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Autore: Teyra Five    04/11/2013    6 recensioni
Il mondo è diviso in quattro: la terra dei Vampiri, quella dei Licantropi, quella dei Maghi ed, infine, degli Umani.
Elsa è un vampiro, è stata trasformata all'età di cinque anni dal capo dei Vampiri, Samuel, ed ogni volta che guarda nei suoi occhi le sembra di averlo già conosciuto.
Da secoli durano sanguinose guerre tra le quattro razze e solo pochi ne sanno il vero motivo e Samuel non vuole rivelarlo ad Elsa.
Perchè? Cosa nasconde il capo dei Vampiri? Cosa lo lega al passato di Elsa?
Dal capitolo XIII:
Il giovane si accomodò accanto alla ragazza prendendole una mano baciandola. Lei tremò, sentiva i brividi.
Ormai erano tanti mesi che si conoscevano, uscivano di nascosto, parlavano di tutto e di più. Era abituata a sentire le labbra di lui sulle sue mani, ma ogni volta sentiva sensazioni nuove, come se fosse sempre per la prima volta.
Il ragazzo la guardò negli occhi regalandole un sorriso, un raggio di luce.
-I vostri occhi mi ricordano l'oceano. L'oceano di Elisaveta -le disse.
-L'oceano? Ma i miei occhi sono marroni!
-Oh, Lisa, l'oceano non si misura in base al colore, ma in base alla profondità del cuore.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XVI: il momento della verità

Un leggero venticello le accarezzava il volto di ragazzina. I lunghi capelli castani si disperdevano nell'aria come le fiamme durante un incendio.
Seduta sull'altalena, l'unico rumore che c'era erano proprio la sua voce e le sue risate. Sorrideva chiundendo gli occhi per assaporare al meglio quel momento.
-Ho paura che tutto ciò finisca, prima o poi -disse la ragazza improvvisamente con la voce ridotta ad un sussurro. Il sorriso svanì dalle sue labbra rosa che presero una linea dura. Un triste silenzio calò in quel momento.
-Perchè, Lisa? Perchè dovrebbe finire? -le chiese il ragazzo che spingeva l'altalena per dondolarla. Sembrava ancora giovane dai tratti di viso: gli occhi blu splendevano sempre quando era con Lisa, i morbidi capelli biondi leggermente ondulati ricadevano sulla sua fronte dalla pelle un pò più pallida rispetto ad altre persone. Ma ogni volta che apriva bocca, le parole che uscivano da essa non sembravano affatto quelle di un ragazzo dell'età che gli davano.
-P-p-perchè...-balbettò la ragazza diventando rossa. Si mise una mano su una delle guance e poi fece un gesto come per scacciare i pensieri dalla sua mente.
-Lisa...non mi mentire, vi prego...
-Non è nulla, non è nulla -lo zittì sorridendo. Ma il ragazzo sapeva che quello era un sorriso falso: ormai sapeva distinguerli da quelli sinceri. -Oh, per favore, Samuel...-disse lei non appena vide l'espressione fredda sul viso di lui.
-Lisa, lo sapete quant'è importante la fiducia per me. Perchè non volete dirmi nulla?
-Non ho nulla da dirvi, non vi nascondo assolutamente niente...
-E' una bugia, questa.
-Vi prego, non arrabbiatevi, non voglio litigare con voi!
Il ragazzo fermò l'altalena e abbassò il suo viso verso quello di Lisa che, imbarazzata, diventò ancor più rossa di prima. Tuttavia non distolse lo sguardo da quegli occhi magnifici che l'avevano conquistata.
-I miei genitori vogliono che sposi un altro uomo... -disse Elisaveta* sospirando. Sentì le lacrime salate che le bruciavano gli occhi, ma una severa educazione a cui era stata abituata sin da bambina le proibiva di piangere.
Samuel rimase in silenzio per qualche minuto, poi accarezzò i capelli di Lisa dicendole:
-Pensate che ciò possa davvero fermarmi?
Lisa abbassò lo sguardo sulla mano di lui aperta, la stessa che le aveva proposto di ballare quella sera. Con lui avrebbe fatto qualunque cosa.
-Scappiamo, Elisaveta, lontano lontano...nessuno ci troverà...tu non sarai più Elisaveta Bronskaja, io non sarò più Samuel Thunder...saremo solo Lisa e Sam, come abbiamo sempre voluto...
Non poteva di certo dire di no.


