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Autore: xsmilezhenya_    03/11/2013    4 recensioni
FF sugli Union J e Hunger Games
Hope ha lo spirito da ribelle e vuole ribaltare i suoi giochi in modo tale da farli finire. Nel mezzo si ci mette Josh: un amico o qualcosa di più? Tra litigi con il fratello, vecchi amici e nuove conoscenze riuscirà la ventenne a far finire i peggiori giochi di sempre ?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Worst Games Ever
 
I'm a rebel too - Chapter 2
La puzza di umido mi punzecchia il naso e riesce a farmi svegliare come ogni mattina. Dopo un lungo sbadiglio mi costringo a scendere dal letto anche se il sole non è ancora sorto. Indosso il miei vecchi stivali neri e mi dirigo in cucina per riscaldare l'acqua.
- Perchè sei già sveglia? - pronuncia mio fratello mentre io continuo a cercare di accendere il fuoco. Non rispondo. Perchè dovrei? Cosa dovrebbe mai interessare a lui? Niente, infatti. Dopo aver acceso il fuoco, aspettando che l'acqua si riscaldi, mi appoggio alla finestra per iniziare a vedere i primi spiragli di luce mattutini.
Il nostro silenzio ormai lo conosco bene. Lui vorrebbe parlarmi con una qualsiasi scusa ma io lo respingo e questo fa male a lui e un po' anche a me sinceramente.
Come si può essere così stupidi quanto lo è George Shelley? Come? Come si può far capire in giro che tuo padre è un ribelle? Non è una cosa normale lasciarsi sfuggire un'informazione del genere in un negozio nel pieno centro cittadino. Non è una cosa normale far catturare tuo padre così facilmente. Anche se quello non è tuo padre ma un uomo che ti ha adottato, cresciuto, dato il suo cognome e il suo amore perchè lui non aveva nessuno, neanche una moglie. Perchè hai lasciato che l'unica persona che ci amava fosse uccisa? Perchè lo hai fatto George? Sei solo uno stupido George, eri solo uno stupido ragazzino di 18 anni.
L'acqua si è riscaldata così prendo il grande pentolone e con quella forza che mi ritrovo lo porto in bagno. In effetti, trasportare 10 kili di prima mattina non è il massimo ma qui è l'unico sistema se qualcuno vuole lavarsi con l'acqua calda. Dopo aver passato una scarsa mezz'ora sotto l'acqua prendo i miei pantaloni verdi, una di quelle poche magliette che ho, la mia giacca in pelle che mi inizia a stare stretta e le indosso. Ai piedi rimetto semplicemente gli stivali di prima e lascio i miei capelli castano chiaro sciolti come faccio quasi tutti i giorni.
Torno in cucina e George è ancora seduto dove l'avevo lasciato prima con le mani fra i suoi capelli mossi che ricordano tanto i miei. Una delle poche prove che ci danno la certezza di essere veramente fratello e sorella. Vorrei tanto sapere qualcosa di più su di noi, su quando eravamo piccoli, sul nostro vero cognome e sui nostri veri genitori.
- Vado alla riunione del gruppo di Jaymi - dico mentre posiziono il grande pentolone dove era precedentemente. Il suo sguardo scatta subito sul mio cercandolo mentre è indaffarato a posizionare una stupida pentola.
Mi maledico mentalmente per quello che ho appena fatto. Sono pazza? Voglio morire nel giro di due giorni? Quanto tempo passerà prima che George lo dica in giro? Posso fidarmi di lui? Non ha più 18 anni e dovrebbe sapersela cavare da solo se mi succedesse qualcosa. - Per favore non spifferare niente in giro. Se ci vado è perché voglio fare qualcosa e da morta non posso fare niente. - dico guardandolo - E un'altra cosa: non so perché ti sto dicendo tutto questo... -
- Non sono più un bambino! - esclama urlando e alzandosi dalla sedia.
- Rimani comunque George Shelley - rispondo io indifferente alla sua reazione. Lui immobile davanti a me sta valutando la possibilità di prendere questo discorso per poi litigare di nuovo, come sempre.
Scansandolo arrivo alla porta di casa a passi lenti - Non torno prima di sta sera. -
