-Le
Banshee sono spesso accompagnate dai Marciotti, creature che attirano i
viaggiatori nelle paludi.. - stava spiegando il professor Dougals,
mostrando
alla classe una diapositiva raffigurante le creature descritte. La
Banshee camminava curva
seguita dai saltelli di una strana creatura con un piede solo e una
lanterna in
mano.
Tra
tutti gli insegnanti dei nostri giovanissimi amici, il professore di
Difesa
Contro le Arti Oscure era il più severo. Persino
più severo della professoressa
Mc Granitt. Il ché era tutto dire!
Dougals
aveva corti e sbarazzini capelli corvini, e un abbigliamento sempre
impeccabile. Nonostante la sua giovane età, possedeva
un’aura di autorità. Dalle
cicatrici che sbucavano dal colletto della camicia e dai profondi occhi
celesti
si poteva capire che era passato tra mille peripezie e che la maggior parte
delle cose
di cui parlava le aveva vissute in prima persona.
Sin
dal primo giorno aveva messo in guardia i suoi alunni su quanto fosse
importante avere
una preparazione
adeguata contro le Arti Oscure e che lui sarebbe stato inflessibile nei
suoi
insegnamenti.
-Difesa
contro le Arti Oscure è probabilmente la materia
più importante che studierete qui
ad Hogwarts. Senza una preparazione adeguata sarete molto vulnerabili
quando
verrà il momento di affrontare il mondo esterno. Pretendo perciò da voi la massima
attenzione- aveva
affermato il primo giorno, scrutando severamente ogni allievo. Nessun
aveva
osato mettere in discussione le sue parole. E nemmeno ora avevano
qualcosa da
ridire sui suoi insegnamenti.
Tutti gli studenti pendevano dalle sue labbra. Ogni lezione di Dougals veniva
seguita
con attenzione e gli alunni rimanevano sempre affascinati dalla
materia.
Persino
James e Sirius provavano una specie di timore reverenziale verso il
professore
e solo raramente si permettevano di disturbare. Peter invece aveva
paura e
basta: si innervosiva ogni volta che il professore si rivolgeva a lui e
non era
un gran ché nelle esercitazioni pratiche.
Chi
prestava la massima attenzione durante le lezioni di Dougals erano invece tre ragazzini
completamente
diversi tra loro: la rossa Grifondoro, Remus e Severus adoravano il
professore.
Tutti
e tre prendevano solitamente appunti in maniera quasi ossessiva,
completamente
rapiti dalla materia.
Quella
mattina però, Remus stava troppo male per fare alcun
ché non fosse starsene
accasciato lungo il banco, ad aspettare che l’ora finisse.
Peter era troppo
distratto ed impaurito dalle creature per accorgersi del suo amico,
mentre
James e Sirius, che avevano notato lo stato di Remus lo avevano
osservato per
un po’ preoccupati, intimandogli ogni tanto di andare in
infermeria ma lui
aveva protestato cercando di resistere fino alla fine
dell’ora: non voleva
perdersi Difesa, già si assentava spesso a causa del suo
problema.
Così i due amici stavano facendo di tutto per distrarlo dal suo malessere. In quel momento James stava mostrando a Sirius come creare origami di carta e animarli tramite la magia – Devono essere perfetti- stava sussurrando al compagno- altrimenti la formula viene sbagliata-.
Aveva
creato fedelmente un piccolo Marciotto, con tanto di lanterna e piede
raggrinzito.
Agitò
la bacchetta e il Marciotto di carta
prese vita. Iniziò a saltellare in giro guidato
dalla bacchetta di
James. L’origami saltò sulla testa di Peter dove,
tra gli sghignazzi di James
e Sirius, prese fuoco. Peter, lanciò un gridolino soffocato
e saltò il piedi
terrorizzato.
Intanto
metà classe si era girata a guardare e aveva iniziato a ridere di fronte a quello
spettacolo, tra cui anche
il professore – Molto illuminante signor Potter, davvero
un’ottima
riproduzione. Signor Minus, non voglio immaginare cosa accadrebbe se si
trovasse faccia a faccia con un vero Marciotto- disse il professore con
un’aria
di rimprovero. Peter si risedette tutto rosso in viso.
