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Autore: Yakamoz_94    04/11/2013    2 recensioni
Un vero cacciatore guarda senza timore la paura negli occhi, non arretra e non cede mai il passo alla bestia, poi avanza impavido armato solo del proprio coraggio, continua a combattere spinto dalla forza del suo animo per proteggere coloro che ha giurato di difendere.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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THE HUNTER
THE CAT AND THE GIRL [ secondo capitolo]


"Esistono compagni che con audacia ti aiuteranno a puntare al domani"

 
VILLAGGIO DI MIKKE

Trascorsero altri tre giorni prima che Yana potesse riprendere a camminare, ma la schiena faceva ancora male e la cacciatrice aveva espresso chiaramente il suo rifiuto ad addestrarla fino a quando non sarebbe guarita completamente. Si stava rimettendo rapidamente, però, gli intrugli d'erbe mediche e il buon cibo la stavano rinvigorendo e la convinzione che le parole della donna fossero sincere e che sarebbe diventata realmente sua allieva le davano la forza per andare avanti, con motivazione, con ostinazione. Approfittando dell'ospitalità che le era stata offerta, restandosene al caldo all'interno della capanna al di sopra del villaggio di Mikke, non aveva più avuto occasione di incontrare gli altri ragazzetti della zona e questo l'aveva distesa particolarmente. Per la prima volta da molto tempo poteva stare a letto fino a tardi senza essere ripresa, non veniva insultata o costretta ai lavori più ingrati, era come una piccola vacanza personale che forse si era meritata per aver resistito fino a quel giorno senza cedere una sola volta. Nel periodo della sua degenza la cacciatrice dal crine rossastro le era sempre stata accanto e si era occupata delle sue ferite senza mai chiedere nulla in cambio, ogni tanto la mattina presto usciva per cacciare o scendeva in piazza per procurarsi qualunque cosa d'interessante potesse trovare al mercato. 
Le aveva prestato anche un volume, un bestiario, al cui interno erano elencate alcune razze di mostri, tra erbivori e carnivori e vi erano alcune informazioni su di loro. Yana ne era rimasta affascinata e voleva sapere sempre di più, spinta da una bramosia innocente di nozioni, eppure presto o tardi quelle creature, che tanto sembravano irreali su quei fogli di carta, si sarebbero mutati in incubi tangibili e avrebbe dovuto combatterli. Sul bestiario erano riportati esseri che non aveva mai visto perché appartenenti ad ambienti differenti da quello montano, vi erano mostri anche nelle aree desertiche e nelle foreste, alcuni erano capaci persino d'annidiarsi in luoghi che gli umani erano stati costretti ad abbandonare, facendo di roccaforti e castelli la loro dimora. In realtà, in un primo momento, l'intento della ragazza era quello di trovare la rappresentazione di quella bestia immonda che le aveva portato via ogni cosa, spinta da un sentimento che in quel momento era ancora più veemente della sua audacia. Non avrebbe potuto dimenticare, ne era convinta, ma sapeva bene quali erano stati i patti e le condizioni stipulati con la donna e se avesse voluto diventarne allieva avrebbe dovuto soffocare la vendetta, visto che quella l'avrebbe consumata e spinta a morire inutilmente. Continuava ad odiare nel fondo dell'animo, senza dire niente a riguardo, sperando forse che con il tempo quel rancore sarebbe guarito per conto proprio e facendo finta di nulla, per sua fortuna la belva bluastra che ricercava non era in alcun modo presente su quel fascicolo. In effetti non vi era stato rappresentato nessun drago, nessuna viverna terrificante, ma altre creature che si erano evolute nel corso del tempo. C'erano granchi giganteschi che facevano dei teschi degli altri mostri la propria corazza, strani uccelli senza piume che rigettavano uno strano miscuglio di fuoco e fango, piccoli dinosauri che cacciavano sempre in numerosi gruppi e ancora scimmie dalla pelliccia rosea dal pessimo temperamento e cinghiali enormi dalle lunghe zanne e tante altre creature. Il fuoco quella sera scoppiettava come al solito, e la giovane leggeva e faceva scorrere gli occhi sulle parole delle pagine imbattendosi in un punto che la lasciò perplessa per qualche secondo, mentre la cacciatrice, dall'altro lato della stanza, cuciva assieme delle stringhe di cuoio.
