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Autore: Lushia    06/11/2013    2 recensioni
Sono passati all'incirca due anni, dopo un misterioso sogno la famiglia trova uno strano bambino. Due sconosciute figure li stanno inseguendo, una oscura profezia pende sulle loro teste e il loro futuro è incredibilmente scomparso. La strada verso la verità è ancora lontana.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 9 – Futuro incerto

cover

La televisione era alquanto noiosa, sempre i soliti presentatori che prendevano in giro i concorrenti del quiz show. Le loro battute erano talmente vecchie da non far più ridere.
Ingurgitò altre patatine, riportando la mano nel sacchetto di plastica per prendere la prossima porzione. Lo sguardo del biondo era così annoiato che si ritrovò a sbadigliare, stropicciandosi gli occhi e decidendo di spegnere l'apparecchio.

“Ma per favore.” si ritrovò a pensare, continuando a mangiucchiare le patatine “Kaito e la Juuichidaime saprebbero fare battute più divertenti.”

Luca salì le scale e si affacciò in camera del suo boss, che stava rovistando nel suo disordinatissimo armadio.
Gli abiti erano sparsi qua e là per terra, alcuni venivano violentemente lanciati per aria e una magliettina a righe centrò la testa del ragazzo, che se la tolse dal capo con perplessità, osservandola.
- ...Juuichidaime, dov'è il buon gusto che Hana ha cercato di insegnarti? - chiese, lanciando per aria la stessa maglia. Notò Lilium e PonPon, seduti sul letto a giocare con dei pupazzetti, che ogni tanto osservavano l'operato della ragazza con un grande punto interrogativo sui loro capi.
- Uh? - la Vongola riemerse da sotto ad una valanga di calzini, strabuzzando gli occhi con perplessità – Cosa c'è che non va? -
Luca scosse il capo, prendendo tra il pollice e l'indice un pantalone fin troppo largo e di un colore improponibile.
- Cos'è questa robaccia? - chiese, alzando un sopracciglio.
- … Un pantalone? - rispose lei, scrollando le spalle.
- Chi l'ha comprato? Perchè è nel tuo armadio? E' orribile. - disse, lanciandolo per aria e sospirando – Non hai ancora imparato a vestirti decentemente? Devono sempre pensarci Arashi e Hana, eh? -
La ragazza sbuffò, facendo scivolare giù un calzino, che si trovava sulla sua spalla.
- Senti... per più di cinque anni mi sono sempre vestita come un maschio, è un'abitudine dura a morire, ok? - spiegò.
- Perchè ti vestivi da maschio?- chiese Lilium, curiosa.
La brunetta le lanciò un'occhiata e aprì bocca, forse tentando di dare spiegazioni, ma lasciò perdere e si voltò rapidamente verso l'armadio.
- Uhm... - Luca decise di dar voce a ciò che pensava la ragazza – Perchè le persone sono stupide e superficiali e pensano che una donna non possa combattere. -
- Eh? E perchè mai? - la sciamana chinò il capo verso destra, incuriosita.

