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Autore: Kairi_Gin    03/11/2013    0 recensioni
Vago un pò nella zona cercando tra le vetrine e le insegne un negozio che possa avere ciò che mi serve e quando finalmente lo trovo, vi entro dentro non senza qualche esitazione: i cartelli posti all'esterno del locale fanno ben capire che la gente come me non è ben accetta lì dentro, ma fortunatamente non è così facile riconoscermi e spero di farla franca stavolta. Giro lentamente tra gli scaffali cercando di non dare nell'occhio e quando trovo l'oggetto di mio interesse mi avvio finalmente alla cassa se non fosse che mi si para davanti la figura di una ragazza mora, non più di 17 anni a vederla, con grandi occhi azzurri.[...] -Ok nana matta, calma i bollenti spiriti e le frasi da filosofa strampalata-. Con questo mi sono meritata una sua occhiata torva. Forse se sto zitta mi caccio di meno nei guai e attiro meno sventura.
-Ha parlato la rossa spilungona. Se ti arrivo alla spalla non è colpa mia, ed inoltre non sono bassa, ma diversamente alta-
-Oh la piccolina è anche permalosa?- infierisco con voce demente - e comunque, nel caso te lo fossi dimenticato, ti devo una sberla, ed anche bella forte. M'hai fatto male.-
Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate ma c'è voluto un pò di tempo per scrivere questo secondo capitolo anche perchè ho provato a scriverlo in terza persona come potete vedere. Sinceramente penso che in terza persona la narrazione è più scorrevole ma mi viene un pò difficile inserire i pensieri di Julia, mi sembrano quasi forzati. Voi che ne pensate? Fatemi sapere un pò che ne pensate e se preferite la prima o la terza persona tramite una recensione o anche un messaggio e in caso provvedererò alla revisione del primo capitolo portandolo in terza persona. Credo di aver detto tutto quindi vi lascio alla lettura, a presto! :)

 
L'essere che si avvicinò alle due ragazze non era di certo un umano. Le due ragazze si trovarono davanti un essere molto somigliante ad una perdona qualsiasi se non fosse per l'enorme stazza anormale, la presenza di tre braccia invece che di due ed occhi rossi pieni di rancore e distruzione.

-Che cos'è quella cosa?- chiese insicura la ragazza mora, non distogliendo neanche per un attimo lo sguardo dal punto in cui si trovava quell'essere

-Direi che è un mutante o forse è solo un animale da passeggio, che ne dici di riportarlo al padrone?- L'ironia della rossa non venne apprezzata dalla compagna che finalmente distolse lo sguardo dal mutante fissandola sconcerta.

-Mi sa che piuttosto che essere riportato indietro vuole prima cenare e non vorrei veramente dirlo ma magari se prende prima te gli rovini l'appetito e mi lascia in pace.-

-Io invece direi di smettere di blaterare e filarcela!

Il mutante si avvicinò sempre più e all'ennesimo ruggito la rossa prese per il braccio la più piccola e cominciò a correre portando la mora dietro di se, seguite entrambe dal mutante. Ma nonostante la sua stazza, la sproporzione tra il busto e le gambe,decisamente più corte rispetto al resto del corpo, impedirono al mutante di raggiungerle, limitandosi a inseguirle da una certa distanza.

-Comunque piacere, sono Emily- disse la mora leggermente affannata per la corsa che stava facendo.

-Ma ti sembra adesso il momento di presentazioni?-

-Non l'abbiamo ancora fatto e dovresti presentarti anche tu per educazione!-

-Si va bene io sono Julia adesso zitta e corri.-

- 'Iulia'? Ah si scrive con la 'J' vero?-

-Devi discutere ancora o ti decidi a star zitta?- replicò l'altra con tono duro, cercando di seminare il mutante che nonostante tutto continuava la sua caccia.

Svoltando l'angolo di una strada, si trovarono di fronte un vicolo cieco. Julia cercò di tornare indietro ma l'ombra del mutante che stava per arrivare le fece subito cambiare idea, cercando disperatamente un altra soluzione. Scrutò velocemente il vicolo fino a quando il suo sguardo non si posò su un cassonetto della spazzatura semivuoto ad un alto della stradina.

-So che non ti piacerà ma devi infilarti là dentro non c'è tempo!-

-Cosa? te lo scordi io là dent... Ehi ma che fai?!-

Nel giro di qualche secondo la rossa scaraventò la ragazza dentro il cassonetto appena un attimo prima che il mutante svoltasse l'angolo ghignando felice per aver intrappolato le ragazze e Julia si voltò verso il muro che bloccava il vicolo e con un salto riuscì per poco ad aggrapparsi alla cima ma proprio quando stava per issarsi un colpo del mutante distrusse completamente l'ostacolo scaraventando Julia a qualche metro di distanza. La ragazza si alzò subito in piedi ma prima ancora di riuscire a fare un passo il mutante la prese per una gamba e facendola dondolare a testa in giù ridendo felice.