< Scusate, dovrei chiedervi un cosa>
< Parla pure, non mi disturbi>
< Sulla pagina di questo volume è stato citato il Blangonga, che però non ho trovato illustrato da nessuna parte, mi domandavo cosa avesse di particolare>
< Sei particolarmente curiosa, è una cosa buona. Su quel volume comunque non ci sono tutti i mostri presenti in natura, sono stati legati assieme alcuni fascicoli di mostri che non rappresentano una grave minaccia. Posso dirti che il Blangonga è una scimmia e sta a capo dei Blango, le scimmie bianche che vivono sulle montagne, è molto più grande di loro, è veloce, è potente e rigetta alito gelato dalla bocca>
Ne parlò con una tale naturalezza, come se fosse diventata un'abitudine per lei, trattare di cose del genere, tanto semplice nell'enumerare le peculiarità di una creatura terrificante, come se la cosa non le desse preoccupazione alcuna, sempre posata. Probabilmente per quella donna oramai la vita non sarebbe più stata niente senza la caccia, alla quale doveva aver votato l'esistenza.
< Un po' come il Congalala è a capo dei Conga, giusto?>
< Esatto. E' molto comune che mostri poco potenti si riuniscano in gruppi piuttosto numerosi e si uniscano a creature a loro molto simili per seguirli, come se fossero dei leader. Quando un grande numero di mostri del genere cerca la propria tana nel territorio basta scovare il leader e ucciderlo, poi senza un punto di riferimento gli altri del gruppo non hanno più motivo di restare e se ne vanno. E' una tecnica piuttosto comune tra i cacciatori.>
Tutte le volte prestava particolare attenzione, erano come piccoli insegnamenti, le venivano narrate cose che non sapeva e spiegate alcune tecniche di caccia e abitudini dei cacciatori, e lei sentiva sempre più opprimente la voglia di guarire quanto prima possibile. 

Il giorno seguente la donna non uscì di casa una sola volta, neanche nella mattina, e permaneva nei pressi dell'uscio quasi aspettasse l'arrivo di qualcuno, e Yana, vedendola tutta presa nei propri affari, non aveva avuto il coraggio d'intromettersi in qualcosa che sicuramente non la riguardava. Aver vissuto da reclusa, maltrattata ed offesa costantemente anche per un ridicolo numero di giorni le aveva fatto maturare una certa sensibilità per queste cose, e in molti atteggiamenti pareva più matura di quanto la sua età non richiedesse. In realtà, nella sua mente già fluttuavano sogni immaginari e visioni romantiche di quello che sarebbe potuto accadere, magari l'incontro di un vecchio amato lasciato molti anni prima, l'arrivo di un principe in armatura scintillante pronto a portarla via a cavallo di una delle più bizzarre creature che la sua mente potesse partorire. Passò tutta la prima parte della giornata a fissarla di sottecchi, nascondendo la faccia dietro al volume, mentre la cacciatrice tamburellava le dita sulle braccia, poi si sedeva al tavolo al centro della stanza, poi ancora passeggiava ripetutamente in tondo, come nervosa, quasi l'avesse assalita una vaga preoccupazione. Era quasi giunto il tramonto e, quando oramai Yana sembrava aver perso ogni speranza, temendo d'aver frainteso l'atteggiamento della donna, finalmente si udì qualcosa al di fuori della capanna abbandonata sulla collina, il suono delle ruote di un piccolo carro, sempre più vicino. La strada, accidentata com'era, difficilmente veniva impiegato come un percorso che carovane e i gruppi di viaggiatori raramente l'attraversavano, era logico che il motivo del passaggio di quel carro fosse un altro, e la ragazza restandosene seduta a letto tratteneva il fiato, il tomo ancora tra le mani, aperto a caso in un punto, quasi servisse solo come una copertura - effettivamente questo non si distaccava troppo dalla realtà dei fatti.
