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Autore: sallythecountess    07/11/2013    2 recensioni
A qualche anno dal loro "matrimonio-non matrimonio" i due immaturi, irresponsabili e egomaniaci ritornano a far danni. Questa volta, tra bambini, baci saffici, sbronze con ottuagenari e liti familiari, si ritroveranno a fare i conti con un problema ben più serio: diventare adulti.
Ricordo a tutti che questa storia è il sequel di "La ragazza di Tokyo" che potete leggere qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo 53: dolce vendetta.

 

Alice sembrava inquieta quella mattina, ancora più della sua bambina che roteava nella sua pancia a ritmo di twist. Era inquieta, in realtà, perchè era mercoledì. Dannato mercoledì. Vi starete chiedendo cosa c'è di male in un giorno della settimana come tutti gli altri, eppure la risposta è molto semplice: il mercoledì sera Lor partiva per Londra. Era ospite della trasmissione televisiva ogni giovedì mattina, e dunque passava la notte precedente fuori.

Le aveva giurato e spergiurato che non avrebbe fatto nulla, che non c'era nessun motivo di agitarsi, ma lei sembrava una povera gatta idrofoba. Quando alle quattro Lor passò a salutarla in fumetteria si accorse che le cose erano più gravi di quanto pensasse: Alice aveva persino ricominciato a non guardarlo negli occhi.

“Ti chiamo quando arrivo, mon coeur, va bene?” Le sussurrò sfiorandole dolcemente la guancia, ma lei tenne lo sguardo basso e annuì soltanto. Sapeva cosa le stava succedendo e avrebbe dato la sua mano sinistra pur di evitarle di soffrire in quel modo, ma non poteva.

“E' stato bello ieri sera e anche dolce. Domani lo rifacciamo?” provò a sussurrarle teneramente, mentre le sfiorava il collo con le dita e lei sorrise. Sì, era stato bello restare in macchina a baciarsi come due amanti clandestini, con la paura di essere scoperti. Era stato bello, ma anche tremendamente eccitante.

“Senti Ali lo so cosa stai pensando, ma non succederà. Cosa posso fare per convincerti della mia innocenza? Vuoi che mi porti Dug? O anche George se preferisci...”

“No, no...”sussurrò in risposta, con una voce talmente flebile da assomigliare ad un sospiro.

“Io ti amo Alis...hai capito?” Aggiunse, portandole entrambe le mani al viso, e quella matta sorrise. Quando glielo diceva in quel modo sembrava proprio vero.

“Sì, ma passerai la notte dove c'è anche lei e...”in quel momento Alice si liberò dalle sue mani e si interruppe, giusto in tempo per far capire a Lor che le doveva qualche spiegazione in più.

“Guarda che lei è scozzese. E' di Inverness. Non lavora a Londra e, che io sappia, non frequenta gli studios televisivi.”

In quel momento Alice morì folgorata da un pensiero assurdo: lei, la sua rivale numero uno era scozzese. Inverness non era un grande paese, chissà magari l'aveva vista centinaia di migliaia di volte, magari era stata gentile con lei in ascensore e non lo sapeva.

“Senti bambina, a Piccadilly Circus c'è un posto che vende tutte cose giapponesi. Ti va se ti porto i taiyaki?”

Alice non riusciva a scuotersi dal suo torpore, ma sorrise soltanto e si salutarono con dolce abbraccio e un bacio tenero. Prima che lui varcasse la soglia, però, lei aggiunse “Senti Lor...”e questo per un attimo riempì il cuore di lui di gioia e dolcezza, ma ci rimase male nel sentirle dire “...alla marmellata i tayaki, ok?”

E così tra i mille dubbi di Alice, si separarono, eppure lui le dimostrò molto presto di meritare la sua fiducia. Cinque minuti prima di andare in onda le fece una chiamata a sorpresa, per chiederle di guardare il suo show. Alice era in fumetteria, e sapeva che i ragazzini che avevano marinato la scuola, gli studenti universitari e i giovani disoccupati che popolavano l'Ai's little place a mezzogiorno l'avrebbero linciata se avesse messo un programma televisivo. Così impugnò il martello di Thor e cambiò canale, tra lo stupore generale. Eppure ne valse la pena.

