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Autore: need_an_hug    09/11/2013    0 recensioni
Lei era una ragazza vent'enne, abbandonata da tutti, fragile e insicura, autolesionista per giunta.
Come se non bastasse finì in prigione per uno "scherzo" dei suoi "amici".
La prigione la cambiò profondamente, lei per sopravvivere a quell'incubo dovette diventare la ragazza che non era mai stata, sicura di sè, sfrontata, decisa.
[...]
"Quel ragazzo era il più misterioso che avessi mai visto.."
Genere: Dark, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER SIX - Bitches and Friends.
-Bonnie? Bonnie.. Svegliati!-

Una mano mi si appoggiò alla spalla e iniziò a scossarmi leggermente.

Mugugnai in disapprovazione, senza aprire gli occhi.

Avevo sonno, e anche se quel letto non era uno dei più comodi ci sarei voluta rimanere ancora per un po'.
Mi girai dall'altro lato ignorando la voce che mi chiamava,

-Bonnie dai! Dobbiamo andare a fare colazione! Svegliati!- mi urlò ancora.

-Uff..- mugugnai socchiudendo gli occhi.

Non c'era molta luce, così non feci fatica ad aprirli completamente vedendo Liam di fianco al mio letto con un'espressione scocciata mentre continuava a scossarmi.

-Alzati dai!- mi disse ancora lasciandomi andare e allontanandosi fino al suo letto.

Mi alzai lentamente per paura che mi girasse la testa, sempre per colpa della mia pressione bassa. Appena mi sedetti sul letto vidi Liam che stava rifacendo il suo letto velocemente.

-Se io mi volessi lavare dove dovrei andare?- gli chiesi preoccupata per il mio futuro in quella orribile prigione.

-C'è un bagno, uno per i maschi e uno per le femmine.. Devi farti accompagnare da una guardia però, e stai attenta perchè le "ragazze" non sono gentili come te- mi spiegò con tono abbastanza preoccupato verso la parte finale della frase, senza voltarsi a guardarmi.

-Okay.. Allora chiedo- lo avvisai prima di alzarmi dal letto avvicinandomi alle sbarre.

Lui si voltò verso di me, non lo vidi ma sentii il suo spostamento.

Proprio in quel momento passò un poliziotto che prontamente fermai.

-Scusi? Dovrei andare in bagno..- gli dissi incerta senza guardarlo negli occhi.

Se ero timida ero timida, e non riuscivo a cambiare, anche se in alcuni momenti non lo ero come sempre. Ero sempre stata molto chiusa, timida, in un certo senso associale.. Ma dipendeva dalle situazioni, e credevo che in prigione sarei dovuta cambiare, e anche di molto, ma non credevo che ci sarei riuscita, non era nella mia natura essere una ragazza spigliata.

-Si, vieni-

Aprì la porta e mi fece uscire, prendendomi per un braccio e portandomi lungo tutto il corridoio, fino in fondo.

Mentre lo percorrevamo passavamo di fronte a tutte le celle, vidi un sacco di persone rabbiose, tristi, depresse. Alcune mi fecero proprio una grande paura, mi fissavano, o meglio, fissavano me e la guardia, tutti quelli a cui passavamo davanti. Mi sentivo al centro dell'attenzione, e quindi anche a disagio.

Quando arrivammo davanti ad una porta bianca il poliziotto mi fece un cenno con il capo per invitarmi ad entrare.

Abbassai la maniglia e aprii lentamente la porta, scoprendo una stanza in ordine, con cabine doccia, bagni puliti. Insomma, tutto in ordine.

Appena entrai mi accorsi che tutte le donne che c'erano si voltarono a guardami. Avrei voluto sprofondare o scivolare via, ma dovevo lavarmi, non volevo puzzare.

-Uh una nuova arrivata! Non sei qui da molto vero?- mi disse una tipa abbastanza alta, più di me probabilmente, che aveva solo un asciugamano attorno al corpo e che si stava  asciugando i lunghi capelli scuri ancora quasi completamente bagnati.

-D-Da ieri..- balbettai incerta avendo in un certo senso paura di quelle detenute.

-Ohhh ma bene! Come mai sei qui?- si rivolse a me un'altra bionda, appena uscita dalla doccia.

-E come ti chiami?- continuò una castana con i capelli a cresta, rasati alle tempie.

-Io.. Mi chiamo Bonnie, e sono qui per un errore..- risposi ad entrambe le domande ancora paralizzata sulla porta.