La Vongola, intanto, continuava a rovistare nel mobile, tentando di trovare qualcosa di decente.
- Possibile che non abbia qualcosa di carino? - chiese, quasi entrando nel mobile.
- Beh, se metti tutto sotto sopra dubito riuscirai a trovare ciò che cerchi... - Luca si affacciò, osservando rassegnato la massa informe di vestiario. - Ok, ritiro tutto. - indietreggia – Meglio fuggire, prima che l'armadio inizi a sputare calzini e a vomitare mutande. -
- Dev'esserci un vestitino carino! Hana mi aiutò a sceglierne alcuni tempo fa... Oh! - riuscì a trovare una maglietta azzurra molto femminile, che osservò con cura prima di scaraventarla sul tavolino. - Ok, adesso tocca alla gonna. -
Luca osservò la magliettina, fortunatamente sembrava decente, molto alla moda e davvero carina. Riconobbe il buon gusto di Haname, solo lei poteva scegliere qualcosa di così grazioso. Tuttavia sembrava un po' troppo piccola.
- Juuichidaime... quando l'avete comprata? - chiese, pensieroso.
- Buh, forse due anni fa. - disse lei, osservando con attenzione una gonna rossiccia in tartan. - Forse questa! - annuì, convinta.
Anche Luca le diede uno sguardo, riconoscendo il gusto di Arashi, tornando poi ad osservare la maglia azzurra.
- Ehm... no. - il biondo piegò la maglietta e la poggiò sul tavolino, si avvicinò alla brunetta e prese l'indumento dalle sue mani – E' carina, ma di certo non va con quella maglietta. -
- Perchè no? Hai detto che è carina! - la Vongola l'osservò con perplessità.
- … forse dovresti leggerle quelle riviste di moda che ti ha prestato mia sorella. - scrollò le spalle, gettando la gonna dentro il mobile e trovando una gonnellina nera che si abbinava alla magliettina azzurra. - Questa va benissimo. E' nera, richiama le decorazioni che ci sono sulla maglietta. -
- Ma... si, però... quella rossa... -
- Non ci sta bene, sono due stili diversi e i colori non li vedo bene assieme... - spiegò lui, sospirando – Vuoi o non vuoi essere carina, eh? -
- Ma certo che voglio essere carina! - rispose lei, con un'espressione un po' offesa – Va beh, se dici che quella gonna va bene metterò quella. - prese alcuni vestiti da terra, fermandosi all'improvviso e alzando il capo verso di lui – Ma tu... ti metti sempre la prima cosa che trovi nell'armadio. Come fai a sapere tutte queste cose se non ti interessi di vestiti? - chiese, perplessa.
- Mah, non mi interessa infatti, però vedo sempre riviste con belle ragazze, programmi con belle ragazze... belle ragazze che camminano... -
- Insomma, hai imparato a vedere come si vestono le ragazze? - chiese lei.
- Ecco, sì. Diciamo che... mi piace se una ragazza si veste così... sopratutto se lo fa per me. - annuì deciso e Nozomi ridacchiò.
- Dai, troverai sicuramente una bella ragazza che si vestirà così per te. - disse, tornando ad occuparsi dei vestiti sparsi per la camera.

Il giovane sospirò, sperava davvero di trovare una fidanzata carina che si prendesse cura di lui ma, in quel momento, non voleva deprimersi per la sua solitudine e tornò ad occuparsi dei vestiti scelti dal suo boss, osservando sottecchi la brunetta che, con totale noncuranza, lanciava gli indumenti nell'armadio.
Mentre gettava via il vestiario, una maglia lilla le sfuggì di mano e il biondo l'afferrò con curiosità.
- Forse questa va meglio. - disse, poggiandola sul tavolo e confrontandola con la maglia azzurra. - E' più grande. -
- Perchè non posso mettere l'altra? - chiese lei, perplessa.
- Mh … Vedrai tu stessa. - rispose lui, ridacchiando.

Lilium, intanto, continuava ad osservare la scena con curiosità.
- Non ho ancora capito come mai sei così agitata. - disse lei, osservando l'amica – Sei parecchio felice, quest'oggi. -
- Eh? Felice? - la brunetta strabuzzò gli occhi – No, no! Sono come al solito! - rise, calciando via alcuni pantaloncini – Io sono sempre Happy! -