Lor aveva portato in trasmissione le loro foto nuove, quelle che aveva scoperto sul cellulare di Ai, e aveva deciso di cucinare il “dolce di Ai per definizione” ossia la black forest ai tre cioccolati. In quei venti minuti non fece che parlare di lei, del suo odio per le ciliegie candite, della sua pancia ormai enorme e della piccola Bibi che ormai aveva assunto le dimensioni di un piccolo dinosauro. Le signore nel pubblico erano estasiate a sentirlo parlare in quel modo, ma lei era in lacrime. Lor voleva in ogni modo farle capire che non c'era nessuna, che non nascondeva di essere sposato, e tutte le donne della Gran Bretagna lo avevano capito, tutte tranne lei. Quando poi lo chef concluse dicendo “...e tornato a casa mi toccherà farne un'altra, o la mia bellissima Ai mi ammazzerà” qualche lacrima le rigò la guancia.

Ora, immaginate l'audience di quella fumetteria: tutti strani ragazzi, piuttosto confusi da quel bizzarro programma culinario e da quella strampalata donna incinta che ora piangeva come una scema. Nessuno disse nulla per i primi minuti, ma quando l'apparizione di Lor terminò e Ai spense la tv, alcuni giovani sembravano voler dire qualcosa, ma lo sguardo torvo che la donna incinta gli lanciò li convinse al silenzio.

Lor rientrò quel pomeriggio e ovviamente le chiese di uscire. Trovò una scusa piuttosto geniale, ossia le chiese di accompagnarlo a comprare delle cose per Bibi. Alice aveva una voglia matta di stare con lui e non se lo fece dire due volte. Trascorsero un dolcissimo pomeriggio, tra i vestitini e i peluches, e poi successe una cosa strana. Alcuni lo chiamano destino, altri Karma, altri ancora...giustizia?

Lor e Ai stavano scegliendo dei vestitini per Bibi, scherzando in maniera piuttosto allegra. Sì, se volete saperlo erano felici e neanche poco. Comprarono di tutto, dagli orsetti di peluches agli abitini e Ai decise che la sua bambina “doveva avere” tutte le magliettine dei supereroi Marvel. Irradiavano uno strano tipo di gioia, e chiunque guardandoli avrebbe detto “sono al settimo cielo”. Chiunque, Grace inclusa.

Vedete la donna d'affari aveva deciso di portare i suoi tre figli a fare shopping. Era stato il marito, ovviamente, a illustrarle le necessità dei loro ragazzi, e Grace aveva deciso magnanimamente di accompagnarli fuori. Detestava certe cose, e quando si accorse di Lor e Ai quasi morì. Sapeva che lei l'aveva lasciato a seguito del suo messaggio, glielo avevano riferito. Cosa diavolo era successo, allora? Come aveva potuto fare pace con lei? Eppure, sembravano molto intimi e affiatati. Lor fissava quella donna come non gli aveva mai visto fare con nessuno e lei lo conosceva bene. Quante donne gli aveva visto squadrare e giudicare? Oh migliaia! Lor non si faceva problemi a farlo davanti a lei, e non si era mai fatto problemi a mollarla per un'altra. Avevano sempre giocato al gatto col topo: Lor tirava la corda, lei lo strattonava un po', ma poi ritornavano insieme.

In quel centro commerciale, nel negozio per bambini, Grace Stadler ebbe la più grande epifania della sua vita: forse, anzi probabilmente, Lor Dubois non aveva mai provato per lei quello che lei provava da sempre nei suoi confronti. Sconvolta, furiosa e incapace di sopportare oltre, letteralmente abbandonò i figli a suo marito con la scusa di dover fare una telefonata. Ed è qui, amici miei, che il destino si mise in moto.

Alice come sempre, dovette scappare al bagno e Lor ovviamente l'accompagnò. Era normale routine: ogni donna incinta fa pipì migliaia di volte in un giorno, e non c'era niente di preoccupante in questo. Lor l'attendeva tranquillo fuori al bagno, quando un uomo in piedi accanto a lui disse “Ah queste donne. Non riescono a trattenerla per un'ora! Quanti anni ha la sua?”

L'uomo in questione era un essere enorme:massiccio, muscoloso e altissimo, ma ormai un po' in là con gli anni. Lor, un po' seccato rispose “ventotto quasi...”e l'uomo allora si scusò. Spiegò a Lor che aveva notato i suoi sacchetti rosa del negozio per bambini ed era convinto che, come lui, stesse aspettando sua figlia.

“No, cioè in realtà sono per mia figlia. Mia moglie è incinta!”

“Ah ecco perchè! Oh scommetto che hai fatto il tour di tutti i bagni del centro commerciale!”

L'uomo era un po' rozzo, e Lor non riteneva necessario parlare di certe cose, ma lui sembrava voler fare quattro chiacchiere.

“La mia ha dieci anni. E' la figlia di mezzo, poi ho due ragazzi. Anche mia moglie è qui da qualche parte...”

“Oh beh...per noi è la prima!” Sussurrò Lor un po' imbarazzato e decisamente impaziente, ma l'uomo continuava a blaterare. Era gentile, però.

