Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: slyfox18    08/11/2013    1 recensioni
“Draco,
so che dopo aver letto questa lettera mi odierai.
Devo andarmene.
Non puoi fermarmi.
Non cercarmi.
Innamorati ancora, sposati, fatti una famiglia.
Mi dispiace…
Addio Draco, ricordami…
H.”
«Oblivion»
Un nemico che si credeva sconfitto.
Un’amica che si credeva scomparsa.
Un odio che va avanti da secoli.
Un amore che non è mai finito.
Una vita da ricordare.
Un futuro da costruire.
Hanalis deve tornare ad Hogwarts!
Ma chi è Hanalis?
[Draco/nuovo personaggio (coppia principale)]
[Titolo modificato]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Blaise/Pansy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le fleur de Lis'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LA LOTTA E’ FINITA
 
 
Raise your hands up to the sky 
The fight is done 
The war is won 
Lift your hands 

The war is won 
(This is war – 30 seconds to mars)
 
 
Hanalis sciolse l’alamaro d’argento e il mantello cadde ai suoi piedi. Nel correre a salvare Draco, il cappuccio le era scivolato sulle spalle. Ormai era inutile nascondersi dietro un pezzo di stoffa nero.
Shiryu, di cui scorgeva solo la bocca, era in piedi a pochi passi da lei.
Lo scontro ormai era inevitabile.
 
 
Il professor Filius Vitiuos, direttore della casa di Corvonero, aveva capito subito che l’unico posto dove poter tenere al sicuro l’intera scolaresca di Hogwarts, era la Stanza delle Necessità.
Erano passate si e no un paio d’ore da quando aveva camminato frettolosamente per tre volte davanti al muro vuoto al settimo piano, e ancora si stupiva di come la Stanza fosse riuscita a trasformarsi.
Studenti, insegnanti ed elfi domestici, si trovavano riuniti in una stanza, quasi il doppio della Sala Grande. Si trattava di una sala ben organizzata, fornita di una piccola infermeria, di bagni e di una quantità di sacchi a pelo, nei colori delle quattro case, sufficienti a far riposare tutti gli studenti. C’erano anche alcuni letti, per i professori e una serie di piccoli materassi e coperte, per gli elfi domestici. Qualche divanetto, delle poltroncine e persino dei tavoli con cibo e bevande.
Quattro camini accesi, riscaldavano la stanza.
Il sollievo provato, per essere riusciti a mettersi tutti al sicuro, purtroppo era durato poco. Si erano accorti che mancavano la Preside McGranit, Harry Potter e i suoi amici, il signor Malfoy e la signorina Holmes.
Il professor Vitiuos, camminando tra i ragazzi accampati a piccoli gruppi, si trovò a sperare per l’ennesima volta, che non fosse successo nulla di grave a nessuno di loro. Per questo si stupì molto, quando pochi secondi dopo, vide apparire l’intero gruppo, capeggiato da un piccolo elfo domestico con una presina gialla come cappello.
«Minerva! Signor Potter! Per la barba di Merlino! Eravamo tutti in pensiero per voi! Dove eravate finiti?» esclamò l’insegnante, correndo trafelato verso il piccolo gruppo.
«Ti spiegherò tutto, Filius, ma ora dobbiamo occuparci del signor Malfoy» rispose la preside, in tono grave.
Solo allora, Vitiuos, si accorse di Ron e Blaise che sorreggevano a fatica Draco Malfoy, svenuto e sanguinante.
«Per Merlino e tutti maghi! Cosa gli è successo?» esclamò preoccupato, avvicinandosi al ragazzo per esaminarlo da vicino.
«Non lo sappiamo con precisione, signore…è stato colpito da un incantesimo che nessuno di noi ha riconosciuto…» spiegò Harry, mentre l’ometto annuiva pensieroso.
«Capisco, signor Potter…deve trattarsi sicuramente di magia oscura…. Ma ne parleremo dopo ragazzi miei, ora seguitemi. Ci penserà Madama Chips al signor Malfoy…»
Pippy, che non si era allontanato nemmeno per un secondo dai suoi amici, seguì l’uomo zampettando.
«Padron Vitiuos aspettare! Aspettare!»
«Cosa succede?» gli chiese, il professore, gentile come sempre.
«Pippy avere promesso alla padroncina Hanalis che si sarebbe preso cura del padroncino Draco…Pippy volere stare vicino al padroncino e volere aiutare la signora Chips!»
Vitiuos sorrise e annuì, incamminandosi nuovamente, seguito da Pippy.
«Filius? – lo richiamò la preside – Fai venire anche la signora Meiko, la signorina Holmes ha chiesto che si occupasse lei del signor Malfoy…»
«Andare Pippy a chiamare padrona Meiko» rispose l’elfo e, prima che il professore potesse aprire bocca, era già corso via.
 

