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Autore: Karyon    08/11/2013    0 recensioni
«Cosa c'è di più immortale dell'amore e della guerra?»
(Gilbert Keith Chesterton).
Raccolta sulla guerra e ciò che essa distrugge (e crea).
Raccolta sull'amore e ciò che esso crea (e distrugge).
Perché, in fondo, non sono che due facce della stessa medaglia.
[Raccolta disomogenea: presenti tutti i personagi, molte ship, diversi generi/avvertimenti/rating].
-Turchia/Antica Grecia-Impero bizantino. 1453
-Spagna/Impero berbero-arabo. 1492
Genere: Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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1492 – La reconquista della Spagna


Occhi scuri e penetranti come dure pietre preziose lo ferivano più di mille spade.
Anche da quella distanza, Antonio poteva avvertire la malinconia che sembrava strisciare sulla pelle e sotto di essa, addensandosi nella stanza come un profumo troppo forte.
Sapeva che lui stava pagando per una Storia che non era la sua.
In un altro tempo, in un altro luogo se ne sarebbe dispiaciuto; tuttavia erano secoli che aspettava quel momento. La sua terra, tutta, unita come mai prima di allora.
La felicità era iniziata come una sorta di leggero ronzio, lì alla base dello stomaco, per espandersi tra i muscoli sotto-forma di energia, accrescendosi fino a esplodere. Tutto il suo mondo ne era stato contagiato e quel giorno, il 3 Marzo del 1492 sussurrò leggermente, assaporando quei numeri sulla lingua, la reconquista era finalmente giunta al termine.
E quell'uomo - il fisico asciutto del lottatore, la pelle della consistenza del cuoio, gli occhi scuri dell'Africa nera, capace di resistere all'infinitezza di mille deserti – restava l'ultimo baluardo di una vita incompleta, l'ultima roccaforte di un mondo tanto vicino e così distante.
«Finalmente ce l'hai fatta» fece, con voce roca, continuando a fissarlo.
Marik era sempre stato un guerriero indomito, un cavaliere della sabbia con la forza di mille leoni;
aveva conquistato gran parte della sua terra sette secoli prima e avevano vissuto insieme per quasi un millennio. Nonostante tutto, nonostante la sua volontà, ancora non riusciva a crederci che avrebbe dovuti dirgli addio.
«Mi dispiace» fece Antonio, ricacciando le lacrime. Lo conosceva abbastanza da sapere che non avrebbe sopportato di vederlo così debole.
Marik Nusayr sorrise quasi timidamente, quando scosse la testa «Non è vero, tu sei felice. Si vede».
Antonio fece un timoroso passo in avanti, poi due, poi tre e – senza neanche rendersi conto – lo abbracciò, mentre l'inutile spada che gli avevano consigliato di tenere per proteggersi cadde con un tintinnio. Marik rimase rigido e composto per un istante, poi si abbandonò tra le braccia di quello che era stato un compagno di vita «Sei stato bravo in battaglia. Sono orgoglioso di te».
Antonio cominciò a piangere, perché tanto sapeva di non potergli nascondere nulla «Solo fortuna, sei sempre stato più forte di me...»
L'altro rise con la sua risata profonda «Magari un tempo... ora ti meriti di stare solo, Antonio. Sappi che, anche se è iniziato tutto con una guerra, io ti ho amato davvero».
Lo spagnolo si staccò da lui per fissarlo, come per cercare una traccia di falsità nelle sue parole. Tuttavia sapeva che non le avrebbe trovate, perché Marik era un selvaggio e un nomade, ma la falsità non faceva parte di lui «Ti amo anch'io» replicò serio come non mai.
Le pressioni delle altre nazioni, il suo popolo, le guerre... tutto aveva giocato contro di loro e lui sapeva che quello era un fardello che aveva dovuto portare; però sapeva anche che non poteva dimenticare tutti i pomeriggi assolati a parlare di arte e architettura, tutte le nozioni che aveva imparato, tutte le risate... non poteva impedire alla propria mente di correre agli sconfinati paesaggi di sabbia e cielo, all'incredibile neve dell'entroterra, al sole arrogante dei territori berberi, alle vesti colorate e luminose. Aveva amato quelle terre e lo avrebbe fatto per sempre.
Così come avrebbe per sempre amato lui, anche se le loro armi si erano incrociate a Granada in una guerra che non avrebbe voluto.
Antonio lo guardò mentre si tergeva il sangue delle ferite «Resta con me» disse, senza riuscire a trattenersi. La richiesta rimase ad aleggiare nel silenzio della sala, mentre Marik lo osservava con aria guardinga «Non posso».
«Sì che puoi!» Esclamò di rimando Antonio.
L'altro sospirò «Mi hai appena sconfitto in guerra, mi hai appena cacciato dalla Spagna... cosa dirà la tua gente? Sii ragionevole».
Antonio scrollò la testa e lo prese per i polsi «Voglio che qualcosa di te rimanga, non voglio dimenticarti per sempre!» Esclamò, mentre le lacrime gli fuggivano via dagli occhi senza che potesse farci nulla. Lui era il salvatore della Cristianità, aveva cacciato via l'ultimo rimasuglio arabo del loro continente, lui era il baluardo della giustizia... ma cosa poteva importargli della gloria se avrebbe avuto freddo ogni notte? La gloria non scaldava come il sole delle terre arabe, la gloria non lo rendeva felice come gli occhi di Marik su di sé.
«Resta, ti prego... inventerò qualcosa, vedrai, e nessuno si lamenterà...»
Marik sorrise. Quel bacio fu la cosa più straziante e dolce del mondo.


