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Autore: Rik Bisini    19/04/2008    0 recensioni
Nessuna guardia riesce a prevenirla, nessuna serratura può arrestarla. La bellissima e sensuale Shadow Lady sfugge da sempre a quanti credono di averla in pugno.
Ma che cosa avverrebbe se a tentare di imprigionarla fosse qualcosa di inatteso, non individuabile, subdolo? Qualcosa come catene invisibili?
L'atteso settimo capitolo della prosecuzione delle vicende di Shadow Lady.
Mai come in queste vicende uomini e demoni collaborano consapevolmente gli uni con gli altri, mentre il legame tra i due protagonisti si trasforma sempre di più.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
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Shadow Lady e le catene invisibili
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La regina della notte

Il procuratore entrò nella stanza dove Aimi aveva assistito all'interrogatorio appena avvenuto. L'uomo aveva ritrovato li suo tedioso sorriso e si accarezzava con cura le sopracciglia. « Non reggerà. » dichiarò.
Aimi alzò le spalle. « Mi pare che abbia avuto la meglio, poco fa. » notò.
Sekiya sorrise. « Vero. » ammise, « Un'abile dialettica, non c'è che dire. Ma vedi, non ho ancora iniziato ad usare quelli che la signora Arukawa chiama i miei metodi d'assalto ».
« Davvero? » si incuriosì Aimi.
Sekiya annuì. « Posso formulare contro di lei un'accusa di connivenza con Shadow Lady che, al momento attuale, è accusata di attività eversive contro la nazione. La tragica fine dei due secondini ha allarmato seriamente il giudice ».
« È un'accusa spudoratamente falsa. » si indignò Aimi.
« Posso concederglielo. » replicò Sekiya, « Tuttavia io non desidero che sia condannata, ma solo che abbia un assaggio di Slumfitting. Io so quali secondini le offrirebbero un trattamento molto poco gradevole ».
« Perché vuole fare questo? » protestò Aimi infuriata.
« Ma io non voglio questo, cara. » replicò Sekiya, « Io voglio che Shadow Lady ordini ai demoni suoi servitori di non proteggerla da chi la minacci. Lo ordini con tutta l'autorità di cui è capace ».
« Cosa? » balbettò Aimi.
« Stupita? » continuò Sekiya, « Io ho un alleato molto potente e piuttosto informato dei fatti che la riguardano. in questo modo distruggerò Shadow Lady per sempre! »
« Sei in combutta con Lujel! » indovinò Aimi.
« È questo il suo nome? » domandò con sincera curiosità il procuratore, « Non mi ha mai interessato. I nostri interessi coincidono ed io coopero volentieri ».
« Che interesse hai a distruggere Shadow Lady? » chiese Aimi, con il fiato corto.
« La odio. » rispose semplicemente Sekiya, « Odio tutte le donne che espongono quelle loro forme aggressive e perturbanti. La vera femminilità è una qualità parimenti maschile e femminile e quella volgarità esprime solo una animalità che non corrisponde ad un vero sentimento né ad un animo civilizzato ».
« Lujel potrebbe distruggere il mondo. » sussurrò Aimi, « Lo sai questo? »
« Non lo so. » tagliò corto Sekiya, « È una tua opinione. Io non lo credo affatto. Puoi provarlo? »
Ma il suo sorriso di sfida sottintendeva che qualsiasi prova non lo avrebbe convinto. Aimi negò con un cenno della testa.
« Allora non dobbiamo dirci molto di più. » annunciò Sekiya, « Sai quello che avverrà a Naru Arukawa se non agisci. Qui non ci sono telecamere o microfoni, non conviene né a te né a me che qualcuno veda i tuoi demoni. Bene, Shadow Lady. Chiamali. Adesso ».