Qualcuno suonò al campanello e il ragazzo scese controvoglia le scale, avvicinandosi al portone d'ingresso e spalancandolo con rapidità.
- Alla buon'ora. - la rossa entrò nell'abitazione e si sfilò le scarpe.
- La Juuichidaime si sta cambiando. - disse lui, osservando i bambini sulle scale.
- Ehi, Luca-kun – Lilium si avvicinò a lui, curiosa – Tu sai dirmi perchè Nozomi-chan è così felice? -
- Mah – scrollò le spalle, mentre Arashi li superava e si avviava verso la stanzetta dell'amica – Suppongo sia perchè sta arrivando qualcuno di speciale. -
- Qualcuno di speciale? - ripeté la piccola, curiosa.
Luca ridacchiò, salendo le scale e avviandosi in camera sua a prendere la console, quando sentì la voce di Nozomi risuonare dalla sua camera e si fermò sull'uscio.
- Perchè non mi entra!! Mi andava benissimo!! - urlò, frustrata.
- E' vecchia? Vedi che non ti scende bene, così la rompi, non tirare. - disse Arashi.
- Ma non è giusto, cosa c'è che non va? Ho il busto più grande?? -
- Beh, è normale che siano cresciute un po', in questi ultimi due anni. Non sei l'unica. - ridacchiò.
- Non mi piace! Spero smettano di crescere, non posso ballare o combattere con queste robe!! - disse, lamentosa - ...Ehi, Ara! Lascia-- no-- smettila di toccarmi le tette!!! -

Il giovane arrossì, grattandosi il capo e sperando che i bambini non avessero sentito.
- Ehh sì, adesso non può più dire di non essere una donna. - ridacchiò, entrando nella sua stanza e lanciando un'occhiata al calendario, sorpreso.
Era martedì. Come avevano fatto a dimenticarlo?

Quando le due uscirono dalla stanza di Nozomi, il giovane si era piazzato davanti all'entrata con uno sguardo raggiante.
- Juuichidaime! E' mertedì! - disse.
Nozomi e Arashi si guardarono, anche la brunetta aveva iniziato a sorridere, dimenticando ciò che era accaduto poco prima, ma la rossa aveva scosso il capo.
- Anche se c'è Lilium con noi... c'è un altro problema, adesso. -
- Ma dai! - Nozomi si strinse a lei, supplichevole – Se Lilium non usa i suoi poteri lui non può trovarla, no? Non sa manco chi sia! -
La rossa sospirò, rassegnata.
- E sia. -


Non potevano ignorare il loro sacro giorno, quello consacrato ai videogiochi. In un momento così delicato era importante che si svagassero, dimenticando i problemi per ricaricarsi di allegria ed energie positive.
Dopotutto, avrebbero trovato mille scuse solo per potersi gettare davanti ad un videogioco, con il tavolo imbandito di dolcetti e patatine, e con i bicchieri stracolmi di coca cola.
Per quel motivo si erano lanciati al centro commerciale, alla ricerca di un bel gioco da acquistare che soddisfacesse tutti i gusti. Anche perchè avevano una nuova piccola ospite.
Tra gli scaffali del negozio di videogiochi c'erano le novità più in voga del momento, dal gioco automobilistico a quello del calcio. Ignorarono i giochi per console portatili e si lanciarono su quelle per le potenti console casalinghe, come quella che possedeva Arashi nel soggiorno della sua villa.

- Ladri di Auto 6? - chiese Luca, leggendo il titolo di un noto gioco uscito da poco.
- No, forse è meglio qualcosa come Campo di guerra 3... - la rossa osservò la custodia del gioco con interesse.
- Che ne dite del Tempio degli Assassini 5? - la brunetta osservò il protagonista in copertina con occhi languidi.
- Penso sia meglio Survivor. - disse una voce alle loro spalle.
Il gruppo si voltò di scatto, ritrovandosi di fronte Shinji. Ovviamente, nessuno si aspettava di trovarlo lì, nonostante fossero ormai abituati alla sua abilità di comparire dietro di loro in qualsiasi momento.
Ignorando gli sguardi confusi e sorpresi di Lilium e PonPon, i ragazzi si comportarono come se non fosse successo nulla.
- Dici che ne vale la pena? - chiese Luca, incrociando le braccia.
- E' il miglior horror del momento. - rispose lui, annuendo.
- Se è troppo macabro è meglio di no, ci sono anche due bambini... - disse Nozomi, un po' delusa.
- Ma dai, penso che si divertiranno anche loro! - esclamò Luca, ridacchiando. - Che saranno mai qualche cadavere e del sangue a caso in giro per il gioco? -
- Ehi, non spaventare i bambini! - Arashi lo guardò molto male.
- Ehi, io non sono così piccola! - ribatté Lilium, mettendo le mani sui fianchi – Posso tranquillamente giocare a qualcosa come un gioco horror. -

