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Autore: sweetmiki    22/04/2008    0 recensioni
Ecco a voi la mia prima Fan fiction, spero che vi piaccia -^^-
Genere: Romantico, Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I capitolo

Mi sciacquai la faccia per levare il lieve velo di sudore che mi bagnava la fronte. Ero sconvolta, e chi non lo sarebbe stato alle 3 di mattina? Avevo avuto un incubo, del quale non ricordavo nulla, mi ero svegliata urlando e piangendo ma non mi importava molto sapere il perché. Decisi che era meglio tornare a dormire se la mattina seguente volevo essere presentabile. Salii le scale per andare nella mia camera e per poco non sbattei contro lo spigolo della cassapanca in corridoio ma riuscii a entrare nel mio letto sana e salva. Per addolcirmi il sonno presi l’ I-pod dalla tasca della mia tracolla e sulle note dei goo goo dols caddi in un sonno profondo. Mi risvegliò mia mamma scuotendomi energicamente come ogni mattina dall’inizio della scuola, visto che non volevo mai alzarmi. Infilai le pantofole e scesi in cucina dove mi attendeva la colazione che consumai in fretta visto l’ora avanzata. Mi cambia velocemente, indossai i miei soliti jeans un maglioncino e le scarpe da ginnastica, saltai in macchina e mio padre mi accompagnò a scuola. Il tempo non era dei migliori aveva piovuto tutto il giorno prima e le strade erano umide,il cielo era di un colore grigiastro che non preannunciava nulla di buono. Tutto sommato la giornata si prospettava normale, avevo più sonno del solito per colpa dell’incubo di quella notte ma nulla di più. All’entrata incontrai la mia amica Lis e altre nostre compagne che parlavano del compito di latino della seconda ora, avevano tutte una paura folle, io invece ero calma, mi piaceva quella materia e non avevo nessun problema con le traduzioni. La mattinata passò velocemente un po’ meno l’ora di matematica perché odiavo quella materia con tutta me stessa. Per tornare a casa prendevo l’autobus che era sempre stracolmo di gente, quella volta però mi sentivo degli occhi addosso, come se qualcuno mi fissasse insistentemente, ma non vidi nessuno di strano, i soliti anziani e qualche ragazza che frequentava la mia scuola, forse era solo una mia sensazione così decisi di far finta di nulla. Quando arrivò la mia fermata scesi e attraversai la strada senza guardare. Un rumore assordante di freni e gomme che slittano sull’asfalto ecco cosa sentii prima di cadere a terra e sbattere la testa contro quello che ritenevo il suolo. Persi i sensi per qualche minuto, sentivo delle voci ma la mia vista era appannata e avevo un forte dolore alla testa. Decisi di rialzarmi ma non mi era possibile, qualcosa mi bloccava le braccia e mi immobilizzava al suolo, aprii un occhio dopo l’altro, le immagini dapprima sfuocate diventarono nitide, era una persona che mi teneva in quella morsa d’acciaio.
< Ma..che..che cavolo è successo? > Dissi poi un’altra fitta
< Ah che mal di testa >.
< Hai preso una forte botta cerca di stare ferma > era un ragazzo che aveva parlato, quello che mi bloccava le mani, cercai di focalizzare il suo viso, mamma se era bello, da togliere il fiato. Aveva gli occhi verdi smeraldo, i riccioli neri tutti scompigliati e la carnagione chiarissima, sembrava un dio. Ma prima di riuscire a formulare una frase di senso compiuto si spostò da me e se ne andò, mi faceva ancora un po’ male la nuca ma riuscii finalmente ad alzarmi giusto
per vederlo andare via.
< Ti sei fatta male? > la voce roca di un uomo mi giunse dalle spalle aveva il braccio appoggiato alla portiera di un
camion,
< pensavo di non aver frenato in tempo, tutto a posto? > era lui che stava per mettermi sotto,
< si solo qualche ammaccatura grazie >. Detto ciò salì sul suo mezzo e ripartì con un rombo assordante.

  
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