-Povera, un errore! Diciamo sempre tutte così- esordì la prima che mi aveva notata, che stava prendendo il phone per finire di asciugarsi.

Rimasi in silenzio, capendo che non mi avrebbero mai creduto, e neanche mi importava se non lo avrebbero fatto, tanto non erano nè guardie nè mie amiche, per cui non cambiava niente.

Pochi istanti dopo sentii la porta dietro di me sbattermi nella schiena, così imbarazzata mi spostai subito facendo entrare tre ragazze, che scoprii essere le tre della sera precendente, le accompagnatrici di Gale.

-Ma chi si vede!! Bonnie giusto?- mi salutò sorridente Letitia, la ragazza "perfetta".

-Ehm.. Si..- sussurrai appena a disagio in mezzo a quelle che erano ragazze diversissime da me.

-Come va con Liam?- continuò maliziosa avvicinandosi a me.

Letitia aveva i tacchi neri, saranno stati alti venti centimetri, ed io ero bassa con le scarpe da ginnastica, per cui ero una nanetta in confronto a lei, tutto ciò che avevo sempre odiato. Si sentiva superiore, lo sapevo, e sapevo anche che avrebbe fatto di tutto per umiliarmi e intimidirmi.

-Tu stai con Liam Payne?!- mi apparve di nuovo davanti la tipa con la cresta, sovrastandomi ancora come Letitia.

Indietreggiai leggermente ma subito sentii la parete fredda dietro di me.
Ero nei guai.

-Nono.. Macche! Sono solo in cella con lui..- risposi incerta sperando che non fossero tutte dalla parte di Gale, anche se invano dato che era più che ovvio che non fossero dalla parte dell'unico ragazzo a me amico.

-Uh e quindi sei contro il nostro Gale?-

-Nooo! Non ci credo! Ma sai che sfigato è Liam?-

-Gale è il meglio! E lo sarà sempre!-

Mille voci si unirono a dire cattiverie contro Liam, una peggio di quell'altra. Tra quelle che lo offendevano, e quelle che esultavano per le mille cose che faceva Gale, non ce la facevo più. Non potevo permettere che pensassero tutte quelle schifezze di lui, non sapevano niente di tutto quello che sapevo io, ma non avevo il coraggio di metterle al loro posto, così rimasi zitta, a subire come facevo ogni giorno, senza lamentele.

Quando poi si accorsero che non mi facevano nulla quegli insulti verso me e Liam, passarono ad elogiare Letitia chiedendole che cosa avesse fatto la sera precendente con i suoi vari spasimanti.
A quel punto decisi che non erano più concentrate su di me e senza dire una parola andai in una cabina doccia indisturbata.

Era comoda, c'era un ripiano con shapoo e bagnoschiuma, un asciugamano da una parte e un gancio dove appoggiare la tuta, immagino.

Mi svestii e aprendo l'acqua mi rilassai dimenticando tutti quegli insulti che mi facevano tornare in mente scuole medie e superiori e direttamente la lama che tenevo nel bagno di casa mia.



Dopo dieci minuti, cercando di non sentire tutto il rumore che facevano fuori da quella cabina doccia, uscii con l'asciugamano addosso sperando con tutta me stessa che non mi notassero.
Io mi odiavo, il mio corpo il mio viso, mi vergognavo di me stessa, di me, della mia esistenza. Sapevo che se mi avessero visto con un solo asciugamano addosso mi avrebbero preso in giro a vita. Ma poi mi dovetti fermare e bloccare prima di aprire la cabina per uscire, ricordandomi delle mie braccia.
Non avevo nulla per coprirle, se ne sarebbero accorte di sicuro, le cicatrici si vedevano perfettamente, come avrei fatto??

Aprii leggermente l'anta, guardando se c'era qualcuna fuori, ma mi accorsi che nell'angolo non c'era nessuno.

Con mia grande gioia uscii asciugandomi in fretta e mettendomi subito dopo la tuta, nascondendo tutto il mio oscuro passato segreto.

Quando le ragazze si accorsero che avevo finito la doccia era troppo tardi, e così nessuno aveva visto il mio corpo e le mie braccia. Presi un phone e mi asciugai velocemente i capelli, dopo di che mi avviai verso la porta senza più dover sopportare dei loro commenti.

Appena uscita dal bagno incontrai la guardia che mi portò alla cella senza troppe moine.


-Allora? Com'è andata?- mi chiese Liam mentre andavamo in mensa per la colazione.