Velkorva entrò nello scantinato con il suo elegante passo felpato.
Sotto l'abitacolo di forma ovale di un curioso veicolo distinse un paio di gambe, distese su di una pedana. Il veicolo era sospeso a pochi centimetri da terra, da robusti cavi d'acciaio legati a due lunghe e sottili braccia meccaniche, che terminavano con tre spesse dita. Due altri arti, più tozzi e robusti, erano legati a terra. Completavano la macchina alcuni propulsori di forma cilindrica collegati all'abitacolo.
« Cucciolotto, » esordì, « posso chiederti che stai facendo? »
La voce di Bright proveniente dal di sotto del veicolo le diede la risposta.
« Devo sistemare questa macchina, credo che mi sarà d'aiuto per far fuggire Aimi ».
Velkorva gettò un discreto sguardo alle librerie devastate dall'incursione di Setna.
« In che modo? Stavolta intendi entrare con quella a Slumfitting » insisté la demone.
Bright fece scorrere la pedana ed uscì da sotto il corpo del veicolo.
« Ho visto Lujel, ieri sera ».
Velkorva annuì.
« Ho percepito la presenza due Portatori. » raccontò, « Lujel e Goug, a giudicare dal tipo di magia che si avvertiva. Immagino che non abbia potuto fermarti perché sapeva che saremmo intervenuti ».
Bright scosse la testa.
« Credo che voglia aiutarmi. »
Velkorva si concesse una delle sue risate cristalline.
« Andiamo, umano. » notò la demone, « È un tuo nemico ».
« Probabilmente. » replicò Bright, « Ma vuole che io tenti di liberare Aimi. Vuole che tenti mentre lui non ha possibilità di ostacolarmi. Lui rimarrà a Slumfitting, mentre Aimi sarà trasferita ».
« Ti ha detto dove? E quando? » chiese Velkorva.
Bright indicò un punto dietro alle spalle della demone.
« Non ieri sera. » spiegò l'agente, « Ma quando sono sceso qui ho trovato quella scritta ». Erano due sole parole, scritte in una fresca tintura bianca, appena leggibili sul resto della parete, in cui la vernice del medesimo colore era sporca e usurata.
« Stanotte. Southernguard ».

« Demo. » chiamò Aimi.
Sekiya sorrise.
« Demo, » ripeté la ragazza, « ti prego ho bisogno di te e degli altri ».
Demo apparve. I suoi enormi occhi fissati sul procuratore con uno sguardo colmo di astio e ribrezzo.
« Aimi » esordì, « non devi cedere al ricatto di questo schifoso. Proteggeremo anche Naru, invece ».
Aimi scosse la testa.
« Non servirebbe. » osservò, « Ci saranno altre vittime. L'antica legge impone di non lasciare testimoni. Non possiamo più contare sull'aiuto di Setna, ormai ».
Aimi sospirò. Le costava riconoscere quanto spesso si era avvalsa dell'aiuto di Setna e quanto poco le avesse dato impressione di considerarla indispensabile.
« Devo vedermela da sola. » concluse.
« Aimi non puoi. » protestò Demo, « succederà di nuovo che... »
« Grazie, Demo. » lo interruppe, « Ho deciso così. Come ho detto ad uno dei diavoli, è quando mi dicono che non posso farcela che vado alla grande. Abbi fiducia in me ».
Demo sospirò. Svanì nelle ombre e ritornò dopo un secondo. Sekiya si guardò intorno un paio di volte, impaziente. Poi l'aria di fece di colpo secca ed una lingua di fiamme descrisse una spirale nella stanza. Assieme a Demo, erano apparse altre quattro creature. La più grande aveva l'aspetto di un gigante di fiamma, le altre erano Goug, Samoda e Veruse.
Il procuratore ostentava sicurezza e manteneva un coraggioso sorriso sul viso, ma era decisamente impallidito.
« A partire da ora avete un ordine. » annunciò Aimi rivolta alle quattro creature, « L'ordine di non difendermi da alcun essere umano. Vi ordino inoltre di impedire di proteggermi dagli umani a Demo. Questa è la volontà del Sovrano del Fuoco, che parla per il suo Messaggero. »
I quattro demoni sopraggiunti alzarono per un istante il capo verso l'alto, mentre il loro sguardo si perdeva nel vuoto.
« Perché hai ordinato di fermarmi, Aimi? » protestò Demo sconvolto.
« Perché non voglio che Lujel ti attacchi per impedirti di difendermi, caro il mio fratellino. » replicò Aimi con un sorriso.
Gli occhi di Demo divennero lucidi. « Aimi, non dovevi... » iniziò.
« Commovente davvero. » osservò ironico Sekuiya.
Una calda risata seguì questo commento. Era Goug, che guardava con divertimento Sekiya. L'uomo sollevò le mani come a proteggersi. Tremava.
« Che cosa significa quella risata? » domandò terrorizzato.
« Ho vissuto molti millenni, verme. » spiegò Goug, « Hai appena sfidato apertamente il Sovrano del Fuoco, imponendo la tua volontà al suo Messaggero. Di quanto ho appena veduto, darò la mia Testimonianza Fedele. Augurati che la padroncina rimanga viva ed in salute, perché il primo incarico del suo successore sarà infliggerti una morte tra atroci tormenti ».
Goug riprese a ridere, mentre una fiamma avvolgeva i demoni, lasciando soli nella stanza l'accusata e il procuratore.