Shinji sparì nuovamente nel nulla, e i ragazzi uscirono dall'enorme edificio con il nuovo acquisto.
- Ma il ragazzo di prima? - chiese Lilium, curiosa.
- Lo vedrai stasera, sarà tornato a fare quello che doveva fare... che stava facendo, insomma... non ne ho idea. - la Vongola scrollò le spalle ridendo, avvicinandosi ad Arashi e osservando la copertina del gioco horror.
Luca si stiracchiò, ansioso di tornare a casa per provare il gioco, quando si accorse dello sguardo curioso della bambina dai capelli rosa.
In effetti, sin da quando la piccola era arrivata in casa Sawada non faceva altro che fare domande e osservare tutto ciò che facevano, e PonPon la seguiva con piacere, giocando con lei. Sembrava che si fosse affezionato molto alla sciamana.

- Vuoi chiedermi qualcos'altro? - chiese Luca, sorridendole.
- Uhm... quello zaino... - disse lei, indicando lo zaino marroncino che il giovane si portava dietro.
- Oh, questo? E' per la mia arma. - disse lui, sistemandoselo bene sulle sue spalle – Anche Haname e la Juuichidaime si portano dietro delle valigette e degli zaini per le loro armi. - spiegò – Anche se... ormai sono entrambe distrutte... -
La bambina chinò lo sguardo, afflitta. Luca sapeva che era stata lei a distruggere la spada di Haname, probabilmente se n'era pentita e le dispiaceva.
- Tranquilla. A momenti avremo una nuova tecnologia e non dovremo più portarci dietro questi inutili pesi. - disse lui.
- Nuova tecnologia? - chiese lei, curiosa.
- BAU! - urlò PonPon, scattando in avanti e partendo all'inseguimento di un cagnolino vivace, poco più avanti.
- PonPon! Torna indietro! - urlò la bambina, correndo dietro di lui.
Nozomi e Arashi staccarono gli occhi dal gioco e si accorsero dei due fuggiaschi, la rossa scattò subito verso di loro.
- Ci penso io! - urlò ai due, che erano rimasti indietro.

- Ma che diavolo... non riesce a star buono, eh? - Nozomi accelerò il passo e Luca la seguì, sospirando.
- E' una vera peste. Mi piacerebbe davvero conoscere i suoi genitori. -
- … Stando a quanto Lilium ha detto, uno dei due potrebbe essere sicuramente morto quando gli ha passato la fiamma. - spiegò lei.
- Qualcosa di simile, sì. - il ragazzo portò le braccia dietro al collo, respirando l'aria frizzante pomeridiana mentre osservava il cielo rossiccio.
- Nee Luca... - la voce del suo boss lo riportò alla realtà. - … Cosa hai intenzione di fare, tu? Vuoi continuare a lavorare part-time all'officina? -
- Mh. - il giovane si sentì demoralizzato e si ritrovò a sospirare, quasi afflitto da quella domanda. Odiava più di ogni altra cosa pensare al futuro, eppure non poteva farne a meno. Aveva ormai un'età in cui doveva iniziare a pensare a cosa volesse davvero dalla vita, come stavano già facendo tutti quanti.
Masato era un ingegnere, Arina stava ponderando di iniziare l'università adatta per poter intraprendere una carriera da insegnante, Cloud aveva avuto diversi colloqui con alcuni musicisti, Caesar sarebbe presto diventato boss dei Simon, Cristal era già boss dei Neveria e ormai, tra i più grandi, mancava solo lui.
Persino Haname aveva iniziato la scuola per stilisti, mentre Arashi aveva già deciso di seguire la strada del fratello.
Cosa doveva fare? Fra poco la sua carriera da idol si sarebbe chiusa, non che gli interessasse continuare a cantare o recitare, forse avrebbe voluto continuare a suonare la sua amata chitarra elettrica.
Eppure anche i motori gli interessavano parecchio, perciò aveva trovato un impiego part-time come aiutante in un'officina. Amava soprattutto le motociclette, come il suo gioiellino che curava sempre con amore.
Ma non aveva mai pensato ad un probabile futuro.

