fermo, a fissare la cenere, mentre Niall si volta per guardarlo.
Quando capisce che non ha voglia di rispondergli, decide di lasciar perdere e continua a sfogliare l'album.
Nelle ultime pagine ci sono soltanto suoi ritratti, e per Niall è un po' strano vedere così tante copie di sè in così tante varianti.
In quei fogli sembra avere mille facce, mille diverse nature segrete, mille espressioni e mille emozioni.
Tutte diverse.
Niall ha sempre pensato di essere statico.
Un cosa fissa, come la linea telefonica, le colonne di cemento o le montagne.
Ha sempre pensato di essere invariabile.
Non una variabile dipendente, non una cascata in continua caduta o una nuvola.
Niall non è mai stato una parola su cui si possono compiere anagrammi.
Niall è semplicemente Niall.
Ma a volte Zayn gli fa credere che esistano fin troppi tipi di Niall.
Come se Niall avesse spessore.
Quando riemerge dai suoi pensieri Zayn è alle sue spalle e Niall è così teso che ha paura che il moro possa accorgersene da un momento all'altro.

"Sono ossessionato da te, Niall. Ossessionato" bisbiglia Zayn, mentre una leggera nuvola di fumo supera la spalla di Niall e si estingue davanti agli occhi di quest'ultimo.
"Sei sempre nella mia testa" aggiunge Zayn, mentre un brivido corre lungo la schiena di Niall.
"Ed è una cosa positiva?" domanda quest'ultimo, aumentando la presa sul libro che tiene in mano e conficcando le unghie nella copertina.
"Non credo" replica il moro, arretrando di scatto e gettando la terza sigaretta nel posacenere, insieme a quella precedente.
Niall rimane in silenzio per parecchi minuti , durante i quali Zayn fissa il paesaggio oltra la finestra, inerme.
Alla fine "Comunque anche tu sei sempre nella mia testa" si decide a dire, senza avere il coraggio di alzare lo sguardo.
Zayn ridacchia piano. "Devo prenderla come una dichiarazione d'amore?" chiede divertito.
A Niall sembra di stare ingoiando schegge di vetro per quanto quelle parole lo feriscono.
"Non lo so. La tua lo era?" mormora piano, la voce fredda.
Zayn invece che rispondergli lo affianca e lo scansa con una spallata, un sorrisino storto dipinto sul viso.
Butta tutti i vestiti spiegazzati all'interno del borsone e con un unico, fluido movimento lo chiude, caricandoselo in spalla.
Niall lo guarda mentre si avvia verso la porta d'ingresso con l'espressione leggermente confusa, ma poi Zayn si volta a guardarlo e si deve affrettare a darsi un contegno.
"Se te ne stai ancora imbambolato per un po', rischiamo di perdere l'aereo sul serio, Ni."
Zayn lo sta forse sfottendo?
Niall davvero non lo capisce.
Non capisce lui, il suo comportamento, le sue parole.
Non capisce niente di niente. 
Ma per la prima volta non gli dà fastidio, perché finché si tratta di Zayn può anche non capire.

