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Autore: MonyMonica    04/11/2013    3 recensioni
Abbiamo sempre visto Mamoru un po' freddo e distaccato, forse è anche per questo che molte hanno iniziato ad apprezzare la coppia Seya-Usagi che personalmente non mi è mai piaciuta.
Comunque cosa succederebbe se Usagi decidesse di cambiare per piacere a Mamoru? Se non si sentisse amata? Se sentisse invece il bisogno di appartenere a qualcosa e nemmeno le sue amiche riusciranno ad aiutarla?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda serie, Contesto generale/vago
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Si era alzata presto e si era diretta in camera sua costatando che la vernice era completamente asciutta. Tutto sommato il lavoro la soddisfaceva e decise di evitare la seconda passata anche se così le sembrava davvero troppo impersonale. Andò in garage per riportare il secchio della pittura e trovò degli stancil, perché no? Si disse così con della pittura dorata realizzò il decoro a intervalli di 15 centimetri.  Terminato il lavoro ne rimase stupefatta, il motivo dorato a intreccio intervallato dalle strisce bianche dava davvero un tocco di luminosità alla stanza. Spalancò nuovamente le finestre per far asciugare il tutto e andò a farsi la doccia. Quando scese in cucina sua madre era già in piedi.
''Ciao Usa-chan come mai già in piedi?''
''Niente stavo ritinteggiando la stanza''
''Hai avuto un'ottima idea. Io stavo per uscire con qualche amica di vecchia data, papà è al lavoro ed  ha portato Shingo al corso di nuoto. Ci vediamo nel pomeriggio .... ''
''Ok divertiti''
Era sola in casa. Normalmente avrebbe deciso di poltrire tutto il giorno, ma voleva fare qualcosa. 
Farò una torta si disse. Prese un libro di ricette, controllò gli ingredienti e si mise all'opera. Non aveva fretta ne voleva combinare pasticci. Proseguì per gradi, aggiungendo uno alla volta tutti gli ingredienti, sistemò le cose che non gli occorrevano più e riordinò man mano il bancone della cucina.
Preparato l'impasto mise il tutto in forno, impostò il timer e montò la crema pasticcera con cui avrebbe guarnito la torta.
Dopo quaranta minuti scattò il timer, estrasse così la torta, l'aspetto era invitante. Dopo aver aspettato che si fosse raffreddata la guarnì e ne assaggiò una fetta. Era davvero buona. 
Si complimentò con sé stessa, forse non era il caso disperato che ritenevano gli altri. 
Forse poteva essere un po' più Serenity e un po' meno Usagi.
Forse questo gli avrebbe fatto guadagnare punti con Mamoru.


Aveva spesso sentito dire frasi del tipo 'ognuno è artefice del proprio destino', 'la vita è frutto delle proprie decisioni e comportamenti'... ma non ci aveva mai creduto fino in fondo.
Usagi era Usagi.
Il più delle volte allegra, spensierata, pasticciona altre volte triste, incompresa, sola.
Aveva la risata contagiosa, un umorismo prorompente, ma spesso i commenti innocui che la definivano stupida e nullafacente, le facevano davvero male. Riuscire a fare una torta le era sembrato un miracolo. Nemmeno con Makoto le uscivano così bene. Devo solo essere un po' più Serenity, si disse mentre tornando in cucina preparò il pranzo. Si impegnò davvero e mentre l'assaggiava il suo ego saliva alle stelle.
Le venne un'idea. Il cibo era pronto spense i fornelli, e lo mise in un contenitore. Salì in fretta in camera sua ed estrasse un vestito leggero azzurro senza spallini lungo a mezza coscia dall'armadio. Si truccò gli occhi di bianco con una leggera sfumatura azzurrina, mascara, blush, e un gloss leggero. Fissò i capelli con un fiocco in stile Minako e varcò la porta che richiuse alle sue spalle. 

