"Amici mai"
no stasera devo uscire con lei
lo sai non e' possibile
io lo vorrei, ma poi mi viene voglia di piangere
La pioggia, che cadeva a catinelle nell’angusto vicolo della
strada, frustava la lunga coda della giovane e la sua minigonna a
pieghe si
sollevava a capriccio del vento.
Shikamaru si levò irritato la sigaretta di bocca; la
gettò a
terra, in una pozzanghera melmosa, e la schiacciò con la
scarpa. Scacciò con un
pigro movimento di mano il ciuffo scuro sfuggito dal codino, disfatto dal
temporale, e
accese una nuova sigaretta.
Il bagliore fioco dell’accendino illuminò per un
istante il
pallore lascivo del bel volto della ragazza.
- Che seccatura – biascicò a denti stretti
Shikamaru,
guardando corrucciato l’acqua inzuppargli il lungo cappotto
nero e l’orlo dei
jeans grigio fumo.
Decise di dare un taglio netto a quella seccante questione.
Afferrò con fare maldestro il mozzicone fra due dita e
levò
di scatto il viso sull’armonica figura che gli stava immobile
davanti agli
occhi come una statua di gesso.
- Che vuoi da me, Ino? – trovò finalmente il
coraggio di
chiedere il giovane Nara, mentre una sottile striscia di fumo si
innalzava
dalla sua sigaretta accesa.
Ino si morse il labbro inferiore e un fiotto di sangue le si
diffuse sotto alla pelle.
- Voglio di più, Shika – dichiarò, la
voce tremula. – Io
voglio essere la donna
più importante
della tua vita - .
- Ino … Ino … - sospirò Shikamaru,
roteando quegli
impenetrabili occhi neri. – Ah, che seccatura! Non capisco
perché devi
complicare le cose e rovinare il nostro rapporto. Lo sai che per me
l’amicizia
è sacra - .
Ma amici mai
per chi si
cerca come noi
non e'
possibile
odiarsi mai
per chi si ama come noi
sarebbe
inutile
Shikamaru trasse un profondo sospiro, osservando la tetra espressione maliconica che offuscava le iridi chiare dell'amica.
Non c’era cosa più seccante di una ragazza in
lacrime da
confortare. Per giunta la causa di quelle lacrime era lui stesso e il
suo elevato quoziente intellettivo gli suggeriva di correre ai ripari
con la coda fra le gambe.
Fortuna che la sua deliziosa
fidanzata era troppo orgogliosa per certe seccanti reazioni da placare.
- Non piangere, Ino – si limitò a dire il moro, affondando
una mano
nella tasca del cappotto.
- Non piangere? – ripeté inorridita Ino, sbarrando
le
palpebre. – Come faccio a non piangere? Io non posso essere
tua amica … Noi non
possiamo essere amici. E lei non
è quella giusta per te. Io ti
conosco fin dall’infanzia, noi ci capiamo meglio di chiunque
altro, noi siamo legati da un legame indissolubile, noi ci amiamo, noi… -
s’interruppe a un tratto, poiché il groppo che aveva in
gola le impediva di parlare.
Ino, ansante, lasciò cadere a terra la
borsetta di paillettes, le mani tremanti.
- Amami, Shika. Ti prego, amami – lo supplicò in
un
sussurro, il capo chino.
Shikamaru sorrise apprensivo, avvicinandosi cauto alla
giovane amica.
Con la mano libera dalla sigaretta le scostò il ciuffo lungo
della frangia, ascoltando il petto di Ino spezzato dai singhiozzi. Le
pose una
mano sulla testa bagnata e arruffata, scuotendogliela affettuosamente.
- Ino, per me sei una
delle donne più importanti della mia vita. Sei tu che hai
curato le mie prime
ferite d’amore, sei tu che mi hai aiutato a vedere le donne
da una prospettiva
diversa, a capire Tem e farmi tornare da lei. Se sto ancora con la
seccatura che
amo di più al mondo, è solo per merito tuo e te
ne sono davvero grato. Allo
stesso modo io ti sono stato affianco nei tuoi momenti di debolezza,
quando
Sasuke se n’è andato, e continuerò a
proteggerti, Ino. Io sarò sempre … il
tuo migliore amico - .
Ino tirò su con il naso, eliminando i residui di lacrime che
si andavano confondendo con le gocce di pioggia.
