Ribelle...
Il pesante cancello intarsiato d’oro e finemente lavorato si spalancò con un pensante clangore. La figura che lo attraversò emanava una particolare bellezza, tanto che sembrava risplendere e illuminare ogni angolo della stanza in cui era appena entrato. Non era un tipo di bellezza comune ai mortali, non induceva all’invidia, bensì ad un’ammirazione sfrenata, famelica in chiunque osservasse. La figura avanzava con passo deciso dirigendosi verso la parte opposta della stanza. I capelli, più simili a finissimo oro, si agitavano con grazia adattandosi ai suoi movimenti. Negli occhi un furore ardito e profonda soddisfazione. Il giorno che attendeva da ormai molto, troppo tempo, era appena giunto. Allungò le mani e con un solo gesto aprì un secondo, enorme portone con un profondo boato. All’interno della stanza, tutti si voltarono verso l’ingresso con sguardo allarmato. Lui entrò, con la consueta fierezza del suo portamento e del suo fascino, dipingendo sui volti dei presenti, poco prima spaventati, la consueta riverenza che gli tributavano ogni volta. Lui era il loro capo, il loro condottiero; Lui era colui che li avrebbe liberati. Lui era il loro salvatore, l’unica speranza, nonché l’unico ad avere le qualità adatte per la loro missione. E la loro missione sarebbe stata davvero una follia se non fosse stato Lui a guidarla.
I biondi capelli ebbero un guizzo mentre il volto bellissimo si alzava posando gli occhi azzurri penetranti sui presenti, come abbracciandoli tutti con un solo sguardo.
-Il giorno è finalmente giunto.- Le parole uscirono seducenti.
-Vi avevo promesso che vi avrei guidati verso una nuova era, verso un nuovo
mondo. Vi avevo promesso che questo regno ipocrita e insensato sarebbe caduto
e, con lui, il suo Re.-
Tutti i presenti si strinsero attorno a Lui, condividendo gli stessi ideali.
-Le mie promesse oggi saranno mantenute. Oggi cacceremo finalmente quel Re indegno, usurpatore di un trono che nessuno gli ha offerto.-
Il suo carisma sembrava vibrare nella stanza, travolgendo tutti i presenti, che iniziarono ad eccitarsi.
-Voi ben sapete le ingiustizie cui siamo stati sottoposti e le ipocrisie del nostro Re. Predica l’uguaglianza, la misericordia e il rispetto, eppure non siamo forse suoi sudditi noi? Non siamo forse noi a servirlo tributandogli ogni onore?-
Intorno a Lui si alzarono grida di approvazione. Era
evidente che nessuno di loro poteva più tollerare di prostrarsi ad un sovrano
tanto spregevole.
-Ma non abbiamo forse sopportato in silenzio tutto questo tempo? Non siamo
forse stati noi a dimostrare la nostra fiducia nel Re, credendo in un qualche
piano superiore che non potevamo ancora comprendere?-
Adesso la folla che si era accalcata attorno a Lui era totalmente inebriata dalle sue parole, esaltata al pensiero che presto non sarebbero più stati sottomessi.
-Abbiamo sopportato perché avevamo fiducia. Ma il Re ci ha tradito. Tutti noi, proprio per la riverenza che gli mostravamo con sincerità, ne siamo rimasti scioccati… e disgustati.-
Fischi e urla si alzarono intorno a Lui. Alzò la voce per essere certo dell’effetto delle sue parole.
-Il Re ha osato chiederci di tributare la stessa devozione
anche a colui che lo seguirà per discendenza. Ci ha chiesto di servire anche
Suo figlio. Un uomo preda dei vizi della carne. Un uomo che vive come i più
miseri mortali. Un uomo indegno. Semplicemente, un uomo. E noi possiamo forse
accettare di essere guidati da un individuo che è inferiore a noi? Inferiore ai
suoi stessi sudditi che dovrebbero considerarlo esempio di infinita grandezza?-
Con un solo fragoroso boato tutti i presenti gridarono insieme la propria avversione.
-Bene. Sappiamo tutti che è necessario intervenire. Tutto il regno domani ci
ringrazierà per il coraggio che dimostreremo oggi! Ed ora andiamo, tutto è
pronto e disposto per l’attacco.-
Allargò le braccia in un gesto solenne e trionfale, distendendo le grandi ali bianchissime.
-Domani potrete gridare a gran voce il mio nome, il nome del vostro nuovo Re, il nome di Lucifero.-