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Autore: _Broken_    08/11/2013    1 recensioni
Una ragazza qualunque, sensibile, intelligente, insomma comune...
Che ha passato due anni di inferno, ora è andata via...
Per iniziare di nuovo a vivere, felice questa volta, senza dolori e problemi...
Vuole rincominciare abbandonando il dolore al passato e cogliendo la felicità del presente..
Ma solo una cosa lo può impedire..
E quella cosa, o meglio persona...è già tornata.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Che fai non mi saluti?” non riuscivo a parlare, la sua immagine davanti ai miei occhi non mi sembrava reale. Dalla mia bocca non usciva niente, nemmeno l'aria..mi si era fermato il cuore, non sapevo che fare, oltre restare immobile...
Helen si voltò verso di me spaventata, mentre il resto della classe lo era ancora di più

“Paige cos'hai? Chi è lui, lo conosci? Stai bene? Paige..” non l'ascoltavo ero paralizzata, sentivo solo dei mormorii e la sua bocca muoversi ma non capivo più nulla, sapevo solo che l'inferno era ritornato.

“Si può sapere che cosa sta succedendo?” domandò il prof, ma non m'importava più nulla, non volevo parlare, non volevo fare nulla..

“Niente professore è solo felice di rivedere un suo vecchio 'amico'” disse il ragazzo ghignando..
Non ce la feci più, sbattei più volte le palpebre cercando di capire se quella fosse la realtà o solo un incubo, ma purtroppo lo sapevo bene ed era tutto inutile cercare di negarlo..
Mi guardai intorno con occhi spalancati, tutti mi fissavano in silenzio, non potevo sopportarlo ancora...le lacrime spingevano per scendere e non volevo farlo lì, davanti a Helen, al prof, a tutti i compagni...e davanti a lui, che ha rovinato la mia vita facendomi piangere anche quando sorridevo, non volevo farlo godere della mia debolezza un'altra volta..
Con movimenti veloci corsi fuori dall'aula e nel momento in cui lo avevo sorpassato il mio cuore perse un battito, e solo una cosa mi faceva quell'effetto, la paura.
Corsi con tutta la forza che potevo, non mi fregava se sembravo una pazza, in quel momento potevo solo scappare, scappare da quell'essere schifoso che mi aveva rovinato dalla prima volta che lo vidi..era così bello, dolce, socievole...ma era tutta una finta, solo per sfruttarmi e ci era riuscito benissimo..ma la colpa non era solo sua, anzi, sono stata una cogliona a fidarmi di lui così facilmente, ero ingenua.
Continuai a correre per la scuola, non sapevo dove andare o dove stavo andando, era tutto nuovo per me.
Ma non m'importava, sapevo solo che più correvo e più mi allontanavo da lui.
Mi voltai indietro ansimando, non vidi nessuno e ne approfittai per riprendere fiato..
Mi appoggiai al muro vicino al bagno delle femmine asciugandomi le lacrime, socchiusi gli occhi per un momento respirando profondamente..

“Per essere arrivata in questa scuola prima di me, so più bene io com'è fatta Piccola Paige, non è difficile trovarti, anche se sei piccola piccola” sussultai alla sua voce, ma non aprì gli occhi.. non volevo, guardarlo in faccia mi avrebbe disgustato a tal punto di vomitare..

“Che c'è? Non mi guardi? Non sai quanto mi dia fastidio quando non mi guardi in faccia, tu devi farlo” sentì prendermi violentemente per il mento, così forte che il dolore mi fece aprire gli occhi..ed eccolo lì, a pochi centimetri dal mio viso con i suoi occhi color ghiaccio che potevano far paralizzare chiunque..

