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Autore: Sheerio30STM_    05/11/2013    1 recensioni
Un giorno potrebbe succedere a tutti voi, quello che succederà ad Hinata.
Camminando, facendo compere, prendendo l'autobus, in qualunque contesto potreste trovare la persona che vorreste accanto a voi, a cui tenete di più al mondo.
In questo caso è una persona già conosciuta, un vecchio amico della nostra ragazza, ovvero: Kiba.
Ma non sarà l'unico ragazzo che avrà dei risvolti sentimentali con la ragazza in questione. Vero, Gaara?
Spero che la mia storia vi colpisca.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Un po' tutti | Coppie: Kiba/Hinata
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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SALUTI
 
Il telefono al piano di sotto squillava, la nostra giovane amica stava ancora sonnecchiando ma non sembrava svogliata di scendere.
-Pronto?- Rispose con voce roca.
-Buongiorno, signorina mia.-
-Anche a te, papà.- Hinata sembrava felice.
-Allora, che ne dici di venire qua stasera?-
La ragazza ci pensò un po’ ma alla fine accettò con poche esitazioni.
-D’accordo, allora a stasera, vado a preparare la valigia e a salutare i miei… amici.-
Poi, staccò la chiamata.
“Dai, saliamo.” Disse fra sé e sé e salì a preparare le sue cose, c’era solo un problema: non trovava una valigia. Forse le aveva prese il padre. Questo la costrinse ad uscire per chiedere agli amici. Sapeva che l’avrebbero potuta aiutare tutti, ma non volle andare da nessun’altro a meno che Gaara, ne voleva approfittare per chiedergli scusa. Si sentiva in colpa, anche lei c’era passata, e non era per niente insignificante.
Non aveva la minima idea, però, di dove potesse abitare il ragazzo, quindi decise di telefonare a Choji.
-Pronto?- Era una voce maschile. Ma capì che quello era Gaara, aveva la voce roca. Magari era andato a trovare l’amico, ma la voce roca le fece pensare che magari stava da Choji.
-…Prontooo?-
Hinata staccò.
E in venti minuti uscì di casa, stava andando dagli amici.
 
Toc toc!
-Ciao Hinata!-
-Ciao Choji, tutto bene?-
-Oh, certo. Vuoi entrare?-
La ragazza accettò l’invito.
-Senti Choji, per caso… Gaara…-
-Se cerchi Gaara è proprio nella casetta in giardino. Ti accompagno.-
Arrivarono davanti la porta e bussarono. Gaara aprì, era ancora assonnato, a torso nudo, con un pantalone lungo.
-Grazie.- Disse Hinata.
E Choji, capendo dalla faccia scioccata dell’amico, tornò in camera sua.
 