- Io spero che tu torni almeno sta sera. - lo guardo, ha gli occhi lucidi ma non può farmi addolcire proprio in questo momento.
- Parleremo di tutto appena torno. Promesso - dovrò farlo prima o poi.
- Okay, fai attenzione Hope - annuisco ed esco di casa. Il sole è sorto ormai da un pezzo ma preferisco fare il tragitto più lungo per passare dal mio posto preferito del nostro piccolo paese, l'ultimo posto in cui sono stata ieri prima di tornare a casa. E' un semplice ripiano dietro la panetteria in cui c'è una panchina fatta di legno ma è lì che passo il mio tempo libero e quando ho bisogno di pensare... ed è lì che sono sicura di trovare una persona sta mattina!
Già da lontano capisco di non sbagliarmi. Riconosco perfettamente la sagoma con i capelli spettinati di prima mattina di Josh che è seduto nella (ormai nostra) panchina.
Sorride appena mi vede. - Sapevo che saresti venuta qui prima di andare alla riunione -
- E io sapevo di trovarti qui a pensare e a cercare di trovare una soluzione tutto - risposi sorridendo anche io.
Mi misi a sedere vicino a lui facendo aderire la mia schiena al muro che era caldo per il forno della panetteria. - Bhe, la soluzione l'ho trovata: vengo con te! -
- Cosa? - dissi avendo la stessa reazione che aveva avuto George prima - Perchè? -
- Per questo... - disse prima che succedesse una confusione bestiale nel giro di 30 secondi.
Mi baciò. Josh posò le sue calde labbra sulle mie che sembravano due ghiaccioli. Ma la sensazione non mi era nuova perchè era già accaduto una volta prima che io lo respingessi due anni fa. Lui voleva darmi sostegno per tutto quello che era accaduto con mio padre. Non che non me lo diede, anzi, ma preferì vedere il tutto come se lui fosse un amico. Però la cosa era ben diversa: sapevamo bene entrambi di essere più che amici.
- Non voglio essere respinto di nuovo - disse alla fine del bacio. - Non ti voglio respingere più - risposi abbracciandolo. Sciolto quell'abbraccio ci decidemmo ad andare.
Arrivati ad un piccola casetta in cui viveva zia Rose, anzi in cui la maggior parte delle persone credeva che vivesse zia Rose, decidemmo di bussare.
Aprì un ragazzo biondo abbastanza alto e con un bel fisico che scambiò uno sguardo con Josh e poi fece segno di entrare. Io porsi subito uno sguardo interrogativo a Josh che continuò a guardare avanti. Come faceva a conoscere quell'individuo?
Nella seconda stanza della casa c'erano delle scale che portavano ad una abitazione sotterranea e che noi dovemmo scendere. Queste scale ci portarono ad un'enorme stanza con un grande tavolo al centro attorno a cui erano seduti alcuni ragazzi e una sola ragazza.
Il biondo fece segno a Josh di sederci e così facemmo. Iniziai a guardare in faccia ad uno ad uno tutti quelli che erano seduti in modo da capire chi fosse il famoso Jaymi ma un ragazzo che era posizionato dal lato opposto prese la parola - Josh, chi è la tua amica? -
- Sono Hope Shelley - risposi immediatamente. Il ragazzo mi lanciò uno sguardo tagliente. - Sei davvero la ragazza che aveva adottato il Signor Shelley? -
Prima di rispondere o fare qualche altra mossa esaminai per bene la situazione.
Come facevano a sapere che ero stata adottata?




Saaalve gente c: ecco il secondo capitolo di questa fan fiction!
Ora posso ufficialmente dire di avere iniziato questa ff
perchè il primo capitolo era diciamo un prologo...
Allora che ne pensate?
Da questo capitolo iniziamo a capire un po' di più sulla vita di Hope,
sulla sua relazione da amici/amanti con Josh e
sulla sua relazione abbastanza altalenante con il fratello George :3
Aspetto come sempre recensioni e commenti che servono a migliorare!
Non so sinceramente quando posterò il terzo capitolo, spero al più presto ovviamente :D
Come sempre mi potete trovare su twitter
@xsmilezhenya_

Un bacio, 
Marty x
  
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