-Signor
Potter la sua opera, per quanto interessante, non era affatto
necessaria. Le
costerà perciò dieci punti in meno a Grifondoro
-fece poi assumendo
un’espressione crucciata.
A
questa notizia anche gli altri smisero di ridere.
In
quel momento la campanella suonò, ad indicare la fine
dell’ora e tutti
saltarono in piedi, affrettandosi ad uscire.
-Arrivederci!
E ricordate il saggio di 500 parole sulle banshee del Sudamerica . I
Marciotti
sono argomenti interessanti, che
però affronteremo
meglio più avanti- li richiamò il professore
prima di scomparire oltre porta
secondaria dell’aula, diretto nel suo ufficio.
Remus
raccolse le sue cose e si allontanò a grandi passi verso
l’infermeria seguito
dai suoi amici.
-Davvero
ragazzi ci arrivo anche da solo- borbottò in un tono un
po’ più brusco di
quanto avrebbe voluto.
I
tre lo scrutarono preoccupati. Il viso di Remus era così
pallido che le
cicatrici sembravano in rilievo, più spaventose che mai. Il
ragazzo prese ad
allontanarsi, ma i tre non mollavano. Lo inseguirono per paura che si sentisse
male nel tragitto.
Remus provò a ribellarsi alle loro
premure ma invano, la voce sempre più debole
stava avendo una vera e propria crisi e per un attimo ebbe una folle ed
irrazionale pura che si sarebbe trasformato lì davanti a
loro, in pieno giorno.
Non era mai stato così male.
Finalmente
arrivò davanti alla porta dell’infermeria, ma non
riusciva nemmeno a parlare,
la crisi improvvisa lo stava artigliando e sentiva male in tutto il
corpo.
Fu
James che corse a perdifiato nell' ufficio di Madama Chips a
richiamarla
spaventato. La donna raggiunse Remus, agitò la bacchetta e
il ragazzino si
librò per aria levitando dietro all’infermiera che
lo portò nella stanza e lo adagiò
su un lettino. Gli fece bere la pozione che era solito prendere in quei
casi e
già sentì parte del dolore affievolirsi.
-Bevi
anche questo, ti farà dormire fino a stasera…-
disse somministrandogli un
sonnifero.
Il
ragazzino bevve la pozione che ebbe un effetto istantaneo. Prima di
chiudere
gli occhi e abbandonarsi al sonno ristoratore però fece in tempo a notare
James, Sirius e Peter
che lo osservavano ai piedi del letto preoccupati, la confusione nei
loro
sguardi…
Madama
Chips scacciò i tre ragazzi dall’ infermeria con la
scusa che Remus aveva
bisogno di riposare.
Invano
chiesero che cosa avesse il loro amico. Madama rispondeva sempre in
maniera
vaga alle loro richieste.
Dopo
varie minacce di punizioni, i tre amici decisero di allontanarsi
dall’infermeria, delusi ed affranti.
-Vorrei
proprio sapere che cosa gli è preso- stava dicendo James
mentre i tre salivano
le scale diretti alla sala comune.
-Già,
avete visto la sua faccia no? Era pallida come un fantasma- disse
Sirius.
-Questi
malesseri non sono per niente normali. Chissà,
forse… “Topoghiacci”-
fece James all’ indirizzo del ritratto della Signora
Grassa che si aprì permettendo ai tre amici di rifugiarsi
nella calda sala
comune.
-…forse
è una cosa genetica…- continuò
sedendosi sul divano più vicino al fuco per
scaldarsi le mani.
Sebbene
fossero stati tutto il giorno nel castello, il freddo penetrante si
faceva
sentire persino lì.
-Può
darsi, ho notato che gli viene così
all’improvviso, a distanza di settimane..-
-O..ogni
f…fine del m..mese- balbettò Peter che ancora tremava oltre
che balbettare.
-Che?
Scusa Peter, amico mio, ma col tuo balbettare non si capisce proprio
niente-
disse James.