< Era ora..> 
Uno sbuffo, seguito dal suono incalzante del passo veloce e dalla porta aperta con uno scatto, la donna sostava appena fuori dalla capanna, ma da quella posizione Yana non poteva notare chi fosse l'interlocutore.
< Dannazione Rain, ci hai messo un'eternità, iniziavo a preoccuparmi seriamente>
E l'immaginazione della ragazza tornò a farsi frivola e leggera, immaginando il volto di un uomo bellissimo giunto in visita alla sua maestra e cercava di sporgersi un poco, rischiando anche di cadere dal giaciglio, spiando silenziosa ma curiosa come non mai. 
Tuttavia le fantasie della giovane trovarono subito il collasso non appena il sopracitato Rain fece il suo ingresso all'interno della capanna, lui, tutt'altro che un principe o un bell'uomo, tutt'altro che un uomo in effetti, tutt'altro che un essere umano - per dirla tutta - bensì un Felyne, un gatto capace di camminare su due gambe, perfettamente in grado di compiere lavori manuali, di cucinare e anche di combattere all'occorenza, e cosa non meno importante in grado di comprendere e parlare il linguaggio umano.
< Mi spiace averti dato queste preoccupazioni, padrona - nyah. Ma il sentiero che s'incunea tra le vallate s'è dimostrato particolarmente accidentato per il carro e non mi sarei mai potuto più presentare al tuo cospetto se avessi perduto in un burrone le tue cose, padrona - nyah.>
< Ma è un Felyne!>
In realtà lo sconforto iniziale della ragazza era diventato fascino, non ne aveva mai visto uno da così vicino, nel villaggio di Mikke non erano mai arrivati questi piccoli felini umanoidi, ma sapeva della loro esistenza e delle storie che circolavano sul loro conto.
Il gatto la fissò prima di modulare un mezzo inchino educato, portava un paio di pantaloni in pelle, piuttosto larghi e una casacca di cuoio gli copriva il busto, il suo colore era di un grigio tigrato e aveva una lunga coda che si muoveva appena appena. 
< Ah sì, non ti avevo avvisata, Yana. Questo è Rain, il mio felyne, gli avevo mandato un messaggio qualche giorno fa per chiedergli di trasportare da Pokke alcune casse in cui tengo tutti i miei averi, in questo modo sarà molto più comodo insegnarti a maneggiare le armi e a fartele riconoscere.>
< Non sapevo ne possedeste uno, di solito non devono sempre stare vicini al padrone?>
< Rain è un tipetto particolare, e oramai ci conosciamo da così tanto tempo che posso fidarmi di lui in ogni circostanza>
< Sono lieto che la mia padrona parli di me in questo modo -nyah>
Era incredibile come la fedeltà di quella piccola creatura potesse essere tanto grande, gli occhi giallastri da gatto fissavano rapiti la donna dai capelli scarlatti, nello stesso modo in cui un figlio potrebbe osservare la madre, tenendo lo sguardo alto, visto l'enorme divario d'altezza tra i due. 
< Accomodati pure, sarai stanco per il viaggio, porteremo dentro dopo le cose, ci sono anche gli altri, vero?>
< Sì padrona, come avevi richiesto, nyah. Anche i felyne della tua cucina mi hanno seguito e abbiamo portato cose buone da Pokke - nyah. Anche il capo villaggio ti offre i suoi saluti - nyah.>
< Sei stato bravissimo, adesso siediti pure>
Yana se ne stava zitta zitta per non disturbare il loro discorso. Dovevano essere rimasti distanti per molto tempo, eppure era evidentemente chiaro e manifesto il legame strettissimo e vincolante che li aveva uniti nel tempo e l'affetto che ognuno dei due riusciva ad inserire implicitamente nelle parole e nella premura che si riversavano l'un l'altro.