- Vorrei solo trovare una donna che mi ami e farmi una casetta. - disse lui, scrollando le spalle – Sarò anche all'antica, ma mi piace l'idea di metter su famiglia ed essere coccolato da una mogliettina. -
- Sì, ti capisco. - disse lei, osservando dinanzi a sé. - Non sei affatto all'antica, guarda che non sei il solo che vorrebbe sistemarsi in tutta tranquillità. -
- E tu? - chiese lui, voltandosi verso di lei – Cos'è che vuoi fare? Hai già deciso l'università? -
- In realtà non ancora, sono indecisa... ma forse... - scrollò le spalle, lanciandogli un'occhiata. - Dopotutto il futuro non è scritto, ogni cosa può cambiare. Da un giorno all'altro mio padre può decidere di sciogliere i Vongola, insomma, come voleva all'inizio. - spiegò – E se succedesse, cosa ne sarebbe di me? A causa dei maledetti sogni mi sono sempre e solo preparata all'eventualità che sarei diventata boss e non ho mai pensato alla possibilità che i Vongola potrebbero non esistere più, o che mio padre potrebbe non scegliere me come suo successore. E' meglio che adesso mi dedichi seriamente a qualcosa di costruttivo. - disse, fermandosi e voltandosi verso di lui – Dopotutto siamo noi a costruire il nostro futuro, no? Allora io mi darò da fare per costruire il mio. -
- Hai ragione, anche io dovrei darmi da fare, ma... - sospirò, osservando gli occhi color ambra della ragazza.
- Sei pigro. - disse lei, ridacchiando.
- Già... - arrossì, grattandosi il capo. Aveva centrato a pieno il suo problema, ma non gli piaceva ammettere la sua svogliatezza. Si sentiva solo abbastanza demoralizzato e spaventato da ciò che potrebbe accadere. - Mi dà fastidio parlare del futuro. - ammise, chinando il capo - … sarebbe come ammettere che non ho fatto nulla per costruirne uno decente per me. - spiegò - … Magari resterò sempre solo e finirò a vivere sotto i ponti come un barbone... mi spaventa molto pensare a cosa accadrà in futuro. -