-Mh.. Bene..- gli risposi confusa non volendo dirgli tutto quello che mi avevano detto e fatto subire.

-Non mi sembri convinta- continuò senza guardarmi mentre ci sedevamo al tavolo dove avevamo cenato il giorno precendente.

Io mi misi sempre nella sedia di fianco al muro e lui di vicino a me.

Non volevo dirgli di tutto, sapevo che avrebbe reagito male, e non volevo dargli altri problemi dopo tutto quello che mi aveva raccontato del suo orribile passato. Non volevo essere un problema, non volevo essere di troppo.

-Tranquillo..non è successo niente di particolare- ripetei con un filo di voce non sapendo che dirgli per far si che il suo pensiero di spostasse su qualcos'altro che non fosse la situazione che si era creata in quel bagno.

-Dimmelo Bonnie, dimmi cos'è successo!- si rivolse a me ancora una volta girandosi a guardarmi.

I miei occhi incontrarono un attimo i suoi, mentre giravo lo sguardo da ogni parte della stanza per non fissare lui.
Aveva uno sguardo freddo, duro. Voleva saperlo a tutti i costi, ma non capiva che non era importante per me.

Quelle ragazze mi avevano attaccato insultando me e lui, pensando di farmi del male, pensando di farmi cadere in depressione o non so.. magari per vedermi piangere. Ma se pensavano che fossi una di quelle ragazze che appena gli si spezza un'unghia pensano al suicidio si sbagliavano di grosso. Io ero autolesionista per questo, perchè dopo anni e anni di prese in giro avevo capito che il problema ero io e che dovevo soffrire per la mia esistenza. Ma non per questo avrei mostrato a tutti i miei tagli e non avrei mostrato a nessuno in quel posto di essere una ragazza fragile.

-Niente.. Mi hanno preso un po' in giro.. me.. e.. te..- mugugnai capendo che non c'era altra soluzione che rispondergli con quello che voleva sentire.

-Continua- mi incitò senza spostare lo sguardo.

Guardai il ripiano bianco del tavolo, sentendo il suo sguardo deciso e penetrante su di me.

-Loro.. loro erano tutte dalla parte di Gale.. Mi hanno chiesto come mi chiamo e perchè sono qua.. E poi hanno iniziato a parlare male di te.. E poi mi hanno insultato e ti hanno insultato..- conclusi incerta sempre sussurrando.

Spostai leggermente lo sguardo per vedere la sua reazione.

Non fiatava, non parlava. Lo accompagnava solo un'espressione seria e arrabbiata, ma non ferita come lo era stata la sera prima mentre mi raccontava della sua adolescenza e di suo padre.

Poco istanti dopo sbattè un pugno sul tavolo, arrabbiato, ritornando a guardarmi.

-Lasciale perdere quelle troie. Non le badare, non dare peso ai loro insulti. Lo fanno solo perchè hanno visto che io non reagisco più ai loro insulti diretti a me, e così hanno intrapreso un'altra strategia. Hanno capito che tendo ad avere un atteggiamento protettivo nei tuoi confronti, per cui feriscono te, per far si che rimanga ferito anche io- mi spiegò freddo a bassa voce per non farsi sentire dagli altri.

Io annuii appena per fargli capire che avevo ascoltato.

-Se credono di farmi cadere così in fretta non hanno capito niente- concluse in un sussurro forse sperando che io non sentissi, voltandosi verso il suo piatto.


-Ehi Liam!-

Erano alcuni minuti che il silenzio era calato tra me e lui, ma venne rotto da un ragazzo che si era avvicinato al nostro tavolo.

-Ciao Roy- lo salutò Liam di rimando, con un sospiro ma anche sorridendo.

-Tutto bene?- gli chiese il ragazzo.

-Mh.. Lascia stare, tu?-

-Sisi.. Non mi presenti la tua amica?- si rivolse a me con un sorriso.

-Si, scusa. Roy lei è Bonnie, la mia nuova compagna di cella.. Bonnie, lui è Roy, diciamo l'unico amico che ho qui-
 
Saaaaalve :)
Dopo tantissimo giorni sono tornata..
Non so se andrò molto avanti con questa ff ma comunque volevo vedere
se ancora qualcuno ci teneva dato che l'ultimo capitolo ha avuto poco successo
in ogni caso se volete dare un'occhiata ad una mia nuova ff
scritta molto meglio l'ho caricata proprio ora, si chiama
"We are warriors together"
spero vi piaccia e vi piaccia anche questa
baci. Lu <3
  
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