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Autore: Flam92    06/11/2013    3 recensioni

- Anja –
Tre anni prima . . .
Basta, me ne vado, sono arrivata al limite della sopportazione . . . È questo che ho ottenuto per essermi sacrificata all’inverosimile?! Il fatto che tra meno di un decennio sarò morta e sepolta, la donna che mi ha dato la vita mi ha insultato in ogni lingua conosciuta e non, e che devo lasciare tutto e tutti per andare oltreoceano?
- Loki –
Un anno prima . . .
In una cella, di nuovo!! Maledizione, odio stare qui dentro, mi manca l’aria, non posso muovermi . . . almeno mi hanno levato quel dannato bavaglio. Uff . . . che cosa dovrei fare per i prossimi due secoli? No, se non esco prima di qui finisce che divento pazzo sul serio.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 12: "You are my mirror"

 
- Thor -
         Che situazione spinosa, si ritrova a pensare il Dio del Tuono, mentre percorre una volta di più i corridoi di quella strana macchina volante, questa volta per proteggere la donna da se stessa. È comprensibile che voglia stare sola e Thor non vorrebbe andarla a riprendere, anche perché sa che non riuscirebbe comunque a calmarla o a confortarla. Dei due, non è mai stato lui quello bravo con le parole e, prima che Loki perdesse la bussola, era la naturale eloquenza di quest’ultimo ad aggiustare sempre le cose. Per questo ha deciso che imporrà a Fury di liberare il fratello: in fondo, si dice Thor, sono entrambi dèi e un umano non può decidere di rinchiuderli.
         Per mera fortuna si imbatte proprio nell’uomo vestito di nero e lo ferma in mezzo al corridoio con un cenno imperioso.
- Una parola, Nick Fury –
Il suo interlocutore annuisce, non senza una fugace espressione perplessa in viso, poi gli fa cenno di seguirlo in una stanza lì vicino.
- Che cosa c’è Thor ?- esordisce quindi Fury, andando al sodo come da sua abitudine.
- Loki va liberato, adesso. È l’unica persona che riesca a trattare con la ragazza ed è l’unica che lui ascolti sul serio-
- Fammi capire – è la replica piccata dell’altro – vuoi che liberiamo Loki perché ti aiuti a trattare con una banale donna umana? E che altro è successo, stavolta, con lei?-
- Tutti i Vendicatori hanno sentito ciò che Anja ha raccontato a Loki, ed erano questioni assai personali e dolorose per lei, e Steve Rogers, non capendo la portata di tali fatti, l’ha ferita profondamente, oltre ad averle procurato molta rabbia. Questo è il motivo per cui Loki va liberato.-
- Assolutamente no. Tuo fratello rimane dov’è e quanto alla ragazza, che se la faccia passare. Non gestisco un asilo ed ho di meglio da fare. –
         Thor sbatte con decisione un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare il direttore che lo guarda corrucciato.
- Come pensi che reagirebbe, mio fratello, sapendo che avete sentito tutto e la ragazza, alla quale ha dimostrato di tenere non più tardi di due giorni fa, vaga per questa fortezza in stato pietoso e non si trova? –
- Spero vivamente che tu sappia quello che stai facendo, asgardiano, perché nella malaugurata ipotesi che tuo fratello o la sua amica combinino qualche guaio o facciano qualcosa che non mi piace, io vi rispedisco tutti e tre al mittente, e non certo agitando il fazzoletto. Chiaro?-
- Non succederà nulla di cui tu abbia da preoccuparti, hai la mia parola. Ora, dimmi come aprire la cella –
 