< Rain, tu sei un Felyne cuoco?>
Era stata proprio la ragazza a fargli questa domanda, mentre la cacciatrice s'attardava fuori dalla capanna per dare direttiva agli altri gatti di dove sistemare meglio il carro.
< No - nyah. Non sono mai stato bravo ai fornelli e neanche a pulire o a tenere i conti, sono rimasto sempre assieme alla padrona e l'ho servita nell'unica cosa che so fare, cioè combattere - nyah>
< Quindi anche tu sei un cacciatore!>
< Mi lusinghi così, amica della mia padrona - nyah. Il mio compito è semplicemente quello di aiutare con audacia la mia padrona in modo che possa puntare al domani - nyah>
Non ebbe modo di rispondergli niente, la profondità di quelle parole l'avevano lasciata sconvolta e il discorso morì, così come s'era creato. Quelle parole non potevano che essere la conferma di quello che aveva captato prima, quel piccolo gatto, per quanto minuto fosse il suo corpo, possedeva un animo immenso, capace di colmare la più alta delle montagne fino alla vetta. Dedito così tanto all'altra donna da trovare semplice e naturale dare tutto se stesso per lei, amandola incondizionatamente. C'era solo ammirazione per lui da parte sua. Quella piccola creatura si era dimostrata in pochi minuti più umana di quanto molte persone non avrebbero potuto fare in molte centinaia di vite. 
La cacciatrice tornò in casa trascinandosi dietro un grande baule, attorniata da una mezza dozzina di gatti miagolanti intenti a fare altrettanto con una cassa delle stesse dimensioni, i due oggetti vennero riposti in un angolo vuoto della stanza con fatica, sigillati e chiusi da delle cinghie metalliche. Non era stato difficile capire cosa contenessero visto il suono tintinnante del ferro e di altri oggetti contenuti al loro interno, dovevano esserci armi, e strani oggetti tipici dei cacciatori. Anche Yana avrebbe voluto aiutare ma le era stato categoricamente vietato di fare sforzi e quindi osservava attenta a non perdersi nessun dettaglio. Improvvisamente la casa era diventata particolarmente animata e rumorosa e gli altri Felyne avevano portato saluto alla loro padrona abbracciandole le gambe, riferendo notizie da Pokke. Erano allegri, esuberanti e  vivaci, affiatati e uniti, non avevano mai cacciato in vita loro, perché dediti solo alla cucina e al mantenimento della casa della donna, più spensierati, in effetti, e più ciarloni di quanto non lo fosse Rain, che al contrario, era rimasto silenzioso per tutta la sera, preferendo sonnecchiare un po'. I gatti si ritirarono nell'altra stanza portandosi dietro pentole e sacchi di cibo e stavano provvedendo alla cena per tutti, efficienti e laboriosi, sferragliando e canticchiando con gioia. Yana aveva prestato particolare attenzione alle reazioni della maestra e ne aveva colto la nostalgia nello sguardo, sicuramente doveva essere difficile anche per lei vivere a Mikke anche se prima d'ora non le era mai passato per la testa. Chissà quanto doveva essere difficile lasciare la propria terra, la propria casa, per recarsi in un villaggio pieno di gente boriosa ed ingrata che proteggeva comunque a costo della sua stessa vita. Chissà quante persone doveva aver lasciato là, chissà a quante cose doveva aver rinunciato. Forse iniziava vagamente a comprendere il perché di quelle parole, forse iniziava a cogliere il significato di quell'avviso, la vita del cacciatore sarebbe stata una via difficile e piena di sacrificio, la più difficile da seguire.
