Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: esse198    05/11/2013    1 recensioni
"Era la persona più normale che potesse esistere al mondo, quelle poche passioni che aveva, le coltivava in modo molto discreto trattandosi di musica e della lettura di qualche romanzo e di qualche fumetto. Difficile suscitare l’irritazione della gente."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Così, in vista della partenza di Elena, i ragazzi (Selene, la Gattina, Luca e i suoi due amici) decisero di dedicare una delle ultime serate per onorare la partenza della ragazza. Una volta individuata la serata giusta, decisero di riunirsi durante il pomeriggio per accordarsi e spartire i diversi compiti per l’organizzazione e la riuscita di quel party privato. Il Casanova doveva occuparsi delle cose da mangiare e allora chiese a Selene di accompagnarlo. Questa accettò, anche se con qualche dubbio.
Così andarono al supermercato e fecero un po’ di spesa. I due avevano instaurato un bel rapporto sereno, fatto di piccoli dispetti, battute e piccole confessioni. Una sana sintonia che a Selene faceva un gran bene.
- Ma cos’hai lì? – chiese ad un certo punto lei, riferendosi a una custodia che pendeva al collo del ragazzo.
- È la mia arma segreta! – Selene lo guardò interrogativa e scettica.
- È una macchina fotografica. – spiegò lui e rise.
- Non ti facevo fotografo.
- Infatti non lo sono, mi piace fare le fotografie, ma è solo un hobby.
Nel decidere cosa prendere si azzuffarono un bel po’, visto che lui si era fissato su un menu fisso, mentre lei suggeriva di variare, dal momento che da tante persone derivavano tante preferenze. Insomma, discussero a lungo, fino a che la ragazza riuscì a spuntarla. Una volta usciti dal supermercato la ragazza, un po’ malinconica, disse:
- Ma era proprio necessaria una festa d’addio?
- Beh, è un bel modo per stare tutti insieme, visto che sarà una delle ultime volte.
- Sì, ma sarà troppo triste. Io mi metterò a piangere.
- Di questo non devi preoccuparti, io ti starò vicino e ti darò il mio conforto… - ci provava sempre. Non era semplice gentilezza la sua, era un modo per provarci. E il loro rapporto si basava su questi gesti sempre poco chiari, nei loro significati.
Selene si era accorta di tutto questo e non se ne preoccupava. Voleva che tutto andasse per inerzia, non rifiutava certe sue avance, ma nemmeno lo incoraggiava. A Selene piaceva così. E ripensò a Elena. Le dispiaceva doversi separare da lei. Senza rendersene conto era diventata importante per lei, un’amica preziosa. Per la prima volta non era stata lei ad imporre un’amicizia tra le ragazze, ma era stata l’amicizia stessa ad imporsi tra le due. Era nato così un rapporto spontaneo e naturale e un affetto molto profondo. Selene avrebbe faticato di nuovo a separarsi da quell’amicizia.
Selene e il Casanova camminavano per le strade della città con le borse della spesa in mano. La ragazza era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse di stare per attraversare l’incrocio con il rosso. Così quando una macchina che arrivava a tutta velocità, stava per travolgerla, il ragazzo ebbe allora lo slancio di afferrarla e tirarla a sé.
La teneva stretta. Selene poteva sentire il proprio corpo aderire con quello del ragazzo, il suo profumo l’aveva inebriata, e sentiva anche suo il cuore che batteva fortissimo. La ragazza non si era neppure accorta del pericolo che aveva corso, per cui se in quel momento stava tremando non era per la paura, ma per l’emozione. L’emozione di trovarsi tra le sue braccia.
- Ma che… volevi morire? – le sussurrò lui, con un filo di voce. Selene allora capì che il batticuore del ragazzo invece era l’effetto dello spavento che si era preso. Ma non la lasciava ancora.
- Puoi lasciarmi adesso. – disse allora lei.
- Sì, scusa.
Rimasero in silenzio. In teoria non doveva esserci un motivo per quel silenzio che sembrava quasi nato da una sorta di imbarazzo, ma per cosa poi?
- Grazie, comunque. – disse alla fine Selene.
- Figurati, m’hai fatto prendere uno spavento!