         Non molto dopo aver discorso con Fury, Thor è davanti alla cella di Loki, indeciso sul da farsi; se fino a poco tempo prima era convinto della sua idea, ora tentenna, non sapendo se effettivamente la sua intuizione si rivelerà corretta oppure no.
- Due visite in un giorno, Thor, mi sorprendi. A cosa devo questo onore? – il tono canzonatorio di Loki, che calca con pesante sarcasmo l’ultima parola, lo riscuote dalle sue riflessioni.
- Abbiamo bisogno del tuo aiuto – gli dice il biondo andando dritto al sodo – Anja... ha avuto un violento alterco con Steve Rogers e ora non la troviamo –
         Loki incomincia a ridere fragorosamente, al sentire la notizia, e Thor aspetta con pazienza che al primo passi lo scoppio di ilarità.
- Fammi capire: voi avete sentito tutta la nostra conversazione, perché il monocolo vestito di nero si sente male se non mi controlla ogni momento che passa; a causa di ciò, e del fatto che Steve Rogers è essenzialmente un vecchio bigotto sotto le spoglie di un giovane uomo, e peraltro non particolarmente intelligente, Anja ha dato in escandescenze e quindi, logicamente – conclude con un sorrisetto malevolo il discorso, fermandosi davanti a Thor – voi vi aspettate che io risolva il problema di cui siete i diretti responsabili. È uno scherzo, vero?-
- Significa che non lo farai, quindi?-
- Non vedo perché dovrei – ribatte Loki, sollevando appena un sopracciglio.
- Sei l’unico che riesca a trattare con lei – ammette finalmente Thor, sbuffando e incrociando le braccia muscolose sul petto, i suoi occhi azzurri fissi in quelli smeraldini del fratello, che lo osserva di sottecchi, attento, senza mai perdere il tipico ghignetto strafottente. Pare che la cosa lo diverta, e anche molto… ma me ne sfugge il motivo… e se invece non tenesse alla ragazza? Se fosse solo una pedina? No, Anja è troppo sveglia per farsi usare.
- E sia – concede inaspettatamente il Dio degli Inganni – oggi sono di buon umore e vi aiuterò. Ma, e ascoltami bene, non ho nessuna intenzione di vagare per questa macchina volante, perciò ecco la mia proposta: voi la trovate, io tratterò con lei – Detto ciò si volta e torna a sedersi sulla panca della cella, i gomiti posati sulle ginocchia. Esasperato, il Dio del Tuono se va scuotendo la testa, ben conscio che non caverà nulla di più dal fratello.
 
         Meno male che Banner e Stark hanno acconsentito ad aiutarmi... altrimenti non so come potrei trovarla. Se non è qui, in queste sale per gli allenamenti, ci rinuncio e aspetterò che venga lei da noi... anche se, più probabilmente, andrebbe da Loki.
Scrolla il capo, ravviandosi quindi i lunghi capelli biondi dagli occhi; guardandosi attorno scorge una serie di vetrate, dietro le quali si vedono quelli che paiono bassi materassi e vari attrezzi di legno e metallo.
         Vicino alla parete opposta alle vetrate Thor nota anche una esile ombra, che si muove con lentezza. Incuriosito, spinge la porta a vetri ed entra nella grande sala, avvicinandosi silenzioso, sfruttando la penombra.
L’ombra, in realtà, scopre essere Anja, che a occhi chiusi sembra stare facendo un qualche tipo di esercizio.
- Oh, Anja, finalmente! Ti stavamo cercando ovunque –
- Heilige Gott!! Thor, accidenti, mi hai spaventato! – gli urla dietro la ragazza, sgomenta – E se non mi avete trovata, era perché non volevo essere trovata... avevo bisogno di stare un po’ sola, per... sai... sbollire la rabbia – continua poi, addolcendo un poco la voce.
- Chiedo scusa, non volevo essere invadente. Tuttavia Banner sembrava preoccupato per te e insisteva nel dire che non sarebbe stato un bene rimanere sola –
         La ragazza lo guarda, stupita e perplessa al medesimo tempo, come se si aspettasse tutto meno che comprensione e preoccupazione nei suoi confronti, ed è con dolore che il dio biondo si accorge dell’espressione di quegli occhi grigio-viola, la quale ricalca alla perfezione quella che, per troppe volte e troppo a lungo, ha scorto anche nelle iride di smeraldo del fratello. Tristezza e profonda sofferenza e la paura di essere incompresi e giudicati.
- So che tu non c’entri nulla, con tutta questa storia, però davvero, per favore, ho bisogno di stare sola. Non... non mi ha fatto bene ritirare fuori questi brutti ricordi. Ti prego, fingi di non avermi visto –
Di fronte ad uno sguardo tanto affranto, Thor non può far altro che acconsentire. Lascia quindi la ragazza sola con se stessa e si dirige di gran carriera alla volta della cella di Loki.
 
