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Autore: Micheal Renner    06/11/2013    0 recensioni
Succede che due anime si scontrino terribilmente, ma quando queste due anime finiscono per completarsi a vicenda con uno sguardo, quell'ipotetico scontro diventa una meravigliosa armonia.
Questa è una storia nata per caso, in un pomeriggio di ottobre. Racconta la storia di un amore fisicamente finito, ma destinato a durare per sempre.
L'acqua può ghiacciare in superficie eppure dentro rimane liquida e densa, come me. Io sono liquida e densa, ma la superficie, beh quella è ghiacciata. Verrai mai a farla sciogliere col tuo calore?
Racconta di una canzone, una melodia suonata dall'anima di due persone, conclusasi con un'unica nota stonata.
Finiva così la nostra canzone? Con una nota stonata a seguito di un vertiginoso crescendo? No, doveva esserci qualcos'altro, non potevo accettare quel vuoto...
Racconta la nostra storia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Story of our life

Ho guardato il cielo stamattina. Sembrava suonarla quella canzone e la ricordo come se fosse ieri, ma...il titolo?

Un amore del genere può mai averne uno?
Ho toccato la terra gelida ed ho provato a scriverlo, ma non ne è uscito niente. Nessun fiore, nessuna luce, nessun... Cactus. Credo di non riuscire a ricordare dove io lo abbia parcheggiato.
Ho detto che è lontano?
Oh, sì che è lontano. Camminando per strada, però, mi sembra quasi di sentirne i passi dietro i miei, certo se potesse camminare.
Sarebbe bello vero?
Sarebbe bello se potesse vedere il luccichio del mare che mi si presenta di fronte. Ah quanto amo il mare... Ricordo che è qui che ti conobbi, forse o forse era l'asfalto, ma l'effetto, insieme a te, era semplicemente lo stesso. Ricordo che alzammo i calici per brindare, che ci fissammo negli occhi, che ci memorizzammo l'un l'altro e che fu lì che imparai a nuotare per la prima volta.
Sorrisi. Era anche la prima volta che sorridevo dopo tanto tempo.
Stupendo no?
E il tuo bacio sapeva di menta, le tue mani sembravano pensar da sole, le tue gambe reggere un peso sempre più leggero. Guardo il cielo e penso a tutto questo. I colori si confondono con l'acqua che rischiara la mia pelle nuda, mentre i cristalli che si vengono a formare sulla superficie, uno ad uno, mi sembrano voler comporre una nuova melodia.
Che sia l'annuncio di un tuo arrivo imminente?
Mi alzo trionfante e affosso le guance in piccole dune di pelle. So che verrai.
Perché verrai vero?
E finalmente, dopo un tempo infinito, mi era stata data la possibilità di abbracciarti. Udivo nuovamente la tua voce, respiravo il tuo profumo e vivevo il tuo sguardo in libertà. Sentivo la nostra canzone suonare più forte che mai. Ero convinta che non potesse avere un ritornello finale, che fosse destinata a durare per l'eternità, forte e immutata per il resto dei nostri giorni e ci avrebbe reso immortali nei ricordi dei nostri figli. Ma, c'è sempre un ma in queste storie, l'amore e la vita sono impietosi e non sono stati da meno con noi. Sei dovuto partire, ancora e io ho sentito la nostra canzone affievolirsi, il nostro sentimento farsi pungente e il ricordo di te divenire una scheggia conficcata in profondità nel mio cuore. Gli addii sono quanto di più crudele due amanti possano vivere e tu, tu hai fatto sì che questo succedesse ancora.
Come hai potuto andare via salire su quel treno e lasciarmi qui con una chitarra scordata e il ricordo di un inverno radioso?
I passi delle ruote del treno parlavano di addio.
Glielo hai detto tu, vero?
Era quanto di più orribile le mie orecchie potessero udire. E arrivo in camera, chiudo la porta, anzi no, sbatto la porta, getto la chiave sul letto e mi accascio sulla sedia.
Posso ancora suonare la nostra melodia senza di te?
Non ho il coraggio di sdraiarmi sul letto, non ho la forza di dire che ti ho amato su quel letto, non ho la mente per pensare ai tempi in cui sembravo cosi cucciola.
Non sono cucciola vero?
Me lo ripeti sempre, anche per telefono.
''Tu-sei-provocante".