*

Due ore dopo sono sull'aereo, Niall dalla parte del finestrino e Zayn da quella del corridoio.
Il biondo fissa il paesaggio al di là del vetro, ma vede solo uno strato grigiastro di fitte nuvole rabbiose.
Appoggia la testa al sedile e ringrazia il cielo riguardo la durata del viaggio, appena un'oretta.
Zayn ha tirato fuori un libro e ha iniziato a leggere senza proferire una parola, e Niall ha capito che non ha troppa voglia di parlare.
Così tira fuori il telefono e porge a Zayn l'auricolare sinistro.
Quest'ultimo lo prende di buon grado senza degnarlo nemmeno di un'occhiata e se ne torna a leggere il suo libro.
Niall cerca furtivamente di scorgerne il titolo, ma la sua missione fallisce miseramente, così è costretto ad arrendersi e a riappoggiarsi al sedile, un sottile sconforto che alleggia attorno alla sua aurea solitamente solare.
Cerca di dormire, e forse ce la fa anche, perché ad un certo punto si sveglia e non si ricorda dei precedenti venti minuti.
Apre e chiude le palpebre un paio di volte, prima di rendersi conto di essere crollato sulla spalla di Zayn.
Provando a non mostrare imbarazzo, si raddrizza con un piccolo sbadiglio e si volta nella sua direzione.
Zayn ha appena sollevato lo sguardo e gli sta sorridendo, e, pur di non guardarlo negli occhi, Niall si finge indaffarato con gli auricolari.
Si schiarisce la voce con un colpo di tosse poi "Quando arriviamo?" chiede, come faceva quando era un bambino.
I suoi genitori però tendevano a zittirlo nervosi e stanchi, mentre la risposta si Zayn è mite e posata.
"Circa venti minuti" risponde infatti, per poi tornare a sottolineare il suo libro - che, nota Niall, è un altro, probabilmente scolastico - con aria annoiata.
Dopo aver emesso un piccolo sbuffo, il biondo tira su le gambe e le incrocia, poi scorre nella playlist dove si trovano gli ultmi brani aggiunti e fa partire la prima canzone che gli capita sotto il dito.
Poi non si ricorda, probabilmente si è perso nella contemplazione delle mani di Zayn che stringono la matita color giallo ocra e che girano le pagine ad intervalli irregolari.
Non è di certo una buona cosa se a distrarlo sono soltanto un paio di comuni mani, pensa.
Niall è andato, partito, corre e non riesce più a fermarsi, nonostante la consapevolezza che a pochi metri, davanti a lui, ci sia un incombente dirupo.
Si riscuote soltanto quando nella riproduzione parte la canzone che Harry gli ha dedicato pochi mesi prima.
Si affretta a cambiare traccia e a pensare ad altro, ma gli è davvero difficile non concentrare i suoi pensieri su Zayn e al contempo su di Harry.
Chiaaà dov'è in questo momento, o con chi è.
Niall si sente enormemente responsabile, ma soprattutto enormemente colpevole.
Ma se non si sentisse così non si chiamerebbe Niall Horan.

*

I genitori di Niall sono divorziati.
Proprio per questo motivo ad aprire la porta e ad accoglierli c'è soltanto la madre di Niall, Maura.
Il biondo le si getta addosso, abbracciandola con foga e lasciando indietro Zayn, che probabilmente si sente un po' imbarazzato.
Poi entrano in casa, e, una volta fatte le solite domande, Niall accompagna Zayn di sopra.
Gli mostra velocemente la casa e gli fa portare il borsone in camera sua, poiché è lì che dovrà stare.
Niall è parecchio teso riguardo a questo fatto, perché non ha mai condiviso la camera con qualcuno eccetto Harry.
Ma Harry è Harry, e Zayn è Zayn.
O forse dovremmo dire che Niall non ha mai avuto una cotta assurda per Harry come ce l'ha adesso per Zayn.
Niall ha addirittura elaborato il pensiero di dormire sul divano per tutta la durata delle vacanze e di lasciare la sua camera all'amico, ma la cosa lo rende ugualmente nervoso, perchè lì, in quelle quattro pareti, c'è tutta la sua storia e non sa se ha voglia di condividerla con qualcuno.
Il moro poggia la borsa accanto alla scrivania con un'espressione perplessa e Niall si affretta a dargli spiegazioni.
"Ehm" inizia, maledicendosi da solo per la sua estrema eloquenza che viene sempre a mancare nel momento del bisogno.
Zayn solleva le sopracciglia e lo guarda in attesa. 
"Mh, dunque. Questa è la mia camera. In verità avrei voluto lasciarti la camera di mio fratello, ma ho scoperto ieri che arriverà stasera, perciò devi accontentarti della mia e-"
"Tu dove dormi?" lo interrompe Zayn, senza il minimo riguardo.
Niall si gratta la testa imbarazzato e distoglie lo sguardo dai suoi occhi scuri, prima di rispondere: "Sul divano."
Anche se non gli piace farlo e gli sembra una cosa da egoisti, Niall sta sperando che Zayn gli dica 'Ma no, dormirò io sul divano'.
E con sua grande gioia Zayn lo dice, ma alla fine Niall si sente così in colpa che declina l'offerta.
O forse lo fa solo perché teme l'ira di sua madre nel caso scopra che fa dormire un suo ospite sul divano.
Niall tentenna pochi secondi, spostando il peso da un piede all'altro, gli occhi divertiti di Zayn puntati addosso.
"Io vado, ehm, a farmi una doccia" conclude infine, annuendo più per convincere se stesso che per altro.
Fa in tempo a vadere Zayn sorridere prima di chinarsi sulla propria valigia e tirarne fuori dei vestiti puliti.