Non me ne importava più niente dei sogni assurdi che faceva la mia mente. La mia unica preoccupazione era quella di godermi ogni goccia del sangue di Sam.
Le sue mani mi accarezzavano la vita mentre bevevo da lui, le mie, invece, s'intrecciavano avidamente ai suoi capelli ondulati. Sapevo che anche quel momento stava per finire, non potevo bere all'infinito. 
Quando mi staccai, sazia ormai da un bel pò, gli leccai le due feritine sul collo: si diceva che la saliva dei vampiri fosse una specie di antidoto ed era vero.
Sam aprì a metà gli occhi, quasi in estasi. Il bere sangue da un altro vampiro, in un certo senso, piaceva sia a colui che beveva sia all'altro. Per questo era considerata una cosa piuttosto intima e riservata solo ai vampiri sposati.
Mi leccò l'angolo delle labbra dove era rimasta una goccia di sangue. Tremai come una foglia soffiata dal vento. Le sue labbra carnose sfiorarono le mie, sospirai stanca di aspettare e mi abbandonai tra le sue braccia.
Il bacio che gli avevo rubato di nascosto mentre dormiva, non era considerato da me un bacio vero, perchè l'avevo voluto solo io.
Il mio primo, vero e proprio bacio era quello nella stupida fredda grotta, ma allo stesso tempo il posto più bello in cui fossi mai stata.
-Oh, Dio...Alex, girati e avviati verso l'uscita... -disse una voce. Diana, ovvio.
-Perchè, che c'è? Non vedo niente dietro tutta questa legna! -rispose lui.
Mi allontanai da Samuel appoggiandomi alla parete fredda della grotta fermando completamente il respiro. Incontrai gli occhi blu di Diana che mi guardavano colpevoli.
-Alex, Santo Cielo, esci da qua! -urlò lei dando un pugno al povero ragazzo che non capiva niente. Per colpa di quel gesto, egli fece cadere la legna per terra facendo un rumore incredibile. Ma neanche quel rumore servì per risvegliare Samuel che ancora sembrava un drogato.
-Quanto sei stupido, mamma mia, la tua stupidità non ha limiti -borbottò Diana e cominciò a raccogliere la legna.
Alex tentò di aiutarla ma lei lo guardò male dicendo che aveva già fatto tutto quel che poteva e lo mandò a sedersi perchè non voleva più vederlo.


Dopo un pò di tempo, Samuel tornò normale... o forse, sembrò normale. In realtà, non appena i nostri sguardi s'incontravano, distoglieva subito il suo per poi arrossire come un ragazzino. Io, invece, non osavo dire neanche una parola, semplicemente me ne stavo tranquilla davanti al fuoco riscaldandomi un pochino, non che ne avessi bisogno visto che i vampiri non hanno mai freddo. Diana, pure lei, non parlava e fulminava Alex con lo sguardo ogni volta che questo tentava di rivolgerle la parola.
Insomma, il gruppetto del silenzio.
Finalmente Alex si rivolse a Samuel, dopo aver provato inutilmente ad attaccare un bottone con Diana:
-Quindi, sarebbero qui le miniere d'argento?
-Sì, ma le grotte sono una specie di strada lunghissima, a volte sembra infinita, e solo in certi punti c'è l'argento. Sono pochi, questi punti, ma sono davvero piene di metallo e cristalli...tempo fa, i vampiri venivano spesso qui per raccogliere i cristalli di diverso colore e poi ne facevano delle collane.
-Wow, adoro queste cose! -disse Diana sorridendo.
-Già, piacciono molto a tutti...infatti i vampiri più anziani ne hanno almeno una, però poi queste miniere sono state dimenticare e quindi è un pò raro vedere qualcuno con queste collane.
-Tu ne hai una? -chiese la maga.
-Intendi dire che sono tanto vecchio? -sorrise Sam- Comunque, sì, ne ho una. Ma non la indosso più. Il cristallo era considerato un porta-fortuna, ma dopo...-si fermò esitando-...un...avvenimento...cominciai ad odiarla, ecco.
-Mmm... -mormorò Diana chiudendo gli occhi ma lasciando un sorrisetto malvagio sulle labbra.
-Beh, allora...andiamo? -chiese Samuel alzandosi.
Mi sembrò quasi di essere un fantasma: avevo sperato che Sam mi dicesse qualsiasi cosa, anche una cavolata, ma che mi parlasse...invece non mi aveva neanche guardata.
Alex e Diana annuirono e seguirono Samuel che indicò loro la strada, mentre io camminai dietro tutti loro trattenendo le lacrime.

