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Autore: Black Chandelier    04/11/2013    3 recensioni
[Tratto dal 1° capitolo]
Il sole splendeva a Poway: l’estate era finalmente arrivata.
Le persone organizzavano grigliate, feste e andavano in vacanza, la scuola era terminata e per chi lavorava c’erano le ferie.
Preparare una valigia non era mai stato così facile per me, che di estivo non avevo niente se non una o due canottiere nere, per il resto il mio armadio era composto solo da magliette di gruppi musicali.
Non ero molto amante dell’estate, preferivo l’inverno, le cioccolate calde, la neve e il Natale.
I miei migliori amici, Mark e Tom, mi avevano costretta ad andare in vacanza con loro e, come rifiutare davanti a due ragazzi che ti ripetono in continuazione, facendo gli occhioni, “Dai, vieni con noi!” portandoti all’esaurimento nervoso?
Genere: Romantico, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Scott Raynor, Tom DeLonge
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera!
Sia dannata la scuola, i compiti, le verifiche e le interrogazioni. Ogni volta che mi mettevo a scrivere mi passava la voglia perché ero troppo stanca. E non avevo idee, però ne buttavo giù sempre qualcuna. 
Però ringraziate i blink, mi sono messa ad ascoltare Not Now e mi è venuta ispirazione. 
Non mi dilungo, buona lettura :3



Did you know? I'm here to stay.

 
5) Please stay until I’m gone.

 
 
La stanza era buia quando aprii gli occhi, avevo un mal di testa lancinante ed ero vestita come la sera precedente, a quanto pare qualcuno mi aveva portato a letto.
L’alcool era una brutta cosa.
“Tom?!” Sussurrai, scoprendo tristemente che non c’era nessuno.
Quando accesi la piccola lampada che c’era sul comodino, vi trovai accanto un piccolo foglietto, che era sicuramente del mio migliore amico.
 
- Hey, buongiorno dormigliona!
Noi siamo scesi a mangiare e poi andiamo in spiaggia, ti aspettiamo lì, guastafeste!
Tom. - 
 
 
Sorrisi e ripiegai il foglietto, alzandomi controvoglia dal letto.
I miei vestiti puzzavano di fumo misto ad alcool e non era decisamente una bella cosa, avevo bisogno di una doccia.
Mi ero ubriacata a causa di Mark, non di certo per le botte che avevo dato a Josie.
Ero arrabbiata e delusa da ciò che aveva fatto, se l’era portata a letto ma sicuramente c’era lo zampino di mia cugina, lui non era un ragazzo che finiva a letto con una ragazza che conosceva a malapena.
Evidentemente lei non aveva ancora capito la lezione, ma sapevo di trovarmi nei guai, lei non si sarebbe mai fatta mettere KO dalla sottoscritta, quindi avrebbe di sicuro chiamato mia madre.
Malvolentieri andai a farmi una doccia, notando che avevo qualche livido sparso sul corpo, probabilmente a causa della rissa che avevo avuto.
“Quella stronza…” Dissi digrignando i denti.
Subito dopo aver fatto la doccia mi guardai allo specchio, ero davvero messa male e purtroppo le occhiaie si vedevano e anche molto.
Non mi sarei truccata, non aveva senso e non volevo fare come Josie che si truccava per andare in spiaggia, come se dovesse andare a fare una sfilata di moda.
Non avevo voglia di fare colazione, così dopo essermi vestita decisi di andare direttamente in spiaggia, pur sapendo di non avere un bell’aspetto.
Sentii ancora il sapore dell’alcool in bocca e provai disgusto, mentre le parole, o meglio la frase di Mark, mi rimbombavano in testa.
 
“Me la sono scopata, problemi?”
 