Una volta lavato, vestito e rinvigorito, Niall torna in camera e lascia il bagno libero per Zayn, poi scendono insieme in salotto per cenare.
Greg, il fratello di Niall, è arrivato mentre quest'ultimo era sotto la doccia e Niall si rende improvvisamente conto di quanto gli sia mancato.
In questo momento sta raccontando del suo lavoro in banca, e di come i suoi affari vadano a meraviglia.
E se da una parte Niall vuole bene a Greg, dall'altra non lo sopporta, perché è sempre perfetto in tutto e lui in confronto si sente un rifiuto umano, con il suo misero lavoretto da cameriere e una carriera da musicista sconosciuto semi-avviata.
E' quello il principale motivo per cui tiene la testa china sul piatto e si limita a parlare a monosillabi e a ridere quando ce n'è bisogno, senza essere davvero felice.
Perché disturbarsi a parlare quando sua madre è così presa da Greg e dalle sue immense imprese lavorative che la rendono così fiera?
Zayn, che è seduto accanto a lui, gli tira un colpetto con una gamba e gli colpisce delicatamente il gionocchio con il suo.
Niall sussulta leggermente prima di voltarsi verso di lui e fissarlo disinteressato.
"Tutto okay?" gli sussurra il moro, chinandosi leggermente in avanti e posandogli una mano sulla spalla.
Niall si affretta ad annuire, per poi voltarsi verso la madre, che gli ha appena chiesto come procede il lavoro.
Nota il disappunto nel suo sguardo e nella sua voce, come se vedesse Niall di cattivo occhio soltanto perché non lavora in banca.
Mandando giù il groppo che ha in gola, risponde a tutte le domande di sua madre e sostiene ogni suo critico sguardo, finché non si scoccia e con la scusa di aver mal di testa si alza e se ne va in camera.
Si sente addosso lo sguardo di sua madre e di suo fratello, ma specialmente quello di Zayn.
"Magari è la stanchezza" sente Greg commentare, rivolto alla madre.
Alcuni istanti di silenzio, durante i quali Niall rimane fermo sulle scale, nascosto dal muro, indeciso tra rimanere ad aspettare Zayn lì o salire in camera.
Niall sente il tintinnio delle posate che si scontrano con la ceramica dei piatti, ma nessuna sedia strusciare sul pavimento e nessuno Zayn che lo raggiunge.
"Allora Zayn, cosa ti porta qui?"
A sentire suo fratello porgere quella domanda, Niall si irrigidisce leggermente, in attesa che Zayn risponda.
"Oh, ehm... Niall mi ha invitato a trascorrere il natale con lui" biascica questo, la voce bassa e misurata.
Un rumore di posate cadute, seguito da una sottile risata di Greg, che subito si affretta a domandare a Zayn se abita a Londra.
Dopo aver ottenuto una risposta positiva, il fratello va dritto al punto.
"Che cosa fai nella vita?"
E Niall in quel momento lo odia, perché Greg, come sua madre, si preoccupa sempre e soltanto del lavoro.
Il lavoro, il lavoro, il lavoro.
I soldi, i soldi, i soldi.
"Sono al primo anno di università" replica Zayn, nella voce una piccola quantità di irritazione e sfida.
Pochi secondi di silenzio, poi subito la madre di Niall "Quale facoltà?" domanda.
"Lettere e filosofia, e quando ho tempo seguo dei corsi di storia dell'arte" ribatte, con lo stesso tono che ha usato la donna.
Greg si limita a commentare con un "Wow, Niall in pratica non fa un cazzo in confronto" accompagnato da una risatina.
A quel punto Niall decide che può anche non aspettare Zayn e tornarsene in camera.
O forse in bagno, visto che sente l'impellente bisogno di vomitare.
Fa appena in tempo a raggiungere il gabinetto, poi la cena si rigetta nel water senza che lui lo voglia veramente.
Niall fissa per tre secondi il suo stesso vomito, per poi essere assalito da un secondo conato.
Appoggia una mano e il mento sull'asse e allunga un braccio per tirare lo sciacquone.
Si ritrae e si lascia cadere contro il muro liscio e freddo, scoppiando a piangere, senza sapere il vero motivo.
Una volta Harry gli ha detto che se scoppi a piangere senza un motivo, allora significa che ne hai fin troppi.
E Niall lo cerca - disperatamente - quel motivo, ma non lo trova.
Vorrebbe Harry.
Sarebbe un buon motivo per non piangere.
Sarebbe un buonissimo motivo per non piangere.
Così "Hey" scrive a Harry, cercando di vedere lo schermo del telefono anche attraverso il velo di lacrime.
Il riccio non risponde al messaggio.

