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Autore: SSONGMAR    02/11/2013    5 recensioni
Prendete due persone distanti, distanti in tutti i sensi che possano esistere al mondo e metteteli tra la folla: quante possibilità hanno gli occhi di queste due persone di incontrarsi? Direi una su centomila. Eppure a loro era successo, per un secondo i loro occhi si erano incontrati, i loro sguardi sfiorati, le loro mani toccate e nulla poteva ostacolare quello che stava accadendo. Nemmeno l’oceano.
L’oceano tra noi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Durante il primo mattino il cielo si era rannuvolato e, pur non essendo minaccioso, dava l’impressione che l’inverno fosse ormai arrivato. Nonostante tutto, però, la nebbia notturna si era diradata e gli uccellini cinguettavano felici. Con un piccolo sforzo alzai la testa da quello che sarebbe dovuto essere il mio cuscino, ovvero il povero braccio di Seungho che mi aveva ospitato accuratamente tutta la notte, mentre il suo petto si gonfiava lento sotto le mie dita.
Il soju aveva forse fatto un brutto effetto, anzi ne ero sicura date le circostanze in cui avevamo dormito. Il dormitorio sembrava quasi un porcile e tutti avevano assunto posizioni non ben definite per trascorrere la notte. Mir e Joon si erano addormentati tenendosi stretti l’uno nelle braccia dell’altro, li avevo guardati a fondo col sorriso stampato sulle labbra e avevo catturato quel momento per tenerlo sempre con me. G.O e Thunder avevano furbamente usato il divano, ma le gambe di G.O intorno al collo di Thunder lasciavano intendere la scomodità di quella posizione. Sorrisi ancora una volta guardando quello che mi circondava. Guardai Seungho e mi strinsi forte sul suo petto lasciando che il suo odore mi avvolgesse. Stavo ormai vivendo con la consapevolezza che mancavano pochi giorni alla mia partenza, al mio rientro in Italia, ancora poco e li avrei rivisti nuovamente da uno schermo. Gli accarezzai dolcemente il viso e sul suo volto spuntò un meraviglioso sorriso, sentii il cuore battere forte quando mi strinse nuovamente a sé. Mi allungai lentamente per lasciargli un piccolo bacio sulle labbra. Pensai che avrei archiviando quei ricordi così nitidi e li avrei sempre resi vivi in me, non facendoli mai sembrare frammenti di passato, ma il rumore dei miei pensieri fu interrotto da un forte squillare di un cellulare. Seungho aprì lentamente gli occhi e mi parve di essere invasa dalla luce racchiusa in essi, mi sorrise vedendomi così vicina.
Un fragore di voci disapprovanti si propagò nell’aria, quasi tutti gli MBLAQ erano svegli adesso. Seungho si alzò lentamente e si recò al telefono sotto lo sguardo attento di tutti – chi potrebbe essere a quest’ora hyung? – mugugnò il maknae stringendo a sé il povero braccio di un Joon ancora immerso nei più profondi sogni. Seungho scrollò le spalle e si accinse a rispondere. In quel momento sentii una strana sensazione nascere in me, la stessa sensazione di quella sera era ritornata ad assottigliarsi indisturbata nel mio stomaco. Un piccolo gemito alla mia sinistra attirò,però, la mia attenzione liberando, per un attimo, la mia mente da quella sensazione, era Meg che ancora dormiva stando stretta a Jae Ha. Strabuzzai gli occhi nel vedere la scena, era incredibile il modo in cui si stringeva forte a lui, forse era dovuto al fatto che le mancava terribilmente il suo ragazzo.
Restai a fissarla in quel modo, e nonostante stesse ancora dormendo, la sua espressione parlava perfettamente. In un momento mi sentii triste. Guardai Seungho quasi egoisticamente; io avevo il mio amore lì a pochi passi da me mentre lei dall’altro lato dell’oceano.
Il viso di Seungho divenne serio in men che non si dica, staccò la telefonata ed incitò tutti gli altri ad alzarsi – forza ragazzi, svegliatevi – aveva esordito con tono autoritario.