Un nuovo viaggio in un cellulare attendeva Aimi. Piccoli fiocchi di neve le porsero un candido saluto mentre lasciava il carcere di Slumfitting, per una destinazione che le era ignota. Il sole era già prossimo a calare quando Aimi si rese conto che il veicolo saliva da parecchi minuti per ripidi tornanti, sempre più verso l'alto.
Così divenne consapevole della sua destinazione. La gola di Southernguard. Il luogo dove si trovava l'omonimo e celebre carcere militare. Famoso per la sua inaccessibilità.
Stinse le spalle. Per Aimi Komori aprire una serratura senza chiave era comunque un problema insormontabile. Per Shadow Lady una fuga da Southernguard non sarebbe stata più difficile di aprire l'ombretto del trucco. Dalla piccola finestra in fondo al cellulare, dietro due serie di sbarre di ferro, Aimi non vedeva che le prime stelle. Ma conosceva dalle varie foto mostrate dai giornali il lungo ponte di acciaio che attraversava la gola e che costituiva l'unico accesso alla fortezza, il ponte per cui la prigione era famosa.

Anche Bright conosceva bene quel ponte. Lo guardava in quel momento attraverso un binocolo. L'abitacolo del veicolo che aveva approntato era aperto e lui vi si era seduto dentro. Velkorva teneva chinato leggermente verso destra il capo, in apparenza indifferente.
« Lujel non è qui vicino. » disse invece d'un tratto. « Sembra che tu abbia fatto la scelta giusta. D'altra parte non c'è nemmeno Goug. Rimangono gli uomini che guidano il furgone ».
« Non solo loro. » puntualizzò Bright. « Slumfitting o la stessa Southernguard avranno provveduto ad una scorta per trasferire Aimi nella prigione. Uomini con mezzi che io non sono in grado di affrontare ».
« E che intendi fare allora, cucciolo? » domandò Velkorva.
« Cercherò semplicemente di essere più veloce di loro. » rispose Bright.

I militari avevano una cartina che descriveva la strada verso Southernguerd.
« Il ponte sulla gola. » disse quello con i gradi di sergente. Il frastuono delle pale dell'elicottero su cui erano imbarcati copriva in gran parte le sue parole, ma i soldati restavano ad ascoltare attentamente. « Sarà il punto di massimo rischio. Dovremo tenerci pronti ad intervenire. Ascoltate le regole di ingaggio. Prima si intima l'alt con un razzo di avvertimento. Dopo dieci secondi o appena perso il contatto con il cellulare, l'elicottero di punta sparerà una bordata in direzione dell'assalitore. Seguirà fuoco a volontà fino a bloccare il nemico. Altri dieci secondi di attesa e poi ci avvicineremo. Gli elicotteri due e tre atterreranno sul ponte, con le squadre India-primo e India-secondo. A loro toccherà raccogliere i superstiti ed i feriti. Tutto chiaro? »
« Roger! » risposero i soldati all'unisono. Nessuno si era avveduto di una piccola luce confusa tra quelle del quadro comandi.