Harry

Harry si appoggia il libro sullo stomaco, lasciandolo aperto alla pagina a cui è arrivato, e si allunga per poter afferrare il cellulare.
E' steso sul letto, solo la lucina del comodino accesa, e sta leggendo, mentre ascolta musica.
Non ha assolutamente voglia di parlare con nessuno, vuole solo essere lasciato in pace.
Vuole solo sentire Tom Odell cantare il suo dolore fino alla sfinimento, fino a soffrire con lui e per lui.
Apre svogliatamente il messaggio, accorgendosi troppo tardi che è da parte di Niall.

"Hey"

Riadagia il cellulare sul comodino, senza rispondere, ma purtroppo l'apparecchio vibra nuovamente, appena un minuto dopo.

"Come stai?"

Harry alza gli occhi al cielo e si affretta a togliere la vibrazione dal cellulare, prima che possa bloccarsi.
Dieci minuti dopo ci sono cinque nuovi messaggi, tutti in tema 'perché non rispondi?'.
Mezz'ora dopo, Niall gli ha inviato altri due messaggi: il primo parla di qualcosa a proposito del fatto che in Irlanda non ci sia ancora la neve, il secondo contiene alcune frasi alla cazzo.

"When you hold me, hold me in your arms." 

Ad Harry scappano un paio di bestemmie mormorate sotto voce, perché in quel momento sta ascoltando proprio quella canzone.

"Scusa, avevo il telefono spento. Tutto okay, tu? Come è andato il viaggio?" risponde alla fine, pentendosene quasi immediatamente.

La risposta di Niall, un misero"Tutto okay :-)" non tarda ad arrivare, e Harry fissa lo schermo del telefono per svariati minuti, prima che compaia nuovamente l'icona di un nuovo messaggio.

"Vorrei che tu fossi qui e che le tue braccia mi circondassero."

Harry manda giù la saliva, poi decide di spegnere il telefono, chiudere il libro e spegnere la luce.
E' stato Niall a scegliere Zayn, non Harry, quindi adesso Niall deve arrangiarsi e Harry deve cercare di non pensare a quanto vorrebbe Niall lì, a venti centimetri di distanza, nel suo letto freddo e disfatto.
Com'è piatta la notte senza le chiacchere insulse di Niall, senza i suoi continui borbottii o il suo strimpellare alla chitarra.
Com'è lunga la sera senza che Niall gli si butti addosso e lo distragga dalla lettura.
Com'è infinita la cena quando non c'è Niall che ride e che lo prende per il culo, quando non c'è Niall che gli lascia i piatti da lavare.
Com'è triste la vita senza Niall.
Ed è passato soltanto un giorno.
Nel buio, Harry si rigira finché la coperta non gli copre la testa e la sua faccia non sprofonda nel cuscino, il respiro mozzato dalla stoffa.
Sarebbe bello che per una volta ci fosse qualcuno a stringerlo, e non che sia sempre lui a dover confortare gli altri.
Sarebbe bello se per una volta fosse lui quello ad essere in lacrime tra le braccia sottili e pallide di Niall.
E Harry piange.
Perché non ce la fa, perché è un fallimento, perché il libro che sta leggendo lo deprime enormemente e perché vorrebbe essere felice.
Piange perché è sempre la seconda scelta, e perché non c'è mai nessuno che si preoccupi di quello che pensa.
Piange perché è stanco.
Piange perché una volta ha detto a Niall che chi piange senza motivo in realtà ha troppi motivi per poterlo fare.
Piange perché si è improvvisamente reso conto dell'entità e dell'enorme quantità dei suoi motivi per poterlo fare.
Piange perché sente le braccia di Niall che lo circondano.
Piange perché quelle braccia nel sonno diventano le braccia di Louis Tomlinson.