Thunder, Joon e G.O aprirono lentamente gli occhi seguiti da Meg e Jae Ha che erano rimasti a fissarsi col rosso in viso – dobbiamo andare immediatamente alla J Tune, il CEO vuole parlare con noi – lo sguardo serio e deciso di Seungho sembrava esprimere la preoccupazione, ma nonostante tutto restava composto nei panni del leader perfetto.
Il dormitorio si movimentò e in men che non si dica tutti avevano finalmente preso vita e seri si preparavano per dirigersi a lavoro. Preparai le mie cose e fui pronta a lasciare il dormitorio, nonostante tutto avrei dovuto raggiungere il mio appartamento e Jae Ha ci avrebbe accompagnate.
Guardavo Seungho preoccupato e quella sensazione in me continuava a farsi spazio, non riuscivo a mandarla via e ciò stava a significare qualcosa, forse avrebbero convocato anche me.
Speravo con tutto il cuore che nulla di drastico sarebbe successo o il loro concerto a Seoul previsto per metà Novembre sarebbe andato in fumo.
All’esterno dello stabile una folata di vento mi aveva fatta rabbrividire, Seungho mi raggiunse ed avvolse la sua sciarpa rossa intorno al mio collo, la stessa che aveva deciso di regalarmi quel giorno in spiaggia a Busan. Silenzioso lasciò un bacio sulla mia fronte e sorridendomi salì sul van, lasciandomi lì col cuore colmo di preoccupazioni.

Ero tornata a casa con l’inquietudine che ormai mi divorava a morsi ed anche Meg sembrava essere piuttosto scossa e preoccupata. Durante il tragitto in macchina il silenzio aveva regnato sulle nostre bocche, nessuno si era azzardato a parlare, nessuno aveva battuto ciglio.
Cominciai a torturarmi le dita pensando a cosa avrebbe potuto dire loro il CEO – Mar non preoccuparti, andrà tutto bene – disse Meg accarezzando la mia spalla. Finalmente mi aveva parlato, era rimasta zitta per l’intera mattina ed io non avevo avuto il coraggio di rivolgerle la parola. Forse qualcosa in lei stava cambiando, ma non volevo pensare che si trattasse dei sentimenti, quelli nei confronti di Jae Ha.
Le strinsi la mano e mi avvicinai lentamente lasciando affondare il mio viso nella sua spalla, il calore della mia amica era sempre un qualcosa di rassicurante. Restammo strette senza parlare per qualche secondo, ma il suono di un cellulare aveva nuovamente spezzato il nostro silenzio. Ci guardammo negli occhi ed io capii che quella telefonata era per me. Presi il cellulare dalla mia borsa e vidi il numero di Seungho fare capolino sul display. Avevo atteso quella chiamata per un tempo che mi sembrò ragionevolmente lungo. Mi decisi a rispondere facendo un piccolo sospiro. Inconsciamente le mie spalle cominciarono a tremare in modo incontrollabile e mi sembrò che qualcosa di terribile stesse per accadere e la voce rotta di Seungho dall’altro capo ne fu la prova – è appena uscito un articolo su di noi che ha suscitato l’ira di molte mie fans. Mar, Mar non devi assolutamente uscire di casa, resta lì ti prego.. stanno arrivando – a quelle parole lasciai che le mie gambe perdessero tutta la forza e mi lasciai cadere al pavimento stremata. Meg preoccupata cercò di reggermi mentre sentivo la voce di Seungho sussurrarmi ancora qualcosa. Con lo sguardo fisso nel vuoto cominciai a piangere, volevo capire chi fosse la persona che stava facendo tutto quel baccano, che stava mettendo su quel piccolo teatrino. Guardai al mio polso il bracciale di coppia che avevamo comprato, nonostante tutto Seungho lo indossava ancora, nonostante tutto stava portando sulle sue stesse spalle un peso insostenibile.
Delle grida provenienti dall’esterno richiamarono la nostra attenzione, una folla di ragazze si accalcavano davanti il nostro cancelletto, con esse dei fotografi pronti ad immortalare il tutto.