Entrambi sprizzavano imbarazzo da tutti i pori. Non facevano altro che pensare al fatto di ieri. E al fatto che Gaara fosse mezzo nudo, con l’espressione assonnata e i capelli scompigliati che rendeva Hinata vulnerabile. Ne era attratta.
-Mmh, vuoi entrare?-
-Sì.- Ed entrò, quasi con prepotenza, sedendosi sul lettino, ma nessuno ci fece molto caso.
Sempre con aria indifferente il rosso le si sedette accanto, appoggiando i gomiti alle ginocchia e tenendosi la testa con le mani.
Ci fu silenzio.
Lui pensava solo al suo imbarazzo.
Lei pensava a calmarsi, si chiedeva perché oggi, quel ragazzo, la rendeva così vulnerabile. Pensava a come potesse avere le stesse reazioni di quando era con Kiba. Non riusciva a spiegarselo. Non riusciva a capire come quel ragazzo, fosse cambiato, fosse cresciuto in una notte, dopo il loro bacio.
Aveva paura che le piacesse. Non voleva rinunciare a Kiba, ma una parte di lei lo sentiva lontano. Fatto che l’avvicinava di più a Gaara, anche perché il sentimento era ricambiato.
Di Kiba, lei non aveva certezze. Lui è innamorato di lei, ma lei non lo sa.
Poi il silenzio si interruppe.
-Allora, vi decidete a fare qualcosa?- Urlò esasperata una voce da dietro la porta.
-Choji! Vattene!- Gridarono di getto, all’unisono.
E così fece.
-Ha ragione, dimmi che c’è, se non sei venuta per usufruire del mio letto.-
Ci fu una leggera risata.
-Ero venuta a chiedere, se avevi una valigia.-
-Per fare?- Disse in tono preoccupato lui.
-Ieri, ho chiamato mio padre, abbiamo deciso che ho bisogno di una pausa.-
-Una pausa da cosa, Hinata?-
-Da te… da tutti e tutto.-
-So che c’è di mezzo Kiba.- E iniziò a parlare, ma di Hinata nessun intervento, forse perché era rapita da quella voce ancora roca.
-Non so come scusarmi, ieri non avrei dovuto fare niente. Avrei solo dovuto ascoltarti e consigliarti, ma da amico. Perché è questo che sono, anche se non lo sento. Quando ti ho vista eri così, bella. Con il tuo modo di fare, con la tua voce. Mi rilassavi. Mi piacevi ma quando ho scoperto di Kiba, avrei dovuto farmi indietro, ma sono troppo testardo. E stupido. Come al solito ho esagerato, non so darmi limiti, come adesso, ti sto chiedendo scusa in un modo orribile, ma voglio solo farti capire perché l’ho fatto. Tu mi piacevi Hinata, appena ti vedevo il mio cuore palpitava a più non posso.
Esattamente come ora, tu mi piaci. Ma so di dovermi fare da parte, non sono Kiba.-
Si voltò a guardare Hinata, aspettando una risposta.
La ragazza si voltò, sussurrando: -Forse non lo voglio davvero, ma ne ho bisogno.- Si girò verso Gaara e gli si aggrappò addosso con un abbraccio. I ragazzi si ritrovarono nuovamente una sopra l’altro, stavolta con Hinata sopra, ancora affondata nell’abbraccio, stretto e forte. Sentiva le palpitazioni di Gaara, erano proprio come le sue, veloci. Ma quando si alzò un po’ e si guardarono negli occhi, i battiti si calmarono e forse il ragazzo ne saltò uno.
Una sopra l’altro, sdraiati sul letto, a fissarsi. Per poi annullare le distanza, baciandosi una seconda volta.
Pensavano entrambi di volerlo, ma non meritarselo fino all’attimo prima. Era cambiato qualcosa, e non era solo Gaara a torso nudo, no.
Erano entrambi i ragazzi che capivano di volersi davvero.
Una volta che le loro labbra si separarono, Hinata per l’imbarazzo cercò di non stare zitta, o sarebbe ricaduta a baciarlo, cosa che non sarebbe dispiaciuta a nessuno.
-La valigia! Hai una valigia?-
-Oh, assolutamente.-
I due sobbalzarono dal letto e si diedero la valigia.
Si avvicinarono all’uscita della casetta, lei con le braccia dietro che sorreggevano la valigia, era stata costretta ad avvicinarsi di schiena alla porta, guidata da Gaara che la guardava. Sembrava volesse baciarla e non lasciarla più. Le loro labbra si toccarono di nuovo, i loro corpi aderirono tra loro e la valigia cadde. Le loro mani erano intrecciate ai loro corpi, e quel bacio fu davvero appassionato. Ma si dovettero lasciare era da un’ora che ‘cercava una valigia’ ed era il momento di andare.
Uscì e arrivò alla vera porta di casa dove si diede appuntamento con Choji per dare dei piccoli saluti.
L’ultima cosa che disse l’amico fu: -Hinata, perché hai la faccia rossa?-
Dopodiché la ragazza quasi scappò, senza dare risposta.
 
Dopo essere arrivata a casa lasciò dei messaggi telefonici, invitando gli amici al parco quel pomeriggio presto. E andò a prepararsi la valigia.
 