La cena venne servita non troppo tempo dopo, e la tavola venne imbandita delle più gradite pietanze su cui gli occhi della ragazza si fossero mai posati prima d'ora. Verdure,tuberi e funghi prodotti nei campi fertili di Pokke erano state tagliuzzate, saltate e cotte nei più svariati modi, arricchendo come contorni i piatti a base di carne. C'erano arrosti di cinghiale, filetti d'Anteka finemente rivestiti con salsa di bacca, pesci di ogni tipo serviti nel loro aspetto migliore. Filoni di pane tostato erano ricoperti con pezzetti di salmone aromatizzato, alcune ciotole contenevano salse viscose e morbide dai colori più invitanti. Grandi bistecche spesse almeno due dita stavano poco distanti dal piatto che si trovava al centro della tavola, un enorme carpa dorata rifinita con pan grattato, pomodori e patate grigliate. C'erano anche candele sul tavolo e tutto era stato apparecchiato con piatti di porcellana e con vassoi d'argento, in effetti era un miracolo che tutto potesse permanere sul tavolo senza che niente cadesse a terra o risultasse di troppo. I profumi che avevano pervaso la casa erano così intensi che alla giovane sembrava di vivere in un sogno, c'era così tanto cibo che non sapeva davvero come avrebbe potuto mangiare tanto. Era come una grande festa, di quelle che venivano organizzate nella piazza del villaggio quando avvenivano eventi grandiosi, anche migliore viste le rinomate prelibatezze che erano state portate direttamente da Pokke. Non sapeva da che parte iniziare, ma fu la cacciatrice a servirsi per prima, con naturalezza, come se la cosa non l'avesse minimamente colpita, riusciva a mantenersi sempre elegante e contenuta, e anche mentre mangiava, con i capelli raccolti riusciva ad essere ai suoi occhi semplicemente perfetta. Era avvolta dalla meraviglia per tutte quelle cose piacevoli che si erano rovesciate su di lei come una cascata di luce radiosa, e timidamente cominciò a mangiare.
< Quelle bistecche hanno un'aria dannatamente buona>
Aveva avuto bisogno di parlare per rompere lo strano silenzio che era venuto a crearsi per un momento.
< Dici quelle vicino al pesce enorme? Ah, è carne di Rathalos, quando vengono catturati e le loro parti vengono utilizzate per armi ed armature le carni poi vengono macellate e sfilettate, hanno un buon sapore. Per quanto sia un po' strano pensare che si possa mangiare un qualcosa di così grande che è solito mangiare le persone.>
< Carne di drago..non pensavo si potesse mangiare, al villaggio dicono che è velenosa>
La donna rise divertita ma continuò a mangiare mentre un numeroso gruppo di occhi luminosi spiavano dallo spiraglio che la porta aveva lasciato aperto e stavano lì, in attesa, miagolando bassi e muovendo freneticamente le orecchie a punta.