Meg sbirciò dalla finestra che portava al piccolo stagnetto – aish, ma quanti ne sono? – aveva esordito mentre io restavo ancora seduta lì a terra – Meg, io li affronto. Sono pronta, non posso sempre nascondermi – ero decisa, mi alzai e fui pronta ad uscire – sei pazza Mar? Cosa ti è saltato in mente? – ignorando le parole di Meg mi diressi verso il corridoio che portava al pianerottolo, deglutii e fui pronta a smentire il tutto davanti ai fotografi. Non potevo lasciare che Seungho provvedesse a tutto, non potevo, dovevo reagire. Aprii la porta di casa e mille flash accompagnati da grida indecifrabili mi invasero, feci un passo in avanti ma qualcuno si era precipitato addosso, mi aveva abbracciato facendo affondare la mia testa nel suo petto. A quel punto il tempo sembrò fermarsi. Riconobbi immediatamente quel profumo e gli occhi mi si riempirono di lacrime, Jun era tornato, era tornato e adesso mi stava salvando.
Con uno scatto impercettibile mi trascinò dentro chiudendo velocemente la porta alle nostre spalle, ci lasciammo cadere entrambi a terra e ci guardammo negli occhi. Non ero in grado di ricambiare il suo amore, eppure lui continuava a proteggermi – cosa ti è saltato in mente? – canzonò abbracciandomi nuovamente. Sentii il cuore battere forte contro il suo – Jun – bisbigliai sottovoce restando ancora stretta nel suo abbraccio. Meg ci raggiunse e si fiondò a sua volta tra le braccia di Jun – Jun, sei qui finalmente – disse stringendosi forte a lui, Jun sorrise e si staccò dall’abbraccio – ho seguito il tutto da lavoro, mi sono anche vantato coi miei colleghi di avere la ballerina degli MBLAQ come amica – puntò il dito verso la mia fronte e lo pigiò forte facendomi quasi cadere all’indietro – vi siete cacciati in un bel guaio, vero? – confessò cambiando tono di voce.
Meg preparò un po’ di the al ginseng mentre io e Jun ci eravamo accomodati al tavolo – quindi come si è svolta la cosa? – chiese interessato, prendendo la tazza che Meg gli aveva dato. Mi strinsi nelle spalle e cominciai a tracciare i bordi della mia tazza – beh, mi sono esibita con gli MBLAQ alla fine. E’ stato tutto magico, mentre ballavo ripensavo alle tue parole – vidi Jun sorridere ed arrossire – alla fine uno dei ragazzi sarebbe dovuto andare a Busan per uno spot e a mia sorpresa doveva andarci proprio Seungho, mi ha chiesto poi di accompagnarlo – pronunciavo quelle parole ma sentivo delle piccole lame trafiggermi, in un certo senso sapevo dei sentimenti che lui provava nei miei confronti, lo aveva dimostrato anche quella sera lasciandomi quel bacio all’angolo della bocca. Meg notò la mia espressione, si sedette accanto a me e poggiò la sua mano sulla mia spalla. All’esterno il casino non si era ancora placato, sospirai pensando a Seungho – cosa facciamo adesso? – chiesi riferendomi al casino posto davanti alla nostra casa – Mar, devi andare alla J Tune – disse Jun – devi vedere lì le cose come si stanno evolvendo, devi fare qualcosa – mi strinsi nelle spalle e mi morsi nervosamente le labbra, Seungho aveva detto di non muovermi ma Jun aveva ragione, dovevo fare qualcosa – facciamo in questo modo – Jun guardò Meg deciso – Meg, dovresti fare da cavia – propose e Meg annuì – dove vuoi arrivare Jun? – chiesi io sorpresa – questo è il piano. Meg indosserà una tua felpa, un qualcosa che ti appartiene e lascerà l’appartamento al posto tuo. Meg tu devi correre più forte che puoi – sembrava davvero deciso – io seguirò Meg fingendo di proteggerla come ho fatto con te poco fa, così tutti crederanno sia tu. Quando il baccano ci avrà seguiti tu potrai uscire indisturbata, saltare sul primo taxi e correre alla J Tune, ci stai? – il piano di Jun mi sembrava davvero buono, speravo solo funzionasse. Portammo le mani al centro ed urlammo un grosso fighting. Meg cominciò a prepararsi mentre io restai lì a fissare Jun – che c’è? – disse lui sorridendomi. Sorrisi a mia volta e mi fiondai tra le sue braccia portando le mie dita tra i suoi capelli, li scompigliai appena, erano così profumati e folti – mi sei mancato Jun – confessai – mi sei mancata anche tu – bisbigliò lui a sua volta stringendomi ancora più forte.