Il cellulare aveva appena imboccato il ponte sulla gola, ma Aimi questo non lo sapeva. Udì invece il suono di un motore che si avvicinava molto velocemente. Un rombo che somigliava vagamente a quello di un piccolo aereo a reazione. Poi sentì un tonfo di qualcosa che colpiva le pareti, il veicolo si fermò bruscamente e la ragazza si ritrovò sdraiata a terra dolorante.
Tentò di alzarsi, ma il pavimento ondeggiava rapidamente. Raggiunse con difficoltà le sbarre che la imprigionavano e le afferrò con forza, per sollevarsi stringendosi contro di esse. In qualche modo il veicolo si era inclinato ed il portello posteriore ora appariva orientato come un lucernario. Aimi lo guardava mentre un sordo rumore metallico proveniva dalla serratura. Sorrise quando in seguito il portone si spalancò rivelando il volto di un uomo.

Bright attivò il motore e in pochi secondi il suo veicolo fu sul cellulare. Si ancorò ad esso con le braccia e sollevò le ruote posteriori da terra. Quindi il giovane spostò una leva ed un piccolo portello si aprì. Premette un tasto e un tubo di gomma terminante con un uncino parti dall'abitacolo e sfondò un finestrino dell'autoveicolo. Attese per pochi secondi che una piccola nuvola di gas, che avrebbe fatto sprofondare gli agenti alla guida in un indesiderato sonno, si diffondesse qualche metro più in là.
Nel frattempo distinse con la coda dell'occhio un razzo di avvertimento. Aveva preso alla sprovvista la scorta, ma il rumore delle pale degli elicotteri gli manifestava chiaramente l'urgenza del momento.
Sollevò il cellulare alzandone le ruote posteriori. Lo spinse al di sopra degli arti inferiori del suo veicolo e con i superiori armeggio rapidamente alla serratura. La sua ricompensa per questo lavoro fu vedere il sorriso rivoltogli da Aimi.
Poi arrivò il proiettile.
« Un razzo. » capì immediatamente. Il braccio sinistro del suo veicolo fu colpito e Bright uscì rapidamente dall'abitacolo, scivolando lungo il pavimento del cellulare, fino a raggiungere le sbarre. Aimi era separata da lui poco più di due metri, dietro la seconda fila di sbarre.
« Mi hanno preso, purtroppo. » disse, « Non riesco a spezzare tutte le sbarre con la mia macchina ridotta in questo modo ».
Le sorrideva, parlando. Un forte rumore di pale di elicotteri proveniva dall'esterno.
Il sorriso di Aimi si allargò. « Mi dispiace, Bright, non volevo metterti nei guai ».
« Oh, » replicò Bright, « credo che tu me lo abbia detto un'infinità di volte. Ed io non ho mai avuto intenzione di allontanarmi da te per questo. Vorrà dire che chiederò di finire in cella insieme a te ».
Aimi trattene una risatina.
« Dubito che succederà. » osservò.
« Hai ragione. » convenne Bright, « Temo che dovremo essere sposati per vederci mentre scontiamo i nostri ergastoli ».
Il cuore della ragazza si sciolse.
« È una proposta, questa? »
Il rumore delle pale fu sostituito dai passi di numerosi stivali che si accalcavano dietro al cellulare, dove il veicolo di Bright impediva loro di entrare.
« Sì, Aimi. » aggiunse Bright, « Io non desidero separarmi da te per un altro minuto. Fosse anche da trascorrere a Slumfitting o a Southernguard, voglio che venga comunque il giorno della nostra luna di miele ».
Aimi arrossì.
« Potremmo scegliere noi il posto, se ti và. » suggerì Aimi titubante, « Se vuoi restituirmi l'ombretto ».
Bright si frugò rapidamente nel soprabito e nella sua mano apparve il portentoso astuccio di Shadow Lady. Il giovane passò il braccio tra le sbarre e cercò di passarlo alla ragazza. Anche Aimi tentò di sporgersi il più possibile per arrivare all'ombretto con le dita.
« Meglio che te lo lanci. » propose Bright.
Aimi annuì. In quel momento una carica esplose accanto al veicolo di Bright. Una gamba cedette ed il cellulare si rovescio su di un fianco. L'astuccio sfuggì alle dita di Bright, scivolò sul fianco del cellulare, che ora aveva il posto del pavimento e si fermò fuori dalla portata del giovane e di Aimi.
« L'ombretto. » esclamò Aimi allarmata, « Demo, dove sei? Passami l'ombretto, presto ».