 
Alle tre si ritrovarono tutti al parco. C’erano: Ino, Shikamaru, Sai, Choji, Naruto, Sakura, Kiba e Gaara.
Salutò tutti allegramente, meno Gaara o l’attrazione li avrebbe fatti scoprire, ma cercò completamente di ignorare Kiba. Che si sentiva in disparte.
Si sedettero come al solito tutti sotto un albero e chiacchierarono. Hinata aveva alla propria sinistra Sai che l’allontanava da Kiba e alla sua destra aveva Choji che l’allontanava da Gaara.
Quest’ultimo non faceva a meno di scambiarsi occhiatine con Hinata, che non si rendeva conto che qualcuno se ne stava accorgendo: Shikamaru. Era il più acuto del gruppo. Ma non voleva etichettare niente e nessuno, ancora. E Kiba comunque non se ne accorgeva. Dopo un po’ le occhiatine finirono, ma successe qualcosa che Shikamaru interpretò alla perfezione. Erano sguardi intensi, da parte di Gaara.
Lei era girata e lui la osservava con attenzione, nei suoi piccoli gesti. Ma poi anche Hinata faceva lo stesso con lui.
Shikamaru si sentiva in bisogno di intervenire e si allontanò, non troppo, con Hinata.
-Ehi, Hinata, guardami.-
E così fece la ragazza.
-Cosa sta succedendo?-
Lei lo guardava confusa. Ma bastò un nome per farle capire.
-Gaara. Cosa state facendo tu e Gaara?-
La ragazza si indispettì.
-Niente.-
-Non mi convinci, tu.-
-…-
-Dai, Hinata, perché ti stai giocando tutto con Kiba per lui?-
Questa volta si stava infuriando.
-Non so esattamente perché, ma so che è quello che voglio. Kiba ha fatto la sua scelta, essere amici evidentemente gli basta!-
-Amici?- Chiese confuso Shika.
-Sì, se qualcuno, in un bosco, al chiaro di luna, ti fissa negli occhi…- Singhiozzò, stava ripassando quel brutto momento. -…ti si avvicina e ti… abbraccia. Tu come lo intendi, il gesto?
Solo un segno di ‘a m i c i z i a’.-
E lì Shikamaru si bloccò. Era convinto che l’amico si fosse dichiarato, ma no nera così.
Aspettò che Hinata si tranquillizzò e tornarono dal gruppo, continuarono per del tempo a parlare e scherzare, anche se alcuni con più freddezza.
 
Alla fine quasi tutti tornarono a casa. Ma Kiba volle rimanere per parlare con Hinata.
-Ehi.-
-Ehi.-
-Alloraaa… hai deciso di fare questa…mh…-
-Pausa, sì.-
-Mmh.-
-…Ok.-
La freddezza iniziava a sentirsi.
-Quando parti?-
-Non appena finiamo questa… conversazione.-
Kiba si stava arrabbiando, si sentiva attaccato.
-Ah, ok. Come vuoi, se hai fretta puoi andare.-
-Bene.-
-BENE.-
-BENE!- Urlò troppo forte la ragazza. –Se ancora non capisci vai da Shikamaru. Lui saprà cosa dirti!-
Sembravano due bambini, anche se per loro era una cosa seria, da fuori sembrava una lite da asilo.
Ma poi, i due si divisero completamente, ognuno per la sua strada e tornarono a casa.
“Mi mancherai.” Pensarono però entrambi, l’uno dell’altra.
 
Hinata partì un’ora dopo.
Arrivò al villaggio della pioggia in poche ore.





Angolo Autrice
Beeeene. Sì, ok, forse Gaara sta rubando troppe scene al nostro povero Kiba, ma che ci possiamo fare? La vita sentimentale dei nostri amici non può essere così semplice " mi dichiaro e ci amiamo " Oh, no no.
Comunque stavolta il capitolo non è corto come l'altra volta ahahah e spero che come sempre vi sia piaciuto e che continuiate a seguire la mia ff.


PS
Spero che non ci siano errori.
  
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