Scorsi la testa lungo il cancelletto e mi accorsi di come il cumulo di persone seguivano Meg e Jun che, furtivamente, si erano fiondati in macchina. In un certo senso ero dispiaciuta per loro, a causa mia stavano vivendo dei brutti momenti.
L’ajusshi del taxi era arrivato prima del previsto, mi accomodai lasciandomi sprofondare nel sedile e mi diressi alla J Tune.
Una volta lì guardai lo stabile dall’alto in basso, sentivo il cuore pulsarmi in gola e non sapevo cosa mi aspettava da lì a poco. Mi munì di coraggio e decisi di entrarvi.
Un leggero vociferare si era alzato appena al mio passaggio, ogni passo mi sembrava infatti un passo verso l’inferno. Sentivo un fuoco bruciarmi dentro ma dovevo andare avanti.
Entrai in sala prove ma era vuota, deserta. Feci per andarmene ma un’ombra riflessa nello specchio richiamò la mia attenzione. Assottigliai gli occhi per guardare meglio e mi accorsi della presenza di G.O, era lì e se ne stava con le spalle al muro ad occhi chiusi, sembrava stesse dormendo. Chiusi la porta alle mie spalle e lentamente mi avvicinai. Il mio intento non era quello di svegliarlo, ma sembrava così perso nei suoi meravigliosi sogni che me ne sarei rimasta lì tutto il giorno a fissarlo.
Il tenero e pazzo G.O, la persona con la voce più spettacolare di questo mondo, colui che mi rapiva ogni volta. Il mio amato ajusshi. Non riuscivo a spiegare quanto amore provassi esattamente nei suoi confronti. Lui per me era sempre stato speciale.
Aprì lentamente gli occhi e con una mano li strofinò entrambi – Mar – sussurrò prima di guardarsi intorno – aish, l’ho rifatto. Mi sono addormentato – in quel momento sentii il mio cuore cadere improvvisamente nel vuoto, forse lui non era lì con l’intento di riposare, era accaduto di nuovo. Lo aiutai ad alzarsi e ricordai della sua malattia, G.O soffriva di narcolessia e si addormentava improvvisamente, per questo motivo non poteva guidare.  Quando lo seppi per la prima volta stetti davvero tanto male, fu una cosa che mi lacerò completamente il cuore. Gli regalai un sorriso stracolmo di affetto – come mai se qui? – chiese guardandomi, abbassai lo sguardo e mi strinsi nelle spalle – ho voglia di aiutarvi, di fare qualcosa – confessai. G.O portò una mano tra i miei capelli e li scompigliò appena – ehi Smoky Girl, lo ami davvero tanto, non è così? – chiese sorridendo, arrossii leggermente e sorrisi a mia volta, mi sarebbe venuto da dirgli quanto amassi anche lui – in questo momento credo sia col CEO, stanno trovando una soluzione per smentire queste voci. Sai prima d’ora non era mai successa una cosa del genere, è tutto nuovo sia per noi che per la J Tune – mentre mi spiegava il tutto G.O si stiracchiava guardandosi allo specchio, alle sue spalle si rifletteva la mia figura triste. Vidi G.O osservarmi dallo specchio, si voltò e mi raggiunse nuovamente – ehi Mar non devi starci male, non è colpa tua. Piuttosto, sei pronta per il concerto? – lo vidi sorridere e mi parve di vedere un piccolo criceto, avrei tanto voluto strizzare quelle sue meravigliose guanciotte. Quando G.O rideva i suoi occhi si facevano ancora più piccoli, si assottigliavano, donandogli un’aria coccolosa. Sorrisi ed annuii; quella avvenuta quel giorno fu un’esibizione come tante, adesso avrei dovuto affrontare il concerto.