         - L’ho trovata, è in una delle sale che usano per allenarsi. Ha detto che vuole rimanere da sola... e che non avrebbe dovuto raccontarti la sua storia. Non sembra stare molto bene –
Loki sbuffa esasperato, poi si alza dalla panca e gli fa cenno di aprirgli la cella; Thor è quasi pronto a scommettere che l’altro stia mentalmente maledicendo tutti e tutto per essersi trovato incastrato in una situazione di questo tipo.
- Fammi un favore, portami lì e poi vattene. Non penso le farebbe piacere rivederti – Loki scruta con attenzione il dio biondo, poi soggiunge, quasi fra sé – Perché tu le hai dato la tua parola che nessuno l’avrebbe trovata, lì dove si è nascosta –
         Una volta di più sei riuscito a cogliere anche ciò che le parole non dicono… se usassi queste tue qualità per altri scopi, piuttosto che per servire te stesso! Saresti stato un grande re, fratello... anche più saggio e accorto di me.
Eppure a Thor manca il coraggio di esprimere quest’ultimo pensiero, forse perché ha paura della reazione del fratello, o forse perché in fondo sa che queste parole riaprirebbero ferite non ancora rimarginate nel cuore di Loki.  È con profonda amarezza che il Dio del Tuono asseconda nuovamente le richieste del fratello, facendogli strada; mentre camminano in silenzio per i corridoi, Thor vede confermarsi tutte le sue sensazioni circa il rapporto tra Anja e Loki, ed è lampante che i due siano profondamente affini, anche se la donna non ha perso la capacità di amare, a differenza del Dio degli Inganni.
         Quando si congeda dal fratello, Thor si affida alla speranza, nonostante questa sia ormai debole; deve ammettere a se stesso che solo Anja, nel modo che conosce unicamente lei, può sciogliere quel grumo di ghiaccio che da molti secoli ha sostituito il cuore di Loki, rendendolo freddo e cieco al buono che deve ancora esserci in lui, sepolto e nascosto da qualche parte.
 
- Anja –
Aren't you somethin', an original,
cause it doesn't seem merely assembled
And I can't help but stare

cause I see truth somewhere in your eyes
I can't ever change without you, you reflect me,

 I love that about you
And if I could, I would look at us all the time
 
         Quell’idiota deficiente! Avrà anche la cavalleria di Lancillotto, ma perdio, è stupido e bigotto quanto le vecchie del mio paese! Perché la gente non capisce mai quando ha da tacere?! Soprattutto su questioni del genere, e che cazzo!
Cerca di fare qualche respiro profondo per calmarsi e intanto si guarda attorno per capire dove è andata a finire, visto che è scappata via correndo dalla sala di controllo.
         Dopo qualche attimo riesce a raccapezzarsi e, maledicendo chiunque abbia costruito quel labirinto semovente, punta con passo deciso verso la palestra, sperando che qualche esercizio e lo yoga le calmino i nervi.
         Una volta dentro, va a sedersi nell’angolo più buio che le riesce di trovare, incrocia le gambe e assume la posizione del fior di loto, incominciando a rallentare la respirazione. Quando ha acquisito di nuovo un briciolo del proprio autocontrollo si alza e prende a fare degli esercizi per sciogliersi tutti i muscoli del corpo, intervallandoli con qualche posizione dello yoga; tra tutte, quella che preferisce è quella detta dell’albero: in equilibrio su una sola gamba, l’altra piegata con il piede poggiato nell’incavo del ginocchio, la schiena diritta e le braccia tese verso l’alto, le mani unite con le dita che puntano al soffitto.
 
         Ma che mi è preso… raccontare la storia della mia vita, e a Loki poi! Devo davvero essermi bevuta il cervello e aver mandato a quel paese l’ultima briciola di buon senso che mi era rimasta… Però mi è sembrato che capisse, che capisse sul serio, quello che ho passato… forse mi ha davvero detto la verità, non avrebbe senso mentire su episodi così dolorosi.
Oh, no, Anja Schwarzwald, ferma lì e ricomponiti, accidenti!! Non ti sarai mica presa una sbandata per l’Inganno personificato, vero?
Stupida coscienza, adesso ti fai viva? Taci e non rompere.
Oh sì, una cotta coi fiocchi e i controfiocchi. Bel colpo, tesoro!
Taci, per la miseria!
Però… sì, quando non fa lo stronzo senza cuore affetto da manie di grandezza è davvero una bella compagnia… è molto intelligente, sarcastico e spiritoso… oltre ad essere un gran pezzo d’uomo che sa il fatto suo anche tra le lenzuola… oh, merda! Ecco l’altra nota dolente… Speravo davvero che le due volte che siamo finiti a letto assieme non ci fossero sentimenti di mezzo, ma mi sa che ho preso un abbaglio. C’era qualcosa, c’è qualcosa, tra di noi, ne sono certa… altrimenti non mi spiego perché mi abbia difeso due giorni fa… e perché mi abbia addirittura asciugato le lacrime e preso il viso tra le mani, tutto solo per consolarmi… devo smettere di pensarci, così non vado da nessuna parte e ho bisogno di essere lucida, d’ora in avanti.
 
