Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: a rainy day    04/11/2013    2 recensioni
Lei, Alexia Anne Scott, una nota giornalista ventiquattrenne che vive a Bradford, costretta a trasferirsi a Doncaster per lavoro.
Lui, James William Collins, un pastore protestante, scrittore per passione e osservatore attento di natura. Venticinque anni e tanta voglia di fare del bene per gli altri.
Ad Alexia Anne Scott viene commissionata la scrittura di un opuscolo da allegare ad un noto giornale di Doncaster, nel quale dovrà parlare dell'ultimo libro in uscita di James William Collins. Lavoreranno fianco a fianco, tra mille domande e altrettante risposte.
Uno dei quesiti più difficili a cui entrambi saranno sottoposti sarà: "Cosa siamo noi?".
Sapranno mai rispondere?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ringrazio infinitamente Drawjng Efp per il banner!

4. Quarto capitolo

 
Alexia sospirò lievemente. Non ebbe nemmeno il tempo di dare una risposta alla donna della reception che sentì dei pugni sbattere sulla porta della sua camera e la voce di James urlare un: "Apri questa porta!". La giornalista chiuse gli occhi, si passò le dita sulle palpebre e si diresse verso la porta, aprendola con estrema calma e lentezza. Conosceva già l'immagine che le si sarebbe presentata davanti una volta aperto l'uscio: James furioso perché aveva visto Alexia scappare e non gli aveva dato il tempo di spiegarle la situazione. E si sentiva impotente per questo. 
Il pastore protestante mise frettolosamente i piedi dentro la stanza, varcò completamente l'uscio e superò Alexia, dirigendosi a passo spedito verso il centro della camera.
- Cosa vuoi? - gli disse Alexia, incrociando le braccia al petto come se volesse mettere uno muro tra sé e lui, per difendersi. Usò un tono pacato e quasi annoiato.
- Voglio che tu mi dia ascolto per una benedetta volta - 
La ragazza roteò gli occhi intorno a tutta la stanza e poi, con lo stesso tono di poco prima, aggiunse distrattamente: 
- Sentiamo - 
- Alexia, noi ci conosciamo soltanto da qualche settimana, ti aspettavi forse che ti dicessi 'Ehi, sai che ho una figlia con la mia ex compagna?'? Davvero volevi questo? Era troppo presto, non credi? Ci stiamo conoscendo e l'attrazione fisica tra di noi sembra ormai palese, solo che ho ritenuto opportuno aspettare che le cose si facessero più serie per confessarti un fatto così importante come quello di cui sei appena venuta a conoscenza - terminò, guardandola dritta negli occhi, non permettendole così di sfuggire al suo sguardo. L'espressione di Alexia si addolcì leggermente e si avvicinò a James di slancio, mettendogli le braccia al collo e appoggiando la testa sul suo petto. Lui rimase per un attimo interdetto, sbarrò leggermente gli occhi per la sorpresa e poi si rilassò, abbracciandola e stringendola a sé come per non farla scappare. E chi si muoveva? Di certo Alexia non voleva abbandonare quel riparo sicuro che aveva appena trovato. 
- Io... James, scusami. Ho avuto una reazione esagerata - gli disse la giovane giornalista con tono seriamente dispiaciuto. Vide gli angoli della bocca del ragazzo rivolgersi verso l'alto, dando spazio ad un sorriso dolce che gli apparì sul volto. Le accarezzò delicatamente la guancia. Rimasero lì abbracciati per molto tempo, senza dire una parola. Ad interrompere quel romantico scenario fu il cellulare di Alexia, che trillò invadendo tutta la stanza. Si precipitò a rispondere e sentì la voce di Joshua Harris, il capo redattore del giornale per cui lavorava, raggiungerle l'orecchio. La informò che il periodo di permanenza pagato dalla redazione era terminato, e che da quel momento in poi avrebbe dovuto provvedere a sue spese. La giornalista andò in panico: non poteva permettersi di pagare personalmente quel costosissimo albergo e oltretutto le mancava ancora molto per finire la rivista a cui stava lavorando insieme a James. 
Riattaccò e si lasciò cadere sul letto, con il cellulare tra le mani e lo sguardo preoccupato e perso nel vuoto. Il pastore protestante le si sedette accanto e le chiese cosa la preoccupasse. Alexia scosse impercettibilmente la testa.
- Nulla, è solo che... - fece una breve pausa - siamo ancora in alto mare con la rivista a cui stiamo lavorando e le tre settimane previste per soggiornare qui sono terminate. E ora devo provvedere a mie spese se voglio restare qui e non credo di averne la possibilità. Se lascio in sospeso questo lavoro mi licenzieranno - terminò lei, con tono grave. 
- Beh, sempre se ti va, puoi venire a stare a casa mia. È abbastanza grande per entrambi - le sorrise dolcemente, forse con un po' di malizia nel tono di voce. 