Era sotto casa di Mamoru
Forse lui non voleva nemmeno vederla, ma a Lei, Lui macava davvero tanto.
Salì in ascensore ed entrò nell'appartamento con le sue chiavi. 
Mamoru non c'era. 
Un sorriso amaro riecheggiò sul suo volto mentre usciva lasciandosi la porta alle spalle.
Doveva trovarlo. 
Voleva trovarlo.
Girò mezza città, sotto lo sguardo vigile di alcuni passanti.
''Sei davvero molto bella complimenti'' le era stato detto. Oppure ancora ''Sei uno schianto, perché non passi da me, quando sei libera?'' cose più carine di altre insomma.
Era quasi nei pressi del parco ed era quasi sicura di trovarvi Mamoru. Lui era solito fare una corsa al mattino o dopo pranzo e lei si sentiva speranzosa. Si era addentrata nel viale alberato quando ad un tratto si sentì strattonare il braccio e sbattere contro un muretto. Un uomo con un che di poco rassicurante la teneva in gabbia con le  braccia. 
''Ciao ragazzina, ti va se io e te adesso ci facciamo un bel giretto?''
''Io beh, veramente andrei di fretta ... '' e vedendo l'uomo che aveva abbassato un braccio lungo il fianco, intravide una via di fuga. Fece uno scatto improvviso, ma il suo rivale prevedendo la sua mossa batté un pugno sulla parete a pochi centimetri dal suo viso.
''Sei una bambina cattiva, per questo dovrò punirti'' serrò istintivamente gli occhi e si preparò ad incassare il colpo che non le venne mai inferto. Aprì un occhio solo e vide la mano dell'uomo sollevata a mezz'aria e dietro una figura a lei fin troppo nota.
''Sparisci, adesso se non cerchi guai'' inveì l'uomo contro il ragazzo. Lui rimase impassibile mentre l'altro si preparava a sfoderargli un pugno in pieno volto.
''No, Mamoru!'' urlò Usagi spaventata dalla situazione, ma questi parò senza difficoltà il colpo contraccambiando il favore al suo 'amico' colpendolo sul naso e facendolo balzare a terra.
''Il b-mio n-naso'' farfugliò prima di andarsene a tutta velocità.
''Stai bene? Ti ha fatto qualcosa? Rispondimi Usako lo sai che puoi dirmi qualunque cosa'' 
''Io, mi dispiace tanto Mamo-chan'' rivelò abbassando lo sguardo litigando con se stessa per evitare di mettersi a piangere. 'Devi essere un po' più Sailor Moon e un po' meno Usagi, più coraggiosa e sicura', si ripeté.
''Hey, guardami va tutto bene Usa-chan adesso ci sono io qui con te'' disse mostrandogli un sorriso da infarto. Adesso che lo guardava bene un attacco di cuore l'avrebbe sicuramente portata a miglior vita. Indossava una canottiera bianca aderente che delineava il suo torace, le braccia muscolose accarezzate dal vento, un felpa legata in vita e dei pantaloncini da pallavolista che gli facevano davvero un bel fondoschiena!
''Perché sei arrossita?'' Tac! Beccata!
''Io niente'' si affrettò a dire accompagnando il tutto da un movimento confuso delle braccia.
''Cosa mi nascondi?'' disse facendola indietreggiare. Si trovava nella stessa posizione di prima solo che ingabbiata da Mamoru ci sarebbe rimasta per sempre.
''Allora?''
''Allora cosa?'' disse sbattendo gli occhi con lo sguardo angelico.
''Non mi incanti signorina, avanti sputa il rospo''  in realtà la incantava eccome. Non riusciva a smettere di fissarla e quel vestito le fasciava il corpo in una maniera... No, si impose di non pensarci erano pur sempre in un luogo pubblico seppur appartati dietro a una siepe.
''Ehm- ecco...'' cavolo e adesso cosa faccio? Faccio la figura più brutta della mia vita dicendogli che ha un bel fondoschiena o rischio la vita dato che il mio cuore non sembra darmi tregua, non penso abbia mai battuto così veloce.
''Va bene se preferisci cambiamo argomento allora. Mi hai detto che non volevi vedermi perché avevi di meglio da fare e ti ritrovo qui dietro a una siepe con un tizio che avrà il doppio dei miei anni'' disse furiosamente.
'' Tu sei...'' geloso. Sì, Mamoru era decisamente geloso marcio. Gli aveva praticamente riversato addosso tutta la sua frustrazione ed era sì, parecchio incazzato.
''Sono?''
''Fuoristrada! Io volevo vederti solo...'' sto cercando attraverso mezzucci vari di capire quanto tieni a me. ''solo non potevo, stavo ritinteggiando la stanza e poi secondo te sarebbe stata una mia idea appartarmi con quello?''
''Tu sei mia, vero?'' Mamoru lo aveva detto veramente? La stava fissando coi suoi enormi occhi blu e così non ci pensò due volte e lo baciò. Erano talmente vicini che bastò avanzare di qualche centimetro per trovare le sue labbra. In principio Mamoru tentennò, cosicché Usagi pensò di aver dato vita alla cazzata del secolo, ma poi sentì la sua lingua accarezzata dalla sua, gli occhi di Lui chiusi come i suoi, il suo corpo rilassarsi mentre con una mano le accarezzava i lunghi capelli biondi. Restarono così per alcuni minuti che a Usagi sembrarono un'eternità. Si staccarono solo per riprendere fiato e si unirono nuovamente. Quando sentirono una scolaresca addentrarsi nel viale, a malincuore sciolsero l'incantesimo che li aveva uniti, Mamoru la prese per mano e camminarono lungo il sentiero e si diressero verso il centro.
''Ti va se mangiamo qualcosa? È da stamattina che sono fuori e non ho ancora pranzato''
''Perché ti sei alzato tanto presto? Oggi è domenica''
''Non lo so, non riuscivo a dormire''
''Incubi?''
''Penso più frustrazione e nervosismo''
''Per la scuola?'' 
''Sei in vena di chiacchiere oggi!''
''Io sono sempre in vena di chiacchiere, sei tu quello silenzioso. Allora rispondi dai!''
''No, la scuola non centra''
''Il lavoro?''
''No, sei fuori strada''
''Allora cosa?'' disse strattmetteva il broncio comeuna bambina  cui non è stato concesso il gelato. Non si era accorta che la sua mano era ancora intrecciata a quella dell'amato.
''Niente che ti riguardi testolina buffa''
'' Va bene '' disse solo seguendolo a pochi passi di distanza e ritraendo la propria mano. Aveva deciso di non dargli nemmeno il pranzo che gli aveva preparato, dato che nella colluttazione con l'uomo del parco aveva sicuramente assunto un aspetto poco invitante. Era domenica e il centro era gremito di gente. Si distrasse un attimo attirata da un vestito in vetrina e lo perse di vista. Lo cercò con lo sguardo, ma non lo vide. Proseguì fin quando dalla vetrata di un negozio, lo vide mangiare un panino con alcuni che riconobbe essere suoi compagni di università. Decise così di tornarsene a casa.
Nel viaggio di ritorno si appuntò mentalmente un paio di cose.