         Anja non sa dire quanto tempo sia passato da quando è entrata in palestra e ha cominciato a fare gli esercizi, persa nei suoi pensieri e assillata dai dubbi, ma nel silenzio di quell’ambiente la voce profonda di Thor la fa sobbalzare così forte che rischia di cadere; come sempre, poi, se si agita le partono in automatico esclamazioni nella sua lingua madre, prima ancora che riesca a controllarsi.
Dopo aver spiegato brevemente al dio per quale motivo è lì, passando da un tono acceso e risentito ad uno più conciliante, ascolta i motivi che invece hanno spinto lui, insieme a Stark e Banner, a cercarla per i quattro angoli di quella portaerei volante.
         - Chiedo scusa, non volevo essere invadente. Tuttavia Banner sembrava preoccupato per te e insisteva nel dire che non sarebbe stato un bene rimanere sola– conclude Thor, guardandola con quelli che Anja definirebbe occhioni – da - cucciolo.
Oh, ops... forse sono stata un po’ precipitosa... però non mi aspettavo che qualcuno potesse capirmi. Magari sono partita prevenuta, credevo che Thor fosse qui a farmi la predica, non certo per tirarmi un po’ su. A essere onesti, credevo che l’avessero mandato per la stazza... come se potessi davvero fare del male a qualcuno.
         Alla fine si decide a rispondergli con gentilezza, visto che, dopotutto, lui è stato l’unico a non giudicarla, né in positivo, né in negativo.
- So che tu non c’entri nulla, con tutta questa storia, però davvero, per favore, ho bisogno di stare sola. Non... non mi ha fatto bene ritirare fuori questi brutti ricordi. Ti prego, fingi di non avermi visto e di non sapere dove sono –
         Il dio annuisce comprensivo, promettendole che lo farà, e se ne va, perso nei suoi pensieri.
Anja sa che di solito la parola di Thor è degna di fiducia, eppure stavolta è dubbiosa: la parte di lei abituata a scovare menzogne e a capire quando la gente mente torna fuori prepotentemente, ammonendola di non confidare troppo nella solitudine appena ritrovata. Già, meglio che mi metta il cuore in pace, tanto scommetto che non rimarrò sola ancora molto a lungo... qui c’è chi non sopporta essere all’oscuro di qualcosa.
         Cerca più volte di riprendere gli esercizi interrotti, ma il pensiero appena formulato le impedisce di concentrarsi su qualunque altra cosa.
Assume di nuovo la posizione del fior di loto, provando a respirare piano per sgombrare la mente, ma senza alcun risultato; rimane seduta lì dov’è, su quel materassino da palestra tutt’altro che comodo, fissando il vuoto per un tempo che le pare infinito.
         Un fruscio appena percettibile la fa scattare in piedi, il corpo teso in posizione di attacco: si guarda attorno, ma nella penombra non vede nessuno.
Un altro rumore, lieve come un sussurro, la porta a fare un sopralluogo nella palestra. Alla fine ritorna seduta nello stesso punto di prima, dicendosi che ciò che ha sentito sono solo suggestioni, indotte tanto dal luogo, quanto dai suoi nervi, ormai piuttosto logorati.
         - Interessante scelta, come luogo per meditare. Personalmente non amo gli spazi bui, ma chi sono io per giudicare? –
- Ma la piantate di tendermi agguati, tu e il biondo?! – sbotta la ragazza, infastidita sia dal sarcasmo di Loki, sia dal maledetto vizio di famiglia di cogliere la gente alle spalle.
- Finirò coll’avere un colpo al cuore, di questo passo –
- Noto con piacere che non versi nelle condizioni pietose descrittemi da mio fratello poc’anzi. Odio i piagnistei – prosegue Loki, apparentemente senza essere stato minimamente scalfito dalle parole di Anja.
         La ragazza nota che indossa degli abiti diversi dal solito completo elegante: una veste al ginocchio sopra un paio di pantaloni, una specie di giacca, lunga fino alle caviglie e un paio di stivali, tutto rigorosamente in nero, con qualche traccia di verde e oro. A prima vista, si trova a pensare, parrebbe cuoio rinforzato o qualcosa di simile.
         Nel frattempo il dio le si è avvicinato e la osserva interessato.
- Toglimi una curiosità – esordisce, girandole attorno – cosa volevi dimostrare con questo tuo  gesto?-
- Dimostrare?! –Anja guarda Loki piuttosto perplessa – Proprio nulla... e la vuoi smettere di girarmi attorno come uno squalo?! Mi mandi insieme la vista –
Un sorrisetto furbo sulla bocca del dio le fa squillare un campanellino in testa –Ehi, ma Thor ti ha detto che ero qui! – realizza Anja ad alta voce, e si rende conto, circa due nanosecondi più tardi, di aver appena fatto la figura dell’idiota.
- I miei complimenti per il tuo acume – sghignazza l’altro – ma, tornando a noi, posso sapere per quale motivo mi hanno mandato a prenderti?-