Liam

Liam sbuffa. Una, due, tre volte.
Alla fine scaglia per terra il telefono e cerca di togliersi dalla testa l'idea di scrivere a Zayn due righe di messaggio.
Ha deciso che sarà Zayn il primo a scrivere questa volta.
Così si libera dalle coperte, si alza in piedi e si veste velocemente, diretto dappertutto ma da nessuna parte.
E' in quel modo che scopre  che il suo dappertutto e il suo nessuna parte sono Louis.
"Ciao" dice solo, non appena un Louis assonnato e rincoglionito gli apre la porta.
"Liam" replica il ragazzo, facendosi da parte per poterlo far entrare.
Liam si sfila il cappotto e lo butta su una sedia, poi si lascia cedere a peso morto sul divano e si passa una mano tra i capelli.
Louis lo affianca e si siede accanto a lui, fissando il tavolino in vetro sul quale sono ammuchiati i resti di una cena improvvista: un cartone di pizza e due bottiglie di birra vuote, un tovagliolo accartocciato, un bicchiere pieno d'acqua ristagnante.
"Zayn è in Irlanda con Niall" mormora tetro, senza alzare lo sguardo su di Louis.
"Harry è a casa, probabilmente a piangere perché Niall è con Zayn" ribatte allora il più basso, tirando le ginocchia al petto e circondandole con le braccia.
"Mi sento uno straccio."
"Credo di essere ubriaco."
"Io non ho ancora cenato."
"Ho voglia di vomitare" borbotta Louis spento, gli occhi azzurri intrisi di nero.
"Vai in bagno, per cortesia" gli consiglia l'altro, sbadigliando piano.
"Mi è passata."
"Voglio morire."
"Harry mi fa schifo."
"Non mi merito questo" la voce di Liam è tremendamente lamentosa e strasciacata, e forse un po' irritante.
"Scherzavo, Harry mi piace da impazzire."
"Il mondo è una merda."
"Harry è la cosa migliore che potesse capitarmi."
"A Zayn non è mai importato."
"Ad Harry nemmeno, ero solo un suo passatempo."
"E' una gara per vedere chi sta peggio?" mormora Liam, la voce abbattuta e l'espressione sconfortata.
Loui si volta verso di lui e appoggia la testa sulla sua spalla, sbadigliando. "Ho voglia di baciarti."
"Allora fallo."
Così Louis con una spallata lo spinge all'indietro e lo fa sdraiare sul divano, guardandolo negli occhi.
Si sdraia su di lui e poggia la fronte contro la sua, prima di prendere possesso delle sue labbra  e dimenticarsi di quanto stia sbagliando.
"Liam forse non dovremmo..." inizia, Liam gli ha già messo le mani addosso, preso da una fretta assassina.
"No, noi dobbiamo."

