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Autore: Io_me stessa    02/11/2013    2 recensioni
Questa breve saga parla dell'immaginaria sorella di Clark/Kalel, è interamente ambientato a Krypton. Ho cambiato alcune cose rispettoa alla serie: Lara è morta alla nascita di Clark e Jorel è davvero un bastardo. Mi dispiace ma io l'avevo immaginato così. Dal testo:
CAP. 3 "Digito le coordinate della terra e poi quelle che i suoi abitanti chiamano latitudine e longitudine. Mi viene chiesto un nome. Dev'essere una modifica di Lara..."
CAP. 1 "Kalel ha smesso di piangere. Tendo le orecchie ma non sento niente. Per fortuna Jorel non si è svegliato. "E va bene piccoletto, resto qui, ma tu dormi"
CAP.3 " -Perdonami- Perdonami? A me lo dici? Alla figlia che ti ha appena disconosciuto?"
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Clark Kent, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sogno….
Io e Lara siamo sedute sul promontorio a nord di Kandor, ad osservare i due soli di Krypton calare lentamente all’orizzonte. La morbida luce dorata si impiglia nei suoi capelli, facendo risaltare le ciocche bionde fra quelle più scure.  Il suo sguardo è perso, lontano, in chissà quale luogo e tempo. Non parliamo, ma fra noi non ce n'è bisogno, ci troviamo a nostro agio nel silenzio. Ad occhio e croce abbiamo ancora un paio d’ore prima che faccia buio.
“Lara” dico io all’improvviso. “Mamma” penso. Avrei dovuto dire “mamma”, perché non riesco a considerarla tale? Perché continuo a pensare di non meritarla?
“Perché hai sposata papà?” le chiedo senza averci riflettuto, lei si gira, mi sorride e mi guarda con aria interrogativa.
“Intendo dire; avevi tanti spasimanti, avresti potuto scegliere qualcuno di più bello, più giovane, più forte, più…” esito, non voglio ferirla “buono” dico infine. Lei sorride con dolcezza: “Ho scelto colui che aveva più bisogno di me, ho scelto un uomo crudele per poterli insegnare la pietà”.
Allora non capii quella frase, oggi, ora che vedo Jorel senza di lei, comincio a comprendere.

Due colpi bruschi alla porta e mi risveglio nell'orribile realtà. E’ lui. Mi alzo in piedi di scatto e corro ad aprire. Do un’occhiata all’orologio: quinto periodo lunare, non ho mai visto mio padre svegliarsi prima del decimo. “Quella cosa piange di nuovo” mi dice con aria scocciata.
“ Vado subito” mi affretto a rispondere e lui se ne torna in camera brontolando. “Quella cosa” è mio fratello, il fratello che, secondo Jorel, ha ucciso nostra madre. Lo odia. Un tempo, quando Lara era incinta, lo odiavo anch’io, non si parlava d’altro che del suo amato erede maschio. Poi, dopo che lei morì durante il parto, e mio fratello passò da “piccolo tesoro mio” a “quella cosa” (in realtà si chiama Kalel ma quel nome viene usato talmente di rado che a volte ho paura di dimenticarmene), noi due ci ritrovammo alleati contro un nemico comune.
Comincio a sentire i suoi vagiti solo arrivata in salotto, come ha fatto Jorel a udirli da sopra? Forse il mio orecchio sta peggiorando a furia di ascoltare le sue urla. Mi siedo accanto alla sua culla, lo sollevo dolcemente e subito smette di piangere. Ha gli occhi arrossati, un rivolo di bava dalla bocca e radi capelli neri sparati in aria.
“Lo sai che sei proprio brutto?” mi fissa del tutto inespressivo “brutto e stupido” completo. Osservo la culla per cercare di capire cosa originasse il pianto. Forse ha freddo. Recupero una coperta leggera dall’armadio e lo rimetto a dormire. Sto per andarmene quando lui mi prende il dito ridacchiando: “Eh, no, piccoletto” sussurro “non hai capito come funzionano le cose”. Libero il dito e mi avvio verso la porta. Ricomincia a piangere disperato. Mi lancio verso la culla e lo prendo nuovamente in braccio:
“Per carità, se svegli tuo padre due volte in una notte se la prenderà con me”. Rabbrividisco al pensiero. Kalel ha smesso di piangere. Tendo le orecchie ma non sento niente, fortunatamente non si è svegliato.
“E va bene piccoletto, resto qui, ma tu dormi” si accoccola fra le mie braccia e si addormenta. “Resto qui con te” sussurro prima di addormentarmi anch’io.

Angolo dell'autrice
Piaciuto il primo capitolo? Spero di sì :) In realtà questo poteva essere tranquillamente il prologo, anche se ho preferito metterlo come primo capitolo, infatti gli altri due sono ambientati un paio d'anni più tardi. Piccola osservazione: sono stata l'unica a notare che nel primo episodio, quando Clark arriva sulla Terra, non è proprio un neonato? Io ho stimato 2 anni, poi fate voi. E poi... boh! Penso di aver detto tutto, ci vediamo al prossimo cap., bella gente!

 
  
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