«Sei cresciuta, mio Piccolo Fiore!»
Una scia bluastra sfiorò il braccio di Hanalis, mentre la ragazza si riparava velocemente.
«Non chiamarmi così! Maledetto!» urlò lei, lanciando un nuovo incantesimo.
Shiryu schivò facilmente la scia rossa, diretta al suo braccio, che andò a colpire il pavimento.
Con uno scatto, così veloce che Hanalis nemmeno se ne accorse, Shiryu le fu davanti e, prendendola per i lunghi capelli, la tirò fuori dal suo nascondiglio improvvisato.
Hanalis ringhiò, come un animale in gabbia, guardandolo con rabbia e odio.
«Sei diventata molto bella…quasi quanto tua madre» le disse, tirandole leggermente i capelli, per vedere meglio il viso.
«Non nominare mia madre, bastardo!»
L’aura rossastra della Lapis Noctis, cominciò a vorticare più forte. Una forza enorme, scatenata dalla rabbia di Hanalis, scagliò Shiryu lontano da lei.
L’uomo perse la bacchetta, che rotolò a terra e il cappuccio rosso sangue gli cadde sulle spalle.
 

Meiko-san uscì dall’infermeria improvvisata, pulendosi le mani insanguinate su un panno bianco.
«Signora Meiko! Come sta Draco?» chiese Pansy, preoccupata, correndole incontro.
«Ora sta meglio, signorina Parkinson…ma ha bisogno di riposare, ha perso molto sangue…» spiegò la donna, gettando il panno sporco nel camino.
«Cosa l’ha colpito?» chiese Blaise, che, nel frattempo, l’aveva raggiunta insieme agli altri.
Il volto di Meiko si fece scuro.
«Si tratta di un incantesimo molto pericoloso. Fortunatamente è stato colpito una sola volta, altrimenti avrebbe rischiato molto…»
«Magia oscura, scommetto…» sputò Harry con astio, ricordando il ghigno di Mardok mentre puntava la bacchetta sul Marchio Nero di Malfoy.
«Si, signor Potter, si tratta di una versione oscura dell’Incendio, c’è chi lo chiama Sanguinem Ignis»
«Il Sangue di Fuoco!» esclamò la McGranit, guardando preoccupata il collega di incantesimi, che le stava accanto.
Meiko-san annuì.
«Non può essere! Non può essere…» mormorò sconvolta Hermione.
«Conosci questo incantesimo, Hermione?» chiese Ron, stupito, alla fidanzata.
«No, non bene…. Durante le ricerche sulla Demonica, ho letto alcuni libri di Magia Oscura…ci sono incantesimi e maledizioni che farebbero accapponare la pelle a Voldemort – mormorò, rabbrividendo al pensiero di quello che aveva letto – Quell’uomo…»
«Mardok, il suo nome è Mardok, mia cara» la interruppe Meiko.
«Mardok – riprese Hermione – ha colpito Malfoy solo al braccio sinistro, ma se avesse scagliato lo stesso incantesimo più volte, su altre parti del corpo…»
Pansy si portò una mano alla bocca, terrorizzata. Aveva capito benissimo cosa sarebbe potuto succedere.
Non voleva nemmeno pensarci!
«Il Sanguinem Ignis, ragazzi miei, potrebbe definirsi un incrocio tra l’Incendio, come già vi ha detto la signora Meiko, e la maledizione Cruciatus… - cominciò a spiegare il professor Vitiuos – colpisce il sangue e i muscoli, ed è come se il corpo intero o la parte colpita, andassero a fuoco dall’interno. Sul punto in cui è stata appoggiata la bacchetta, si crea una ferita profonda che non smette di sanguinare finchè non lo decide chi ha scagliato la maledizione…o finchè non si pronuncia il contro incantesimo. È una magia oscura potente e altrettanto lo è quella che può fermarlo…»
«Ma Draco…» mormorò Pansy, sempre più preoccupata.
«Il biondino se la caverà, signorina Parkinson, ha la pellaccia molto più dura di quello che vuol far credere…. L’unica cosa da fare, ora, è aspettare che si svegli…» disse Meiko, pensierosa, sedendosi davanti al camino.
 