Niall

Harry non risponde, così Niall si infila il telefono in tasca e cerca di calmarsi.
Non che gli serva a molto, ma non può di certo uscire dal bagno come se avesse appena visto uno di quei film strappalacrime che ama tanto Harry.
Alla fine si decide ad uscire dal bagno e a tornare in camera.
Zayn è seduto sul pavimento, la schiena appoggiata contro il letto e un libro tra le mani.
"Hai pianto?" chiede il moro, senza mezzi termini, alzandosi in piedi e parandosi di fronte a lui.
"No" sbotta Niall infastidito, ma le lacrime e i sighiozzi che tenta di soffocare lo tradiscono.
"Oh Ni, vieni qui" dice piano Zayn, avvicinandosi cautamente e abbracciandolo.
Niall appoggia il capo sulla sua spalla e stringe la felpa rossa di Zayn tra le dita.
Zayn sta così bene quando veste di rosso, quel colore gli mette in risalto i capelli neri e a Niall piace.
Le mani del moro sono poggiate sulla sua schiena e a Niall si ferma il respiro quando Zayn fa scorrere le dita lungo la sua colonna vertebrale.
Rimane lì per un po', tra le braccia di Zayn, il viso premuto contro la stoffa della sua felpa e le mani chiuse a pugno.
Rimane fermo a sentire il cuore di Zayn battere, piccoli suoni ripetitivi e regolari, attenuati dallo spessore dei vestiti.
"Perché piangi?" chiede la voce pacata di Zayn, mentre le sue dita si incastrano tra i capelli chiari di Niall.
Niall inclina leggermente la testa per permettere all'aria di entrare nella sua bocca, poi "Non lo so" biascica, stanco.
Si stacca da Zayn e si sdraia sul letto, fissando il soffitto e cercando di cacciare indietro le lacrime.
"Scusa. Sono una persona molto emotiva. A volte mi capitano cose tipo questa. Sai, scoppiare a piangere per nulla e cose del genere" spiega, senza staccare gli occhi del soffitto intonacato.
Zayn ridacchia e si siede sul letto, accarezzandogli un braccio.
Colto di sopresa, Niall sussulta e la sua reazione scatena una lieve risatina e un'espressione divertita sul viso di Zayn.
"Non farlo" sussurra il biondo, gli occhi fissi sulla mano di Zayn.
"Cosa?"
"Questo."
Le sopracciglia del moro si sollevano, conferendogli un'espressione perplessa. "Perché?"
"Mi dà fastidio" gli comunica con voce piatta, sperando che si allontani.
Ovviamente Zayn non lo ascolta, iniziando a giocherellare con il braccialetto nero che abbraccia il polso destro di Niall.
Infastidito, questo si tira a sedere di scatto e sottrae il braccio, guardando Zayn in cagnesco.
"Perché fai così?" gli chiede rabbioso.
"Così come?" replica spaesato l'altro, come se non abbia la minima idea di ciò di cui sta parlando Niall.
"Così. Come se a volte t'importasse e a volte no."
Il suo viso è appena ad una decina di centimetri da quello di Zayn, e Niall sente l'impellente bisogno di spingerlo all'indietro e di avventarsi su di lui, senza dargli il tempo di rispondere, ma cerca di non pensarci.
"Mi importasse di cosa?" soffia Zayn, gli occhi fissi sulle labbra di Niall.
Niall indica prima se stesso e poi Zayn, poi "Di questo" mormora. "Di noi."
"E da quando io e te siamo un noi?" chiede retoricamente il moro, ritraendosi leggermente.
"Non lo so, dimmelo tu" la voce di Niall è terribilmente insicura nel pronunciare quelle parole.
"Il fondamentale problema è che un noi non c'è mai stato, Nail. Non un noi che riguardasse me e te, almeno."
"Vaffanculo" sibila Niall, spingendolo con violenza.
Odia quando Zayn storpia il suo nome, odia quando Zayn parla per engimi, odia Zayn. "Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo."
Zayn rimane immobile, i suoi occhi scuri puntati su quelli chiari e umidi del biondo, rigidi e rabbiosi.
"Allora perché stai con me, eh? Vattene. Esci da questa casa. Adesso."
Il moro non si muove e Niall si arrabbia ancora di più.
Si sente andare a fuoco, brucia e scotta e vuole prendere a pugni Zayn.
"Vaffanculo Zayn, sparisci. Lasciami in pace. Esci dalla mia vita. E' abbastanza chiaro come concetto?" 
Niall accompagna tutto gesticolando, e sa di apparire patetico, anche se vorrebbe risultare soltanto freddo e distaccato.
Eppure non ci riesce proprio, non ce la fa a fermare le lacrime e a soffocare i singhiozzi disperati che gli partono dal cuore e vengono trasmessi a tutte le terminazioni nervose.
Poi, visto che Zayn rimane fermo a guardarlo, si tira a sedere e lo spinge nuovamente, tirandogli un pugno sulla spalla.
Tuttavia i riflessi di Zayn sono piuttosto veloci e il ragazzo gli blocca le braccia senza fare alcuna fatica.
"Nail" cerca di dire Zayn, tendogli fermo il mento con una mano e le braccia con l'altra.
"Ni, calmati, per favore."
"No! Lasciami in pace! Non rompermi i coglioni, porca troia!" gli urla in faccia, chiedendosi se sua madre e suo fratello stiano sentendo o meno.
Niall si sdraia sul letto e si asciuga le lacrime.
Davvero non riesce a capire da dove arrivino, sono troppe per essere contenute in un solo essere umano.
Davvero troppe.
Troppo dolore.
Dopo qualche secondo, Zayn si sdraia accanto a lui.
Niall non vuole condividere niente con lui.
Niente di niente.
Zayn l'ha appena preso per il culo in un modo così crudele che solo a ripensarci gli viene da piangere ancora di più; infatti decide di voltarsi su di un fianco e dargli le spalle.
Il moro gli sfiora con le dita le vertebre, una ad una, prima di avvicinarsi a lui e abbracciarlo goffamente.
Quando parla, le labbra di Zayn sfiorano il collo di Niall. "Ti prego Niall non mandarmi via."
"Vaffanculo" sbotta l'altro ragazzo, continuando a fissare il muro contro il quale è appoggiato il letto.
"Niall?" tenta di nuovo Zayn, e quando il biondo si gira è incazzato nero.
"No Zayn, sta' zitto. Mi fai schifo."
"Mi dispiace" mormora a bassa voce Zayn, cercando la sua mano.
Niall allontana repentinamente la mano infilandola sotto il cusino e manda giù la saliva che gli blocca le vie respiratorie.
"Non è vero, non ti dispiace. A te non te ne frega un cazzo, Zayn" sbotta duramente, arrabbiato sia con lui che con se stesso.
Rimangono in silenzio per un momento, e Niall sente solo il respiro di Zayn contro la sua nuca e il suo braccio attorno al fianco.
L'eco lontano e attutito di una macchina in partenza invade la stanza, successivamente seguito dal rumore della televisione.
Il mondo va avanti e loro stanno fermi, ma stranamente questa cosa a Niall non dispiace.
 "Hai ragione, Ni: non me ne frega un cazzo" sussurra ad un certo punto Zayn, dal nulla. "Ma di te m'importa."
Niall si volta verso Zayn e intreccia le dita con le sue, incastrando la testa contro la sua spalla, vicino al suo cuore.
Quel giorno, il ventidue di dicembre, Niall Horan è morto e rinato tra le braccia di Zayn Malik.