-Mollami scimmione!-

-Dino non essere scimmia!- replicò indispettito il mutante

-Dino non essere scimmia? Ma ti sei sentito?-

-Non prendere in giro Dino!-

Il mutante arrabbiato cominciò a scaraventarla contro tutto ciò che gli capitasse senza mai mollare la presa. Julia, stanca di subire decise di entrare in azione. Tolse la giacca rimanendo con la maglia, con due fori nelle spalle coperti da una protezione in pelle. Julia sciolse le cinghie ormai sfilacciate che tenevano ferme le protezioni nella schiena e pian piano, dalle sue scapole, uscendo dai fori nella maglia, uscirono due larghe e maestose ali. Il suo corpo divenne automaticamente più leggero aumentando la sua agilità, i suoi occhi, di quel stupendo verde si assottigliarono come gli occhi di un felino, i suoi canini si allungarono e le sue dita assunsero la forma di artigli e infine la sua pelle assunse un colore caldo e tenue, come quello del cielo all'alba.

Il mutante, resosi conto solo dopo della mutazione della ragazza si fermò incredulo a guardarla per poi ricominciare a scaraventarla più forte di prima. Era chiaro il messaggio: gli ordini dicevano di eliminare tutte le minacce, tutti i mutanti che non appoggiassero la loro stessa causa. E Julia era una di questi.

La mutante con gli artigli riuscì a ferire il braccio del mutante e usando le ali per distrarlo riuscì finalmente a liberarsi, candendo al suolo indolenzita, si tolse le scarpe ormai scomode per i suoi artigli e si rialzò quasi subito per fronteggiare l'avversario.

Dino si riprese quasi subito e cominciò ad avanzare urlando col capo chino, come un toro in carica verso Julia, che lo scansò abilmente alzandosi in volo con le proprie ali e, artigliandogli le spalle, portò avanti la sua corsa contro il muro di una vecchia abitazione. Il colpo stordì il mutante che perse conoscenza accasciandosi al suolo. La mutante sapeva bene che si sarebbe ripreso presto e doveva sbrigarsi a recuperare Lara dal cassonetto e far perdere le propri tracce, ma non prima di essere tornata alla forma umana. Non poteva permettersi che l'altra ragazza la vedesse in questo stato, avrebbe rischiato di spaventarla e magari farle chiedere aiuto ed allora si che sarebbe stata nei guai.

 Era riuscita a sopravvivere e a farla franca in molte situazioni grazie alla sua discrezione e alla sua capacità di assumere sembianze umane, cosa che molti mutanti non riuscivano a fare ed erano costretti a darsi alla fuga e al vagabondaggio. Almeno coloro che non appoggiavano la campagna di distruzione della specie umana. Durante gli anni gli scontri tra umani e mutanti si erano fatti cruenti, con spargimenti di sangue in entrambe le parti, fino a quando non si era giunti ad un accordo da entrambi le parti: i mutanti non avrebbero dovuto compromettere la vita quotidiana degli umani, restando al di fuori dei centri abitati. Così alcuni di loro crearono delle proprie comunità di mutanti, con proprie regole e leggi, ma tutti accomunati dal rancore verso gli umani, che li avevano esclusi come degli scarti, come degli esseri inferiori. Ad altri mutanti invece, coloro che si dimostrarono pacifici e per nulla pericolosi alle città, gli fu permesso di vivere in delle abitazioni abbandonate ai margini delle città in cambio di collaborazione con i cittadini e di protezione dei confini con gli umani, come delle sentinelle.

I mutanti che furono allontanati cominciarono a serbare rancore anche per quelli della loro stessa razza che aiutavano gli umani e non appoggiavano la loro causa. Li considerarono dei traditore e fu messa una taglia sulle loro teste. Nonostante passarono gli anni, il rancore non si affievolì, ed i figli, nipoti e la progenie degli esclusi continuò a perseguitare coloro che considerano traditori cercandoli nelle oscurità della notte ai margini delle città e a programmare la loro vendetta sugli umani. Il fatto che un mutante esiliato fosse riuscito in qualche modo ad introdursi nella città non era affatto un buon segno.