Shadow Lady rise. Era una risata cristallina, piena, gioiosa.
Apparsa come dal nulla, sul fianco del cellulare ribaltato, mosse lenti passi verso i soldati che avevano già puntato decine di riflettori e fucili contro di lei. Esprimeva la grazia di una modella in passerella.
« Coraggio, Demo! Facciamogli vedere chi è la regina della notte! » disse.
Svolazzando sopra il finestrino il demone apparve, invisibile nella notte nuvolosa.
« Tu non sei Aimi! » decretò.
« Bella scoperta! » replicò Shadow Lady. « Ma è meglio che loro lo credano, non sei d'accordo? »
« Io non posso aiutarti. » spiegò Demo scuotendo la testa. « Goug me lo impedirebbe con l'autorità del Sovrano del Fuoco ».
Shadow Lady sbuffò.
« D'accordo. » concluse, « dovrò togliere da sola Aimi dal pasticcio in cui l'ho messa. Stai a guardare ».
Una dozzina di sicure scattarono contemporaneamente mentre la celebre ladra si avvicinava al bordo del furgone. Alzò lentamente le mani come iniziando un gesto di resa. Ma, come se avesse cambiato idea, schioccò all'improvviso un rapido bacio verso i soldati e tutti i riflettori si spensero.
Ne seguì un rumoroso caos.
Gli ordini di un sergente erano misti a imprecazioni e bestemmie rivolte in pari misura alla dabbenaggine dei soldati e a Shadow Lady. Poi iniziarono a sentirsi rumori di stoffa lacerata e di pesi caduti nell'acqua molti metri al di sotto, nella gola di Southernguard.
Quando un solo riflettore si accese in direzione dei soldati, sul ponte non era rimasta un arma da fuoco ed i soldati, completamente nudi, si coprivano il basso ventre con le mani. Si udì allora la voce del sergente che lanciava risoluto un comando.
« Ritirata!! »
Ed i soldati corsero impacciati verso gli elicotteri per riprendere il volo.

Shadow Lady camminava sul pavimento del cellulare, senza che si vedesse segno della sfida che stava opponendo alla forza di gravità. Demo volteggiava pigramente dietro di lei. La ladra toccò per pochi secondi la serratura delle sbarre tra le quali era ancora incastrato Bright. Un filo di fumo si levò dal congegno e la porta si spalancò. Con eleganza, Shadow Lady si chinò a raccogliere l'ombretto e lo consegnò ad una perplessa Aimi.
Poi un tappeto di fiammelle rosa si diffuse sul corpo della ladra.
Setna si rivolse a Bright.
« Hai restituito l'ombretto. » spiegò, « Le manette hanno perso il loro potere. Le catene invisibili che imprigionavano anche te e Shadow Lady sono sciolte ».
Aimi strinse l'ombretto al petto.
« Se quello che ho fatto potesse essere disfatto. » disse Setna rivolta ad Aimi, « Io lo vorrei. Se mi fosse concesso rimanere al tuo servizio per l'intera durata della tua esistenza e servire i tuoi discendenti dopo di te, di sostituire Vaar e Kuriaf, io accetterei volentieri l'incarico. Ma gli umani non ragionano così. Non si può sostituire nessuno ed ognuno è unico. Verrà un altro Messaggero del Sovrano del Fuoco, non ci sarà mai un'altra Aimi ».
Aimi annuì.
« Andiamo via, ora. » comandò.
Con pochi semplici gesti, dispose l'ombretto sugli occhi e una luce la avvolse. Shadow Lady era apparsa di nuovo.
Toccò la seconda serratura che si spalancò immediatamente. In quel momento un'ombra prese la forma di una donna, accucciata accanto a Bright.
« Cucciolo. » disse allarmata, « Dammi la mano, svelto! »
« Che succede? » chiese Bright.
« Fidati di me, dobbiamo scappare. » rispose con urgenza Velkorva.
Bright la guardò con disapprovazione.
« D'accordo. Temo i Sovrani, temo Lujel e temo anche Larute. Andiamo, adesso ».
Lo toccò e l'ombra inghiottì entrambi.
Shadow Lady si gettò nel punto dove Bright era scomparso, ma di lui non vi era più traccia.
« Larute? » domandò Setna.
« Anche il Sovrano dell'Oscurità ha un Messaggero. » disse una voce nota, « Velkorva ne conosce bene il potere. È per lei quello che gli umani chiamerebbero un fratello ».
Gli occhi di Setna, Demo e Shadow Lady incontrarono il nuovo arrivato. Bean sorrideva soddisfatto.
« E dove sarebbe ora, il mio collega? » domandò Shadow Lady.
« Abbastanza vicino. » rispose Bean. « Quanto basta a permettermi di rappresentare l'intero Consiglio. Shadow Lady è comandata di riferire riguardo alle notizie sul nostro mondo che l'umano Bright ha acquisito. Cosa di cui lei non ha informato la nostra polizia ».
« Vuoi di nuovo che ti segua nel Paese dei Demoni. » indovinò Shadow Lady.
« Si parte domani. » annunciò Bean, « E questa volta non sarà piacevole come otto mesi fa ».
« Bean, ma non ti stanchi di annunciare l'arrivo di guai? » sospirò Demo.

