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Autore: Ca7    02/11/2013    1 recensioni
Capita a volte che due persone si cullino nei ricordi quando sanno di non poterne creare altri. E se poi quei ricordi si creano e si eclissano ancora, come si trova la forza per continuare sulla propria strada?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Sam: “Perché io e quelli che amo scegliamo persone che ci trattano come fossimo nulla?”
Charlie: “Accettiamo l’amore che pensiamo di meritarci.”


Sullo schermo del cinema era appena stata proiettata questa scena del film in cui i due giovani protagonisti s’interrogavano sull’amore. Il dialogo colpì in maniera particolare Sarah, che la portò quasi a immedesimarsi. Quelle parole avevano innescato una serie di pensieri: amore e accettazione, due facce della stessa medaglia. Quando ami qualcuno accetti il buono e il cattivo tempo, accetti i pregi e i difetti, e accetti anche di essere trattato in un certo modo. Sarah era sempre stata sicura di meritare l’amore di Kate, e se pensava a Cassie e ai suoi sentimenti non corrisposti … beh, era altrettanto sicura che meritasse di meglio. Quindi fino a quando la marea sarebbe stata calma?

Con l’inizio dei titoli di coda, Sarah e Cassie uscirono dal cinema.
<< E’ un film…>>, Cassie rimase con la bocca aperta.
<< Meraviglioso?>>, rispose Sarah.
<< Già!>>, sorrise, << Mi ha emozionato molto.>>
<< Anche a me.>>
<< Ti va un gelato?>>
<< Sì, ma… offro io. Devo sdebitarmi per il biglietto.>>, Sarah le fece l’occhiolino e s’incamminarono verso la gelateria lì vicina.
Sarah prese il gelato vaniglia con scaglie di cioccolato, mentre Cassie lo prese cioccolato. Passeggiarono parlando ancora del film, della trama, degli attori, di ciò che avevano apprezzato e cosa non, e poi tornarono verso l’auto di Cassie. Una volta giunta davanti alla staccionata che circondava casa Stewart, Cassie spense il motore.
<< Bella serata, non trovi?>>, si sfregò le mani sulla gonna di jeans.
<< Sì.>>, Sarah sorrise.
<< Ci vediamo domani a scuola, allora.>>
Da quando aveva avuto quella particolare chiacchierata con Marika, Cassie aveva iniziato a domandarsi con frequenza se voleva restare in panchina o giocare in prima squadra. E in un momento non ben preciso, aveva deciso di voler giocare. Così, una parte di lei avrebbe voluto sporgersi per darle un semplice bacio sulla guancia, ma la serata era trascorsa veramente bene che non voleva ci fosse nessun tipo di fraintendimento. Era decisa a conquistare Sarah, però doveva farlo con calma.
<< A domani. Notte Cassie.>>, Sarah aprì lo sportello dell’auto e scese.
Avanzando verso la porta di casa, indugiò un attimo e si fermò nel mezzo del vialetto. Per un attimo alzò gli occhi verso il tetto di casa Davis e sospirò. Poi riprese a camminare, prese le chiavi dalla borsa, aprì ed entrò.
 

Il mattino seguente, mentre Gloria Stewart preparava la colazione, Sarah e Roxanne apparecchiavano la tavola, con piatti, posate, bicchieri, la tazza del padre per il caffè, e il succo di frutta in bottiglia.
<< Com’è stato il film, Sarah?>>, chiese Gloria alla figlia.
<< L’appuntamento.>>, Roxanne camuffò la parola fingendo un colpo di tosse.
<< Non era un appuntamento.>>, precisò Sarah, lanciando un’occhiataccia alla sorella, << E il film è bellissimo? Meraviglioso? Significativo? Scegli tu mamma la risposta che preferisci, perché per me è stato tutte e tre le cose.>>
<< Penso mi vadano bene tutte e tre.>>, la donna le sorrise, << Quindi Cassie è... soltanto un’amica?>>
Sarah annuì.
<< Okay! Mi è simpatica comunque.>>
<< Ehi, mamma!>>, intervenne Roxanne spalancando gli occhi, << Noi siamo Team Kate, ricordi?>>
<< No, io sono Team “l’importante è che le mie figlie siano felici”.>>, Gloria guardò entrambe proprio mentre il marito faceva il suo ingresso in cucina.
<< Oh, eccolo qui l’uomo dalle entrate trionfanti.>>, Roxanne fece un ampio sorriso, << Avrei voluto tanto esserci.>>, con voce impostata imitò il padre, << Davis. Miller. Nel mio ufficio... ora!>>
Gloria e Sarah scoppiarono a ridere.
<< Noto che sei in vena di sfotto, Rox.>>, Gavin Stewart finse di essere offeso.
<< Hai fatto la cosa giusta.>>, Gloria lo baciò sulle labbra e poi fece l’occhiolino a Roxanne.
Seduti a tavola, iniziarono la colazione.
<< Piuttosto, poiché siamo in argomento… ditemi la verità: Blaze Miller vi ha mai dato fastidio in qualche modo?>>, guardò le figlie.
<< No, papà.>>, rispose per prima Sarah.
<< Neanche ieri, Sarah?>>
I due si scambiarono un lungo sguardo.
<< Ce l’avrebbero detto Gavin. Tranquillo.>>, intervenne Gloria.
<< Esatto! E poi… sappiamo difenderci.>>, Roxanne strizzò l’occhio alla sorella, in segno di complicità.
<< Comunque, ieri è passata Kate. Ti ha riportato un libro di scuola che le avevi prestato. L’ho messo in camera tua, sulla mensola.>>, riferì la madre a Sarah.
<< Credo di non essermene accorta.>>, fece mente locale su quale libro fosse, ma non ricordò. Anzi, a dire il vero, non ricordava proprio di averle prestato alcun libro.
<< Non è lì, l’ho preso io. E’ quello di biologia e mi serve per preparare un compito.>>
<< Okay!>>, rispose Sarah sempre più confusa.

