Movement
E’ sdraiata sulle piastrelle scheggiate di quel terrazzo da ore, ormai.
Ha perso la cognizione del tempo, le capita spesso.
Ogni tanto apre l’occhio che non è appoggiato sul mirino, giusto per evitare in caso di emergenza di rimanere accecata dalla luce improvvisa e troppo forte.
Sgranchisce le dita, una ad una, per mantenere il contatto con il fucile, sempre.
Solo l’indice rimane sul grilletto, immobile, come se si fosse pietrificato, congelato in quella posizione.
Lascia che una goccia di sudore le tagli la fronte senza asciugarla: non può permettersi movimenti inopportuni.
Ogni tanto pensa di essere una lucertola: immagina che il sole sotto il quale sta immobile sia in grado di scaldarle il sangue freddo, immagina di poter chiudere gli occhi e sentire il calore sulla pelle, avvertirle il tepore rassicurante piuttosto che la sensazione bruciante e spietata dell’afa del deserto.
Una cornacchia le plana di fianco, atterrando a pochi centimetri dal suo braccio.
La cosa la lascia senza parole: non crede ai presagi, non è superstiziosa. La spaventa piuttosto il fatto che dall’alto quell’animale l’abbia scambiata per un cadavere.
Non la scaccia per evitare di segnalare la sua presenza, lascia che l’uccello si accorga da solo del movimento impercettibile del petto che si alza e si abbassa ancora, degli occhi penetranti che si spostano su di lui.
In strada, un uomo di Ishvar passa correndo e guardandosi le spalle. Il proiettile però lo colpisce in pieno petto. Al suono secco dello sparo, la cornacchia spicca il volo, spaventata.
Mentre ricarica il fucile, Riza la osserva volteggiare in tondo sopra il vero e nuovo cadavere.
Si scopre a riconoscere quanto possa fare la differenza, possedere ancora un’inutile e banale vita.
E a differenza di qualche tempo prima – un tempo che coincide stranamente al periodo antecedente l’arrivo di Roy - si scopre a desiderare con tutte le sue forze che non le venga strappata proprio ora.
Sono in
ritardo, sono
in ritardo… ormai mi sembra di essere il bianco coniglio di
Alice ne paese
della meraviglie, quello che corre da una parte all’altra con
l’orologio in
mano! O____O Urgh…
Meno male che almeno
davanti al computer mi fermo un momento (eh sì, il Royai
è il migliore anti
stress in circolazione… o forse è la scrittura in
generale che combinata al
royai ha effetti sorprendenti? Mah… ^^).
Volevo
chiarire la
questione della gelosi per Shatzy: nel capitolo precedente la gelosia
non era
così visibile a dire il vero, diciamo che ho scritto qualche
anticipazione. Il
discorso tornerà fiori
(e anche i fiori! ^^ Ah, piccola parentesi: i fiori sono nella tenda di
ROY e
ovviamente sono per Riza…) e la frase sui rapporti era
volutamente ambigua (i
“nuovi rapporti” erano riferiti a Roy, nel senso
che un’amicizia consolidata
come la loro, in un contesto come quello viene non solo rivalutata, ma
assume
anche un aspetto diverso, in qualche modo si modifica…
è difficile da spiegare,
ma in altri capitoli si vedrà meglio – spero
– cosa intendo).
Il titolo
è la
traduzione di Fotosintesi: era un riferimento all’arbusto a
cui Maes fa
riferimento in XX, nel senso che il sentimento tra Roy e Riza
è riuscito in
qualche modo a crescere sfruttando quel poco che ha in quella terra
(acqua e
luce, e poco altro).
Penso di aver detto
tutto.
Per quanto
riguarda
Movement, è una piccola parentesi su Riza e sulla
maturazione del rapporto con
Roy, dal SUO punto di vista (oltre che una minuscola riflessione sulla
morte e
sulla diversa percezione che se ne ha in guerra). Mi sono accora che in
generale in tutta la raccolta i capitoli in Rou’s pov sono
più numerosi, e sto
cercando in tutti i modi di correggere la cosa e dare un po’
più di spazio
anche a Riza, ma la cosa mi risulta difficile, non so
perché…
Grazie per
tutti i
commenti, a presto (e per presto in tendo presto davvero)! ^^