- Dovresti chiederlo a loro, immagino – replica Anja, non capendo bene se Loki stia o meno seguendo un filo logico, mentre porta avanti la conversazione; lei, per parte sua, ne dubita fortemente.
- Ma voglio saperlo da te – insiste quello – come del resto voglio sapere il vero motivo che ti ha spinto a medicarmi, qualche ora fa – e così dicendo le mostra i polsi fasciati.
         La voce di Loki, mentre parla, somiglia sempre di più al sussurro di un amante, suadente e maliziosa, ed è ogni momento più difficile, per Anja, resistere alle sue domande. Alla fine, capitola sconfitta.
- Bene, onestamente? Non so cosa possa importare al resto del mondo di come mi senta, ma mi manda in bestia il fatto che la gente mi giudichi supponendo di sapere cosa provi e che cosa sarebbe stato meglio fare in questo o quel frangente!! Tra tutti quelli in sala non ce n’era mezzo che avesse passato una parte infinitesima di quello che mi è toccato, e comunque, un soldato rimasto al bigottismo degli anni ’40 non può permettersi di giudicarmi!!-
         Dopo aver perso le staffe a questo modo – ed è da parecchio che non mi capita una cosa del genere, realizza sconvolta, e per la seconda volta davanti a lui – rimane a fissare, ansante come dopo aver corso, il Dio degli Inganni, il quale non ha perso una sillaba di ciò che lei ha detto.
-Oh, la prima risposta sensata della giornata – si limita a constatare – Quasi disperavo di averne una. E per quanto concerne l’amorevole istinto da guaritrice?-
Ma che cosa c’entra questo adesso?! Limitarsi ad un grazie no?! Bah...
- Mi sono sentita responsabile, in un certo senso: era come se volessi prendere le mie difese dopo...“l’incidente” con Natasha. Non mi è piaciuto vederti ammanettato e imbavagliato a quel modo. Ed è lo stesso motivo per cui sono venuta a farti visita il primo giorno… anche se, in realtà, non avrei dovuto farlo. Non ne avevo il permesso – conclude Anja, a metà tra lo stizzito, per essere stata messa spalle al muro, e l’imbarazzato, perché una volta di più si è aperta con qualcuno che sa essere crudele abbastanza da volgere le sue confessioni contro di lei. Eppure, non riesce a farne a meno, è quasi un bisogno fisico, lo stare accanto a Loki, parlarci, provare a capirlo. Tutte cose che le fanno squillare un campanello d’allarme in testa, che si ostina ad ignorare.
         Loki alza impercettibilmente un sopracciglio, senza smettere di fissarla con  quegli occhi verde brillante; Anja si è fatta un’idea delle varie espressioni del dio, e crede che quel movimento appena visibile manifesti sorpresa, probabilmente per le ultime cose che ha detto.
- Quindi pensi che abbia voluto prendere le tue difese – replica Loki, inclinando leggermente la testa verso sinistra – Cosa te lo fa credere?-
- In realtà è solo una supposizione. Però così mi spiego, almeno in parte, perché mi sono accorta solo io che eri presente anche tu e perché hai lasciato andare la rossa nel momento stesso in cui ti ho parlato e costretto a guadarmi negli occhi –
- Supposizione interessante, ma è errato il concetto di base: io bado a me stesso, perchè dovrei preoccuparmi della salute altrui?-
- Forse perché rientro ancora nei tuoi piani. Però, pensa la sfortuna, l’unico che può rispondere è l’unico che non ha alcuna intenzione di farlo – conclude Anja con un’alzata di spalle, che le vale un mezzo sorriso e un’occhiata interessata da parte del dio.
         Sta a vedere che mi ha preso davvero in simpatia... si, certo, Anja, come no, mi sa che l’embolo che ti è partito prima è arrivato al cervello e l’ha mandato in corto.
- Direi che è stata una conversazione proficua. Ho molto su cui riflettere, perciò vedi di trottare dritta nella tua stanza, ora. Non ho né tempo, né tantomeno voglia, di farti da balia – e così dicendo le fa cenno di avviarsi, ma la ragazza punta i piedi.
- Ah, no, dimenticatelo! Ora mi dici perché mi hai difeso, e non fare quella faccia, lo sappiamo entrambi che ho ragione – Anja incrocia le braccia e lo fissa apertamente con aria di sfida, la testa appena alzata per intercettare lo sguardo di lui.
         Loki le si avvicina, lentamente, sinuoso, un predatore pronto all’attacco; le solleva con delicatezza il mento, pur mantenendo una presa ferrea e le sussurra in un orecchio, suadente – Non ti conviene avermi contro, midgardiana, e per ora ti basti questo. Hai una parte nei miei piani, ma non sfidarmi mai più a questo modo. Non sono per nulla paziente –
         Mentre Loki pronuncia queste parole una delle sue mani corre velocemente verso un punto preciso del collo di lei. Anja non fa tempo a percepire che una leggera pressione, prima di sentirsi senza peso e scivolare nell’oblio.
 
