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Autore: DraGiuppy    03/11/2013    1 recensioni
Freddo nelle dimora del lago,freddo in rue scribe,freddo alla stazione del nord del mondo,e gelo in Svezia. Il gelo mortale che si insinua nelle vene di Christine Daaé quando legge il tanto temuto necrologio sull'Époque. Il gelo che la pervade quando prende nuovamente il treno per Parigi.Un viaggio insieme a Christine attraverso le sue paure,e attraverso un maligno presentimento che accompagna l'idea di dover tornare dal suo povero,sfortunato Erik.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma Christine pensava ancora.

I suoi occhi si mouvevano,sotto le palpebre chiuse,e le dita stringevano l'imobttitura del sedile.
Si era appoggiata al bracciolo,aveva chiuso gli occhi per dormire ancora. I capelli sfioravano il sedile di legno sotto la stoffa,e le mani fredde sentivano il finestrino di vetro. Aveva la pelle bianca,d'avorio, e le lentiggini le disegnavano un ricamo sul viso.
Spiccava sulla stoffa rossa del sedile come la neve sul terreno.
Ma pensava ancora.Aveva ancora paura. Ed era triste. Non sapeva descrivere quell'emozione: Come se una grande e possente spirale salisse nella sua gola dallo stomaco,una spirale blu e nera che si  mutasse poi in grumo rosso all'altezza della bocca,e si sciogliesse in pianto e paura. Forse Carlotta si era sentita cosi',la sera del rospo...
Quella sera.
La sera in cui l'espressione sicura e impavida della cantante lasciava il posto a un sonoro Cuac,e le sue mani volteggiavano goffamente per scacciare via il suono formidabile.


Quella sera,Christine la guardava da dietro le quinte,e rideva.
Una sera in cui Erik la aveva fatta ridere,proprio in quell'istante,come una bambina...
Perche' Christine non aveva mai avuto dubbi,era stato Erik a dare vita a quel suono prodigioso...
L'unica sera in cui aveva riso da mesi. Ed era stato merito di Erik...
Erik le mancava. Inesorabilmente,lei sentiva la sua presenza,come quando erano solo le colonne dorate del palazzo Garnier a osservare i suoi movimenti furtivi,al ballo in maschera. Lui la guardava ancora,la spiava ancora,sapeva tutto di lei,ancora. Oh si, Erik era vivo.La sentiva,la chiamava,rideva con lei. Gia',rideva. Non avevano mai riso insieme,non erano mai stati felici,insieme. Erik doveva essere vivo! Loro dovevano essere felici... Anche se lui era folle,folle per lei, e lei aveva paura, gli era debitrice di una risata. Proprio quella della sera del rospo. Doveva ridere,Erik,doveva ridere...
e vivere...
Ah,come devi sembrare ingiusta,Christine... Ora lui ti manca,e tu lo faresti felice... ora non hai piu' paura,ora che e' tardi!
Era come se insieme all'Erik del necrologio,fosse morta la parte piu' folle del re delle botole... e lui fosse solo e solamente l'angelo della musica...
Dovevano ridere ancora. Dovevano farlo...insieme.
Finalmente Christine prese sonno.


Anche Erik dormiva.Dormiva sulle rive del lago,con la rena dorata tra le dita, steso sul bagnasciuga. Era rimasto uguale a quando aveva presenziato la festa di addio dei direttori, era vestito di tutto punto,ma un non so cosa di indefinibile gli dava l'aria di un malato che non si alzasse dal letto da molti mesi.
Aveva una mano in acqua,nell'acqua fredda e tetra del suo lago Averno, i guanti bianchi sfilati e messi sulla rena.
Per la prima volta,Erik si era ritrovato a sognare. Non lo faceva piu' da molto tempo,perche' da molto tempo non dormiva sereno. Si faceva strada in lui il desiderio di svegliarsi ancora prima di chiudere gli occhi,e non dormiva mai.
Aveva una smania indefinibie di rimanere sveglio,di pensare,di ricordare,di fare qualcosa.
Ma quella sera era troppo debole,e il sonno lo aveva colto alla sprovvista,mentre, sdraiato,pensava.

Nei suoi sogni,Erik rideva.Rideva perche' Christine aveva imparato il persiano,e tutte le lingue che lui conosceva,ora le sapeva lei meglio di lui,e gli insegnava tutto di nuovo.

...Ah,sventurato! Perche' con lei hai riso solo di rabbia,e mai di allegrezza? Sei stato crudele,sei stato spregevole... Le hai tolto anche quella piccola parte di tranquillita' che ancora si celava in te...
Le hai fatto sempre paura,e non per il tuo volto...
Ora capisci,ora! Ora che sei tanto debole da dormire,e hai gia' mandato i tuoi resti al persiano da due giorni,ora!
Sareste stati felici,sareste stati... qualche meravigliosa cosa che sono tutti,quando affondano le mani nella sabbia per stringerle,quando si appoggiano al vetro con le mani fredde per dormire...
Mentre ora sarete solo un mucchietto di ossa e una ragazza in fiore,felice con un altro,in fiore anche lui...
Solo tu marcisci come le alghe putride, gli altri sbocciano come rose ora che tu non ci sei.



Ciaoooo
Sono l'autrice,scusate se ho lasciato in sospeso la storia per cosi' tanto tempo,ma non mi piaceva affatto come stava venendo,e ho avuto problemi col computer... comunque ora ho risolto e penso che continuero' a scrivere, (non so se sia un bene o un male xD)
sperando che vi piaccia,
G.

 

  
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