-Sì,
una gallina starnazzante parlerebbe meglio- fece Sirius sogghignando.
-N..niente-
rispose Peter in tono brusco.
Odiava
quando i suoi amici prendevano in giro oppure lo rimproveravano per la
sua
balbuzie.
Non
era colpa sua,in fondo, se non riusciva a parlare correttamente. Per
questo era
costantemente preso di mira non solo da James e Sirius, ma anche da
molti altri
suoi compagni.
Si
rinchiuse in un silenzio offeso e ostinato a cui i due non fecero molto
caso.
-Comunque
sia dobbiamo scoprire che cosa ha- continuò James pensieroso.
-Ma
perché non vuole dircelo?- chiese Sirius in tono lamentoso.
James
fece spallucce.- Non lo so, ma vorrei scoprirlo. Dovremo
indagare…ma come? Non
riusciamo nemmeno a vedere come sta! Da dove possiamo iniziare?- si
domandò
frustrato.
-Se
solo potessimo andare a trovarlo, magari se vediamo come sta potremo
capire
meglio…- disse Sirius.
In
quel momento un’idea balenò nella mente di James.
-Un
modo ci sarebbe…- incominciò enigmatico, con una
strana luce negli occhi.
Ma
prima che gli amici avessero il tempo di chiedergli di cosa parlasse
vennero
interrotti dalle risate di Lily e Mary che stavano scendendo di corsa i
gradini
del dormitorio femminile.
Si
dileguarono oltre il ritratto della signora Grassa senza degnare i tre
di uno
sguardo.
-Ma
che le prende?- domandò James perplesso.
Sirius
fece spallucce. Non si interessava così tanto delle ragazze,
per lui era più
importante scoprire il segreto di Remus.
-Allora?
Questo modo?- chiese spazientito attirando l’attenzione di
James che sembrava
perso nei suoi pensieri.
Il
ragazzino si riscosse sogghignando- Beh, direi che sarebbe ora di
inaugurare il
Mantello dell’Invisibilità-.
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Le
risate delle ragazzine risuonavano per tutto il parco quel pomeriggio.
Nemmeno
il freddo di fine gennaio impediva loro di divertirsi.
Lily
faceva sfoggio dei suoi bellissimi para orecchie appena ricevuti dai
genitori,
di un colore verde acceso, come i suoi occhi.
Le
cinque amiche stavano approfittando della neve fresca (aveva appena
nevicato)
per giocare a palle di neve: si colpivano a vicenda, a volte usando la
bacchetta per sollevare blocchi più grossi e in poco tempo
si ritrovarono già
bagnate fradice.
-Marlene
i capelli!- gridò Emmeline quando si vide arrivare una palla
gigante che la fece finire a terra. La ragazzina era gelosissima dei suoi lunghi
boccoli
biondi che aveva raccolto in due codini
ai lati del viso.
Marlene
rise sguaiatamente e si lanciò sulla ragazzina
schiacciandola contro la neve.
-Aah!
Togliti Marlene! Non sei il fuscello che credi!-gridava tra le risate
delle
altre.
Marlene
si rialzò un pochino offesa e riprese a lanciare palle di
neve a raffica.
-Sarà
meglio andare, dobbiamo metterci avanti col compito di Difesa- disse
Lily
quando era ormai troppo buio per vedere i bersagli.
-Lily
non incominciare!- sbuffò Mary- E’ per
giovedì! Abbiamo ancora un sacco di
tempo-.
Lily
arrossì, ma non insistette.
-Sarà
meglio andare comunque, credo sia quasi ora di cena- fece Alice
osservando le
grandi finestre illuminate della
sala
Grande.
Insieme,
le tre ragazze si avviarono verso il castello.
Nella
sala di ingresso però si imbatterono in alcuni Serpeverde
del primo anno che
stavano prendendo in giro dei coetanei Tassorosso. Lily fu sorpresa di
vedere tra le Serpi anche Severus. Lo guardò interrogativa.
Il ragazzino
notandola, ricambiò il suo sguardo, controllò che
i suoi compagni fossero distratti a ridere
della faccia brufolosa di un ragazzino e si avvicinò alla
rossa.