- Loki –
 
Aren't you somethin' to admire,
cause your shine is somethin' like a mirror
And I can't help but notice,

you reflect in this heart of mine
If you ever feel alone

and the glare makes me hard to find
Just know that I'm always parallell on the other side

 
         Il dio prende la ragazza al volo, prima che cada a terra. La solleva con delicatezza e una volta ancora rimane sorpreso di quanto gli sembri familiare il peso di Anja tra le sue braccia, rassicurante il contatto fra di loro, tra la pelle fredda del dio e quella tiepida di lei. Sensazioni che gli danno notevole fastidio e non sa spiegarsene il motivo.
Mettendo da parte questi pensieri si avvia verso la stanza della ragazza, sperando di non incontrare nessuno, di spiegazioni ne ha date anche troppe, nelle ultime ore.
         Adagia Anja sul letto; trascina una sedia lì accanto e ci si lascia cadere, esausto. Da sotto la veste estrae la collana di Anja e prende a rigirarla fra le mani, riflettendo sul da farsi.
A questo punto, non credo sia solo per questa che mi sono ritrovato invischiato in una tale situazione. No, se fosse stato solo per la pietra, avrei potuto prenderla in qualunque momento... ma allora perché sembra che io e lei siamo legati in qualche modo? Che cosa mi nasconde questo frammento... per quanto mi sembri di essere vicino alla soluzione, c’è sempre qualcosa che mi sfugge.
Osserva con attenzione la mano che regge il ciondolo, la pelle del colore suo naturale, il blu cupo degli Jotunn: in un moto di stizza lascia cadere la collana sul comodino, quindi si alza e comincia a camminare avanti e indietro per la stanza.
         Ora più che mai si rende conto che non avrebbe dovuto lasciare che quella ragazza si avvicinasse tanto a lui, è molto più intelligente della media di quelli della sua razza e l’intelligenza, lui lo sa bene, è un’arma pericolosa, anche a doppio taglio, se non si presta la necessaria cautela.
 È acuta, e intuisce molte cose che ad altri sfuggono. In più, stando a ciò che mi ha detto, potremmo davvero essere tanto simili? Quest’ultimo pensiero lo lascia basito, un brivido gli corre lungo la schiena. Che si stia affezionando alla ragazza?
         Si volta verso il letto e la guarda, pare quasi che dorma. Ne studia il profilo con attenzione, la fronte ampia, gli zigomi alti, la linea curva delle sopracciglia, la bocca ben disegnata e carnosa, atteggiata ad una smorfia imbronciata e maledettamente seducente. Loki, suo malgrado, ricorda fin troppo bene il contatto di quelle labbra morbide con la sua pelle e un fremito di desiderio lo percorre da capo a piedi. Cerca di convincersi che non c’erano stati sentimenti di mezzo, né a casa di lei, né tantomeno qui, ma cominciando a rendersi conto che queste scuse non convincono nemmeno lui. Sono andati troppo oltre e non sarebbe dovuto accadere.
         Si siede di nuovo accanto al letto, chino sulla figura esile della ragazza; le fa scorrere una mano tra i folti capelli scuri, pensoso e allo stesso tempo beandosi per quel contatto. Ricorda bene lo sguardo infiammato di collera della ragazza, quando gli ha gridato addosso tutte le sue ragioni e gli sovviene l’illuminazione: ora ha capito per quale motivo sente una sorta di legame con Anja. Già la prima volta che l’aveva guardata in viso, aveva visto nei suoi occhi il riflesso dei propri: un lampo fugace nella tempesta, nuovamente e prontamente celata dietro fredde vetrate di ametista.
         Non fa tempo a gioire –o a disperarsi- della cosa che vede gli occhi di lei spalancarsi di scatto, vacui, mentre la ragazza schizza a sedere, facendo scontrare violentemente le loro teste.
- Ahi che male! – esplode Anja poco dopo –Oddio! Ma che ci fai tu qui? Cos’è successo? Perchè sei sempre nelle immediate vicinanze del mio letto? Mi serve un caffè –
- Se la smetti con le domande a raffica, ora ti spiego – esordisce Loki, massaggiandosi il punto dove la fronte dell’altra l’ha colpito – Oh, e in quanto a testa dura, potresti dare del filo da torcere a Thor. Comunque, diciamo che hai perso i sensi in palestra e quindi ho dovuto portarti in braccio, di nuovo, e metterti a dormire. Siccome non sapevo dove altro andare, sono rimasto qui – aggiunge con una punta di malcelato fastidio.
- Alt, fermo lì: cosa vuol dire che mi hai preso in braccio di nuovo? Quando mai l’avresti fatto prima? – Anja lo fissa insistentemente, arricciando il naso per la botta subita.
         Maledizione maledizione maledizione! Era l’ultima cosa che avrei dovuto dire.
- Avrai capito male. Magari la botta in testa ti fa sentire le voci – replica Loki asciutto, sperando vivamente che ci creda. Con Thor era tutto più facile, una mezza parola e l’altro si sarebbe detto d’accordo.
- Ho capito bene, invece – Anja cerca il suo sguardo col proprio e lo incatena lì dov’è, le iridi violette che bruciano di irritazione – Credevo anche che avresti capito quanto non mi piaccia che mi si menta, perciò ora dimmelo-
- Non ha importanza, dimentica quello che ho detto – Loki fa per alzarsi dalla sedia, ma Anja lo trattiene per il polso: la sua mano calda gli ricorda  quanto lui, in realtà, sia profondamente diverso da lei. Ed è un pensiero che fa male, molto più di quanto voglia ammettere a se stesso. L’idea che un giorno la perderà è una stretta al cuore tanto forte da togliergli il fiato.
