Serie TV > Hélène e i suoi amici
Segui la storia  |       
Autore: ely_trev    04/11/2013    1 recensioni
[Hélène e i suoi amici]
Avviso subito che la storia sarà comprensibile anche a chi non conosce questo telefilm che Mediaset ha improvvisamente sospeso per non si sa quale motivo ormai più di dieci anni fa. Quest'estate, girovagando su internet, ho scoperto che ne sono stati fatti ben tre seguiti (l'ultimo dei quali, per giunta, in patria, ancora in programmazione a distanza di 20 anni dall'inizio della serie) mai arrivati in Italia; dopo essermi informata a grandi linee sullo svolgimento della storia, ho deciso di riprenderla dal punto di vista di uno dei miei protagonisti preferiti - Christian - provando a portare avanti un mio personalissimo "e se...?".
E se il suo amore verso la fidanzata storica non fosse mai svanito?
E se quell'inaspettato ritorno avesse risvegliato tutti i suoi sentimenti?
E se si fosse reso conto di non essere innamorato della sua attuale fidanzata?
Alcuni personaggi sono stravolti rispetto all'ambientazione originaria, altri (che non conosco bene, non avendo avuto modo di vedere il telefilm tradotto) sono stati eliminati per semplificarmi un po' la vita (anche perché i protagonisti della mia storia sono Johanna e Christian).
Per chi non ha conosciuto la serie, prenda il mio racconto come un originale. Buona lettura!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ed eccoci finalmente a casa!” esclamò Christian, aprendo la porta ed aiutando Johanna ad entrare.
Kate le corse subito incontro e la salutò con un caloroso abbraccio, mentre Johanna si guardava attorno sorridendo. Era a casa. Finalmente. Aveva avuto paura di non riuscire più a tornare lì. Invece, adesso si sentiva sicura di sé e felice come mai prima di quel momento.
Guarda chi c’è!” la richiamò Christian che, dopo aver posato la valigia in camera, era corso subito a prendere Zoé dal suo lettino.
Ma… Christian!” lo rimproverò Kate, vedendo che la bambina si agitava tra le braccia di suo padre. “Stava dormendo, poverina!
Non importa, mi perdonerà per averla svegliata” cominciò a dire con aria tenera, mentre si avvicinava a Johanna. “Voglio che festeggi questo momento insieme a noi. Ehi, scricciolo!” continuò, rivolgendosi alla bambina e poggiando, nel contempo, un braccio sulle spalle della sua donna. “La mamma è qui, lo sai? È tornata da noi, finalmente! E sono sicuro che adesso non vede l’ora di prenderti in braccio e non lasciarti mai più. Dico bene?” aggiunse rialzando lo sguardo ed incrociando quello di Johanna, che si affrettò a confermare.
Dici bene, mon CriCri” gli rispose, infatti, prendendo Zoé tra le sue braccia e andando a sedersi sul divano lì vicino. Era ancora instabile sulle gambe e non voleva rischiare di far cadere la sua bambina. “Angelo mio, che ha fatto quel cattivone del tuo papà? Ti ha svegliato mentre dormivi tanto bene?” continuò, con aria scherzosa, per poi tornare ad osservarla con occhi lucidi. “Amore della mamma, ancora non mi sembra vero di essere qui e di poterti stare sempre vicino” disse, abbracciandola stretta, baciandola e coccolandola come se fosse la prima volta che la vedeva.
Dopo pochi minuti, Zoé era di nuovo profondamente addormentata, tranquilla e beata tra le braccia della sua mamma, da dove Christian l’afferrò per riportarla nella sua cameretta, mentre Johanna salutava Kate, in procinto di tornare al lavoro.
Come ti senti?” le chiese quando rientrò nel salone. “Vuoi riposare?”.
No, Christian, sto bene, grazie” gli rispose, invitandolo a sedersi sul divano, invito che Christian accettò immediatamente, prendendo posto accanto a lei e afferrando le sue mani. Non smetteva un attimo di sorriderle, il suo CriCri adorato, e questo le infondeva una forza indescrivibile. “Mon CriCri?” disse all’improvviso, rompendo quell’attimo di silenzio dal sapore così dolce. “Mi dici una cosa?”.
