Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: mieledarancio    23/04/2008    13 recensioni
Quella situazione era assurda. Era impossibile che stessero passando le pene dell'inferno per colpa di un dannatissimo libro dalla copertina nera. Non poteva essere reale.
È solo un incubo, soltanto un fottutissimo incubo. Presto ci sveglieremo e torneremo alla nostra vita continuava a ripetersi Tom insistentemente, cercando di auto-convincersi.
Ma purtroppo quello era tutt'altro che un incubo: il libro era reale, la storia pure.
{ Certi libri non dovrebbero mai essere letti }
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
02. Not dead





«Le porte sono tutte chiuse!», urlò Gustav, cercando di sovrastare tutto il rumore che si era creato intorno ai quattro amici.

Il ragazzo biondo continuava a tirare la porta e a girare la maniglia, ma era tutto inutile: anche con tutta la forza del mondo quella porta non si sarebbe mai aperta. Bill, ancora seduto a terra con il libro aperto fra le mani, non riusciva a mettere a fuoco la situazione. Sembrava che non si accorgesse affatto del putiferio che si era scatenato in quella stanza, quasi si stesse formando un tornado. Il moro era talmente incredulo per quel fatto che non riuscì nemmeno a reagire, o a dire qualsiasi cosa. Era come una statua di pietra.

«Bill, fai qualcosa!», gli urlò contro Tom.

Io?


Finalmente si decise ad alzare la testa e ad osservare in faccia i suoi compagni. «Cosa dovrei fare?», chiese scettico, preso improvvisamente da un'ondata di paura.

«Sei tu quello che ha letto il libro! Saprai cosa c'è scritto, no? Cosa dobbiamo fare per fermare tutto questo?», gli domandò il gemello.

Bill fece vagare lo sguardo per tutta la stanza, in cerca di una soluzione. Il libro non diceva niente su questo avvenimento. Era finito tutto all'improvviso. Perché qui nella realtà non accade?

Non sapeva cosa fare, la storia non lo aiutava affatto.

Forse dobbiamo solo aspettare
pensò fiducioso.

Ma i minuti passavano e la situazione era sempre la stessa. Anzi, peggiorava sempre di più.

«Aiuto!».

L'urlo di Gustav risvegliò Bill dai suoi pensieri. L'amico era attaccato alla porta, come se ci fosse incollato sopra. Sembrava che lo volesse risucchiare.

«La porta mi tiene stretto, non riesco a staccarmi!», urlò ancora il ragazzo.

Tom e Georg si precipitarono immediatamente a dargli una mano. Il chitarrista prese Gustav per la schiena e il bassista si piegò per afferrargli le gambe. Insieme cominciarono a tirare, ma questo non servì a nulla: il batterista rimase ugualmente attaccato alla porta e, insieme agli altri due compagni, continuava ad urlare per lo sforzo e per la paura.

«Bill! Chiudi il libro!», urlò ancora più forte Tom.

Il rumore che c'era in quel momento era insopportabile, tremendamente assordante. Bill non capì subito quello che gli aveva detto il gemello.

«Bill!», urlò Georg.

Il cantante fu costretto a mettersi le mani sulle orecchie per resistere a tutto quel frastuono. Non capisco, mi fanno male le orecchie.

«CHIUDILO!».

Questa volta la voce di Tom arrivò alle orecchie del fratello. Bill non aspettò un secondo di più. Fece tutto molto rapidamente, in modo da non sentire ancora male ai timpani. Tolse le mani dalle orecchie, afferrò il libro sul pavimento e lo chiuse con un colpo secco. Fu un attimo. Tutto cessò improvvisamente: il vento, i tuoni, i lampi, ogni singolo rumore scomparve e così anche ogni altra cosa anomala. Gustav si staccò di botto dalla porta, cadendo addosso a Tom, che non resse il peso dell'amico e finì disteso a terra con sopra sia il bassista che il batterista.

«Cazzo!», esclamò, dopo aver sbattuto la testa sul pavimento di legno. «Levatevi!», sbraitò poi, rivolto ai due amici che lo stavano schiacciando.

Gustav e Georg si tolsero immediatamente, ma non ebbero la forza di rimettersi in piedi: erano troppo stanchi.

Tom, invece, aveva ancora abbastanza energie per parlare al fratello con estrema ostilità. «TU! Adesso mi spieghi che cazzo significa tutta questa storia! Il libro non può aver preso vita, è una cosa illogica e impossibile!».

Bill lo fissò scettico, cercando di controllare i battiti del proprio cuore agitato. «E quello che è appena successo ti sembra normale? Trovala tu una spiegazione sensata, io ne so quanto te».

Il chitarrista fece per controbattere, ma si bloccò, abbassò gli occhi e scosse la testa esausto.
Rimasero per qualche secondo in silenzio, poi Tom tornò a parlare, ma questa volta con più calma.

«Okay, allora... se è vero che tutto questo è come nella storia e che il libro ha preso davvero vita, sarà facile uscirne fuori. Insomma, Bill ha letto il libro, quindi si presume che sappia tutto quello che potrebbe succederci, ma, soprattutto, come tirarci fuori».