Come aveva detto Samuel, il percorso era davvero lunghissimo: nel soffitto, ogni tanto c'erano dei buchi dai quali cadevano con estrema lentezza dei candidi fiocchi di neve.

Neve.
Sangue.
Tu.


Mi fermai un attimo cercando disperatamente di pensare ad altro, ma la mia mente ritornava comunque a quei fiocchi di neve, a quel loro colore bianco. 
All'improvviso, un rumore acuto cominciò a rimbombare nelle mie orecchia. Mi sembrò di vedere la neve riempirsi di sangue, diventare rossi. Misi le mani sul mio collo, mi mancava l'aria. Non riuscivo a respirare, la gola bruciava assieme ai polmoni come se dentro di me ci fosse un incendio. Mi sembrava di essere sul punto di morire, ma non arrivarci mai. Ed era una sensazione orribile: sfiorare la morte, ma essere ancora vivi, soffrire e non poter finalmente riposare in pace. L'unica cosa che potevo fare era pregare che tutto finisse al più presto possibile.
-Elsa! Elsa! -sentii gridare il mio nome. Volevo rispondere, ma non ce la facevo. La voce si spezzava, il grido non usciva dalla mia bocca.
Era la peggior tortura, quella.
-Dio, piccola, cos'hai?! -mi chiese Samuel quasi in modo isterico tenendomi fra le braccia.
Ma non riuscivo a rispondergli. Volevo solo chiudere gli occhi, liberarmene da quel incubo.