 
Hanalis sgranò gli occhi.
Quello che aveva davanti, altro non era che il volto di un mostro, soggiogato fino al midollo. Si chiese se fosse stato più il desiderio di potere o la pozione assunta, a ridurlo così.
I tratti del viso si erano induriti. Il  volto era scarno, quasi prosciugato. La pelle, di una leggera sfumatura verdastra, era diventata talmente trasparente che sulla testa, completamente calva, si potevano scorgere alcune vene bluastre.
Le orecchie avevano preso una forma leggermente appuntita e, ai lati del capo, erano spuntate due piccole corna d’osso. Anche i denti avevano perso la loro classica forma, diventando più piccoli e appuntiti, fatta eccezione per i canini che si erano allungati e sporgevano leggermente dal labbro.
Ciò che più colpì Hanalis, però, furono gli occhi. Allungati, com’era tipico del popolo giapponese, grandi e bianchi. Completamente bianchi tanto che ormai era impossibile distinguere l’iride. Si poteva vedere solo la pupilla, nera come la notte, stretta e allungata, come quella di un gatto.
«Come quella di un demone…» si corresse mentalmente Lis.
«Ti faccio paura, mio Piccolo Fiore?» disse Shiryu, gettando a terra il mantello, mentre si rialzava in piedi.
«Tu non mi fai paura! Pagherai per quello che hai fatto! Ti ucciderò! Sei un mostro, solo un mostro!»
Shiryu scoppiò a ridere.
«Non potrai mai uccidermi, povera piccola illusa! Sarò io ad uccidere te e mi prenderò finalmente la Lapis Noctis!» esclamò.
In un attimo recuperò la bacchetta e scagliò un potente incantesimo.
Hanalis, questa volta non riuscì a schivarlo. Colpita in pieno da un fascio di luce azzurrognola, venne scaraventata indietro di qualche metro, finendo stesa sul pavimento, e la bacchetta le sfuggì di mano.
Una volta ripresasi, Hanalis provò ad alzarsi ma non ci riuscì. Si sentiva come se un masso enorme la schiacciasse.
«Me la pagherai…» sibilò la ragazza, mentre Shiryu si avvicinava ghignando, soppesando la sua bacchetta tra le mani, come se fosse indeciso su che incantesimo scagliarle contro.
 