Non era da lui dire e fare una cosa del genere, non lo era decisamente.
Pensai mentre uscii dalla stanza e salutai con  un sorriso sincero la cameriera, che nel suo camice aveva appeso un cartellino su cui vi era scritto il nome.
Mandai un messaggio a Tom che sicuramente non avrebbe visto e uscii dall’hotel.
Finalmente respiravo.
Ero decisamente stufa di tutti quei litigi, mi sarei goduta l’estate anche se era difficile, dovevo smetterla di pensare a Mark, a Josie e vivere la mia vita, infondo non ne valeva davvero la pena, lui aveva la sua vita e io la mia.
Avevo cercato di fargli capire che tipo di persona era Josie, ma a quanto pare non era servito a nulla, se non a peggiorare la situazione.
Sospirai e mi passai una mano nei lunghi capelli neri, infilandomi le cuffiette nelle orecchie.
La musica per me era come un ancora di salvezza, senza di essa non andavo da nessuna parte e sapeva sempre farmi sfogare, in un certo senso.
Fischiettai la canzone che stavo ascoltando guardandomi intorno, la spiaggia era molto più affollata dei giorni precedenti, ogni giorno arrivava sempre più gente, soprattutto famiglie molto numerose.
Dopo essermi guardate intorno per cercare l’ombrellone, il nostro ombrellone, notai con piacere che seduta sulla sdraio vi era Jennifer che si stava spalmando la crema sulle gambe.
Sorrisi pensando a lei e Tom , chiedendomi dov’era quel coglione e come aveva potuto lasciarla da sola, speravo solo si trattasse di poco tempo.
Corsi verso di lei e le diedi una leggera pacca sulla spalla, richiamando la sua attenzione.
“Jennifer! Ciao!”
Si voltò verso di me e quando mi riconobbe ricambiò il sorriso e mi fece cenno di sedersi accanto a lei, così io annuii e mi tolsi i vestiti, rimanendo in costume da bagno.
“Kay! Stai bene?”
Forse quella era una domanda che non avevo previsto, anche perché non sapevo cosa rispondere.
Sì, sto bene ma il mio migliore amico si è scopato mia cugina.
Sì, sto bene ma ho paura di perdere il mio migliore amico.
No, sono…
“Scusa la domanda eh, ma ieri sera… beh…”
“Jen, ormai lo sanno tutti e no, non mi vergogno.” La interruppi in modo brusco, pentendomi subito dopo del tono che avevo usato.
Non volevo ricordare la sera precedente, volevo solo divertirmi, ma alla fine non era colpa sua e nessuno si meritava la mia antipatia.
“Scusami, io non volevo…” Sbuffai, sedendomi poi al suo fianco.
Mi accarezzò la schiena lentamente e mi sorrise, facendomi capire che era tutto okay.
“E’ che è tutto un casino, Jen. Non so davvero cosa fare, quindi lo chiedo a te anche se non ti conosco molto bene, ma sei donna. Con tutto il rispetto che ho per Tom, lui mi capisce, però…”