- Perchè finchè vivrà lei il futuro sarà spaventoso. -
La voce dello sciamano biondo attirò l'attenzione dei due ragazzi, che si voltarono seccati ad osservare il bambino fermo davanti a loro.
Haynes vestiva ancora la tunica blu da sciamano, ma il suo sguardo era abbastanza rabbuiato. Sembrava quasi demoralizzato e frustrato, eppure si trovava lì a sbarrare loro la strada, forte delle sue convinzioni.
- Cosa avete fatto a Lili? - chiese lui, mosso da un moto di rabbia.
- Nulla. - rispose Nozomi, incrociando le braccia. - Le ho solo detto ciò che pensavo io e lei ci ha detto ciò che pensava lei. -
- L'avete plagiata. - disse.
- Penso proprio di no, lei stessa dubitava della profezia. - rispose lei.
- Non si dubita della profezia, essa è vera e incontestabile! -
- Scommetto che si tratta di una frase del tuo capo. - Luca prese il suo zaino, cercando di non interrompere il contatto visivo con il bambino – Non va bene ripetere a memoria frasi dette dagli altri, dovresti riflettere con la tua testa. -
Il piccolo sembrava alquanto offeso, iniziò a tremare per la rabbia.
- Chi sei tu per giudicare il nostro capo?! Non capite niente! Dovreste starvene al vostro posto! - urlò.
- Starei al mio posto, ma sei tu che sei venuto a darmi fastidio. - rispose la brunetta, inarcando un sopracciglio.
- Ovviamente, perchè sei solo un ostacolo alla salvezza del mondo! - rispose lui, osservandola.
- Ma pensa, fino a poco fa ero convinta di aiutare le persone. - disse Nozomi, alzando le spalle – Toh, che strana la vita. Un giorno sei un paladino e l'altro sei il boss finale malvagio. -
- Smettila, non funziona con me! - il ragazzino si stava innervosendo, evidentemente non gli garbava molto l'essere preso per i fondelli – Anche se non sei malvagia adesso, lo diventerai. -
- Certo, gliel'ha detto la fata turchina, dobbiamo assolutamente crederle! - Luca ridacchiò, facendo roteare la catena.
- No, ma che dici? Sono loro che hanno il potere di cambiare il futuro, mica è vero che il futuro lo costruiamo noi! In realtà è già deciso che tu diventerai un barbone e io un drago sputa fuoco. - disse lei.
- Voi! - Haynes indicò i due con sguardo furioso – Mi state prendendo sotto gamba perchè pensate che non abbia più le fiamme, giusto? - riuscì a formare la consueta sfera di fiamme attorno all'arto, senza smettere di guardare i due – Sarà anche vero che Lilium mi ha dimezzato le capacità, ma sono comunque in grado di sconfiggervi! -
Nonostante la rivelazione, né Luca né Nozomi sembrarono abbastanza spaventati. Lilium aveva già spiegato loro che il cugino non sarebbe stato in grado di ucciderli. Sconfiggerli, può darsi, anche far loro del male, ma non era abbastanza forte da arrivare a togliere loro la vita. Non sarebbe riuscito a farlo a mani nude o con arme classiche, per loro era assolutamente vietato utilizzare armi di quel genere.
- Non ti sto prendendo sotto gamba, mi sono solo stancata di sentirvi sparare sentenze a zero quando non sapete nemmeno come mi chiamo. Per me è una presa per il culo, per questo sto contrattaccando con la vostra stessa moneta. -
- Pensala come vuoi, sei solo una stupida Vongola! -
La ragazza si spostò rapidamente per scansare il piccolo raggio di fiamma della tempesta, che per poco non le sfiorava la spalla destra.
- Ma sai fare solo questo? - chiese lei, perplessa. In effetti, tutti gli attacchi utilizzati dai due sciamani si basavano solamente su fasci di fiamme e scudi protettivi color arcobaleno.
- Cosa vuoi dire? Sono le capacità sciamaniche, dovreste temerle! - urlò lui.
- Ehm... certo... - Luca riprese la catena tra le sue mani e si pose tra Nozomi e il bambino.
- … Adesso non hai paura di combattere? - chiese lei alle sue spalle, ridacchiando.
Il fulmine arrossì. Era ovviamente suo dovere proteggere il boss, ma non poteva farci nulla se quella sotto specie di sosia di Clover era così spaventoso che lui era scoppiato a piangere.

Haynes decise che fosse finito il tempo delle chiacchiere, perciò lanciò nuovamente un attacco frontale, stavolta contro il fulmine, cercando di colpirlo con un altro laser, ma il suo polso venne avvolto dalla catena del ragazzo, la quale emise delle intense fiamme elettrizzanti che colpirono il bambino.
- Ehi, guarda che non voglio farti male! Perchè non ci lasci in pace? - urlò Luca, mentre il piccolo tentava di slegarsi dalla catena, nonostante la fiamma gli stava arrecando dolore.
- S-stai z-zitto! - urlò, districandosi rapidamente dalla morsa e strattonando la catena, facendo cadere l'uomo in avanti.
Di nuovo.