'Come ottenere l'attenzione di Mamoru'
-Dargli una buca colossale 
-Mettersi in situazioni pericolose
-Farlo ingelosire
-Baciarlo all'improvviso

'Come essere ignorati da Mamoru'
-Fare gli offesi
-Metterlo sotto inquisizione
-Comportarsi in modo infantile

Il giorno dopo si recò come di consueto a scuola. Arrivò in anticipo di cinque minuti. Doveva ammettere che si era svegliata davvero presto, dato che non aveva dormito un gran che, ma aveva preferito, per non destare troppo scalpore, arrivare solo un attimo prima del suono dell campana.
Salutò Ami, Makoto e Minako e si sedette al suo posto. Durante le lezioni si prefisse l'obbiettivo di stare quantomeno attenta e di prendere un paio di appunti. Per la prima volta comprese un argomento di matematica, e storia non le sembrò più così noiosa. Al suono della campana si diresse subito alla boutique dove gli era stato offerto il lavoro. Venne accolta da Melanie una ragazza sui venticinque anni che le fece fare un giro del negozio e dei magazzini. Le spiegò dove trovare la merce e il catalogo sui prodotti nel caso avesse dei dubbi. Le porse in fine un'uniforme che consisteva in una gonna sbarazzina nera e in una camicetta a mezze maniche con il logo del negozio e le venne indicata una postazione in cui avrebbe potuto truccarsi e provare in anteprima i nuovi prodotti. Venne poi condotta nell'ufficio di Satoi che le diede le disposizioni finali sugli orari di lavoro, infine congedatasi raggiunse Melanie, lesse velocemente il catalogo e aspettò l'arrivo  dei primi clienti. 
A sinistra c'era il reparto di abbigliamento, mentre a destra la profumeria. Dapprima le si avvicinò una ragazza in cerca di un profumo per il proprio fidanzato. Le consigliò il The One di Dolce e Gabbana, ma le fece provare anche qualche altro marchio. La ragazza però risultò rapita dalla prima proposta che la abbracciò ringraziandola animatamente. Aiutò un paio di ragazzi in cerca di un look più serio e composto per un matrimonio. Consigliò loro un completo di Tommy Hilfigher che risultò perfetto e in linea con il gusto dei ragazzi. Non si fermò un attimo in tutto il giorno, ma aiutare e consigliare la gente negli acquisti la riempiva di soddisfazione. Al termine del suo turno erano le otto circa, salutò tutti quanti e tornò a casa. Sua madre stava preparando la cena e suo padre non era ancora rincasato. Shingo stava giocando ai videogame e lei doveva prepararsi per l'interrogazione di italiano.  Studiò la vita e le opere di Ariosto e Machiavelli e si riscoprì molto interessata alla letteratura. Cenò in camera giacché se le vite degli autori le parvero interessanti, i loro capolavori un po' meno, ma avendo delineato il pensiero generale degli autori e un riassunto in lingua decise di aver ottenuto una buona preparazione. Andò a letto distrutta con la promessa di alzarsi presto l'indomani per farsi una bella doccia.
Alle sette svogliatamente era in piedi, si fece una lunga doccia rilassante e dopo aver legato i capelli ancora umidi in una coda di cavallo uscì alla rinfusa per raggiungere l'Istituto. 