Lily
non notò le sue precauzioni. Salutò le amiche che
si avviarono verso la Sala
Grande, non molto contente di abbandonarla lì con Piton.
-Ciao!-
esclamò la ragazzina.
-Ciao-
disse Severus.
Lily
sorrise incoraggiante e Severus ricambiò. Sembrava indeciso
e Lily vide che
teneva una mano in tasca, come se nascondesse qualcosa.
-Allora,
che hai fatto di bello oggi?- gli chiese la ragazzina.
Severus
lanciò un' occhiata ai suoi compagni che sghignazzavano di
qualcosa che lui si
era perso.
-Niente
di chè...-mormorò facendo spallucce.
Lily
parve un pochino delusa.
-Sev
ma…ricordi che giorno è oggi?- chiese lei preoccupata.
Severus
annuì. Sembrava fosse in procinto di tirare fuori dalla
tasca qualcosa ma
proprio in quel momento apparvero- apparentemente da nulla- i due
Grifondoro
che meno desiderava vedere.
James
e Sirius nascosti sotto il mantello e diretti in infermeria, avevano
notato i
Serpeverde. Fin dal primo giorno, Grifondoro e Serpeverde del primo
anno avevano provato un’ostilità reciproca
più che
altro derivata dai pregiudizi tra le due case.
Era
impossibile perciò resistere all’impulso di
attaccar briga con quelli che
consideravano acerrimi nemici, soprattutto quando tutti i Serpeverde
del primo
ann sembravano riuniti lì apposta per loro.
-Guarda
guarda…- iniziò James.
I
Serpeverde si voltarono in guardia verso di lui e Sirius.
-Potter,
Black, dov’è il vostro amichetto mezzosangue?-
chiese sprezzante Dolohov, uno
dei Serpeverde del primo anno accennando a Remus.
-Ancora
in infermeria vero?- si
intromise Mulciber.
-Taci
Mulcibuccio, fatti gli affaracci tuoi- fece James sorridendo tranquillo.- Siamo passati di qui
per vedere
come ve la passavate. A
quanto pare però
siete le solite facce da Troll.-
Mulciber
gonfiò il petto:- Senti chi parla, Potteruccio. Mammina ti
pulisce ancora le
caccole dal naso non è vero? – ribatté
sprezzante.
-Non
osare offendere mia madre- fece James tirando fuori la bacchetta.
Sirius lo
imitò.
-Che
cosa vorresti fare con quella sentiamo?- lo derise Dolohov.
-Di
certo so usarla meglio di voi tutti messi insieme- Replicò
James con aria di
superiorità.
-Smettetela!-
si intromise Lily che fino a quel momento era rimasta zitta in mezzo
alle due fazione, assieme a
Severus a osservare gli scambi di battute dei compagni.
-Evans…
tu che ci fai qua?- chiese James sorpreso. Non si era accorto di lei e
Severus.
-Non
sono affari tuoi- replicò la ragazzina acida- smettetela di
comportarvi da
bambini- disse lanciando occhiate di fuoco sia ai Serpeverde che ai
Grifondoro.
-E
tu che vuoi? Stupida sangue sporco?- replicò Mcnair
sprezzante.
-Attento
a come parli Mcnair…-lo ammonì Sirius, ma ormai
era troppo tardi.
-Rictusempra!-
esclamò James con foga puntando la bacchetta contro Mcnair che venne colpito in pieno ed
iniziò a
ridere sguaiatamente reggendosi la pancia.
-Ahah..ti…ahah..faccio
vedere..ahah..io- ma la risata era ormai incontrollabile.
-Monstrum-
gridò Dolohov lanciando la
Fattura Orcovolante contro i due ragazzi. La sala d’Ingresso
si riempì di
mostruosi esseri svolazzanti che presero ad inseguire James e Sirius.
-Furnunculus!- esclamò James in risposta puntando la bacchetta alla cieca, mentre scappava dai mostri contro uno dei Serpeverde.
La
discussione si era improvvisamente trasformata in un agguerrito scontro.