“L-lasciami t-ti preg-go” quelle maledette lacrime ricominciarono a scendere, fino a bruciarmi la pelle, non dovevo piangere, non davanti a lui. Ma non mollò la presa e continuò a stringermi per il mento..alzò la mano destra e chiusi gli occhi gemendo, pronta per uno schiaffo...ma, non lo fece..
Mi asciugò lentamente le lacrime dalle mie guance, sentire di nuovo il suo tocco sulla mia pelle faceva un certo effetto, all'inizio era fastidioso, ma poi iniziò a piacermi, non mi aveva picchiata.. Presi coraggio e aprì pian piano gli occhi, lo sentì allentare le presa su di me, fino a lasciarmi completamente..
Non sprecai un secondo e mi allontanai fino a toccare il muro gelido

“Ora che ti ho trovata non posso lasciarti” soffiò Louis avvicinandosi, deglutì..sentirlo di nuovo vicino mi sembrava così strano..
Mi veniva da vomitare, sentì un groppo salirmi in gola, mi sentivo male e non volevo vomitare anche davanti a lui, non e la feci più a trattenermi e sorpassai il ragazzo correndo in bagno..
Vomitai tutto e mi sedetti ansimando a terra affianco al wc.. Mi pulì la bocca con la manica della felpa, schifo.
Sentì dei passi avvicinarsi, mi appoggiai al muro avvicinando le gambe alla pancia, nascosi il mio viso abbassando lo sguardo..ero stufa.
Sapevo che era lì, di fronte a me, ma non avevo il coraggio di riguardarlo..
Sì avvicinò chinandosi alla mia altezza, mi prese delicatamente per il capo alzandomelo..
Aprì lentamente gli occhi, trovandomelo davanti, con la mano mi accarezzò la mascella, poi la guancia per poi toccare le labbra, secche e screpolate, avevo sete, dovevo bere.
Non so come, ma mi alzò prendendomi da sotto le ascelle e mi portò al lavandino, senza dire nulla mi chinai a bere, pulendomi la bocca dal sapore del vomito..
Era come se mi avesse letto nel pensiero, ora, oltre a comandarmi, sapeva anche a cosa pensavo..
Rimasi ferma davanti allo specchio sopra il lavandino..
Mi faceva schifo guardarmi, ero una merda..
Pallida, occhiaie, e stanca.
Louis si spostò fino a mettersi dietro di me, mi cinse la vita e mi abbracciò poggiando il mento sulla mia spalla a testa bassa..
Non sapevo che fare, era una situazione strana e anormale..ero stufa, non riuscivo a sopportare più nulla...volevo morire.
A poco a poco mi fece girare fino a scontrare i nostri petti..ed ecco che il mio cuore iniziò a battere intensamente, senza smettere..
Ero esausta di tutto e di tutti, ma in quel momento, non so perchè..lo volevo al mio fianco, solo lui c'era, e solo lui mi faceva sentire così..sbattei più volte i miei pugni sul suo petto, sempre più forte, facendolo allontanare di poco..

“Perchè..? Perchè tutto questo? Io sono stanca” sbuffai tremando, il ragazzo davanti a me mi bloccò per i polsi e mi fece alzare lo sguardo..

“Non è colpa tua Piccola Paige, è il destino” mi prese le mani portandomele al mio petto..

“Senti il tuo cuore? Senti come batte..batte così forte che lo sento da qua...ed è lo stesso effetto che provo io quando sto vicino a te..” ansimai..

“H-ho sonno” sorrise asciugandomi le lacrime, portò una mano sotto il mio sedere a l'altra dietro la mia schiena alzandomi da terra, uscimmo dal bagno..
Mi sentivo così rilassata, chiusi gli occhi cercando di non pensare a nulla a nessuno, in quel momento mi sentivo bene, non mi importava di essere in braccio a lui davanti ai prof o agli studenti..non mi fregava più nulla di loro, volevo solo dormire e non potermi svegliare mai più.


*****

Sentì un tocco caldo e leggero sulla mia guancia, mugugnai qualcosa muovendomi...
Qualcuno rise leggermente e a poco a poco aprì gli occhi, era Louis..
Sbadigliai strofinandomi gli occhi..mi guardai intorno, quella non era la mia camera...era una stanza maschile con le pareti di un arancio scuro con un armadio grigio e una scrivania, la stanza era un po' disordinata, ma la cosa che lo era di più era sul letto..ed ero io.

“Perché sono qui?” fino a quel momento continuò a fissarmi poi rispose..

“Avevi sonno e ti ho portata a casa mia” annuì..passarono vari secondi, e lui non cessava di fissarmi...cercai di non guardarlo, mi metteva così in imbarazzo..
Lui lo notò e fece un sorrisetto soddisfatto di farmi questo effetto, bene..io non lo ero per niente.
Poco dopo mi ricordai di mio padre..