Smise di pensarci durante la giornata, quando la mente era occupata dalle lezioni, dall’allenamento e cosa più importante l’organizzazione del ballo invernale e di fine anno. Si sarebbe tenuta una riunione nel pomeriggio con gli altri membri del corpo studentesco, tra i quali anche Marika, che ricopriva il ruolo di vice Presidente del Consiglio Studentesco. Sarah si presentò in aula in ritardo di cinque minuti.
<< Ciao a tutti. Scusate… la Coach Bennett ci ha trattenuto più del solito.>>
<< Ciao Sarah.>>, la rappresentate del club di matematica la salutò agitando la mano, << Volevamo aspettarti, ma Marika ha insistito per iniziare.>>
<< Ce la saremmo cavati benissimo anche senza di lei.>>, precisò Marika.
<< Tranquilli, non fa niente.>>, sorrise ai presenti non badando a ciò che aveva detto Marika. Aveva deciso che fin quando poteva, l’avrebbe ignorata per tutto l’anno scolastico. Era stufa delle sue provocazioni e dei battibecchi che duravano da anni, ormai. << Che argomento stavate affrontando?>>
<< Il tema per il ballo di fine anno.>>, rispose la ragazza del club di matematica.
Del ballo invernale non c’era molto su cui discutere, per una questione di budget e di facilità nell’organizzazione, il tema era sempre stato “il ghiaccio e la neve”. Tutt’altra faccenda invece era il ballo di fine anno: era l’evento che la maggior parte dei liceali aspettava con trepidazione.
<< Bene. Qualche idea?>>
<< Gli Alieni?>>, dal tono della voce le fece capire che finora brancolavano nel buio.
<< E’ già stato fatto.>>, disse Sarah, << Dai, ragazzi dobbiamo essere creativi e pensare a qualcosa di originale.>>, cercò di invogliarli.
<< I Supereroi!>>, esclamò un ragazzo.
<< I Supereroi?>>, Marika lo guardò perplessa, << Ma che hai sette anni Post-it?>>, il soprannome del ragazzo derivava dalla sua mania di riassumere le spiegazioni dei professori su dei post-it.
<< Allora un ballo in stile Zombie.>>, continuò il ragazzo.
<< Perché i tuoi genitori non ti hanno abbandonato sul ciglio della strada quando sei nato?>>, Marika lo fulminò con lo sguardo.
<< No, non ci siamo.>>, intervenne Sarah, << Dev’essere il ballo che tutti, ma proprio tutti, ricorderanno con entusiasmo.>>
<< Celebriamo il sesso. Quello si che diventerebbe il miglior ballo di sempre.>>, replicò Marika.
<< Potresti cercare di prendere almeno questa cosa, seriamente?>>, le chiese Sarah in modo calmo.
<< E’ solo uno stupido ballo. Ma ci proverò.>>, le mostrò un sorriso falso, da presa in giro. A Marika non importava davvero del ballo, le importava soltanto trovare l’idea migliore prima di Sarah.
Proseguirono proponendo altro come il Casino, il Far West, il regno sotterraneo di Atlantide, Parigi; tutti temi che suscitavano scarso interesse e non trovavano consenso unanime.
<< Perché non ci illumini tu… Sarah?>>
<< Sono a corto d’idee anch’io in questo momento.>>, fece una pausa e alzò lo sguardo verso l’orologio appeso sul muro, << La riunione sta per finire ed è chiaro che non riusciremo a decidere oggi cosa fare. Quindi, direi di continuare a pensarci su, appuntare quello che ci viene in mente e discuterne la prossima volta.>>
Tutti annuirono e si alzarono dalle sedie per andarsene.
<< Hai troppe cose per le mani, Sarah.>>, Marika si avvicinò a lei, parlandole faccia a faccia, << Sicura di farcela? Fatti da parte e lascia organizzare tutto a me.>>
<< Sicurissima.>>, replicò Sarah con determinazione. Girò i tacchi e uscì dall’aula.
  
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