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Autore: Scation_98    04/11/2013    1 recensioni
Ciao, mi chiamo Sam e ho 15. La mia vita è strana molto strana , questa volta vi racconto la mia storia, quella vera. Qualcosa ha mandato tutti i miei sogni in frantumi, li ha resi assurdi e irrealizzabili e così, a causa di tutto questo , sono caduta in un baratro dal quale non riesco ad uscire e la luce dell’uscita si allontana sempre di più. Ho molto amici al mio fianco: Masia, Andie , Fred e Marc. Loro sono gli unici che non se ne sono mai andati e spero che non lo faccino mai! Tutti i nomi, compreso il mio, sono un modo per nascondere il mio vero nome ma tutto quello che racconto è successo davvero a me , Sam, nonché l’autrice di questa autobiografia. Spero che vi piaccia, buona lettura ;)
-Sam
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Andai a dormire continuando a pensare a ciò che era appena successo e sinceramente mi aspettavo di non riuscire a prendere sonno ma contrariamente alle mie aspettative chiusi gli occhi appena misi il naso sotto le coperte.

Il sudore scendeva sulla mia fronte, il mio respiro era sempre più affannoso. Mi trovavo in una radura o un bosco non so bene , so solo che c’erano molti alberi e tra tutti quegli alberi c’era un solo sentiero buio alla cui fine c’era una grande fonte di luce. Io camminavo su quel sentiero sorridendo e saltellando insieme a Fred, Marc, Masia ed Andie. Mentre camminavo tra di loro di colpo il sorriso scomparve dalle mie labbra , delle lacrime rigarono il mio viso, i miei vestiti divennero trasparenti lasciando visibili tutti i miei tagli e cicatrici e pian piano io lasciai il sentiero per addentrarmi nel bosco.

“Sam, tutto bene?”

Aprii gli occhi, avevo il respiro molto affannato ed ero sudatissima. Davanti i miei occhi c’era Andrew.

“Allora?” chiese lui insistendo

“Cosa?” chiesi io senza avere la minima idea di cosa volesse sapere da me

“Perché urlavi?”

“Davvero ho urlato?”

Andy non mi chiese o disse nient’altro, semplicemente mi strinse in uno dei suoi magici abbracci.

“Siccome mancano solo cinque minuti al suono della tua sveglia ti andrebbe una buona colazione?” propose lui sorridendo

Io annuii senza dire nulla e lui si alzò dall’angolo del mio letto ma prima di uscire dalla porta aggiunse

“Per pranzo tornano mamma e papà, mi raccomando!”

Sinceramente non compresi molto cosa voleva dire con quella frase ma una cosa era sicura, mamma e papà non dovevano capire nulla di ciò che mi stava succedendo e la cosa non era facile dato che urlavo nel sonno senza neanche accorgermene. Scossi la testa come per scacciare via tutti quei pensieri che ben presto sarebbero tornati.

“È pronto!” sentii gridare Andy dalla cucina

Gustai la colazione preparata da mio fratello e mi andai a vestire, Fred sarebbe arrivato a momenti. Infatti dopo pochi minuti venne a chiamarmi, lasciai un dolce bacio sulla guancia di mio fratello e andai con il mio migliore amico alla fermata per prendere il pullman.

C’era un ragazzo nuovo ad aspettare il pullman: alto, capelli scuri e due grandi occhi blu.

Non l’avevo mai visto prima.

“Che c’è , già ti piace il nuovo arrivato?” disse scherzosamente Fred dandomi una leggera gomitata

Io risi senza rispondere alla sua battuta ma effettivamente era proprio bello!

Il pullman arrivò poco dopo e subito ci precipitammo a prendere i posti. Fred si sedette vicino un suo amico e io ebbi la fortuna di trovare due posti all’ultima fila, stavo per poggiare lo zaino sull’altro sedile quando il ragazzo nuovo spuntò da dietro lo schienale con quei suoi occhi azzurri.

“Scusa, posso sedermi? Non ci sono più posti!” un sorriso gli illuminò il viso

“Oh certo!” dissi io togliendo lo zaino e facendo una smorfia accennante ad un sorriso

Mi misi le cuffie ignorandolo completamente finchè lui non me ne sfilò una e se la mise. Rimasi a guardarlo un po’ titubante senza sapere cosa dire ma optai per il silenzio che a volte parla più di mille frasi.

Ascoltammo la musica insieme fino a che non giungemmo alla mia fermata e stavolta fui io a sfilargli la cuffia e a scendere senza neanche salutarlo ma mi girai per un attimo indietro e lo vidi sorridere.
Scesi velocemente dal pullman e mi infilai il casco che prontamente Andie mi porse , le diedi un bacio e salii dietro di lei per poi sfrecciare verso scuola. Mentre il vento mi scompigliava i capelli non smisi un attimo di pensare a quel sorriso e quegli occhi, quel ragazzo nascondeva qualcosa di più.
Le lezioni non furono molto pesanti tranne ovviamente l’ora di italiano , la professoressa mi fissava continuamente e mi aspettavo che da un momento all’altro se ne uscisse con una delle sue prediche. Rimpiango di non essermi stata zitta quel giorno all’interrogazione e di limitarmi a ripetere le cose dle libro invece che ampliare ma ormai era fatta.

“Sam , mi degneresti della tua attenzione?” tuonò la professoressa

“Mi scusi. “ mormorai timidamente

Un sorriso leggero accarezzò il viso della mia professoressa di italiano, provava pena per me? Meglio non saperlo, mi sarei arrabbiata ancora di più. Uscita da scuola feci il solito tragitto a piedi per andare a prendere il pullman che mi avrebbe condotto a casa e trovai, alla fermata, di nuovo il ragazzo nuovo. Mi si avvicinò sorridendo porgendomi la sua mano:

“Piacere, io sono Chad!”

“Piacere , io sono Sam! Sei nuovo vero?” chiesi io stringendo la sua mano

“Si, i miei genitori hanno trovato lavoro qui e quindi ci siamo trasferiti! Conosco solo te per ora, non è una buona prospettiva!”

Qualcuno appoggiò la sua mano sulla mia spalla, era Fred.

“Hey Fred, ti presento Chad, è nuovo!”

Fred ricambiò la stretta di mano di Chad senza presentarsi.

“Saliamo?” mi propose

Annuii

“Chad, vieni con noi?”

“Se non do fastidio!”

Salimmo tutti e tre sul pullman e ci sedemmo negli ultimi posti , io ovviamente mi appropriai del posto vicino il finestrino a seguire c’era Fred ed infine Chad.
Tutti e tre avevamo le cuffie finchè qualcuno non me ne sfilò una, era Chad.
Io gli sorrisi e condividemmo la musica fino alla nostra fermata per poi scendere tutti e due insieme. Ci salutammo con un sorriso ed ognuno proseguì per la sua direzione. Mentre tornavo a casa ripensai all’avvertimento di mio fratello e tutti quei pensieri che avevo scacciato la mattina tornarono ad invadere la mia mente.

Cosa aveva in serbo per me mia mamma?

Cosa aveva in serbo per me la conoscenza con Chad?
  
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