Anche G.O fu chiamato dal CEO quindi io me ne sarei rimasta buona in sala prove ad attendere il verdetto.
Lanciai uno sguardo fuori dalla finestra e mi accorsi del chiarore della luna che ammantava l’intera Seoul con una luce azzurrognola, avevo trascorso tutto il giorno alla J Tune ed era ormai calata la sera.
Meg era rimasta con Jun, era davvero eccitata quando mi aveva telefonato e mi aveva parlato della reazione dei fotografi una volta che aveva tirato giù il cappuccio, ero felice del fatto che avesse preso il tutto col sorriso, ma in fondo era da lei, Meg aveva un grande cuore.
Mi guardai allo specchio e cominciai a muovermi per provare alcuni passi, avevo la sala prove a disposizione e sarebbe stato un peccato non usufruirne.
Mi diressi in fondo alla sala e cominciai ad abbozzare qualche passo, alla fine finii col ballare U&I di Ailee.
Sentii qualcuno applaudirmi alle spalle ed immediatamente mi strinsi nelle spalle, avevo paura di voltarmi per capire chi fosse. Senti dei passi raggiungermi, alzai lo sguardo e sentii il fiato mancarmi, non potevo credere che lui fosse lì. Mi voltai lentamente ed ebbi il suo sorriso meraviglioso puntato nei miei occhi, e lui era lì, davanti a me, l’uomo (a mio parere) più sexy della Corea del Sud mi aveva osservata.
Mi salutò con la sua voce roca continuando a battere le mani – sei davvero brava – aggiunse poi. Restai su me stessa, mi sentivo quasi morire e feci un leggero inchino di gratitudine, ancora non riuscivo a capire per quale motivo lui fosse lì, Rain, era venuto per tirarmi fuori da quella situazione? Anche i miei pensieri cominciarono a delirare, sentii come se il mio corpo fosse stato ricoperto da cemento.
La porta si aprì di colpo e gli MBLAQ fecero il loro ingresso - sei qui hyung – avevano gridato all’unisono. Vidi lo sguardo di Seungho perdersi completamente nel mio, in quel momento mi stava parlando ed io ascoltavo attenta, il suo sguardo mi stava dicendo che da lì a poco sarebbe andato tutto ok.
- Bene, siccome ci siamo tutti credo che sia il momento di parlare e dire a Mar come si svolgeranno le cose da ora in poi – deglutii ma mi fidavo di loro, mi fidavo di lui.
Rain era considerato da tutti l’appa MBLAQ, era solo grazie a lui se gli MBLAQ erano nati. Li aveva istruiti ed allenati per bene e li aveva fatti diventare ciò che erano adesso. Gli MBLAQ avevano sempre dato il meglio di loro stessi per non deluderlo e adesso erano completamente autonomi.
Rain, inoltre, non faceva più parte della loro stessa casa discografica e questo era il motivo per cui non riuscivo a comprendere la sua presenza. Notando il mio sguardo assente ed interrogativo Seungho mi prese una mano rendendo viva nuovamente la mia attenzione, Rain sorrise – forse ti chiedi per quale motivo io sia qui, credo tu mi conosca molto bene quindi non c’è motivo di presentazioni. Anch’io ho sentito parlare molto di te Mar e questa sera ti ho anche vista ballare, quindi potrei dire di conoscerti benissimo – annuii prestando ancora attenzione, Rain unì le mani e le portò alla bocca, ci scrutò uno ad uno e cominciò a parlare. Guardai i ragazzi ed era incredibile la serietà che stavano dimostrando in quel momento, si notava da lontano un miglio quando stimassero e rispettassero Rain – Mar? – sobbalzai quando sentii il mio nome – s-si? – mi strinsi nelle spalle e sentii il viso avvampare – dovrai debuttare, intendo non come ballerina degli MBLAQ ma come idol, solo in questo modo potremmo smentire quelle voci. Farai delle foto insieme a Seungho, fortunatamente quelle di Busan non sono ancora state pubblicate e fingeremo che eri lì con lui per lo spot – Rain stava parlando ma il mio cuore si era fermato già da un bel pezzo, nel momento in cui aveva pronunciato quelle parole – dovrai debuttare – guardai i ragazzi ad occhi sgranati poiché non potevo assolutamente credere alle mie orecchie – ma come è possibile tutto questo? Io non posso, tra pochi giorni devo partire e ritornare in Italia – tutto cominciò ad apparire confuso, non riuscivo più a comprendere quale fosse la finzione e quale la realtà – dovrai prolungare la tua permanenza almeno di qualche altra settimana Mar, gli MBLAQ ti presenteranno durante il loro concerto proprio come io ho fatto con loro quattro anni fa – sentii la mano di Seungho stringere ancora più forte la mia, il cuore batteva forte nel mio petto e sentivo la forza abbandonare lenta il mio corpo. Quando gli MBLAQ notarono il mio disagio si avvicinarono, mi circondarono completamente regalandomi il proprio calore – ti do almeno un giorno di tempo per pensare alla mia proposta Mar, dopodiché cominceremo con il servizio fotografico e quant’altro – Rain pronunciò quelle parole prima di sparire completamente dietro la porta.