-Non capisco cos'ha. Ha continuamente queste...visioni, se si più definirle tali, o sogni, o ricordi...ma so solo che la stanno distruggendo. Non è una cosa normale, Samuel, lo sai meglio di me. Ho un'idea riguardo questo...c'è qualcuno che entra nella sua mente e la obbliga, diciamo, a pensarci...non so, qualcosa del genere... -sentii la voce di Diana.
-Ma chi può essere? Lei non ha nemici...no...non ne ha, Diana, capisci? Non c'è nessuno che...-rispose Samuel, ma fu subito interrotto da un vecchietto che non avevo mai visto prima.
Era basso, aveva una lunga barba bianca e gli occhi blu simili a quelli di Sam. Era seduto su una pietra tenendo fra le mani probabilmente il suo bastone.
Non si era accorto nessuno che mi ero svegliata.
-Sei solo uno stupido, Samuel. Il primo a farle male sei proprio tu! -urlò il vecchietto allungando il bastone verso Sam che lo guardò stupito dicendo:
-Ma che dici, padre? -Padre??- Io?! Ma è la cosa più preziosa che ho!
-Devi dirle la verità, devi solo raccontarla tutto. Immagina cosa può pensare! Da quel che ho capito, i ricordi che sogna sono proprio quelli di te ed Elisaveta...
-Non nominarla -disse bruscamente Samuel e suo padre (?) stette zitto.
Non capivo niente, assolutamente niente. L'unica cosa che sapevo era che volevo delle spiegazioni. Mi alzai con fatica sedendomi davanti a Samuel. Mi guardò sorpreso e stava per dire qualcosa, ma la mia espressione di viso lo fermò prima che potesse protestare.
-Da quant'è che sei sveglia?
-Raccontami e basta. Sono stanca delle bugie.
-Non ti ho mai mentito, Elsa...
-Samuel, per quanto pensi di ignorarla? -urlò il vecchietto agitando di nuovo il bastone.
-Ah, per favore, taci -lo zittì subito Sam.
-Come ti permetti?! Io che ti ho cresciuto...sei diventato un essere ingrato! -si lamentò suo padre.
-Mi sono cresciuto da solo mentre tu eri a governare e per alcuni giorni ti dimenticavi completamente della mia esistenza. Ora non fare il buon padre, che non lo sei e non lo sei mai stato. Mi arrangio da solo, non sono un bambino -disse Samuel freddamente e il vecchietto tremò nel sentire quelle parole dal figlio.
-Quanto sei crudele...ho davvero cresciuto un mostro...
-No, padre, non c'eri mai e per questo sono così! E smettila di fare il saggio qui perchè hai solo vent'anni in più di me che non sono niente in confronto a secoli! Ora basta, ne abbiamo parlato e riparlato e non mi sembra di tornare di nuovo su questo argomento. Ora andatevene tutti, voglio restare da solo con Elsa -rispose nervoso gesticolando ed indicò, infine, una stradina. Eravamo sempre nelle miniere, solo che ci trovavamo in mezzo ad una specie di piazza collegata a tante altre stradine.
Nessuno osò protestare e in due secondi eravamo solo io e Samuel.
-Uhm...quello è mio padre...beh, l'hai capito, no? Litighiamo sempre quando c'incontriamo...perciò, ormai, non ci faccio caso...
-Perchè è qui?
-E'...un eremita...ecco...insomma, lascialo perdere, è solo un vecchio che ha deciso di isolarsi dal resto del mondo.
-Ha solo vent'anni in più di te.
-Non importa, basta parlare di lui! Era l'Imperatore di Vrykolakas, un tempo, ma poi decise di consegnare il governo a me perchè la sua vita non aveva alcun senso, o qualcosa del genere, per questo ha deciso pure di invecchiare**...ma poi ha incontrato una giovane vampira, ma non lo voleva più visto che lei era...insomma, hai capito, ti immagini un vecchio che sembra avere settant'anni e una giovane di venti? Così ha deciso di vivere qui, con altri eremiti. E quindi non capisco, come si può definire una persona eremita se alla fine vive in una comunità...vabbè...
-Okay, questo ho capito...ora...tu sai solo una parte di ciò che sogno...
-Elsa...
-Per favore, dimmi come stanno le cose. Ho capito che c'è qualcosa che ci lega, non voglio più bugie...
-Ma cosa te ne frega del passato?! Dio, ma perchè non vuoi vivere il presente come fa ogni persona normale?!
-Perchè è un presente a cui voglio fuggire, Sam.
-Elsa...per quanto odiassi ammetterlo...hai ragione, sì: abbiamo un passato in comune. Tu non ti ricordi niente, perchè era una vita diversa la tua. Tu sei morta, sei rinnata dopo senza ricordi. Hai una vita nuova, cavolo. Io, invece, sono rimasto, eccomi! E, per me, il nostro passato è ancora una ferita aperta...e ho paura che non guarirà mai.
-Io sono...
-...la mia Lisa.
 

         Angolino d'autrice       

*Elisaveta è un nome russo (quindi potete capire che i ricordi di Elsa sono ambientati in Russia e più o meno l'epoca in cui troviamo). In Russia, tutti i nomi possono essere abbrevviati, una specie di diminuitivo, in questo caso Lisa.

**Ogni vampiro è immortale in questo senso: non invecchia come una persona umana, ma decide lui stesso quando crescere o meno. Questa decisione può essere presa solo quando il vampiro è maggiorenne (18 anni) ed è un patto che si fa con la divinità di Vrykolakas grazie alla collana con la croce egiziana (stessa cosa per i maghi e licantropi con le relative divinità e simboli).
In breve, quando un vampiro compie i diciotto può decidere di crescere o rimanere così e può cambiare l'opinione solo da quel momento.

Ciao, cari lettori. 
Lo so benissimo, non ho aggiornato da più di due settimane, perdonatemi, ho avuto tanto da fare.
Intanto la prof di storia ha dato 100 pagine da studiare in una settimane, perciò ogni sera ho dovuto vedermela con il libro piuttosto che col computer.
Siamo arrivati ad un punto importantissimo della storia: ma, ovviamente, non è finita qui. A parte tutto il racconto di Samuel, abbiamo ancora una guerra che sta per iniziare e dobbiamo ancora scoprire chi è che entra nella mente di Elsa.
Avete idee? Dite!

A presto, 
Myrtus.
  
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