 
Quando Draco aprì gli occhi, si guardò attorno spaesato.
Non ricordava molto di quello che era successo, ma era certo che quella non fosse l’infermeria di Hogwarts, era troppo piccola e troppo vuota.
Provò a mettersi seduto, ma una fitta di dolore al braccio sinistro e un forte giramento di testa, lo costrinsero a rinunciare. Rimase steso in silenzio, con gli occhi chiusi e la testa smise lentamente di girare.
Riaprì piano gli occhi, facendoli abituare alla luce della stanza e alzò a fatica il braccio sinistro. Il Marchio Nero era inattivo da anni, ormai era quasi sbiadito, ma in quel momento bruciava come se Voldemort non avesse mai smesso di chiamarlo al suo cospetto.
Si guardò il braccio, completamente fasciato dal gomito in giù, palmo della mano compreso.
Sfiorò la fasciatura, una fitta di dolore gli tolse il fiato e gli riportò tutto alla mente.
Ora ricordava perché era ridotto in quelle condizioni.
Ricordava l’arrivo di Pippy, la promessa di Hanalis di tornare, il sangue e il dolore.
Ricordava che qualcuno l’aveva curato. Ed ora era su un letto d’infermeria, debole e dolorante, mentre Hanalis era rimasta in Sala Grande a combattere con Shiryu. Da sola.
No! Non poteva accettarlo!
«Devo trovare il modo di uscire di qui!» pensò il ragazzo, facendo un respiro profondo.
Con fatica era riuscito a sedersi sul bordo del lettino, aveva già appoggiato un piede scalzo a terra, quando...
«Dove pensa di andare, signor Malfoy?»
Madama Chips, con la sua solita cuffietta bianca e il grembiule ben annodato, era appena entrata nella piccola stanza.
«Maledetta, vecchia befana scorbutica, ma proprio adesso doveva entrare? Sottospecie di pinguino avariato!» borbottò nella sua mente, lanciando alla donna uno sguardo degno di un’Avada Kedavra.
«Non si stava alzando…vero, signor Malfoy?»
Malfoy, visto lo sguardo minaccioso della donna, dovette infilare nuovamente i piedi a letto, senza mai smettere di borbottare come una caffettiera.
«Ha perso molto sangue, non è proprio il caso che lei gironzoli per il castello! Soprattutto ora, signor Malfoy!»
«Senta un po’ vecchia befana…» cominciò a strepitare il ragazzo, che però venne prontamente zittito da un’occhiataccia.
«Stia un po’ zitto e beva il suo bel bicchiere di Rimpolpasangue! Non sarà per niente utile alla signorina Holmes se si comporta così da incosciente!» disse la donna, rimproverandolo.
Draco guardò schifato il bicchierone di liquido rossastro e riservò la stessa espressione alla donna che stava uscendo in quel momento.
«E…signor Malfoy… - disse la donna, voltandosi un secondo – farò finta di non aver sentito come mi ha chiamato poco fa!»
«Vecchia befana rinsecchita!» sibilò Draco, quando la porta si chiuse alle spalle dell’infermiera.
Avrebbe trovato il modo di uscire di lì per andare da Hanalis! Eccome, se l’avrebbe trovato!
 
 
«Credo sia il caso di legare il signor Malfoy con un bel Incarceramus…» esordì madama Chips, una volta uscita dalla stanzetta adibita ad infermeria.
«Grazie madama Chips, ma penso che non sia necessario» rispose Harry con un sorriso.
«Mi creda, signor Potter…presto troveremo il letto del signor Malfoy vuoto. Credo sia meglio agire prima che accada…» insisté la donna.
«Crede che potrà alzarsi presto, madama?»
«Oh! Mi creda, signor Zabini, quello sta meglio di me e lei messi insieme!» borbottò la donna, dirigendosi verso un gruppetto di ragazzi più giovani.
«Credo sia da prendere come un si, tesoro» disse Pansy, divertita dalla reazione della donna.
«Dobbiamo tenere d’occhio Malfoy…. Madama Chips ha sicuramente esagerato, ma quel pazzo potrebbe scappare da un momento all’altro per cercare di salvare Hanalis…» disse Harry, con aria seria.
«Tenerlo sotto controllo adesso, non avrebbe senso Potter…»
«Cosa stai dicendo, Blaise?» si intromise Hermione, stupita dall’affermazione del ragazzo.
«Dico, che adesso come adesso, sarebbe capace di scapparci sotto il naso…. Possiamo anche legarlo al letto, ma state sicuri che un modo per raggiungere Hanalis lo troverà comunque…»
«Finirà col farsi ammazzare!» esclamò Pansy.
«Dopo la batosta che ha preso, penso proprio che starà più attento… voglio solo dire che più gli impediremo di andare da lei, più cercherà in tutti i modi di uscire di qui…»
«Ma Blaise…»
«Stare qui rinchiuso, sapendo che Lis rischia la vita, gli fa molto più male della maledizione che gli ha lanciato Mardok…»
Pansy non replicò. Blaise aveva ragione.
 
