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Autore: holdmehaz    10/11/2013    2 recensioni
Harry Styles’ pov:
«Le tue fans ti abbandonerebbero se scoprissero che sei gay!» mi rispose Paul [...]
«A me non interessa la carriera, non interessa commercializzare la mia voce! Preferisco tornare ad Holmes Chapel ad essere solo Harry e ad avere come fan solo la doccia, che mentire così spudoratamente a milioni di persone!» rivelai, stanco e arrabbiato.
«Tu, tu e ancora tu! Smettila di essere egoista, Harry. [...] Ma non sei solo tu la posta in gioco, Harry, capiscilo. Fallo per Louis, Zayn, Liam e Niall, che hanno finalmente realizzato il loro sogno [...]» tuonò Paul. Sospirai, arrendendomi. [...]
«Scelgo lei» affermai aprendo l’album in una pagina a caso e puntando una foto al caso. Paul prese l’album e guardò la ragazza che avevo scelto.
«Jane Wright. Ottima scelta» commentò.
Jane Wright’s pov:
Avevo provato a smettere di fare questa stupida vita da circo, ma nessuno era davvero intenzionato ad assumere l’acrobata di un circo per qualche altro lavoro. [...]
Io ero troppo poco per qualsiasi cosa. Anche per quella stupida agenzia per attrici, era passato un mese e non avevano ancora richiamato. Quel “La richiameremo noi” era sempre stato un no, lo sapevo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7 - Nightmare





Non riuscivo a prender sonno. Guardai la sveglia sul comodino, che segnava la mezzanotte meno qualche minuto. Sospirai, cambiando posizione. Odiavo non addormentarmi all’istante, era stressante. E purtroppo, con lo stress del lavoro, mi capitava spesso.
In realtà, in quel momento era Jane a tenermi sveglio, non lo stress. La consapevolezza delle cose orrende che ci eravamo urlati, l’averla sicuramente ferite, l’averle viste le lacrime velargli gli occhi.
In quel momento stava dormendo, o pensando, o piangendo, nella stanza accanto alla mia. Si era chiusa là quando era arrivata, e non ne era più uscita. Ed io non avevo fatto niente per favorire una riappacificazione.
D’un tratto, il mio udito percepì qualcosa. Come un senso di pericolo mi percorse le ossa, mentre affilavo l’udito per sentirlo di nuovo.
Stavolta si ripeté più forte. Un mormorio, una supplica. Il rumore di qualcuno che si agitava, di lenzuola smosse. Un pianto sommesso.
Mi ritrovai seduto senza neanche rendermene conto, e subito scivolai silenziosamente fino alla porta. Andai nel corridoio, e distinsi i rumori venire dalla... camera di Jane.
Il cuore cominciò a battermi forte, e le mie orecchie sembrarono non udire altro rumore. Aprii la porta un po’ violentemente per la paura.
Guardai nella stanza e vidi... Jane dibattersi nel letto in preda ad un incubo. Mi rilassai quasi immediatamente.
I miei film mentali in cui ladri si introducevano in casa, assassini torturavano Jane, si erano rivelati solo delle enormi fantasie, fortunatamente.
Mi affrettai allora a svegliare Jane dal brutto sogno. Sicuramente mi avrebbe ringraziato. Cominciai a scuoterle le spalle, prima delicatamente, poi più costantemente.
Le sue urla aumentarono di volume, il suo fiato si fece corto, cominciò ad agitarsi furiosamente e sudò in maniera incredibile.
«Jane...Jane...JANE!» esclamai, scuotendola con più fervore, spaventato. Lacrime scendevano da sole sul suo viso, contratto in una maschera di terrore.
«AAAAH!» urlò, scattando seduta e spalancando gli occhi, terrorizzata. Si guardò per qualche istante intorno, poi cominciò a singhiozzare e il suo pianto si fece disperato, come se svegliarsi non le avesse per niente portato sollievo.
La strinsi a me per consolarla, in pena per lei. La sofferenza sul suo viso era tale da scombussolarmi, da lasciarmi basito.
«Shh, sh, va tutto bene» sussurrai lentamente, cullandola. Lei, rimasta all’inizio fredda, mi abbracciò disperatamente.
Pianse tutte le sue lacrime, bagnandomi il petto nudo (ero solito dormire in boxer, e di certo prima non avevo pensato a vestirmi).
Ora che lo notavo, anche lei era prettamente in intimo, e per qualche istante mi sentii in imbarazzo. Poi però mi distrassi cercando di consolarla.
«Su, calmati, era solo un incubo» dissi, accarezzandole i capelli. Lei annuì e si staccò da me, asciugandosi il viso.
«Scusa, ti ho bagnato tutto» mormorò, prendendo il lenzuolo e usandolo per asciugarmi il petto.
«Vuoi raccontarmelo?» chiesi, riferendomi all’incubo. Lei tremò, percossa da un brivido di paura, poi scosse la testa.
«No, per favore, no. Mi basta già riviverlo ogni notte, non ho la forza di raccontarlo» rispose.
«Ogni notte?» domandai, preoccupato. Lei annuì, guardandomi negli occhi.
«Da tempo non dormo più un sonno tranquillo. È sempre interrotto da incubi...terrificanti» borbottò.
«Mi...mi dispiace» dissi, sincero. Lei mi fece un sorriso triste.
«Ora vai a dormire, ti ho tenuto sveglio abbastanza» affermò, abbassando lo sguardo. Ma io non volevo. Non volevo dormire se lei aveva incubi.
«Spero di non svegliarti di nuovo» aggiunse in un sussurro. E mi venne un’idea. Pazza, senza senso, pericolosa, ma, adesso che era venuta fuori, mi sarei sentito in colpa se non l’avessi comunicata a Jane.
«Che ne dici di dormire con me? Posso svegliarti ogni volta che avrai un incubo» proposi. Lei mi guardò, indecisa. Poi scosse la testa.
«Ti terrò sveglio, non ti farò dormire» si giustificò, rintanandosi sotto le coperte.
«Credi che riuscirò a dormire sapendoti qui, tutta sola, in preda agli incubi?» ribattei, costringendola a guardarmi negli occhi. Sospirò.
«Decidi tutto tu, vero?» sbottò, alzandosi e seguendomi nella mia stanza. Ma mi parve di vederle un sorriso.