Sekiya ascoltava replicando brevi monosillabi e versi di assenso una telefonata. La stanza in cui si trovava era arredata con dipinti in ricche ed elaborate cornici, vasi di ceramica dipinti ad arte, tende di velluto, tappeti persiani.
« Provvedo subito, ho capito alla perfezione. » concluse.
Prese un fazzoletto immacolato dalla tasca del suo abito e iniziò a tergersi il sudore.
Si alzò di scatto e si girò verso un quadro di un demone incoronato e seduto su un trono. Lo spostò rivelando uno sportello di pesante acciaio. Ruotò il pomello della serratura a destra e a sinistra, poi aprì la cassaforte.
« Ti dispiacerebbe richiuderla? » disse una voce.
Sekiya fece un salto involontario. Tornò a guardare dietro le sue spalle. Seduta a gambe accavallate sulla sua scrivania, Shadow Lady lo guardava corrucciata.
« Tu! » esclamò l'uomo, « Qui! »
« Già. » confermò Shadow Lady, « A quanto ho capito, la tua capacità di individuare cavilli legali proviene da un oggetto creato da Lujel. A giudicare dal tuo atteggiamento lo tieni in cassaforte. Io sono qui per prenderlo. Quindi, per piacere, richiudi la cassaforte e lasciami almeno il gusto di aprirla da sola ».
« Non avrai mai il Codice Perduto ». sentenziò Sekiya.
« È un libro, allora. » osservò Shadow Lady, « Mi stai togliendo tutto il divertimento di indovinare. Sei crudele ».
Il procuratore ritirò di colpo la mano dalla cassaforte. Stringeva un volume rilegato in pelle. Iniziò a correre, ma inciampò dopo pochi passi in un tappeto.
Shadow Lady lo raggiunse in un secondo e gli prese il libro che teneva in mano.
« Sarebbe stato più difficile rubare caramelle ai bambini. » commentò. « Non mi sono divertita per niente ».
« Ridammi quel libro. » la supplicò Sekiya, « Perderò tutte le mie cause senza ».
« Oh, » replicò la ladra con noncuranza, « temo proprio che non mi spiaccia. Sai, sei stato decisamente odioso con quella storia di Naru a Slumfitting e tutto il resto ».
Sekiya rabbrividì.
« Mi uccideranno? »
« Io certamente no. » rispose Shadow Lady, « Una nullità come te neppure la considero ».
Sekiya sembrò riprendere un po' di colore.
« Ma una soddisfazione devo togliermela. » aggiunse la ragazza.
Quando lasciò la stanza, non c'erano più libri e scaffali nella stanza, ma solo pagine strappate e cocci delle dimensioni di pochi centimetri. La tenda giaceva lacerata sulla scrivania e Sekiya giaceva sconsolato in messo alla stanza, legato mani e piedi dal cordone.

   
 
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