 
A mala pena riusciva a muovere le dita. Con uno sforzo, forse, sarebbe riuscita a muovere tutta la mano e avrebbe potuto tentare un incantesimo di attacco, ma la bacchetta era troppo lontana e il suo braccio ancora non voleva muoversi.
«Davvero pensavi di riuscire ad uccidermi, piccola Holmes?» la schernì Shiryu, avvicinandosi.
Scorgendo lo sguardo della giovane rivolto alla bacchetta perduta, l’uomo ghignò e, con un calcio, la scagliò lontano.
Hanalis ringhiò per la rabbia.
Anche se avesse spezzato quel maledetto incantesimo, non sarebbe mai riuscita a recuperare la sua bacchetta.
«Cosa faccio? Cosa faccio? Cosa faccio?» continuava a pensare Lis, cercando di trovare al più presto una soluzione.
Shiryu, l’aveva raggiunta.
Presto avrebbe agito.
 
 
«Bleah!» esclamò Draco, terminata la Rimpolpasangue.
«Padroncino stare ancora male?»
«Pippy? Cosa ci fai tu qui? Ti hanno mandato a tenermi d’occhio?» chiese bruscamente.
«Pippy non si permetterebbe mai di controllarla, padroncino…Pippy voleva solo sapere stare meglio o se avere bisogno di qualcosa…Pippy non voleva fare arrabbiare il padroncino…» mormorò tristemente l’elfo.
Draco sospirò. Forse aveva esagerato, il piccoletto non c’entrava nulla in tutta quella storia. «Fantastico! Adesso mi sento in colpa anche nei confronti di un elfo domestico…ci manca solo che la Granger mi regali una spilla del C.R.E.P.A.! Spero che nessuno senta quello che sto per dire…» pensò esasperato.
«Scusa Pippy, non volevo prendermela con te…»
«Padroncino stare bene, vero? Padroncino non lasciare Pippy…»
Draco, nonostante il suo famosissimo cuore di ghiaccio, non potè fare a meno di sorridere.
«Ora sto bene, Pippy, ma starei meglio se potessi avere notizie di Hanalis…»
«Pippy avere lasciato la padroncina Lis in Sala Grande. L’uomo col mantello essere stato immobilizzato con strano incantesimo e padroncina avere ordinato a Pippy di portare tutti in salvo. Il padroncino stava molto male, avere perso tanto sangue e poi essere svenuto…Padroncina Lis essere rimasta a combattere. Pippy avere promesso di prendersi cura del padroncino finchè la padroncina non tornare…» spiegò l’elfo, tutto d’un fiato.
«Capisco… - disse Draco pensieroso – Dove siamo, Pippy?» chiese dopo qualche attimo di silenzio.
«Noi essere tutti in Stanza delle Necessità, padroncino»
Draco rimase in silenzio, sempre più pensieroso.
«Ci sono incantesimi di protezione? Pensi che si potrebbe uscire di qui?»
«Pippy non sapere padroncino, ma Pippy essersi smaterializzato qui senza problemi…forse la stanza avere capito che Pippy essere buono e avere lasciato entrare…Pippy non sa se per uscire essere la stessa cosa…»
«Pensi di potermi smaterializzare da Lis, Pippy?» chiese Draco, con la tipica espressione di chi sta architettando qualcosa di pericoloso.
«Beh…Pippy potere, padroncino…ma Pippy pensare che non essere buona idea…» rispose titubante l’elfo, stropicciandosi le manine e rendendosi conto di essersi appena messo nei guai.
 