< E' tutto maledettamente buono, non avrei mai pensato che si potessero cucinare cose di questo tipo, sono stati straordinari>
< La cucina dei Felyne è migliore di quella umana, in realtà, con l'esercizio possono arrivare a cucinare piatti incredibili, alcuni sono talmente buoni che riescono anche ad incrementare le prestazioni dei propri cacciatori. E' fondamentale per chi caccia mangiare adeguatamente, deve avere la forza necessaria per compiere la sua missione, deve poter restare per molti giorni senza avere il tempo di mangiare, quindi i Felyne dei cacciatori sono abituati a cucinare in abbondanza>
< Vuoi dirmi che cucinano sempre così tanto?>
< Ah sì, anche di più, a volte>
< Incredibile>
< In realtà quando un Felyne cucina da solo non riesce a metterci il cuore, la peculiarità della loro specie e che sono molto legati tra di loro e quindi assieme, quando cucinano in quattro o anche in cinque, spronati l'uno dall'altro riescono a sfornare portare da re>
Impiegarono molto per finire di mangiare, tutto era così succulento e appetitoso che a Yana pianse il cuore per non essere riuscita a finire tutto, ma era davvero troppo quello che i gatti avevano portato in tavola. Loro presero a mangiare i resti della cena che avevano cucinato solo dopo che la loro padrona s'allontanò dal tavolo, come se a loro non fosse stato permesso di mangiare assieme a lei, e la ragazza non capiva bene questo loro atteggiamente, ma erano tante le regole che vincolavano i Felyne e spesso anche chi ci aveva avuto a che fare per tutta la vita non riusciva a capirli del tutto. Dopo essersi riempiti la pancia erano rimasti nell'altra stanza a festeggiare e a bere , e si erano portati appresso pure Rain, per quanto fosse stanco, e avevano danzato fino a notte fonda prima di crollare in un sonno profondo, dopo aver fatto riecheggiare miagolii concitati e musica ritmata per tutto il tempo, ad esprimere la loro infinita gioia. Sì, quella casa si era sicuramente animata. Yana venne svegliata a metà mattina dal rumore delle stoviglie e dei piatti in movimento, i gatti si erano già messi al lavoro e stavano cucinando di nuovo, il fuoco era già stato acceso e scoppiettava allegro nel camino, c'era un buon odore di pulito. Il cibo che aveva mangiato le aveva ridato forza e vigore e si sentiva meglio, in qualche modo sapeva che doveva essere merito di qualcosa mangiato la sera prima, e mentre apriva e chiudeva la mano destra a pugno sentiva una strana forza animarla, e respirava a pieni polmoni senza fitte di alcun tipo. Sì, amava i Felyne,  era sicuro. Non sembravano mai stanchi o svogliati, svolgevano sempre le loro faccende prima di sdraiarsi pigramente di fronte al fuoco a sonnecchiare. Non era sempre stato così, però, era una cosa risaputa passata alla storia come le grandi leggende degli eroi del passato. Molto tempo prima, queste creature non erano minimamente legate agli esseri umani, vivevano come indigeni all'interno delle foreste e si nutrivano di bacche e radici. L'arrivo dei mostri però aveva comportato la morte di molti di loro, un gruppo di coraggiosi aveva deciso di lasciare la propria terra per chiedere aiuto agli esseri umani che nel frattempo avevano trovato il modo di fronteggiare l'aggressione dei dragoni. Con il tempo sempre più Felyne decisero di unirsi agli uomini ammirando le loro virtù e la loro forza d'animo, decisero di vivere nei loro villaggi e di aiutarli come meglio potevano in quanto alleati preziosi, in cambio di protezione avevano dato la loro piena collaborazione. Da allora erano diventati parte integrante della vita delle persone, erano bravi a cucinare, svolgevano ogni tipo di mansione, aiutavano a raccogliere oggetti e cibo, alcuni più dotti sapevano leggere e scrivere e si adoperavano di sistemare gli archivi o di tenere la contabilità, altri ancora più versati nell'uso delle armi decisero di seguire i cacciatori per aiutarli nella battaglia.
Tornata la padrona i gatti le furono di nuovo tutti in contro congratulandosi con lei per la preda cacciata, con le code sempre alte e le voci gentili nei suoi riguardi, sempre premurosi, la aiutarono a levarsi l'armatura di dosso e la fecero accomodare prima di ritirarsi per non darle fastidio. Anche Rain era uscito con lei, e pure lui vestiva gli abiti da caccia, fatti su misura per lui, si tolse il copricapo poggiandolo vicino a quello nero della donna con un mezzo sospiro.