Ahi ahi ahi ahi! Dove è finito il pizzicolio delle tue dita sulla mia pelle?
Ogni volta che la tocco io sembra così fredda...
Perché non mi hai lasciato almeno la tua pianta?
Ma no, l'hai messa in un grande vaso, l'hai caricata sul treno e mi hai lasciata priva di ogni luce. Fisso lo specchio e tento di provocarti con lo sguardo, ma lo stridolio delle rotaie mi riporta alla mente la tua figura e una lacrima mi porta a segnare il percorso del mio sorriso. La chitarra scordata, ora, suona una marcia macabra, l'inverno gela la mia stanza, i piedi sono di nuovo freddi, ma il cuore batte forte forte, per te. Ed è con uno scatto fulmineo che mi alzo, mi butto in strada e grido il tuo nome. Sto sorridendo di nuovo.
Mi vedi?
Posso provocarti per sempre, lo so. Posso farlo. Posso farlo ancora, ma tu non mi ascolti e il mio castello di carte crolla come un mare di terra incolta, priva di radici.
Perché le mie radici le ho perse, sai?
Le ho perse con te.
Perché te ne sei andato?
Perché mi hai lasciata sola a vivere il mio incubo peggiore?
Ti odio, ti detesto con tutta l'anima perché non riesco a smettere di amarti. Vedo nei tuoi occhi ogni colpa, ma non riesco ad incolparti di nulla e continuo ad annegare in questo mare in burrasca. Tremo dal freddo e piango, piango fiumi di lacrime che inondano la terra e contribuiscono a farmi sprofondare in quelle sabbie mobili che sono diventati la mia vita e il mio amore.
Hai mai provato a svegliarti nel bel mezzo di un incubo e ti sei reso conto di star vivendo nient'altro che la realtà?
Spero che non ti sia mai successo, perché questa sensazione ti logora l'anima e ti fa morir dentro a poco a poco.
Questa non è più la mia esistenza. Questa è la mia morte, il mio sciacallo, il tremolio delle mie labbra. Eppure provo ancora a sorridere davanti al mare. Ci vado spesso, lo fisso, lui fissa me e ogni tanto qualche pesce guizza fuori schizzandomi il viso.
Conosci le leggi di Archimede vero?
Non è straordinario?
L'acqua può ghiacciare in superficie eppure dentro rimane liquida e densa, come me. Io sono liquida e densa, ma la superficie, beh quella è ghiacciata.
Verrai mai a farla sciogliere col tuo calore?
No. Non potrai mai sciogliere questa corazza, è questa la verità. Mi maledico ogni giorno per questo. Ho provato a vivere senza di te. Ho dovuto farlo per non morire. Ho iniziato a chiudere la mia anima dietro alcune porte, ma giorno dopo giorno quelle stesse porte sono cresciute in modo esponenziale, tanto che non riesco più a vedere la luce del sole.
Hai mai amato qualcuno al punto di non riuscire più a respirare in sua assenza?
Quelle porte erano la superficie ghiacciata dell'acqua e io ero immersa in essa.
Ghiacciavo ogni giorno di più.
Morivo.
Fino a quando quel sole non è tornato. Ero convinta che niente sarebbe più potuto arrivare a sfiorarmi l'anima, ma poi mi hai sorriso. Mi hai salutata con uno dei tuoi sorrisi abbaglianti e ho creduto davvero che il mio sole fosse tornato. Ho pianto di gioia, perché nonostante tutto il nostro amore non ha mai avuto limiti. Limitati sono gli accordi, ma le loro combinazioni sono infinite. Infinite come noi. Ero convinta di aver ritrovato la mia vita, immaginavo il futuro e tutto ciò che esso ci avrebbe portato. Ho continuato a sognare, fino a quando non mi hai parlato di lei.




Qui è F che parla *quella che ha le idee geniali, modestamente u.u*.
Scherzo, la mia socia S ha un carisma davvero forte e questo mi rende orgogliosa di questo piccolo percorso che abbiamo intrapreso.
Periodi difficili, sapete? C'è crisi e non sono ironica ç_ç Anyway, ringrazio calorosamente la buona anima che ha recensito. Ora se S vuole dire qualcosa, prego...
P.s. ti voglio tanto bene S ^^

S si sente di ringraziare anche le due anime pie che hanno aggiunto la storia alle seguite e i 27 restanti lettori silenti.
Ti voglio un mondo di bene F e perdonami se mi son dimenticata di avvertirti delle seguite.
Per oggi è tutto, alla prossima belli!
S
   
 
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