 
«Che peccato, mio Piccolo Fiore…che peccato! Pensavo di divertirmi molto di più con te, e invece, eccoti qui! Disarmata, immobilizzata, completamente alla mia mercé!»
«Aspetta solo che trovi il modo di liberarmi da questo incantesimo, e vedremo chi sarà alla mercé di chi!» esclamò Hanalis, stringendo i denti con rabbia.
Shiryu scoppiò a ridere.
L’incantesimo non sarebbe durato ancora a lungo, Hanalis aveva quella strana sensazione. Il suo corpo non sembrava più così pesante come prima e aveva cominciato a sentire un leggero formicolio percorrerle braccia e gambe.
«Se solo riuscissi a prendere la bacchetta…» pensò Hanalis.
«Come potrei infierire su di te, prima di ucciderti, mio Piccolo Fiore? Non trovi anche tu che sarebbe davvero noioso vincere così?»
«Non hai ancora vinto! Bastardo!» urlò Hanalis, riuscendo finalmente a stringere la mano.
L’incantesimo presto si sarebbe spezzato!
Cercò di concentrarsi sul potere della Pietra.
«Tu dici, mia cara? – le chiese con tono mellifluo – Io dico che mi sono stancato»
Con un passo le fu accanto e, guardandola con un misto di rabbia e soddisfazione, le pestò con forza il braccio.
Il tipico rumore di un osso che si rompe giunse alle orecchie di Shiryu.
Hanalis urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Urlò e urlò ancora, per ogni colpo che riceveva. Lacrime di rabbia e dolore le rigarono le guance, mentre l’aura rossa attorno alla Lapis Noctis si affievoliva lentamente.
«No! Basta! Basta!» singhiozzò Lis, con le lacrime agli occhi.
«Basta? Ma abbiamo appena cominciato, mio Piccolo Fiore…vuoi già che mi fermi?» disse il Rinato Demone, assumendo un tono da bambino imbronciato.
«Dammi la Lapis Noctis e ti risparmierò la vita!  Arrenditi e ti risparmierò la vita! Unisciti a me e ti risparmierò la vita!» insisté Shiryu, urlando sempre più forte e accompagnando ogni esclamazione con un colpo.
«Ti arrendi, mio Piccolo Fiore?» sibilò l’uomo.
«Mai…non…non mi arrenderò…mai…» sussurrò Lis.
Shiryu, le prese il mento tra due dita artigliate e lo sollevò leggermente, per poterla vedere negli occhi.
«Perché non ti arrendi? Sarebbe un vero peccato doverti uccidere, mio Piccolo Fiore…»
Hanalis rimase in silenzio, sfidandolo con lo sguardo.
Ora che quel mostro aveva smesso di infierire sul suo braccio rotto, che il dolore si era affievolito, le risultava più facile ragionare in modo lucido.
All’improvviso, un ricordo le affiorò nella mente. Non era un episodio completo, era solo una frase.
 
…Ricorda, Hanalis…
Se ti accecheranno un occhio, avrai sempre l’altro a mostrarti la direzione.
Se ti romperanno una gamba, ci sarà l’altra a sostenere il tuo corpo.
Se ti toglieranno un braccio, avrai l’altro con cui attaccare il tuo nemico!...
 