Camminai su e giù per il corridoio. Dovevo pensare, valutare la situazione e capire cosa fare. Non c’era tempo per l’indecisione, non ora, dopo quello che avevo saputo.
Eppure io dovevo tornare indietro. Sarei dovuta salire su quell’aereo tra poche settimane e avrei dovuto riabbracciare i miei cari.
Nervosamente mi sedetti su una sedia portando entrambi le mani alla testa, avevo bisogno di Meg e dei suoi consigli. Da lontano vidi arrivare Jae Ha, aveva già saputo tutto e grazie a lui anche Meg era a conoscenza della decisione di Rain.
- Come ti senti Mar? Ho saputo tutto, congratulazioni – disse Jae Ha sorridendo, accomodandosi accanto a me. Guardai Jae Ha fisso negli occhi – come puoi congratularti Jae? Credi io mi sia meritato questo debutto? Non ho fatto provini, non ho avuto un buono allenamento e adesso puff, mi dicono che devo debuttare! – cominciai a tremare nuovamente e a torturare le mie povere mani, se ne avessi avuto la possibilità sarei scoppiata completamente in lacrime – Mar, cerca di ragionare, sai quante persone vorrebbero essere al tuo posto? – disse Jae, poggiando una mano sulla mia spalla. Sentii le lacrime pulsarmi negli occhi – appunto Jae, ci sono persone che provano anche per anni ed anni di fila, non posso rubare loro il posto in questo modo – sentii la voce rompersi dentro – capisci quello che intendo? Debuttare è sempre stato anche il mio sogno, ma avrei voluto arrivarci con le mie forze. Mi ero ripromessa di studiare per bene e ritornare una volta finiti gli studi qui in Corea e provare, anche dieci volte se necessario. Ma non in questo modo – tirai le ginocchia verso il petto e vi ci poggiai la testa. Non potevo debuttare, non avevo nemmeno esercitato il mio canto ed io avrei dovuto studiare tantissimo per migliorare. L’ultima volta che avevo cantato davanti ad un pubblico fu a sette anni, mi esibii con una canzone dello Zecchino D’Oro.
Mi sentivo patetica, avevo sempre odiato le persone raccomandate e adesso io ero diventata una di quelle. Tirai su col naso e poggiai la mia testa al muro, schiusi gli occhi e feci un respiro profondo ma un strano click attirò la mia attenzione. Mi voltai immediatamente e sulla mia destra vidi qualcuno con un berretto nero correre via, mi alzai di scatto e fui decisa a rincorrere chiunque mi avesse fotografato, ma com’era possibile che anche all’interno della J Tune vi era qualcuno che volesse in un certo senso il male degli MBLAQ?
Mi guardai intorno alla ricerca di qualcuno, Jae Ha che mi era stato accanto adesso non c’era, era sparito. Corsi ma di quella persona nessuna traccia, nemmeno l’ombra. Mi accasciai con le ginocchia a terra e tirai un pugno al pavimento, qualcuno stava rovinando la mia vita apposta.
Non era stato un caso, qualcuno stava progettando la mia rovina ed io avrei scoperto sicuramente chi!


 
  
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