“Oddio mio, che ore sono?” chiesi iniziando ad alterarmi..spostò lo sguardo sulla sveglia

“Le sette e mezzo di sera” spalancai gli occhi..

“Dio mio devo tornare a casa subito, mio padre mi uccide” dissi alzandomi velocemente dal letto, ma sbagliai..mi venne un capogiro e mi sentì crollare..
Louis mi sostenne per i fianchi facendo si che non cadessi..

“Stai attenta e non muoverti velocemente, sei stanca e devi stare a letto”

“Non posso, devo tornare a casa” mi allontanai da lui mettendomi le scarpe e uscì dalla stanza, lo sentì seguirmi e sbuffare..
Mi avvicinai alla porta, ma venni afferrata per il braccio e fatta girare..
“Se devi tornare a casa, non te ne vai di certo da sola, è sera è buio e fa freddo, senza di me non esci” mi spinse contro il muro intrecciando le nostre mani e facendo combaciare i nostri petti, gemetti a quel contatto e sembrò fargli piacere visto che spinse ancora di più, fino a sentire il suo membro, ansimò e stranamente mi fece piacere...rimasi in silenzio

“D-dio quanto mi sei mancata” disse gemendo e roteando i fianchi per sentire ancora di più quel contatto, volevo la smettesse, non mi piaceva tanto quella situazione, era tornato come prima e mi faceva paura.

“T-i prego smettila..” gemetti e lui si fermò fissandomi negli occhi.
Portò una mano alla mia fronte leggermente sudata e l'accarezzò..

“So che ti piace Piccola Paige..” soffiò sul mio volto, chiusi gli occhi incantata da quel momento..come diavolo faceva..

“D-devi portarmi a casa sono in ritardo..” dissi come scusa, era la realtà, ma era anche un modo per scappare via da quella situazione...
Sembrò ascoltarmi, ma non si allontanò e mi afferrò per il mento alzandolo lentamente...
Con la lingua iniziò a leccarmi il labbro superiore per poi passare a quello inferiore..lo morse
leggermente...aumentando il desiderio di averlo più vicino..
Socchiusi leggermente la bocca, lasciando che la sua lingua leccasse anche i miei denti, fino a far toccare le sue labbra alle mie, calde, bagnate e gonfie...
Sembravano esser fatte apposta per stare attaccate, combaciavano alla perfezione..e non sapevo se fosse un bene o un male..

“B-basta Louis andiam-mo” ci staccammo riprendendo fiato, mi fissò ancora per poco e poi uscimmo di casa..
Mi prese la mano stringendomela, come se avesse paura che scappassi, peccato che però non riuscivo a farlo..
Entrai in macchina e lui fece lo stesso, il viaggio passò in silenzio..era meglio così, non avevo la forza di parlare..
Quando arrivammo a casa mia, mi voltai verso di lui..

“Grazie..” aprì la portiera e feci per scendere, quando con un gesto veloce mi fece girare e mi baciò il naso, rimasi un po' scettica da quel comportamento..lo fissai e mi sorrise.. Scesi dalla macchina e chiusi la portiera avviandomi verso il cancello di casa..
Sapevo che era ancora lì, sapevo che non se ne sarebbe andato fin quando non sarei entrata per essere certo che non mi capitasse nulla, sapevo che non se ne sarebbe mai andato..
Entrai in casa chiudendo piano la porta, mi affacciai di nascosto alla finestra e lo vidi ancora lì, alzò lo sguardo e sventolò la mano, mi tolsi subito dalla finestra e mi appoggiai al muro di schiena fino a scivolare a terra...presi tutta l'aria che potevo e la liberai tutta fuori, magari avrei potuto fare così con i ricordi, ma loro restavano per sempre.. e stranamente non ne ero più triste che fosse tornato anzi mi sentivo bene, come se mi mancasse da tanto e ora finalmente è tornato..
Avevo capito tante cose quel giorno, la più importante era che..
IL MIO INFERNO MI FACEVA SENTIRE IN PARADISO.;">
  
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