- Solo il mio migliore amico, Shikamaru Nara? –
domandò con
voce annacquata, gli angoli della bocca segnati da una dolce malinconia.
Shikamaru assentì con il capo, sorridendo colpevole.
–
Adesso devo andare, Ino. Mi sta aspettando – disse,
slanciandosi dal muro
ruvido del vicolo buio.
Ino gli fiondò all’improvviso le braccia intorno al collo,
arrestando ogni suo movimento e costringendolo a riappoggiarsi alla parete. Premette il viso contro il suo torace, singhiozzando fino a
schiantarsi il fragile petto.
- Ti prego, Shikamaru. Stasera non uscire con lei.
Ti prego ... - disse in un grido di liberazione, aggrappandosi con le dita al tessuto bagnato del suo cappotto.
Shikamaru le passò le braccia intorno ai fianchi e la
strinse con amore fraterno contro di sé.
- Io amo Temari. Perdonami, Ino. Non odiarmi – le
sussurrò
all’orecchio.
Ino emise un sonoro singulto, sprofondando la testa chiara
nell’incavo del suo collo inumidito dalla pioggia.
– E come faccio ad odiarti, Shika?
Io ti amo – sorrise fra le lacrime, alzando lo sguardo per
incontrare il suo. –
Ti prego solo di una cosa. Stasera è il mio compleanno: non
lasciarmi sola - .
Shikamaru annuì col capo. – Dammi un secondo. Il tempo di fare una telefonata
- .
Si maledì mentalmente per la decisione, perché
quella strega
chi se la sentiva adesso?
Ma Ino era la sua migliore amica, le aveva appena detto che
ci sarebbe stato sempre per lei, e Shikamaru intendeva tenere fede alla
sua promessa.
Si portò sotto il bagliore fievole di un lampione e
afferrò
il telefonino, cominciando a scorrere la rubrica.
Levò un attimo lo sguardo su Ino.
Lo osservava con gli occhi umidi da sotto la grondaia di un
palazzo, le balze della mini incollate alle cosce magre.
Era una bella ragazza, forse la più bella che avesse mai
visto in giro.
Ma non era la sua Temari, pensava Shikamaru.
Luminosi capelli stepposi che, ogni mattina, gli ricoprivano il petto nudo.
Ma Shikamaru non poteva chiederle di considerarlo semplicemente come il suo migliore amico.
Sarebbe stato inutile.
Perché lei lo amava, anche se non ricambiata.
Ino arraffò la borsetta di paillettes rosa, sporca di fango, e raggiunse Shikamaru, avvolgendogli dolcemente un fianco.
Accoccolò la testa bionda contro il suo petto, la coda splendente lambita dalle raffiche di vento e il largo maglione grigio inzuppato d’acqua.
Lui la guardò un po' contrariato, tuttavia la lasciò fare.
Se Temari lo avesse visto in quel momento, gli avrebbe spezzato l'osso del collo.
Se lo sgranchì, tanto per assicurarsi che fosse ancora lì.
Presero a camminare.
Ino chiuse gli occhi.
Almeno per quella sera, per il suo compleanno, avrebbe potuto pensare:
“Amici mai” .
***
Auguri, mia cara vecchia mosca grigia!!
Essendo una fedelissima mosca nera non potevi pretendere una Shika/Ino, ma visto che è il tuo compleanno ho voluto “assecondare” per una volta le tue strane inclinazioni da mosca grigia e mostrare Ino sotto una luce diversa.
So già che mi pentirò perché non avrò fatto altro che alimentare le tue inclinazioni verso l’altro schieramento XD!!
La shot l’ho scritta in fretta e furia ieri sera e risistemata oggi durante l’ora di chimica (sì, questa materia è molto utile … per scrivere ff!!) .
Ma guarda che mi fai scrivere … Ino che abbraccia Shika … non sai quanto ho patito a scrivere quel pezzo!!
Lo so che non ti piacciono molto le AU, ma avendola scritta in fretta e furia devi accontentarti ^^ !!
Un bacione a tutti … ah, e non ho cambiato schieramento.
Rimango una fedele mosca nera, anzi nerissima.
E spero che tu, Susi, abbia colto il messaggio che si nasconde dietro a questa breve shot.
Shika e Ino possono essere SOLO amici!!
PS: ho cambiato una parola della canzone di Venditti per adattarla meglio alla storia. "Lei" anziché "lui" nella prima strofa!