Certo. Cosa?” domandò Christian.
Che cosa stavi combinando, in casa mia, nei giorni scorsi?”.
Christian scoppiò a ridere all’improvviso: sapeva di aver stuzzicato la curiosità di Johanna con il suo comportamento misterioso. A questo punto, sperava solo di non deluderla.
Che cosa stavo combinando? Vuoi saperlo adesso?” ripeté, come nel tentativo di prendere tempo, mentre Johanna annuiva. “Dunque… Vediamo… Ehm…” balbettò, arrossendo. “Diciamo che ho ripensato a qualcosa che ci siamo detti. E spero che…”.
Che…?”.
Christian la guardò negli occhi, poi, come spinto da una nuova forza, le chiese: “Ce la fai ad andare in giardino?”.
Sì, penso di sì” rispose Johanna con aria interrogativa.
A quel punto, Christian le fece cenno di andare e Johanna si alzò dal divano, raggiungendo lentamente la porta finestra che conduceva nel suo giardino. Il patio era completamente sottosopra: il tavolo e le sedie erano state spostate; in un angolo, era accatastata tutta la legna pronta per essere bruciata nel camino e gli strumenti da giardino, solitamente riposti ordinatamente all’interno della casetta degli attrezzi, erano sparsi in giro per i ripiani.
Hai demolito la casetta degli attrezzi, mon CriCri?” chiese Johanna.
Forse”. Christian sorrise divertito. “In un certo senso”.
Johanna gli lanciò uno sguardo interrogativo, ma Christian le fece cenno di proseguire, mentre lui ritornò verso l’interno dell’appartamento, come se avesse dimenticato qualcosa.
La casetta degli attrezzi trovava posto dall’altra parte del prato, sotto un grande albero. Quando Johanna vi si avvicinò, fu sorpresa di trovare, attaccato alla porta, un biglietto che si affrettò subito a leggere: “Ho fatto del mio meglio, ma non sono capace di costruire una casa sull’albero”. Era un chiaro riferimento alla loro gita a Galveston e alla fattoria di nonno McCormick.
Johanna aprì la porta e, in un attimo, tutta la loro relazione le si presentò davanti agli occhi. Appese alle pareti, c’erano le foto che rappresentavano vent’anni di storia vissuta, i momenti divertenti, quelli meno… Si partiva dai tempi dell’università: il garage, la caffetteria, le foto con gli amici. C’erano loro vestiti da piloti, mascherati da vampiri e principesse o in costume, durante una delle tante vacanze trascorse insieme. In un’immagine, il suo CriCri aveva un occhio nero: glielo fece lei, quando si arrabbiò pensando che lui non avesse voluto trascorrere il weekend con lei. In un’altra, Christian l’abbracciava, ma indossava un collare di schanz: erano i giorni successivi alla loro riconciliazione, dopo la confessione del suo tradimento con John. Ce ne era una al bar: Christian era spettinato e con un filo di barba incolta. Era una delle rare volte che l’aveva visto uscire così trasandato, era la prima volta che le aveva detto di amarla. E poi un’altra: erano sempre al bar di Alfredo, festeggiavano… C’erano tutti, compresi Agnés e John: fu quando si ritrovò a flirtare con Tomas Fava, per riuscire a recuperare il contratto che Christian aveva ingenuamente firmato, consegnando a quel viscido produttore i diritti della sua canzone. Della loro canzone. La canzone del loro amore. E, poi, le immagini della loro vacanza insieme, prima della sua definitiva fuga. Un deciso salto di qualità connotava gli scatti successivi, quelli immortalati sull’isola, durante la loro convivenza. E ancora Galveston e Houston, la prima volta che Christian aveva visitato la sua terra natale. E le ultime foto all’ospedale, Zoé appena nata, ancora chiusa nell’incubatrice. E poi insieme a lui, durante la canguro terapia. E insieme a lei, quando, finalmente, si era risvegliata da quel sonno artificiale privo di sogni. E una, in cui erano tutti e tre.
