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Autore: HisRose    08/11/2013    0 recensioni
Rose viene colpita da una febbre che se non curata in tempo potrebbe essere mortale e mentre il Dottore aspetta che Rose si svegli, riflette sui suoi sentimenti per lei.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dopo che Rose aprì lentamente gli occhi, cercò di schiarirsi le idee e di mettere a fuoco i ricordi di quello che era successo, ma il grande mal di testa glielo impediva.
“D-dottore?”, la sua voce appena un sussurro per via del mal di gola. Si sentiva come se un camion le fosse passato addosso, se non peggio.
“Sono qui, Rose”, disse lui con una dolcezza tale da sorprenderla e se non si fosse sentita così male, probabilmente sarebbe arrossita. Girò la testa per guardarlo e solo allora si accorse del panno bagnato che delicatamente il Dottore le stava premendo contro la fronte. Sapendo che le era accanto si sentiva più rilassata.
“Dove…?”, iniziò a dire Rose, ma fu interrotta da un nodo che le si venne a creare in gola, le faceva troppo male ed era troppo secca. Il Dottore, come se le avesse letto nella mente, le portò un bicchiere d’acqua alle labbra, mentre con l’altra mano le alzò la testa. A Rose l’acqua non era mai sembrata tanto buona, ne aveva così bisogno che avrebbe voluto finirsi quel bicchiere in un sorso solo. “Hey, piano, piano”, le sussurrò il Dottore posando di nuovo il bicchiere sul comodino.
“Sei in camera tua”, disse rispondendo alla domanda precedentemente postagli. Rose lo guardò confusa, mentre alcuni ricordi iniziavano a riaffiorare. “Stavo andando in bagno”, il Dottore annuì e continuò: “Hai perso i sensi. Ti ho portato io in camera”, le spiegò. Ci fu qualche momento di silenzio, interrotto infine dal Dottore. “Perché non mi hai detto che stavi male, Rose?”, chiese addolorato scostandole una ciocca di capelli dalla fronte sudata. “Non volevo farti preoccupare”, rispose in un sussurro, “e perché noi viaggiamo sempre, non c’era tempo per riposarmi”, a queste parole il Dottore si sentì in colpa, era davvero così egoista da aver fatto credere a Rose che se lei gli avesse chiesto di fermarsi per un po’ perché non si sentiva bene, lui l’avrebbe negato questa semplice richiesta? La sua corrente di pensieri fu interrotta quando Rose proseguì: “E poi era una stupida influenza, sapevo che mi sarebbe passata”.
“È qui che ti sbagli Rose. Non è una semplice influenza, è la febbre dei Kashmutri, che se non curata in tempo può portare alla morte”, le spiegò il Dottore, un leggero tono di ammonimento si poteva scorgere nella sua voce. Lacrime iniziarono a bagnare le guance di Rose. Voleva darsi un contegno, non voleva che il Dottore la vedesse in questo stato, voleva smetterla, ma non ci riusciva. Era troppo stanca e troppo dolorante e le lacrime erano una forma di sfogo anche per la preoccupazione che provava nel sapere che sarebbe potuta morire. “No, Rose, no. Shhh, non piangere”, le disse asciugandole le lacrime con i pollici, per poi lasciare le sue mani sulle guance di lei. “Non volevo spaventarti, scusami. Sei fuori pericolo, ti ho curata in tempo, qualche altra iniezione e tornerai come nuova”, disse accennando un leggero sorriso, iniziando a carezzarle i capelli, “Volevo solo farti capire che non mi devi nascondere le cose, io voglio sapere tutto quello che ti succede. Voglio che tu sappia che i viaggi non sono più importanti della tua salute. Oh Rose, ma non capisci? Avrei potuto perderti”, disse cercando di nascondere la disperazione nel suo tono che invece si rifletteva benissimo nel suo sguardo. Rose riprese a piangere, mentre un misto di emozioni la assalivano: gioia per la confessione del Dottore, rabbia verso se stessa per averlo fatto preoccupare, dolore provocato dalla febbre e stanchezza. Tutto in quel momento sembrava semplicemente troppo per lei, si sentiva sopraffatta e sembrava che le lacrime  fossero l’unico modo per scacciare tutto fuori e sentirsi almeno un pochino meglio, ma più piangeva e più lacrime sembravano non volersi fermare. “Oh, Rose”, sussurrò il Dottore provando dolore nel vederla così. La prese in braccio e iniziò a cullarla, accarezzandole dolcemente la schiena. In quel momento Rose pensò di star delirando, a parte per gli abbracci e quando si tenevano per mano, i due non erano mai stati così intimi, di solito il Dottore tendeva a evitare qualunque tipo di contatto e lei aveva supposto sempre che lo facesse perché lei non gli piaceva. Era un’intimità che aveva sempre bramato di avere con il Dottore. E le braccia che la circondavano, il petto contro cui era poggiata, il profumo che stava inspirando la fecero sentire protetta e improvvisamente meglio, non benissimo, ma decisamente meglio. Le lacrime smisero di scorrere, mentre una nuova pace si faceva strada in Rose. Con la mano destra afferrò la camicia del Dottore e la strinse forte fra le dita, mentre nascose il viso nell’incavo del suo collo. “Dormi”, le sussurrò, per poi portare l’indice della mano sulla tempia di Rose, facendola cadere in un sonno profondo. 
  
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