Non capivo. Perché doveva essere così dannatamente difficile? Perché non potevamo semplicemente lavorare?
Invece, per un destino molto crudele, ci ritrovavamo lì, incapaci di segnare i nostri confini. Io lo avevo fatto, avevo messo dei muri davanti a me per proteggermi, poi erano arrivati gli incubi ed era venuto Harry. Ed io ero crollata.
Così mi ritrovai nel letto di Styles ancor prima di rendermi conto di ciò che avevo fatto. Lui, nel suo lato, si addormentò quasi subito.
Io, rannicchiata in una lato, dandogli le spalle, non volevo saperne di prendere sonno, andare incontro agli incubi.
Eppure, dopo poco, la stanchezza di anni passati a dormire poco e niente si fece sentire come ogni sera, e crollai.
Sangue dappertutto.
Occhi vitrei, corpo freddo.
Mal di testa, buio assoluto.
Aria che i polmoni non riescono a prendere.
Freddo.
Mani sconosciute, volti di estranei crudeli.
Dolore.
Voglia di morire.
Piacere ingiusto, punito con altro dolore.
Un urlo stridulo e ininterrotto. Il mio.
«Ehi, Jane! Jane? Va tutto bene, era solo un incubo... Jane? Svegliati...!». Qualcuno mi scosse, mi portò via da quel mondo deforme. Aprii gli occhi.
Harry pensai, vedendo il suo volto nel buio. Mi rilassai impercettibilmente. Se c’era lui, allora non dovevo soffrire. Il suo volto non era nei tanti, lui non era nell’incubo.
Venne il tremore, l’incapacità di parlare, il bisogno di calore per andare avanti, per capire che tu non sei morta e non devi desiderare ciò.
Harry mi abbracciò, mi cullò, mi sussurrò parole dolci all’orecchio, mi fece sentire a casa, tra le bracci di mia madre.
«E adesso dormi, Jane» mi sussurrò infine. Allarmata, lo strinsi a me.
«Canta» fu l’unica cosa che riuscii a dire. La sua profonda voce mi cullò mentre mi addormentavo. Quella ninna nanna sapeva di pace.