Ma un anno dopo, quando il sole si abbandonò sul profilo stanco delle montagne tirandosi con sé la notte, Antonio lo vide sparire nel mare come un'illusione.
Tornò a quelle terre tanto vicine eppure tanto distanti e non lo vide mai più.




Note autore:
Oddio, ma la depressione!
Sono sicura che l'intera raccolta sarà una roba straziante, quindi mi rassegno e dovreste farlo pure voi.
Allora, qui è un altro casino: come detto in precedenza, la reconquista è uno degli eventi che segna l'inizio dell'epoca moderna quindi dovevo inserirlo. In un'altra mia storia, avevo parlato di Sadiq (più per pigrizia che per altro) ma, studiandoci su, devo sottolineare che Turchia e Impero Ottomano non c'entrano una cippalippa con gli arabi di Spagna. Sappiamo già che l'autore non si preoccupa tanto dei paesi arabi e che, comunque, l'epoca moderna è un gran casino visto che i confini sono ancora molto labili e mutevoli. Quindi, per forza di cose, molti OC saranno inventati di sana pianta e potrebbero pure essere contraddittori.
In questo caso, parlo impropriamente di Impero berbero-arabo, perché i popoli berberi (che governavano su Marocco, Tunisia, Algeria e Libia) si fonderanno e uniranno spesso con i Mori della Mauritania e gli arabi di gran parte dell'Africa, quindi non è possibile creare qualcosa di stabile. Ho considerato questo nuovo personaggio come una specie di antenato di quelli che sarebbero personaggi come, appunto, Marocco Tunisia Libia e Algeria, mentre l'Egitto venne conquistato dall'impero Ottomano che comunque aveva ottimi rapporti con il mondo arabo.
Quindi gli arabi di Spagna non sono propriamente solo i berberi, ma neanche solo arabi o, addirittura, turchi. Un casino xD
Spero che vi piaccia comunque il nuovo personaggio che per aspetto somiglia ovviamente a un maghrebino e per carattere, beh, alle popolazioni berbere dell'epoca.
All'inizio doveva essere un rapporto di odio, ma mi sono messa nei panni di due che vivono insieme da 700 anni; dubito che il loro rapporto potesse essere descritto solo con l'odio.
Allora, la conquista araba partì dal 711, in Spagna c'erano i visigoti. La conquista partì dal governatore
Musa Ibn Nusayr (da qui il cognome del personaggio), ma fu attuata praticamente da Tarif Ibn Malik (e da qui il nome). Il finale allude al destino dell'ultimo sovrano arabo: gli fu concesso di restare signore di una piccola parte della Spagna, ma l'anno successivo egli decise di ritronare in Marocco per sempre.
Basta, ho smesso di essere noiosa. Nel caso le note storiche siano troppe o troppo pesanti fatemelo sapere, davvero.
Ho già aggiornato l'indice con la storia successiva. Alla prossima!


 

 

   
 
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