La giornalista non aveva scelta: o il licenziamento, o la convivenza con James. E non fu poi così tanto difficile scegliere. Si salutarono, il ragazzo lasciò la stanza ed Alexia iniziò a preparare le valigie, facendo attenzione a non dimenticare nulla in quella stanza. 
Arrivata sera, si preparò a passare la sua ultima notte in quell'albergo e iniziò a pensare a ciò che la aspettava di lì a poco: la convivenza con James, che sapeva non sarebbe stata facile ma soprattutto pacifica. Con questo pensiero in testa, si addormentò, più stanca che mai.
Il mattino dopo, fu svegliata dal suono del suo cellulare, sul quale display compariva il nome di James che la stava chiamando.
Si alzò di scatto, afferrò il cellulare e, con voce ancora assonnata, rispose un 'Pronto' biascicato. 
- Buongiorno! - diceva la voce dall'altro capo del telefono, quasi urlando allegramente. 
- Ti ho per caso svegliata? - continuò James William. 
Parlarono per qualche minuto, poi le chiese di vedersi nel pomeriggio per continuare il lavoro che avevano iniziato e per portare i bagagli a casa sua. 
Terminata la chiamata con Collins, Alexia chiamò Joshua Harris, per avvisarlo che non era ancora riuscita a terminare la stesura della rivista che le aveva commissionato. Josh le disse di provvedere il più presto possibile alla realizzazione del lavoro e che l'avrebbe aspettata nel suo ufficio quindici giorni dopo, quando avrebbe dovuto consegnargli il compito terminato. 
Riattaccò e iniziò a disperare. Le aveva dato un ultimatum di due settimane e sarebbe riuscita a portare a termine il suo compito soltanto se sia lei sia James avessero lavorato duramente tutti i giorni, senza mai prendersi una pausa. Si rassegnò all'idea di dover passare i quindici giorni più impegnativi della sua vita, non aveva alternativa.
Il pomeriggio che la attendeva era di duro lavoro. 
Si presentò a casa di James all'ora stabilita, portando con sé i bagagli. Suonò varie volte il campanello e William Collins le aprì la porta.
Lavorarono per tutto il pomeriggio alla rivista di Alexia Anne e arrivò sera. Cenarono e James le fece vedere la stanza in cui avrebbe dormito nei giorni seguenti. 
Era una camera accogliente, con un letto a due piazze al centro della stanza, le pareti arancioni e il copriletto sulle gradazioni del rosso. Alexia si sentì subito a casa. 
Chiacchierarono un po' e poi ognuno andò verso la propria stanza. 
Il mattino seguente, la giornalista si svegliò con la musica di sottofondo e l'odore del caffè che le invadeva le narici. Noncurante di indossare soltanto una camicia che le arrivava a metà coscia, scese in cucina dove vi trovò James William con una tazza di caffè nelle mani e un sorriso a trentadue denti a darle il buongiorno. 
Le andò incontro e, inaspettatamente, le diede un bacio all'angolo della bocca, sorprendendola e attirandola poi a sé per abbracciarla. La ragazza si abbandonò completamente alle braccia di James e si sentì ancora più a casa di quanto non si fosse sentita la sera prima. James William la guardò maliziosamente: passò lo sguardo sulle curve della giornalista, accorgendosi della trasparenza della camicia che indossava. Le mise una mano sul fianco e non poté fare a meno di ghignare soddisfatto. 
Alexia abbassò lo sguardo imbarazzata, rendendosi così conto di essere coperta soltanto da una leggera camicia quasi trasparente. Accortasi di ciò, si coprì istintivamente le gambe con le braccia e corse in camera sua a vestirsi, lasciando James interdetto e con aria interrogativa. Non si sarebbe mai abituato all'idea di vederla girovagare per casa sua in modo disinvolto. Scosse la testa e si mise a sistemare un po' la cucina, in attesa che Alexia lo raggiungesse. 

 
AngoloAutrice:
Salve
Come sempre, mi scuso infinitamente per il ritardo, ma purtroppo non ho avuto tempo. Mi dispiace avervi fatto attendere per poi leggere questa schifezza. Nel capitolo non succede granché, è un capitolo di passaggio, il prossimo sarà molto più interessante e (come promesso) accadranno cose inaspettate.
In caso non aveste letto le note autrice dello scorso capitolo, vi informo che ho creato un gruppo su Facebook in cui inserisco spoiler riguardanti la storia. Se vi va, trovate il link nelle note del capitolo tre. 
Parlando di cose inaspettate: cosa credete che accadrà nel prossimo capitolo? Vediamo se qualcuno di voi riesce ad intuirlo, dai!
Fatemelo sapere con una recensione. Vi aspetto.
too shy for him. 

p.s.: ho chiesto all'amministrazione di cambiarmi nickname in 'a rainy day', ma non so ancora quando avverrà questa modifica. 
A presto!
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: a rainy day