Lampi di luce volavano da una parte all'altra del salone d'Ingresso.
-Trarantallegra-
Gridò uno dei Serpeverde
mentre la sua faccia si riempiva di pustole. La fattura
colpì però Severus che
prese a ballare in maniera incontrollabile.
La sala d’Ingresso era ormai nel caos. Gli esseri evocati dalla fattura Orcovolante rincorrevano tutti gli studenti che osavano affacciarsi nell'Ingresso attratti dagli incantesimi.
La
guerriglia tuttavia durò poco.
-Finite Incantatem!-
gridò all’improvviso
una voce perentoria.
Immediatamente
gli esseri scomparvero, Piton smise di ballare, Mcnair di ridere. I
duellanti
si voltarono verso la voce che si scoprì essere del
professor Silente.
-Questo
non è il luogo adatto per simili azioni. Non accetto
comportamenti del genere
nella mia scuola. Siete pregati di raggiungere i direttori delle vostre
Case
affinché decidano la punizione adeguata. E che non si ripeta
mai più- li ammonì
il Preside fissando
i colpevoli con sguardo
di rimprovero. Quello sguardo, pensò James , era anche
peggio delle sue parole.
-Ora
andate. E signorina Evans, le consiglio di andare in infermeria a farsi
curare
quelle pustole- disse severo prima di allontanarsi.
Nel
silenzio che seguì, James si rese conto che la faccia di
Lily era ricoperta di
grosse escrescenze rossastre. Uno degli incantesimi doveva averla
colpita per sbaglio.
Con una morsa allo stomaco si rese conto che forse era stato proprio
lui a
colpirla. Ma la cosa peggiore erano le grosse lacrime di dolore e
umiliazione
che scendevano giù per le guance della ragazzina.
Lily
corse via tra le lacrime diretta in infermeria.
Anche
Severus e gli altri si allontanarono non prima di avvertire i due
:–Non finisce
qui- sibilò Mulciber.
-Quando
volete!- gli gridarono dietro James e Sirius.
-Mi
sa che da Remus ci andremo un’altra volta eh?-
sbuffò poi Sirius e rabbrividì
pensando a cosa lo aspettava dalla Mc Granitt.
-Però
è stato divertente!- esclamò James sogghignando.
Sirius
si avviò verso l'ufficio della Mc Granitt e prima di
seguirlo,James venne attratto da un luccichio sul pavimento di pietra.
Si chinò ad osservarlo più da vicino.
Era
un braccialetto: in metallo,adornato da minuscole perline trasparenti,
al cui
interno ad uno sguardo più attento si potevano notare
racchiusi dei piccoli
gigli bianchi che sbocciavano a intermittenza.
Senza
pensarci troppo si mise il gioiello in tasca e si affrettò a
raggiungere
Sirius, per scontare la punizione.
Angolo
autrice:
Yo!
Come
va? Non bene per me. Sono piuttosto depressa perché sarei
dovuta andare al
concerto del mio gruppo preferito. Ma siccome ho avuto una sfiga
enorme, alla
fine non sono più andata. :(
Perciò
di tempo ne ho avuto abbastanza per sfogare la rabbia e scrivere un nuovo capitolo
oggi.
Non
so quando aggiornerò la prossima volta visto che
lunedì inizierò uno stage che
si protrarrà per tutto Novembre D:
Parlando
del capitolo.
Oggi
è un giorno molto importante per Lily…rovinato
appunto dai Malandrini. Poteva
essere diversamente?
I
Malandrini cominciano a interessarsi di più al segreto di
Rem direi che sarebbe
anche ora, non trovate?
E
niente…che altro c’è da dire?
Ringrazio
come sempre chi legge (siamo arrivati a circa 650 visualizzazioni!!),
chi segue
e chi recensisce <3
E
my bro che corregge ma non dice mai come gli sembra il capitolo, se
bello o
brutto <.<.
Un
bacione, :*
Mary&Bro
P.s:
Credo che farò
una revisione della
storia una volta finita, o forse anche prima…ci sono alcune
cose che non mi
convincono…byee