Sua madre le ripeteva quella frase di continuo, quando si allenavano. Le aveva insegnato a maneggiare la katana con entrambe le mani, per poter essere sempre in grado di difendersi.
«Ma certo! La spada!» si disse, ricordando solo in quel momento che la spada di sua madre era ancora appesa alla catenina della Lapis Noctis.
«Allora, mio Piccolo Fiore…? – la incalzò Shiryu – Consegnami la Lapis Noctis e tutto questo finirà» concluse, stringendole la mandibola sempre più forte.
Le avrebbe rotto anche quella se non avesse trovato subito una soluzione.
«Dannazione! Dannazione! Mi serve la spada! Mi serve, ora!» urlò nella sua mente la ragazza.
All’improvviso, la Lapis Noctis tintinnò contro la piccola spada e l’aura rossa riprese a vorticare sempre più forte.
L’incantesimo si era spezzato. Il braccio destro era ancora rotto e non aveva smesso di farle male, ma ora poteva muovere il sinistro e sentiva crescere dentro di sé il potere della Pietra.
Hanalis stava cercando di capire come canalizzare il potere della Lapis Noctis, senza l’uso della bacchetta, quando Shiryu, afferrò il ciondolo tentando di strapparglielo dal collo.
«È finita…se mi strappa la Pietra è veramente finita…» pensò disperata, sentendo che la catenina si stava rompendo.
All’improvviso, con un urlo disumano, Shiryu lasciò andare il ciondolo, tenendosi la mano. Un attimo dopo, venne scaraventato lontano, almeno una decina di metri. Alzandosi a fatica, Hanalis capì che non avrebbe avuto una seconda occasione per agire. Accanto ai suoi piedi c’era la bacchetta di Shiryu e, senza pensarci un secondo, la ruppe, schiacciandola sotto i suoi piedi.
Strappò la piccola katana dalla catenina con la mano sana, mentre con l’altra, sfiorò la Lapis Noctis e una leggera scarica le percorse le dita.
«Ti prego! Ti prego, aiutami!» ripeté mentalmente.
Una luce bianca avvolse la katana che, in un batter d’occhio, tornò alle sue dimensioni naturali.
Si sentiva così potente, in quel momento, con la spada di sua madre in mano. Sentiva che quello era il momento perfetto per attaccare.
Con passo sicuro e spedito, si avvicinò a Shiryu, sguainando la spada e lasciando cadere a terra il vecchio fodero.
Raccolse velocemente la sua bacchetta e se la infilò in tasca.
 
 
«Lascia che sia io a decidere se è una buona idea o no…» borbottò Draco.
Miracolosamente rinvigorito, il ragazzo appoggiò il bicchiere con i resti di pozione sul piccolo tavolino lì accanto, notando solo in quel momento la sua bacchetta.
«Sono proprio circondato da idioti! – pensò – Lasciarmi la bacchetta è come invitarmi ad uscire…poi si lamentano che mi caccio nei guai! Se si aspettano che me ne stia qui a schiacciare un pisolino, hanno sbagliato persona!»
Stringendo la bacchetta e facendo un respiro profondo, scostò le coperte e si mise seduto sul bordo del letto.
«Pippy continuare a pensare che non essere buona idea, padroncino…» cercò di dissuaderlo l’elfo, ma Draco non gli rispose nemmeno, anzi, mentre si alzava in piedi, gli rifilò un’occhiataccia.
L’elfo capì che quello era un chiaro invito a stare zitto e a lasciarlo fare.
Sulla brandina accanto alla sua, qualcuno aveva lasciato uno felpa scura e, che fosse o no per lui, a Draco importò poco, la prese e se la infilò.
 
 
«Chi è alla mercé di chi, ora?» chiese Hanalis, spavalda, facendo volteggiare la spada, non appena Shiryu cominciò a riprendersi.
«Stai attenta, Piccolo Fiore…non è ancora detta l’ultima parol… AAAAHHH!»
Con un movimento rapido, la lama della katana di Lis, scese sul braccio di Shiryu, troncandolo di netto con un solo fendente.
«Maledetta ragazzina! Cosa pensi di fare?»
«Siamo pari, ora…tu rompi un braccio a me…io lo taglio a te» rispose Hanalis, ricominciando a far volteggiare la spada.
«Pensi di riuscire a sconfiggermi ora?» la derise il Rinato Demone.
«Certo che no! – rispose Lis, fingendosi offesa – Però, pensavo potesse aiutare…non trovi?»
Un secondo dopo, la lama della katana affondò nella gamba destra dell’uomo, che urlò di dolore, mentre cercava la sua bacchetta con la mano rimasta.
«Cercavi quella? – chiese Hanalis innocentemente, indicando un punto poco distante – Che peccato…l’ho rotta» concluse, trapassandogli la gamba una seconda volta.
«Ora!» si disse.
Senza farsi vedere, si avvicinò al braccio mozzato dell’uomo, individuò l’anello e lo pestò con tutta la forza che aveva.
Il rumore di un vetro che si spezza, riecheggiò per tutta la stanza assieme alle urla disperate di Shiryu.
Non era ancora finita.
Piton le aveva detto che un Rinato Demone, poteva restare in vita anche dopo la distruzione dell’anima demoniaca.
Una parte di quell’anima era ancora dentro Shiryu e, l’unica soluzione, per sbarazzarsene definitivamente, era ucciderlo.
«Polverizzarlo» pensò Hanalis, con un sorrisino poco promettente stampato in faccia.
 