< Buona giornata Yana, hai un bell'aspetto, sono contenta, vuol dire che ti stai riprendendo in fretta, appena sarai guarita del tutto inizieremo ad addestrarci come si deve>
< Buona giornata anche a voi, ho notato che la caccia da sempre buoni frutti>
< Sì, è una buona stagione, questa, ho lasciato gli altri che ho preso in piazza, ci ho ricavato abbastanza denaro per permettermi di poter riparare alcune armi nel caso ce ne fosse il bisogno>
< Si sono danneggiate nel viaggio?>
< No, Rain e gli altri sono stati molto attenti, ma alcune erano particolarmente vecchie e usurate e se dovessi averne bisogno.. Beh, ogni tanto fa sempre bene revisionare le proprie cose, che siano armi o armature, ricordatelo sempre, il piccolo graffietto che ignori oggi diventerà una crepa profondissima domani>
E dicendo questo fece per sedersi a terra, imitata da Rain che era divenuto la sua ombra. 
< Non vi ho ancora chiesto che arma siete solita utilizzare, ora che ci penso>
< Io combatto con le doppie lame, mi ci trovo particolarmente a mio agio. Rain, passa le sciabole a Yana, così che possa vederle>
Senza controbattere il Felyne s'alzo di scatto zompettando fino alla sedia di fianco al caminetto per raccogliere le due spade dalla cintura, ancora sistemate nei loro foderi e le consegnò diligente a Yana che lo ringraziò con un cenno del capo. Alzò gli occhi sulla cacciatrice un paio di volte per essere sicura di poter impugnare quelle armi e aspettò il suo assenso per sfilarle dalle protezioni di cuoio che rivestivano l'arma. L'impugnatura era comoda e finemente lavorata, le lame lunghe una quarantina di centimetri erano simili a dei lunghi stiletti accuminati, il materiale in cui erano state ricreate era più resistente del ferro, e brillavano in un vago sentore di luminosità, la rifrazione della luce sembrava avvolgere i lunghi pugnali in aloni di blu e e argento. Il peso perfettamente bilanciato, nessun'ammaccatura o graffio, accuminate e taglienti, sicuramente di pregiata fattura.
< Sono straordinarie, non ho mai visto delle armi di questo tipo>
< Caccio da molti anni, posso permettermi di possedere armi poco comuni, in effetti>
< Fate molta fatica a maneggiarle?>
< No, mi ci trovo a mio agio, te l'ho detto, ma non sono tutti di questo parere, esistono varie tipologie di armi, ma te le farò provare solo quando sarai guarita completamente>
Yana le ripose con cura a terra, al fianco del letto, sulla quale era ancora seduta, e fissava ancora la maestra, mentre sistemava i propri capelli. 
< Puoi darmi del tu comunque, e chiamarmi Rìv, se lo desideri, non mi dà fastidio>
< Ma non vorrei mancarvi di rispetto>
< Non si manca di rispetto a qualcuno per questo, se non vuoi mancarmi di rispetto devi dimostrarmelo con le azioni, rispettando le regole che ti imporrò in quanto mia allieva>
< Lo farò, Rìv>
Non era ancora ora di pranzo, ma i profumi che uscivano dalla cucina lasciavano presagire che anche il prossimo pasto sarebbe stato al pari di quello della sera precedente, di questo passo si sarebbe rimessa in poco tempo, ne era sempre più sicura. Dopo qualche attimo di silenzio fu Yana a prendere di nuovo la parola, dopo aver svogliato qualche altra pagina del tomo sui mostri.
< Quando inizieremo l'addestramento mi porterai subito a caccia?>
< No, prima ci sono un sacco di altre cose da fare, per cacciare bisognerà allenare il tuo fisico in modo che possa sopportare la fatica, e dovrai imparare alcune cose basilari>
< Capisco, e quindi passerà molto tempo prima che io possa andare a caccia da sola, vero?>
< Posso capire il tuo entusiasmo, però non devi prendere questa cosa troppo sottogamba. Inizialmente è essenziale avere sempre dei compagni su cui fare affidamento, i mostri sono imprevedibili e tu non hai ancora nessuna esperienza. Tra l'altro ora come ora non penso proprio che cacciare da sola per te possa essere qualcosa che possa farti bene, tu pensi ancora a vendicarti, Yana, non posso permetterti di andare per le foreste da sola a fare stupidaggini>
La ragazza non rispose, abbassò semplicemente lo sguardo, limitandosi ad ascoltare.
