Capitolo 3
Dopo
poco si apre la porta dalla quale esce un ragazzo moro con gli occhi azzurri
pieno di lividi e tagli su tutto il
corpo. Aveva il labbro spaccato e del sangue che gli usciva dal naso.
-Ha
detto di entrare- si rivolge a noi a testa bassa e tono freddo. Annuiamo
entrambi ed Harry bussa alla porta.
-Prego-
sentiamo dall'altra parte della porta. Entriamo in una stanza che sembra un
ufficio, pieno di scaffali e una scrivania dove dietro si trova una grande
sedia girevole nera girata verso la finestra che ci da le spalle.
-Sedetevi-
dice il ragazzo dandoci ancora le spalle. Ci accomodiamo su piccole sedie
davanti alla scrivania che ci divide dal Mythe. Si gira facendo vedere il suo
bellissimo viso. Ha degli occhi profondi color nocciola. Sono sicura che se
fossimo al buio brillerebbero come stelle. Aveva i capelli castani chiaro
tirati su da del gel. Era davvero un bel ragazzo, dovevo ammetterlo! È tutto esattamente
come lo avevo immaginato. Appena spostai gli occhi dal suo viso notai che stava
pulendo un coltello con un fazzoletto da del sangue. Deglutii rumorosamente per
il nervosismo. Non ero mai stata così nervosa durante tutta la mia vita, anche
se sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male.
-Cosa
volete?- chiede freddo guardando verso Harry
-Vorremmo…-
non lo lascio finire che continuo io ricordandomi esattamente cosa diceva
Chiara nella Fan Fiction.
-Aiutare!-
risposi io mentre Harry mi guarda confuso per il mio comportamento
improvvisamente sicuro di me. Mi guardò confuso anche il Mythe.
-Volete
entrare nella mia banda?- chiese. Annuiamo entrambi.
-Non
posso fidarmi! E le donne non possono entrare nella mia banda!- sottolineò il
MIA e mi sbatte contro il muro con il coltello alla gola. I suoi occhi sono
diventati marrone scuro. Vedo Harry che è molto preoccupato ma io so che non mi
avrebbe mai fatto del male. Ho un’espressione tranquilla sentendomi stranamente
al sicuro tra le sue braccia nonostante mi stia puntando un coltello alla gola.
-Perchè
sei qui?- mi ringhia contro, mi faceva quasi paura.
-Ho
già risposto a questa domanda- lo guardo fredda non lasciando trasparire
nessuna emozione ripetendo le parole di che avrebbe detto Chiara. La lama del coltello
si scontra con la mia pelle:
-So
chi sei, Chiara!- sottolinea il mio nome.
-Lo
so Justin- sottolineo il suo nome con tono di sfida. Harry mi guarda a bocca
aperta ancora seduto sulla sedia. Justin toglie la lama del coltello dalla mia
gola e si allontana con uno sguardo divertito:
-Sai,
mi sei mancata in questi anni- dice con tono strafottente e un sorriso che
vorrei strappare dalla sua bocca immediatamente.
-Lo
so, Justin- rispondo nello stesso modo di prima.
-Ti
è piaciuto vedere Jazzy morire?- bene, quindi questo discorso deve tirarlo
fuori per forza, a quanto pare.
-Se
l’avessi vista morire direi di no. Ma non voglio incolparti. So che non sei
stato tu ad ucciderla- con queste parole lo lascio spaziato.
-Cosa
vuol dire “Se l’avessi vista morire” e come sai che non l’ho uccisa io?- sembra
quasi spaventato.
-Justin,
mi dispiace ma io non sono Chiara. Il mio nome è Hope- cerco di spiegargli il
più facilmente possibile.
-Non
dire stronzate Chiara, tu sei Chiara Anne Williams- ribatte lui alzando leggermente
la voce.
-Justin
siediti un’attimo e calmati, per favore- fa come dico sbuffando.
-Io
non so come mi sono ritrovata nella mia Fan Fiction e ora sono come la
protagonista della mia storia- spiego risedendomi anche io davanti a lui.
-Dov’è
Chiara, dov’è la ragazza che amo con tutto il mio cuore?!?- urla alzandosi e
strattonandomi.
-Ti
prego falla tornare perché non so cosa farei senza di lei. È il mio salvagente,
senza di lei starei affogando- mi urla ancora con le lacrime che gli rigano il
viso.
Mi
ritrovo abbracciata a lui.
Gli
accarezzo i capelli e lui si stringe forte a me cercando di calmarsi pian
piano.
-Non
puoi capire, io la amo- mi sussurra.
-Ti
capisco, invece, esattamente ieri il mio ragazzo mi ha tradito e sono ancora
molto scossa- cerco di rassicurarlo.
-Mi
dispiace- dice lui dopo un paio di secondi
-Anche
a me Justin, anche a me- ripeto le parole come se fossi un robot.
In
quel momento bussarono alla porta.
-Avanti!-
disse Justin leggermente irritato asciugandosi le lacrime. Mi allontanai e mi
sedetti al mio posto sulla sedia. Nella stanza entra una donna castana con gli
occhi azzurri che avrebbero fatto invidia al cielo, Pattie.
-Justin
ecco i tuoi...- si blocca guardandomi.
-Oh mio Dio!- dice correndo ad abbracciarmi lasciando cadere i fogli che aveva in mano.
Stava
singhiozzando.
-Pensavamo
fossi morta! Dove eri finita? Perchè ci hai abbandonato? Da quando Jazzy è...-
non la faccio finire che la riabbraccio sapendo che parlare della morte di sua
figlia non è sicuramente un bel discorso.
-Mamma,
lei non…- inizia Justin
-Si
Pattie, Justin ha ragione. Io non sono Chiara- dico abbassando la testa.
-Ma
cosa dici tesoro, sei andata fuori di testa? Certo che sei Chiara- dice
preoccupata.
-No,
il mio nome è Hope, sono la scrittrice di questa Fan Fiction. Voi siete i
personaggi della mia storia- chiarisco meglio.
Mi
guarda con un’espressione indecifrabile in volto.
-D-dov’è
Chiara ora?- chiede mentre un’altra lacrima riga il suo volto.
-N-non
lo so- abbasso ancora lo sguardo.
hey, ho aggiornato, che ne dite?
Scusatemi davvero per il ritardo ma non sapevo come farla andare avanti e pensavo non interessasse tanto quindi ho aspettato un'attimo cercando di decidere come andare avanti.
Spero comunque che vi piaccia.
Un bacione
Chiara xx