Le gambe di Johanna cedettero sotto il suo peso, ma più per l’emozione provata che per lo sforzo esercitato per sorreggersi in piedi più a lungo di quello che riusciva ancora a fare. Si sedette su uno sgabello di legno, lasciato lì da Christian, e notò che, su un ripiano, c’era un piccolo lettore mp3. Spinse il tasto play e l’apparecchio le rimandò un’armoniosa melodia che accompagnava la voce di Christian. Era una nuova canzone. Una nuova canzone per lei. Christian che le diceva che era la ragione dei suoi sorrisi, la ragione della sua felicità, la sua ragione di vita, il suo unico amore.
Trattenere le lacrime era diventato impossibile.
Christian si affacciò sulla porta quasi timoroso, facendole un timido sorriso. Non appena lo vide, lei si rialzò in piedi, gli gettò le braccia al collo e iniziò a sommergerlo di baci.
Ehi! Volevo farti ridere, non farti piangere!” esclamò Christian, asciugandole le lacrime.
Tutto questo è… meraviglioso!” rispose Johanna. “La canzone è stupenda e tu sei fantastico. E io ti amo tanto” aggiunse, prima di baciarlo con passione.
Anch’io ti amo” le disse Christian, di rimando. “Ti è piaciuta la sorpresa?”.
Moltissimo” gli confermò, continuando a baciarlo. “Grazie. Le tue parole… sono splendide”.
Sai? Ho passato molte ore in questo giardino” prese a raccontare Christian “il giorno che sono arrivato in America la prima volta, quando speravo di vederti fare ritorno a casa. Le parole di questa canzone sono nate così, istintivamente… Poi, sono rimaste in un cassetto per mesi e ora ho chiesto a Nicolas di aiutarmi a metterle in musica. Non è stato facile lavorare a distanza, ma volevo che la canzone fosse pronta per questo momento” spiegò, stringendola forte a sé. “E c’è un’altra cosa, guarda” aggiunse, mettendosi una mano in tasca ed estraendone una scatoletta, che ormai Johanna conosceva benissimo. “Mi avevi detto di ridartelo quando avremmo avuto la certezza che le cose sarebbero andate per il meglio. Be’, possono andare meglio di così?” le chiese, indicando la foto che li ritraeva entrambi insieme alla piccola Zoé, che Johanna si voltò a guardare per un istante, per poi tornare a fissare intensamente gli occhi dell’uomo che amava alla follia. “Tu starai benissimo, noi siamo insieme e ci amiamo da matti e il destino ci ha voluto premiare con un inaspettato dono. Personalmente, ho solo un altro desiderio” disse, prima di fermarsi un attimo per prendere fiato e trovare il coraggio di porle di nuovo la fatidica domanda. “Johanna, mi vuoi sposare?”.
Johanna rimase senza parole. Era insolito per lei e aveva capito perfettamente ciò che Christian stava per fare, nell’attimo in cui aveva tirato fuori dalla tasca l’involucro dell’anello che gli aveva restituito qualche mese prima. Eppure rimase senza parole.
Non dici niente?” fu la domanda di Christian, sorpreso da quel silenzio.
Sì, mon CriCri d’amour! Sì! Certo che lo voglio!” esclamò, prima che un singhiozzo le impedisse di pronunciare altro.
Lo abbracciò forte, più forte che poteva, come se volesse impedirgli di allontanarsi, in qualche maniera.
Ah, bene!” scherzò lui “Perché è la terza volta, nella vita, che te lo chiedo e stavolta vorrei riuscire ad arrivare fino in fondo!”, disse, facendola scoppiare a ridere.
Ti amo” ripeté Johanna, infilandosi l'anello al dito.
Ti amo anch’io” sussurrò lui, contro le sue labbra, prima di suggellare quella promessa d’amore con un romantico bacio che, per un lunghissimo istante, li trasportò letteralmente in un’altra dimensione.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hélène e i suoi amici / Vai alla pagina dell'autore: ely_trev