- Ha importanza per me. Lo so che ti sembrerà stupido, e credimi, anche io mi sento molto stupida ora, però vorrei saperlo-
         Loki scuote la testa, ben deciso a non dirle nulla, e si scioglie infastidito dalla stretta di Anja mentre si alza dalla sedia.
- Come ti pare, ci arriverò da sola – la ragazza scalcia via il lenzuolo e trotterella alla volta del bagno, uscendone poco dopo con un fazzoletto premuto sotto al naso e borbottando qualche cosa a proposito della sua troppa fragilità fisica e della testa incredibilmente dura del dio. Loki la fissa corrugando la fronte, non sapendo bene se essere indispettito per i modi fin troppo diretti della ragazza o, piuttosto, perché si è reso conto che gli piace l’atteggiamento di lei nei suoi confronti. Sembra sempre sfidarlo e lui è sempre stato attratto dalle sfide. Non ci sono giudizi, in quello che lei fa o dice, ma accettazione e desiderio di capire.
         -Non guardarmi così, nessuno è mai morto per un po’ di sangue dal naso. Sono stata molto peggio, appena arrivata qui-
- Lo so. L’ho visto – la risposta gli sfugge dalle labbra ancora prima che possa fermarla e cade nel silenzio che si crea di lì a poco. Anja lo fissa con gli occhi completamente spalancati.
- Eri tu... mi hai portato tu in infermeria, ecco perché eri lì... perché ?- aggiunge in un soffio e cercando, smarrita, una risposta nei tratti del suo viso.
- Continuavi a ripetere “Non lasciarmi andare”, che cosa avrei dovuto fare?! Abbandonarti in una pozza di sangue?! Dimmi, l’avresti preferito?-
Si rende conto di aver pronunciato quelle parole urlando solo quando si volta a guardare Anja: vedere di nuovo la paura nei suoi occhi lo fa stare male e uno stretto nodo comincia a serrargli il petto.
- No, non l’avrei preferito... ho pensato anche di farla finita, ma non ci sono riuscita, perché avevo... ho paura del dopo – ammette con una certa fatica – perciò devo ringraziarti. È come se mi avessi salvato da me stessa –
         Anja si siede sul letto, buttando la testa in avanti per raccogliersi la folta chioma, a dispetto del sangue che ancora le gocciola dal naso sul pavimento, in piccole stille scarlatte; è solo allora che Loki si accorge di tre piccoli segni sul suo collo, appena sotto l’attaccatura dei capelli. Vi posa con delicatezza un dito, seguendone i contorni.
- E questi cosa sono ?-
- Rune... le stesse che ci sono sulla pietra della mia collana. Non so più dov’è finita. Mi dispiacerebbe, se l’avessi persa – sospira tristemente, mentre Loki cerca di comprendere a cosa sia dovuto tale attaccamento ad un oggetto, oltre ad essere un dono della sua ava.
Non puoi ancora riaverla, ma presto tornerà da te... fortunatamente non l’ha vista, né si aspetta che la abbia io.
- Rune interessanti- le dice invece con un mezzo sorriso - Dubito sia stata una scelta casuale –
- Infatti non lo è stata. Avevo bisogno di essere forte e protetta, quando me le sono fatte tatuare. Hanno fatto il loro dovere, a quanto sembra –
- Continua a sanguinarti il naso – le fa notare, considerando che ormai il fazzoletto è completamente rosso.
- Me ne sono accorta. Apriresti quell’armadietto a muro, per favore? – gli chiede quindi, indicando un punto di fianco alla porta; Loki assente con un cenno del capo e fa quanto richiestogli, cosa strana per lui, tuttavia è la prima volta che gli viene chiesto qualcosa con gentilezza.
- Che cosa ti serve? –
- Un pacchettino bianco, con scritto sopra “ghiaccio istantaneo”. Dai un colpo secco al centro, poi passamelo, per piacere –
- Ma è freddo! – sbotta il dio, quasi lanciandole il sacchettino bianco, per paura che Anja possa vedere la pelle diventargli blu.
Le viene da ridere, anche se il dio non ne capisce il motivo.
- È fatto apposta, diventa freddo quando rompi la capsula che c’è all’interno. Ora vediamo se così mi passa.- e così dicendo lo posa sull’attaccatura del naso, sospirando di sollievo. Poco dopo, il sangue smette di scendere.
- Perché ridevi? – le chiede Loki, ben conscio di avere una smorfia mezza imbronciata dipinta in viso.
- Era una scena buffa... in senso buono – si affretta ad aggiungere, notando l’occhiataccia che le è arrivata – Non mi capita spesso di vedere un uomo grande e grosso come te avere quasi paura di un sacchetto del ghiaccio –
         Perché mi sembra di avere bisogno di proteggerla? “Ma perché ti stai affezionando a lei, e lo sai” gli risponde una vocina fastidiosa nella sua testa e, per quanto odi questa situazione - avere dei legami con Anja sarebbe un male per entrambi - non può comunque non darle ragione.
- Scusami, per poco fa – esordisce Loki in un sussurro, che lascia basiti entrambi per un lungo momento.
- Ti stai scusando? Sul serio? Secondo me non stai bene –  nonostante stia cercando di rimanere seria, è evidente che alla ragazza viene da ridere e infatti poco dopo prorompe in una allegra sghignazzata, che contagia anche il Dio degli Inganni, suo malgrado.
- Scuse accettate – gli dice non appena ha abbastanza fiato per parlare – E non preoccuparti, il tuo segreto con me è al sicuro –
- Quale segreto?! – è la replica perplessa e circospetta di Loki, al che Anja cerca di nascondere un risolino beffardo, ma senza grandi risultati.
- Che anche tu hai un cuore – gli risponde lei con semplicità.
- Questo rimane da provare, Anja –
- E invece tu... – prova a controbattere lei, ma viene prepotentemente zittita dalla bocca del dio premuta sulla sua, quasi per dispetto.
 