< Quindi ho deciso che sarà il caso che io ti affianchi un compagno, in modo che anche in futuro potrai sempre avere qualcuno su cui contare, nel caso in cui io non ci fossi>
< Un compagno? Intendi un Felyne?>
< Sì. In realtà sono sempre piuttosto contraria a regalare le mie cose alle persone, però è anche vero che in questo villaggio è praticamente impossibile trovare Felyne, per lo più combattenti, per questo motivo avevo chiesto a Rain di portarne uno che avevo comprato qualche tempo fa. Non ha ancora tanta esperienza, ma potrebbe fare al caso tuo>
< Ma i Felyne che hai portato non erano tutti e sei dei cuochi?>
< Solo cinque lo sono, in realtà. Il sesto che hai contato sarà rimasto a fare loro compagnia, ma non è sicuramente in grado di cucinare, quindi, visto che io ho già Rain, posso tranquillamente affidarti l'altro Felyne combattente, è una buona idea non trovi?>
La ragazza sgranò gli occhi intrecciandoli con quelli celestini della cacciatrice, reprimendo per un attimo la voglia di gettarsi ai suoi piedi per ringraziarla, imponedosi un silenzio piatto in attesa, senza cedere all'entusiasmo, quasi a voler imitare la pacatezza dei metodi della rossa, in tutto e per tutto. Nel frattempo aveva fatto il suo ingresso nella stanza un secondo Felyne, leggermente più basso di Rain, il pelo di un semplice color sabbia, tipico della maggior parte degli esponenti della sua razza, le zampe e il muso erano appena più scuri, e gli occhi erano gialli e brillantissimi, le fattezze un po' più aggraziate, sicuramente femmina.
< Questa è Nathalie, ed è un Felyne combattente, adesso è il tuo Felyne>
La piccola gatta osservò la donna per qualche istante prima di annuire. Aveva compreso chiaramente che era stata ceduta all'altra ragazza, ma non le portava odio, non rimpiangeva questa cosa, l'aveva semplicemente accettato, senza sforzo e senza dolore. Si avvicinò a Yana con passo calmo, muovendole un mezzo inchino educato, era particolarmente cortese, così come si erano dimostrati sempre anche gli altri, e non era orogliosa o baldanzosa nel fare, quasi un po' timorosa, quasi temesse il giudizio della nuova proprietaria, visto che non la conosceva ancora. Tuttavia con coraggio prese parola in modo tale che il patto potesse essere trattato anche verbalmenete, non solo come richiesta implicita dettata da qualche gioco di sguardi.
< Da adesso in avanti sei tu la mia padrona, ti servirò per tutto il tempo che lo ritieni necessario -nya. Il mio nome è Nathalie - nya.>
< E' un piacere fare la tua conoscenza, io sono Yana>
In realtà stentava quasi a credere d'essere entrata in possesso di una creatura, lei, a cui era stato tolto tutto, tra cui la dignità, la libertà e la possibilità di avere dei piccoli tesori da conservare, era tanto confusa che non sapeva esattamente quali emozioni le si stessero muovendo nel suo animo, però le sorrise spontaneamente. Avvicinò la mano per carezzarle la testa, sentendo il petto vibrare forte, sentiva quello sguardo fisso su di sé, lo stesso che Rain lanciava alla sua padrona tutte le volte, la stessa intensità, il loro legame appena creatosi era nato forte e saldo come le radici di una forte quercia, ma ancora realmente non poteva sapere quanto quella piccola creatura sarebbe stata importante per il suo domani.
  
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