Arrivarono a casa del Ce, dove doveva aver luogo la festa, sistemarono la spesa e aspettando che arrivassero tutti gli altri, si affacciarono alla veranda, ancora un po’ assolata e da cui era possibile assistere al panorama della città vista dall’alto. Si misero così a puntare tutta una serie di edifici per cercare di identificarli e, collocandoli nella loro zona, capire fino a dove poteva estendersi il raggio visivo da lassù. Anche lì si alternarono piccoli battibecchi a momenti di totale ilarità, soprattutto quando scoprivano che uno dei due aveva sparato una cavolata. Fu allora che lui tornò ad abbracciarla, con naturalezza. Ma Selene non lasciò correre e chiese il motivo di quell’abbraccio.
- Perché emani dolcezza, tenerezza. – rispose lui e la ragazza rimase senza parole.
- Devi smettere di pensare. In questi anni bisogna vivere. E invece a forza di pensare hai pure rischiato di farti investire. – aveva poi aggiunto.
- Sì, hai ragione.
Era lui. Era lui che aspettava. Aveva atteso a lungo un ragazzo che sapesse farla ridere, che sapesse scuoterla, che sapesse proteggerla. E lui sembrava proprio quel ragazzo. Quando stava con lui, si sentiva da dio. E non cercava altro. Questo le bastava.
Quella serata trascorse tranquilla, con qualche istante di malinconia, ma con la più totale serenità e allegria. Elena notò l’affiatamento e l’intimità che c’era tra la sua amica e il Casanova, perciò in un momento di intimità con Selene gliene parlò.
- Ma state insieme? – chiese Elena.
- No. – rispose come fosse scontato.
- A guardarvi non sembra. – Selene non rispose. Ed Elena continuò ad indagare:
- Ti piace?
- Sì. Ma questo non cambia niente.
- Ma come non cambia niente? Non hai intenzione di dirglielo?
- No. Sto bene così. Quello che c’è adesso tra noi è una sintonia, un capirci ed intenderci troppo prezioso. Non voglio perderlo. Da fidanzati poi si litiga troppo.
- Non puoi saperlo.
- Lascerò che le cose seguano il loro corso. Magari il destino mi manda un segnale.
- Non hai mai creduto al destino, tu. – la ragazza non era molto convinta della scelta della sua amica. Però vederla finalmente più serena le faceva piacere. Sembrava stesse guarendo dalle ultime ferite.
- Mi mancherai. – disse Selene. – Mi mancheranno i tuoi consigli, le tue saggezze…
- A me mancheranno le tue paranoie, i tuoi complessi. – Selene rise.
Era così che andava la vita. Le persone passavano, i sentimenti sbiadivano. Le persone attorno a Selene andavano avanti. Era lei a restare ferma in quel limbo di indecisione. Stava ferma all’interno di un cerchio senza alcuna diramazione. Oppure proseguiva a tentoni e molto lentamente, come se alle spalle trascinasse con sé due macigni: la paura e la rassegnazione. Selene aveva capito che bisognava farsi forza, non poteva restare ferma per paura di sbagliare. Gli errori l’avrebbero fatta crescere, col tempo li avrebbe anche perdonati. Bisognava alleggerire i pesi dei due macigni. Andare avanti. Con i sentimenti saldi in una cassaforte e la forza nel suo corpo. Pensava alla sua timidezza, alla quale aveva sempre attribuito la colpa dei suoi tentennamenti. E più ci pensava più credeva di aver fatto di quel gigante un alibi. Poteva la timidezza fermare la forza dei desideri? Quando voleva il suo Grande Amore la timidezza era andata a farsi benedire e il coraggio aveva preso posto per ottenere quello che poi non era riuscito ad avere, ma almeno aveva provato e non aveva mai potuto accusare la timidezza di averla ostacolata. Basta con questa disperata ricerca di un colpevole! Bisognava invece trovare un compagno audace, cui dare man forte e provare ad andare avanti.
Il giorno della partenza di Elena, andarono a salutarla tutti sotto casa sua, visto che da lì suo padre in macchina l’avrebbe poi accompagnata all’aeroporto, a due ore di strada. Fu allora che videro arrivare la Gattina di corsa, sventolava una cartolina, aveva l’espressione felicissima. Quando raggiunse i ragazzi esclamò ansimante, ma felice:
- E’ una cartolina di Darkman! Sta bene!
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: esse198