La mora mi interruppe con una grossa risata.
“Capisco benissimo Kay! Non preoccuparti, sfogati pure.”
“Grazie” Sorrisi timidamente, “In sintesi ti dico che Josie è mia cugina, in caso non si fosse capito, e non abbiamo mai avuto un bel rapporto. Ci odiamo a vicenda e mia madre, ignara del tutto, l’ha invitata senza il mio permesso in vacanza con noi! Capisci? Con noi!”
Alzai un po’ la voce ma quando mi resi conto che la coppia che avevamo a fianco ci stava fissando, o meglio mi stava fissando, tossicchiai e continuai il mio discorso mantenendo un certa calma.
“Beh, stavo dicendo … che ha iniziato a fare la puttanella con Mark. E lui, quando ha notato il mio cambiamento, mi ha detto di non preoccuparmi. PALLE, ERANO TUTTE PALLE!”
Sentii gli occhi pizzicarmi, ero fuori di me e non mi importava, avevo davvero bisogno di sfogarmi.
Jen mi strinse la mano e mi fece un cenno, spronandomi a continuare.
“E poi è arrivata ieri sera. Non ci ho visto più, le ho messo le mani addosso. Poi è arrivato Mark e … beh .. lui …”
Non riuscivo a parlarne. Ero fottuta e mi sentivo malissimo.
Mi stavo odiando, mi stavo odiando con tutta me stessa per ciò che provavo.
Ero una stupida.
“Lui ha detto che se l’è portata a letto.”
Jennifer annuì lentamente, perplessa e schifata allo stesso momento.
“Wow… sincero il ragazzo. Comunque beh, Josie è … beh, è con loro. Io ti consiglio una cosa, poi fai come vuoi. Prova a fartela amica, non pensarci più per un po’ a loro, goditi la vacanza. Poi vedrai che Mark ti darà attenzione e lei si pentirà. Fidati.”
La guardai storto, io dovevo essere amica sua e vedere quei due comportarsi come due fidanzatini? No grazie!
Non volevo essere scortese e quindi non risposi, limitandomi ad un’alzata di spalle.
“So che sembrerà strano ma … funzionerà.”
“Cioè, quindi io dovrei far finta di niente? Ma Josie? Dopo la cosa di ieri sera mi prenderà per pazza!”
“No, stai tranquilla, dille che è stato un malinteso, ignorala, fai finta che non sia successo nulla ma concentrati su Mark.”
Annuii e iniziai a cercarlo con lo sguardo, avevo un po’ di timore a chiedere a Jennifer dove si trovasse.
Mentre osservai il mare mi feci qualche filmino mentale su me, Mark e Josie amici.
Era una cosa impossibile, io dopo un po’ non avrei più retto il gioco esplodendo in una litigata che batteva sicuramente quella precedente.
Spesso mi capitava di pensare al motivo per cui la mia vita era così complicata. Quando le cose sembravano andare bene, succedeva sempre qualcosa, sempre.
Prima mio padre, poi mia madre che non si fidava di me e infine, Josie e Mark.
Cos’avevo di così sbagliato?
 