Julia era una di quei mutanti senza rancore verso gli umani, sin da piccola era stata cresciuta da una coppia di umani che la trovarono un giorno ai piedi di un albero nel suo giardino e nonostante fosse una mutante, si presero cura di lei in segreto e l'aiutarono ad entrare in contatto con la società umana e a passare per una di loro. Il camuffamento non era infallibile, qualche volta qualcuno era vicino ad accorgersi di lei ed era allora che per un pò di tempo cambiava città, evitando che fosse scoperta.

Assumendo la forma umana e recuperando le scarpe e la giacca lasciati indietro si diresse verso il vicolo dove aveva lasciato Lara, pensando che adesso si sarebbe dovuta sopportare una ramanzina sul fatto di averla lanciata di peso in un cassonetto.

Arrivata al vicolo si avvicinò al cassonetto e si sporse per vedere all'interno: una Emily alquanto spaurita era rannicchiata in un angolo cominciando ad urlare.

-Non prendere me sono una rompiscatole e non ti conviene se vuoi salva la tua sanità mentale.-

La rossa ridacchiò a quelle parole e non poté non risponderle a tono

-Mai sentito nulla di più vero mia cara! Su muovi il culo e andiamo, non siamo ancora al sicuro qua.-

-TU! Come hai osato prendermi di peso e buttarmi nella spazzatura senza il mio consenso? Hai idea delle schifezze e della puzza che ci sono qua dentro? Certo che non lo sai, non c'eri mica tu lì dentro!-

Julia l'aiutò ad uscire dal cassonetto con il sottofondo delle lamentele di Emily e quando finalmente tutte e due furono con i piedi per terra la mutante notò che la ragazza si era zittita di colpo. Non che le dispiacesse quel silenzio ma notò che la ragazza si guardava accigliata in giro fissando infine l'ex muro ormai ridotto in pezzi.

Per evitare che Emily si facesse troppe domande e sopratutto che chiedesse a lei delle risposte le sfiorò un braccio per attirare l'attenzione e con un cenno della testa fece cenno di andare. Emily la seguì obbediente ancora in silenzio e sovrappensiero fino a quando non raggiunsero un palazzo con una scala d'emergenza. Julia aiutò la mora ad arrampicarsi fino al tetto del palazzo ed andò a sedersi nell'angolo più riparato. Emily la seguì sedendosi accanto a lei e guardandola per la prima volta da quando era uscita dal cassonetto notò le contusioni sul collo e una parte del viso che il mutante aveva procurato alla ragazza.

-Stai bene?- le chiese seriamente preoccupata.

-Si tutto bene tranquilla. Pensiamo a te piuttosto, devi tornare a casa, se mi dici dove stai posso accompagnarti appena si tranquillizza un pò la situazione. Non è certo una notte tranquilla questa.-

In lontananza si sentirono degli spari: di certo la polizia locale aveva trovato il corpo del mutante e l'avevo catturato. Julia si sentì fortunata ad essersene andata da lì appena in tempo.

-E tu invece? Dove andrai? Non è sicuro neanche per te stare qui fuori!-

-Io me la cavo hai visto no? Sono ancora qua.-

-Si e mi chiedo come hai fatto visto che di certo quei lividi te li ha fatti quella cosa! Cos'è successo?-

-Nulla fidati, e non preoccuparti, guarisco piuttosto in fretta.-

-Julia cos'è successo?- chiese apprensiva Emily, si preoccupava seriamente per l'altra ragazza. -Dopo quello che abiamo passato questa notte mi devi almeno qualche risposta! Insomma è come se siamo compagne d'avventura adesso? Si è formato una specie di legame non trovi?-

-Compagne di sventura vorrai dire! Mi chiedo se non sei tu a portare sfortuna.- scherzò la rossa sperando di sviare la conversazione dall'argomento 'cos'è successo?'
 
-Uffa dai non fare la scontrosa- disse imbronciandosi.

-Ok va bene compagna d'avventura.- l'accontentò Julia. In fondo era vero, era come se tra le due ragazze si fosse creato un legame e la rossa provava un senso di protezione e tenerezza verso la più piccola.
Un enorme sorriso di aprì sul volto della mora, assolutamente entusiasta di aver convinto la rossa.

-A proposito nana, quanti anni hai?-

-Ne ho 17, tu?-

-23-

-Vecchia.- disse Emily ridacchiando

-Ehi come ti permetti! Sei tu che sei una poppante.-

-Disse la vecchia.-

Per l'ennesima volta nella serata, Julia si chiese cosa avrebbe fatto di male per meritarsi una giornata del genere.

Iniziarono così una lunga e delirante discussione, l'umana e la mutante, la mora e la rossa, le due ragazze sole sedute nell'angolo di un tetto, spalla a spalla, complici per una notte.

  
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