 
«Andiamo!» esclamò Malfoy, portandosi a fianco dell’elfo e posandogli una mano sulla spalla.
«Padroncina Lis finirà col dare la colpa a Pippy…Pippy già sapere…» borbottò Pippy.
 
 
«Maledetta! Ti ucciderò! Ti ucciderò!» urlava Shiryu, mentre si contorceva per il dolore che la distruzione dell’anello gli provocava.
«Non credo proprio, mostro! Sarò io ad uccidere te!» urlò Hanalis.
La ragazza si avvicinò lentamente, prendendo un respiro profondo, mentre Shiryu continuava ad urlare. Le ferite dell’uomo, però, avevano già cominciato a rimarginarsi.
Non aveva molto tempo, doveva farlo subito!
Strinse con forza la spada, tenendola come un pugnale e, con un urlo, la piantò nel cuore di Shiryu.
L’uomo smise di urlare all’improvviso e un sibilo, come qualcosa che si sgonfia, gli uscì dalle labbra. I suoi occhi demoniaci si spalancarono e la testa gli cadde all’indietro.
Hanalis, respirò profondamente un paio di volte davanti al corpo morto di Shiryu, poi lasciò cadere la katana e impugnò la bacchetta. Prima di lanciare l’incantesimo, strinse la Lapis Noctis, come a chiederle un ultimo, piccolo, sforzo.
«ARDEMONIO IGNIS!» urlò con tutto il fiato che aveva in gola, puntando la bacchetta sul corpo del Rinato Demone.
La scia di piccoli fiori di fuoco, si trasformò subito in una nube, che inghiottì il corpo esanime di Shiryu, il suo braccio mozzato e i pezzi dell’anello distrutto.
«Ce l’ho fatta! È finita…» sussurrò, osservando il fuoco bruciare alto quasi fino al soffitto.

Hanalis sorrise, poi, stremata, svenne.





NOTE:
Ecco finalmente il "grande scontro"...vabbè grande si fa per dire :P
L'ho detto tante volte, per cui già lo sapete....le battaglie ancora non mi vengono come vorrei, ma conto di migliorare :D
Non c'è molto da dire su questo capitolo....se non che il "Sanguinem Ignis" è totalmente di mia invenzione, così come lo sono i suoi effetti ecc. ecc. :)
Sono un po' triste perchè mancano un capitolo e l'epilogo alla fine e, devo ammetterlo, mi dispiacerà un po' dover abbandonare Hanalis e Draco :P

Spero che la storia fin qui vi sia piaciuta e che qualcuno di voi decida di rompere il silenzio e di lasciarmi il suo parere con una recensione!!!! 
Vi ricordo la mia pagina Facebook "Nel piccolo mondo di Sly by Slyfox18", dove potrete trovare le immagini della storia e anche qualche curiosità! 
Passate a trovarmi!!! :D


https://www.facebook.com/pages/Nel-Piccolo-Mondo-di-Sly-by-Slyfox18/544129052325635

Al prossimo capitolo!!! (^_^)/
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: slyfox18