Un colpo di vento smosse la tenda ed un raggio di sole mi colpì dritto in viso, svegliandomi. Feci una smorfia, infastidito.
Aprii gli occhi sbattendo le palpebre e mi abituai alla luce. Guardai la stanza e poi mi fermai su Jane, appoggiata al mio petto.
Aveva un’espressione serena, quasi felice, angelica e così dissonante a quella di poche ore prima. Solo una cosa era comune ai due momenti: Jane sembrava indifesa in entrambi i casi.
Avevo voglia di proteggerla, anche, e specialmente, dai suoi incubi, di tenerla stretta tra le mie braccia e fare da scudo alle varie minacce.
Chissà quali erano i suoi incubi, che mostri li popolavano, quale esperienza li aveva scaturiti. Ma non potevo chiederglielo, ieri era stata esplicita. Era una cosa tanto grande da provocarle dolore al solo ricordare.
Lo schermo del mio cellulare si illuminò, mentre cominciò a vibrare. Lo presi e vidi la chiamata. Strisciai fuori dal letto attento a non svegliare Jane e andai in cucina.
«Pronto?» risposi sottovoce.
«Appena sveglio?» esclamò Paul euforico, trapanandomi il timpano dell’orecchio destro.
«Indovinato» feci con voce per niente allegra.
«Bene, ho una supernotiziona per voi: il circo ha concesso una settimana di ferie a Jane, che passerà tutto il suo tempo con te!» annunciò Paul, allungando la ‘u’ di ‘tutto’ in maniera esagerata.
Non seppi come prendere la notizia. Il giorno prima era stato... stressante. Avrei passato una settimana del genere? Oppure Jane avrebbe deciso di mostrarsi simpatica? Non lo sapevo.
«B-bene» balbettai, imbarazzato. Sentii Paul sbuffare.
«Cos’è, non ti piace passare intere giornate con quell’amor di ragazza?» chiese irritato. “AMOR DI RAGAZZA”?! Come faceva Paul a dirlo? Non aveva trascorso molto tempo con lei. IO potevo cominciare a parlarne. E mi sembrava solo lunatica.
«Io aspetterei a definirla così» ribattei io.
«Sentiamo, cos’ha che non va?» domandò Paul con voce stanca.
«È lunatica, non so mai se il momento dopo darà felice o triste o arrabbiata! Non so bene quando finge o quando è vera, e quando è arrabbiata con me è rigida e me lo fa notare per complicarmi la vita!» ammisi.
«La conosci da quanto? Una settimana? E quanto siete stati insieme? Due giorni? Aspetta per parlare. E poi, è una donna. Ti assicuro che tutte le donne sono così... imprevedibili» fece Paul.
«Ecco il motivo per cui io sono gay» borbottai fra me e me.
«Va beh, ti lascio riposare Harry. Tra qualche ora al massimo dovrebbero arrivare i nuovi copioni, fatti proprio in questo momento» mi informò, chiudendo direttamente la chiamata senza aspettare la mia risposta.
Sospirai, guardando il telefono. Poi mi avviai verso la mia stanza. Jane era nella stessa posizione di quando l’avevo lasciata, ma aveva un’espressione corrucciata, tra l’arrabbiato, l’infastidito e l’addolorato.
Mi infilai di nuovo sotto le coperte e mi affrettai a svegliarla. Non volevo che avesse un altro incubo.
«Jane?» sussurrai, e lei spalancò gli occhi all’istante.
«Harry...» mormorò, con la voce impastata dal sonno.
«Stavi facendo un altro incubo? Ti ho vista che...» cominciai a dire.
«No, no» mi interruppe. «Non era il solito incubo. Era diverso, e non era proprio un incubo. Ero chiusa in una stanza buia e sentivo una voce... la tua, che parlava di me. Dicevi che ero lunatica e cose del genere, e qualcosa sul perché eri gay...» mi raccontò Jane.
Io mi ghiacciai immediatamente. Jane mi aveva sentito. Aveva avvertito la mia telefonata e il suo subconscio l’aveva trasformata in un sonno. Cercai di non far notare la mia rigidezza.
«Che sogno strano...» e tentai una risata, che risultò stridula e forzata.
«Scusa, devi sentirti in imbarazzo» si scusò, interpretando così la mia improvvisa rigidità.
«No, non ti preoccupare» risposi. Lei annuì, poi si riavvicinò e si accucciò nella stessa posizione che aveva quando mi ero svegliato.
«Stanotte ho dormito bene, tutto sommato. Solo due incubi, è una specie di record. Mi canti di nuovo quella ninna nanna?» mi chiese chiudendo gli occhi.
Io presi fiato e cominciai. Cantare per lei era piacevole.