“Che bello, bellissimo! Ho pianto come un agnello quando è nato il mio primo figlio! Mia moglie invece no. Lei non è quel tipo di persona, sai è...una manager. Neanche li voleva i bambini. La tua che lavoro fa?”

“Oh beh...ha una fumetteria e disegna fumetti in proprio.”Rispose Lor con un po' di gentilezza in più. Adesso quel povero uomo solo cominciava quasi a fargli tenerezza.

“E' una manager anche lei? Di quelle che vivono col cellulare tipo mia moglie?”

Lor scosse solo la testa, ma iniziò ad allarmarsi per il ritardo di Alice, eppure l'uomo continuò “...oh sei fortunato. Tu pensa che la mia si è portata il cellulare persino in sala parto. Non è cattiva, è fatta così.”

Finalmente la porta del bagno si aprì e Alice venne fuori insieme ad una ragazzina che le sorrise con molta dolcezza. Anche l'uomo fu molto gentile con lei e salutò entrambi con molta cordialità.

“Sherley ha avuto il primo ciclo e...non sapeva cosa fare. Era fuori alla porta del bagno spaventata. Mi ha detto che sua madre non c'era, che c'era solo suo padre e si vergognava, così le ho rimediato un assorbente e le ho spiegato come si usa. Scusa se ci ho messo tanto, ma...c'ero solo io in bagno, non potevo non aiutarla.”

Lor le baciò dolcemente la fronte, allora e sussurrò solo “mais no. Tu sei una mamma perfetta...” Alice cominciò a ridere e ripresero a scherzare, eppure il destino si rimise sulla loro strada di lì a poco tempo.

“Heylà ma abbiamo anche parcheggiato vicino? Ah questa sì che è una bella coincidenza” Gracchiò l'omaccione sbracciandosi. Lor teneva Ai sottobraccio come sempre, la coccolava e le diceva frasi divertenti e dolci. Parlavano di come sarebbe stata Bibi, di come avrebbe affrontato quello che era successo a Sherley e a dire il vero erano l'immagine della tenerezza. Non erano sempre così, molto spesso camminavano chiacchierando distrattamente, come tutte le coppie del mondo, eppure per qualche strano motivo quella sera andò così.

Lor alzò lo sguardo per salutare e si ritrovò davanti gli occhi penetranti di Grace. In quell'istante avrebbe tanto voluto schiaffeggiarla, umiliarla pubblicamente davanti alla sua famiglia per tutto il male che gli aveva fatto e per tutto quello che aveva distrutto, ma poi Sherley si avvicinò per salutare di nuovo Alice e lui capì: non era il caso di infierire su quei poveri ragazzi che già crescevano senza madre. Così strinse forte sua moglie, fece un cenno di saluto all'allegra famigliola e partì senza dire una parola. In seguito Lor le confessò tutta la storia e Alice si rammaricò tremendamente perchè non aveva neanche visto in faccia quella donna.

La donna in questione, invece, ebbe sicuramente la peggio: suo marito e sua figlia le parlarono per tutto il viaggio di quella coppia, di quanto fossero gentili e carini e di come fossero innamorati. Per Grace fu come sentire un gatto che si affila le unghie su una lavagna e più di una volta gli intimò di smettere. La sua impazienza crebbe di momento in momento, e poi letteralmente esplose gridando a suo marito che non poteva sapere che tipo di coppia fossero, che non li aveva mai visti insieme e non conosceva i loro problemi. Quella sera, dopo una lunghissima lite, l'omaccione cordiale e gentile cacciò via di casa Grace. Tutti i suoi tradimenti e tutte le sue bugie finalmente vennero a galla e Grace Stadler cominciò a pagare per tutto il male fatto.

Vedete è così che funziona: per quanto lo vorremmo, per quanto ci piacerebbe, non sempre possiamo direttamente impartire una lezione a chi ci fa del male, ma questo non significa che il colpevole resta impunito.

 

Nota:
Mie care ragazze, allora giustizia è stata fatta o no? Vi è piaciuto questo capitolo? Vi annuncio che ormai ufficialmente manca poco alla fine (quattro o cinque capitoli). Inoltre, dato che sarò via questo week end, se avete qualche minuto libero e vi piace il mio modo di lavorare, mi piacerebbe molto che leggeste una mia storia che è quì su EFP e che si intitola Mìmi. Vi consiglio questa, tra tutte, perchè è quella a cui lavorerò dopo aver finito con Ai e Lor e se magari vi dovesse prendere una botta di nostalgia, potreste continuare a leggermi. Se non vi va tranquille, vi adoro lo stesso. Un bacio!
   
 
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