"Ma perchè sempre io?" pensò lui, cercando di raddrizzarsi con le consuete lacrime agli occhi. Non voleva poi combattere, preferiva restare a casa a giocare ai suoi videogiochi preferiti. Non poteva uscire con gli amici per comprare un nuovo gioco che si ritrovava stranamente immischiato in altre battaglie.
Non era poi così tanto strano, considerando che era il guardiano del fulmine del futuro undicesimo Vongola, perciò preferiva darsi un pizzico e tentare di fare qualcosa per proteggere il suo boss.
Nonostante i suoi eroici pensieri, tuttavia, non poteva fare a meno di pensare all'angolino in camera sua, dove si rifugiava spesso a giocare quando si annoiava.
E, inoltre, non poteva fare a meno di pensare che le ginocchia gli dolevano abbastanza. Era la seconda volta che veniva strattonato in avanti e odiava farsi male.
Tirò su col naso.

Haynes lanciò via la catena e si scansò in tempo per evitare un pugno diretto al suo stomaco, incrociando gli occhi arancioni della Vongola, in Hyper Mode e con i pugni serrati.
- Non hai più la tua arma e vuoi prendermi a pugni? - chiese lui, indietreggiando.
- Prima di avere la Sky Rod combattevo così. - spiegò lei, serena – Non importa. Se è per farti capire quanto tu stia sbagliando... lo farò volentieri! - disse, lanciandosi all'attacco, scagliando pugni alternati e mirando al suo viso.
- Te ne approfitti perchè pensi che ho bisogno di spazio per lanciare un attacco? - disse lui, con una punta di nervosismo nel tono. - So anche io prendere a pugni, cosa credi? Sono un uomo! -
Si raddrizzò e riuscì a prendere le forze per menarle un pugno, ma la brunetta lo evitò per un pelo, scansandosi verso sinistra.
- Uh? Pensavo fossi uno sciamano. - disse lei, ridacchiando.
Un calcio rapido e improvviso la colpì allo stomaco, e il bambino iniziò a ridacchiare anche lui.
- Ah-ah! Non dovresti abbassare la guardia! - disse.
La ragazzina gli afferrò la caviglia, intrappolando la sua gamba.
- Eh?! -
- Ehi, stai davvero pensando che un bambino sprovveduto, che mena calci a caso, possa cogliere di sorpresa un ragazzaccio di strada, che si è battuta con i peggiori teppisti del quartiere? - strattonò la gamba verso di lei, voltandosi su sé stessa e arrivando a colpirlo in viso con una gomitata.

Il biondo si ritrovò a terra con il naso dolorante e qualche goccia di sangue, i suoi occhi esprimevano odio puro ma la ragazza non sembrava temerli.
Si alzò quasi all'improvviso, con una scia di sangue che rigava la parte inferiore del suo viso e la colpisce di sorpresa con un altro laser, che aveva caricato così rapidamente da non lasciarle il tempo di capire cosa stesse accadendo.
Il fascio, composto di fiamme del fulmine, era solido quanto una mazza da baseball e scaraventò all'indietro la Vongola, che venne sbalzata in aria.

Luca riuscì ad issarsi in piedi, ancora visibilmente deluso per essere nuovamente caduto a terra come un imbecille, ritrovandosi ad osservare un Haynes spaventato che indietreggiava lentamente, con la mano sul viso.
- Non... non è finita qui! La prossima volta vincerò io! - urlò, fuggendo a gambe levate come il nemico di turno negli anime stupidi.
Strabuzzò gli occhi, perplesso, voltandosi all'indietro e cercando con lo sguardo il suo boss e il motivo per il quale Haynes era fuggito spaventato. Ritrovò la Vongola, fortunatamente integra, afferrata al volo dalle braccia di un uomo appena arrivato.
Osservò lo sguardo imbarazzato di Nozomi, ancora in braccio a lui, incrociando infine gli occhi del salvatore.
Scosse il capo, ridacchiando, con un ampio sorriso stampato sul suo volto.

   
 
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