“Piccola bimba che corri nel prato
Torna qui presto, il buio è calato
Al riparo dall’oscurità, in un letto caldo
Stai per dormire, qui sana e salva
Dormi, piccola, che domani è vicino
Dormi, piccola, un bel pisolino
Così starai bene e sarai contenta
Per un’altra giornata che trascorrerà lenta”






«È bellissima» sussurrai.
«Me la cantava sempre mia madre prima di dormire» mi confessò. Sorrisi, abbracciandolo.
«Voglio stare così, qui per sempre. A riparo dagli incubi con te» ammisi.
«Beh, possiamo farlo finché non arrivano i copioni» disse lui.
«Copioni?» chiesi aprendo un occhio solo.
«Ah vero, non te l’ho detto. Ha telefonato Paul, ha detto che il circo ti ha dato una settimana di pausa e che la devi trascorrere con me» mi informò. Perfetto, una settimana col riccio e i dementi pensai. Sperai di uscirne viva.
Aprii la bocca per fare una battuta delle mie e magari cominciare un bel grande litigio, ma la porta d’ingresso si aprì e il suo scatto mi interruppe. Aprii entrambi gli occhi e guardai Harry preoccupata.
«Chi è, Harry?» domandai, timorosa.
«Sarà Marta, la signora delle pulizie» disse alzando le spalle.
«Devo andarmene? Dovremmo vestirci?» chiesi, ancora più preoccupata. Lui scosse la testa, calmo.
«Se ci vedrà nello stesso letto, stai sicura che lo saprà già mezza Londra prima di sera. Ed è quello che vogliamo, no?» fece. Io annuii, perché aveva ragione: era quello che volevamo.
«Quindi dobbiamo farci trovare nudi?» sussurrai, un po’ intimidita dal dire la parola ‘nudi’ ad alta voce, anche se non mi ero mai fatta grandi problemi prima di allora.
La risata di Harry, sincera, risuonò in tutta la stanza rimbalzando tra le pareti. Una bellissima risata. Arrossii violentemente.
«Harry? Sei nella tua stanza?» chiese la voce di Louis, dietro la porta. Io ed Harry ci guardammo negli occhi, allarmati, mentre la porta si apriva cigolando.


 

Nila's Corner

Scusate se vi lascio col fiato sorpreso, ma oggi ho deciso così u.u

Comunque, come va? Spero bene :) Io sì.
Forse (molto forse) se mi basta il tempo pubblico anche il capitolo successivo. Così, tanto perchè non voglio lasciarvi in sospeso per molto, so che è una brutta sensazione. Io l'ho provata poco fa. Mi stavo leggendo una fafinction, After, e se non la conoscete beh, è inglese ma molte la traducono in italiano e la postano su efp. Una aveva anche finito di tradurre la prima serie, ed io ero arrivata a leggere il capitolo 65. Oggi mi connetto, lo cerco e scopro che efp l'ha bannata perchè non aveva il permesso dell'autrice. L'autrice ha dato il permesso solo ad una ragazza che è arrivata al 47esimo capitolo. E io sono nel panico T.T
La ninna nanna è farina del mio sacco, comunque, l'ho inventata sul momento. Diciamo che me la cavicchio a scrivere poesie, amavo farlo alle elementari ma poi ho tralasciato. 
Comunque, ora vi lascio che ho fisica da studiare,

Bye

P.S. Grazie a tutte voi lettrici. Mi scuso se ho potuto rispondere solo a metà recensioni, sono un po' impegnata. Cercherò di rispondere a tutte al più presto :)
P.P.S. Ma che mi dite del trailer? Vi piace? Per chi non lo sapesse, il link è questo:
http://www.youtube.com/watch?v=bitFaA9Pwxw&feature=youtu.be
  
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