                                                                                                                              -


Hey.
Lo so, lo so, lo so.
Sono in ritardissimo. Ma se pensate che non aggiorno la larry da quasi due mesi, sono in ritardo solo relativamente, no?
Sono le tre di notte, quindi posterò il capitolo domani, dopo aver controllato gli errori di battitura.
Dunque, il capitolo.
E' uno schifino, all'inizio non dovevano nemmeno esserci i pov di liam e harry ma alla fine per allungare un po' li ho inseriti, sennò il capitolo era una merdina schifosa.
A parte questo, sono tutti molto depressi, un po' come me, haha.
Insomma, questa storia è triste eccetera eccetera e non ha una fine ed è noiosa, e mi dispiace enormemente, ma non riesco a renderla più interessante di così.
Come al solito, ringrazio chi si è fermato a recensire gli scorsi capitoli (nialljameshoranslaughs, _Sunrise, HiSheeran__, Sogni d Horan, kidrauhlismyheroe,  andre_nialler), chi segue, preferisce, ricorda.
Siete fantastiche, davvero, e siete troppe :(
Un enorme grazie a chi continua a inserirmi tra le autrici preferite, mi fate commuovere.
Ho sonno, ma comunque: story of my life.
Se best song ever mi aveva delusa e diana non mi prendeva particolarmente, questa canzone invece è splendida.
Anche se non ne colgo a pieno il significato, è strano dedicare una canzone del genere ad una ragazza, e per di più il video non c'entra una minchia, perciò boh.
Resta il fatto che si va ad aggiungere alle loro canzoni migliori e che io la amo con tutta me stessa.
Basta, vado via, ciao ciao :) xx
Oh, su twitter sono @zainsheist :-)
Allora, giuro su zayn che domani sera il primo capitolo della larry sarà postato, lo giuro.
  
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