I don't wanna lose you now
I'm lookin' right at the other half of me
The vacancy that’s set in my heart
Is a space that now you hold

[…]
And now it's clear as this promise
That we're making two reflections into one
Cause it's like you're my mirror
My mirror staring back at me

N.d.A

Eccoci qui col nuovo capitolo! Dunque, le citazioni sono tutte tratte da "Mirrors", di Justin Timberlake. Bellissima canzone che vi consiglio, se non la conoscete XD La citazione nel POV di Anja è ciò che lei pensa di Loki, e lo stesso vale per quella nel POV di Loki.
Capitolo un po' di passaggio, ma necessario perchè da questo momento il rapporto tra Anja e Loki evolve e sarà determinante per la storia. - E sì, Loki sa fare la presa di Spock! Lunga vita e prosperità XD-


Sono rimasta piuttosto male nel vedere che lo scorso capitolo ha ricevuto solamente una recensione: detto onestamente, speravo che, viste le tematiche affrontate, ci sarebbero state più reazioni. Senza contare che ci ho davvero messo l'anima per scriverlo... perciò, se volete, siete sempre in tempo per lasciare qualche commento. Ve lo chiedo per favore.

Bene, detto ciò,
ringraziamenti:

Per le recensioni: Erika_00, Alexien e Ebi Tempura  - ragazze non vi dirò mai abbastanza grazie!-
Per averla inserita nelle preferite: akiralovemanga, DarthGiuly, Erika_00 e Welcome to the darkside millemila volte grazie!-
Per averla inserita nelle seguite: Alexien, big gio 98, Destiel_Doped, nakimire, sakura92, silvermoon74, simo95, tykisgirl, La_Polly, Strix, Ebi Tempura, dama galadriel, Welcome to the darkside e ponyothewitch  -mi fa piacere vedere che siete aumentati! XD un mare di ringraziamenti sentiti!
Per averla inserita tra le ricordate: Feelings e Zakurio  - un grazie speciale anche a voi, che vi ricordate della mia follia! XD-

Un bacione e alla prossima, tanto affetto
Mòrrigan <3
  
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