Entrò in classe con un minuto di anticipo e si sedette accompagnata dal suono della campana. Le lezioni passarono piuttosto in fretta nonostante alla quarta ora venne interrogata in italiano. Se la cavò piuttosto bene nonostante riscontrò difficoltà con le parafrasi, che superò leggendo con la coda dell'occhio le note ai margini del libro. Nami, la ragazza con la quale uscì interrogata non aveva idea nemmeno dell'argomento trattato e si ritrovò a fare una magra figura mandata a posto con un tre meno. Usagi si ritrovò a pensare a quando succedeva a lei e prima di oggi non aveva mai sentito quanto fosse umiliante andarsene a sedere sotto lo sguardo attonito dei compagni e grave dell'insegnante. Quando raggiunse il suo posto, il suo libretto recava un otto e mezzo sotto una riga di votacci e per la prima volta nella sua vita si sentì realizzata. Come il giorno precedente si andò al lavoro e poi a casa dove  svolse i compiti. Fu una routine che proseguì per tutta la settimana, evitando accuratamente di pensare a Mamoru, che non l'aveva chiamata. Di solito lei in settimana gli faceva un colpo di telefono per mettersi d'accordo sull'uscita domenicale, ma adesso  pretendeva un po' di più. 
Voleva che per una volta lui facesse la prima mossa.
Arrivò sabato sera e di Mamoru nemmeno l'ombra di una notizia, così si ritrovò ad accettare l'invito di due assidue clienti per la festa di compleanno di un tale che nemmeno loro conoscevano. Erano due ragazze molto simpatiche, sorelle gemelle che la esortarono a dormire da loro quella notte per uscire indisturbate la sera. Fece un colpo di telefono alla madre che riuscì ad ammansire grazie ai bei voti ottenuti ultimamente.  La casa di Katy e Jess era molto lussuosa. Le due sorelle le fecero scegliere un vestito dal loro enorme guardaroba, e per non risultare troppo volgare optò per un abito lungo fin sopra il ginocchio con il corpetto con la scollatura a cuore. La gonna sbarazzina era nera e il corpetto bianco con dei dettagli ricamati con delle perle scintillanti. Per le scarpe scelse delle semplici décolleté bianche con il tacco argentato, raccolse i capelli in un morbido chignon con due boccoli che ricadevano ai lati delle orecchie. Per il trucco realizzò uno smokey-eyes sui toni del bianco e del nero e sulle labbra mise un semplice rossetto nude. Le gemelle indossavano lo stesso tubino uno rosso e l'altro blu con delle scarpe del medesimo colore. Per il trucco si affidarono ad Usagi che le rese impeccabili. Verso le dieci i genitori delle ragazze le accompagnarono alla villetta dove si sarebbe tenuta la festa. Salutarono un po' di gente dato che le sorelle non si  risparmiarono nella presentazione dell'amica. Ignorarono l'identità del festeggiato che probabilmente era rinchiuso ubriaco in qualche toilette e si buttarono in pista. Parecchi ragazzi ci provarono spudoratamente, ma Usagi li respinse adducendo al suo status sentimentale. Molti la ammirarono da lontano mentre la musica rimbombava nelle casse a tutto volume. A Mezzanotte il DJ annunciò l'arrivo del festeggiato Max che si presentò sul palco e dopo un coro di auguri generali tagliarono la torta.
''Ragazze vado un attimo in bagno''
''Va bene, ma fai presto''
percorrendo il corridoio si imbatté in un ragazzo.
''Ops, scusami tanto''
''Usagi?''
''Mamoru!''
''Tu che ci fai qui?''
''Potrei farti la stessa domanda''
''Basta! Andiamo a casa!'' esordì lui dopo averla squadrata da capo a piedi.
''Io non voglio andarmene a casa''
''O certo che verrai o con le buone o con le cattive a te la scelta''
''Scelgo le cattive''
''Mi stai per caso sfidando Usa-chan?''
''Fammi vedere quello che sai fare''
''Oh, te ne pentirai molto presto'' Mamoru sfoderò uno strano sorriso che Usagi interpretò come un ghigno diabolico. Ora ne avrebbe viste delle belle.



...CONTINUA...
Salve ragazze, dopo un'eternità finalmente un aggiornamento!
Vi chiedo di lasciarmi una piccola recensione per farmi sapere quello che ne pensate! 
Un bacio :*



 

  
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