 
 
A pranzo non mangiai molto.
Non avevo molta fame e non avevo nemmeno parlato tanto, nonostante fossimo tutti e 4 seduti al tavolo, Josie continuava a lanciare delle occhiatine a Mark che sorrideva come un cretino.
Tom stava sempre in silenzio, probabilmente pensava a Jennifer.
E poi c’ero io, che ogni volta che vedevo il mio migliore amico perso negli occhi di mia cugina, insultavo il pessimo piano di Jen.
Mi congratulai mentalmente con me stessa perché stranamente ero riuscita a tacere e a non alzare le mani.
Al pomeriggio eravamo tutti in spiaggia, Jennifer compresa.
“Vi va un bagno?” Chiese Tom, abbassandosi lentamente gli occhiali.
La sua pelle stava diventando sempre più rossa, si stava bruciacchiando.
Lo guardai di sottecchi e poi gli sorrisi, alzandomi, dovevo godermi la vacanza, non stare tutto il tempo sotto l’ombrellone a deprimermi.
Gli pizzicai un fianco beccandomi uno spintone da parte sua, eravamo pari, più o meno.
“Sei pronta?” Mi chiese, ridendo. “Non pensare a niente. Corriamo verso il mare e tuffiamoci, liberiamoci dai brutti pensieri. Non sembra ma è così.”
“Va bene!” Ridacchiai e fissai il mare limpido, facendo un respiro profondo.
Ero pronta a tutto.
Al tuffo.
A Josie e Mark.
A riprendermi la mia vita.
Corsi, corsi in modo velocissimo con Tom al mio fianco che rideva come uno scemo, sentivo i miei capelli spettinarsi a causa della brezza marina, i piedi bagnati e le gambe anche.
Quando arrivammo ad un buon punto ci tuffammo insieme, schizzando acqua da tutte le parti.
Ero felice, mi stavo davvero godendo quel momento senza pensare a niente.
Poco dopo riemersi, sentendo gli occhi pizzicare a causa dell’acqua salata che avevo pure ingerito e tossii, scoppiando di nuovo in una risata rumorosa.
“Grazie Tom.” Dissi tutto d’un tratto, guardandolo negli occhi.
“Figurati. Goditi la vacanza, non farti mettere i piedi in testa da nessuno, stupidina!” Mi schizzò con l’acqua facendomi rabbrividire.
Stavo meglio. Decisamente meglio.
Dopo pochi minuti, io e Tom stavamo parlando del più del meno, lui mi stava raccontando dei pochi minuti passati con Jennifer alla mattina, si stavano conoscendo e io ero davvero felicissima per loro due.
Lui poteva sembrare una persona a cui dei sentimenti non fregava nulla, ma in realtà non era così, avrebbe fatto di tutto per la ragazza che amava.
Cercai di non mettere in mezzo le mie paranoie, anche lui aveva bisogno di parlare e non esistevo solo io, solo che quando vidi arrivare in acqua Mark e Josie che nuotavano verso di noi, una strana sensazione si impadronì di me, facendomi distrarre dalle parole di Tom.
“Le voglio chiedere di uscir… mi stai ascoltando?”
Ripensai alle parole di Jennifer.
“Prova a fartela amica”
“Non pensarci per un po’”
Non era minimamente possibile. Non poteva esserlo. Non doveva esserlo.
Tom mi stava guardando male e la presunta coppietta era ormai di fianco a noi.
Mark mi fissò a lungo e io feci di tutto pur di evitare il suo sguardo, avevo paura che lui mi dicesse qualcosa riguardo alla sera precedente.
Josie gli stava praticamente appiccicata, sembrava fosse il suo polipo personale, ma cercai di non dare a vedere il mio fastidio sorridendo a Tom, che sembrava parecchio scocciato.
Mimai un “scusa” con le labbra, ma quando lui fece per rispondermi, sentii qualcuno afferrarmi il polso destro.
Mi voltai di scatto non sapendo cosa dire, ma notando che Josie era scocciata.
“Buongiorno anche a te.” Disse Mark, non staccando il suo sguardo dai miei occhi.
Rimasi in silenzio per un attimo ma poi risposi: “Buongiorno, Mark. Dormito bene ieri sera?”
Mi morsi la lingua, dovevo imparare a stare zitta se volevo che le cose andassero bene, ma non sarebbe stata una cosa facile.
Lui arrossì e abbassò lo sguardo, mia cugina stava sicuramente pensando ad un piano per uccidermi, lo percepivo dal suo sguardo truce verso di me.
Tom mi pizzicò un fianco, sentivo che la situazione non stava andando bene come speravo.
“Ehm, uhm… scusami.” Farfugliai, cercando di stare calma.
“Figurati. Comunque ho dormito bene. E tu?”
“Oh sì, anche io!” Ironizzai, indicando le mie occhiaie che erano piuttosto visibili.
“Mh-mh. Che mi racconti?”
Sembrava davvero interessato a me, forse si ricordava di avere una migliore amica, il che non era poi così male, considerando il fatto che la sera precedente avevo fatto a botte con la sua pseudo -ragazza.
“Nulla di che. Senti, io…”
“So cosa vuoi dirmi. So che ti senti in colpa per ciò che è successo ieri sera. Io non c’entro niente ma sappi che ci sarò sempre. E ti voglio bene e… mi manchi.”
Mi abbracciò fortissimo, io me ne stavo lì impalata e fu quando sentii Tom ridacchiare che ricambiai l’abbraccio.
Forse c’era ancora la possibilità di far scomparire Josie.
Ne ebbi conferma quando Mark mi sussurrò, nell’orecchio: “Tua cugina è una vera palla.”
Ed ero felice. Dannatamente felice. 
   
 
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