Bill socchiuse gli occhi e scosse leggermente la testa. «Sì, so quello che potrebbe succederci, ma non conosco il modo per tirarci fuori di qui. Non ero ancora arrivato al finale».

«Beh, leggilo adesso e tiraci fuori», replicò Tom.

Bill lo guardò scettico ed incredulo. «Non hai visto cosa succede quando apro il libro? Vuoi forse che si ripeta di nuovo?».

Il chitarrista alzò gli occhi al cielo e sbuffò esasperato. Gustav e Georg osservavano la scena ancora distesi a terra.
Passarono alcuni minuti di silenzio in cui nessuno si guardò più in faccia.

Poi Georg decise di rompere la tensione che si era formata fra i due gemelli Kaulitz e di parlare di cose serie. «Quindi che facciamo?», chiese con calma.

Bill ci pensò un po' su, poi tornò a guardare l'amico. «Proviamo lo stesso ad uscire fuori di qui in base a quello che so. Mi ricordo la storia, quindi i pericoli dovrebbero essere minori».

Gli altri tre compagni annuirono dopo un po'.

«Okay, allora qual è la prima mossa?», chiese Gustav, un po' inquietato da tutta quella faccenda.

«Innanzitutto, usciamo da questa stanza, poi andiamo a cercare David, il signor Bürk e i suoi colleghi. Gli sarà sicuramente successo qualcosa, altrimenti ci avrebbero già raggiunto», commentò Bill, alzandosi in piedi e prendendo il libro nero in mano, stando ben attento a non aprirlo di nuovo.

«C'è solo un piccolo problema, però: la porta è chiusa», disse Georg, osservando quel grande pezzo di legno scuro che li teneva imprigionati all'interno della stanza.

Improvvisamente la porta si aprì con un leggero scatto della serratura. Lentamente si spalancò e lasciò via libera ai ragazzi. Tutti e quattro gli amici guardarono l'entrata stupiti, non credendo ai propri occhi.

«Si è aperta... da sola».

La voce di Gustav tremava appena, troppo sconvolto dall'accaduto.

«Questo è niente, Gustav. Ci aspettano cose molto più strane di questa», commentò Bill, tremando al pensiero della storia del libro.

«Di sopra c'è il bagno, è lì che dovrebbero essere gli altri», disse poi Tom, mettendosi in testa agli altri tre compagni. «Andiamo».






Il bagno si trovava in fondo ad un lungo ed immenso corridoio, insieme ad altre tante porte. L'unica differenza era che quella del bagno era la sola ad essere aperta. Il corridoio era buio, così come l'interno della stanza. Era difficile camminare in mezzo all'oscurità, ma, soprattutto, inquietante.
Tom entrò dentro per primo, seguito poi in ordine da Bill, Georg e Gustav. Avanzavano lenti, tastando appena quello che li circondava.

«È così buio», sussurrò piano Georg.

«Ci sarà una luce, ma non riesco a trovarla», gli rispose pronto Tom.

Gustav e Bill erano quelli che avevano più paura di tutti. Il cantante non si azzardava neanche a tastare le pareti della stanza, il batterista invece lo faceva, ma con molta lentezza. Poi, ad un tratto, la sua mano toccò qualcosa di bagnato e freddo. Si bagnò le dita e le fece scorrere in quel liquido strano.

«Ho l'impressione di aver messo una mano dentro alla vasca del bagno. Però è strano che sia piena d'acqua. Chi ce l'ha messa?», informò gli altri tre amici.

Tom e Georg non risposero, ma non si meravigliarono più di tanto.

Bill, invece, cominciò a pensare. Una vasca con l'acqua?

I suoi occhi si sbarrarono improvvisamente nel buio e, anche se gli altri non potevano vederlo, il
colore della sua pelle diventò bianco cadaverico.

«GUSTAV, NON TOCCARLA! NON È ACQUA, È SANGUE!», urlò con tutta la voce che aveva in corpo.

L'amico biondo sbiancò in volto e ritrasse immediatamente la mano, terrorizzato e disgustato. Tom e Georg si bloccarono di scatto, non credendo alle proprie orecchie. Poi la luce si accese improvvisamente, rivelando una scena davvero terrificante.

«OH MIO DIO!», urlò Gustav con tutta la voce che aveva in gola.

Tom e Georg si allontanarono il più possibile dalla vasca piena di sangue, fino ad arrivare con le spalle appoggiate al muro; il batterista fece lo stesso, trattenendo un conato di vomito e cercando di non guardare la scena macabra che si parava davanti ai loro occhi. Bill, invece, era l'unico che aveva ancora il coraggio di guardare la storia, che fino a poche ore prima lo aveva attratto così tanto, prendere vita sotto i propri occhi. Il volto pallido ed incredulo osservava l'interno della vasca.
La cosa più orribile e agghiacciante non era il sangue di per sé, ma ciò che vi galleggiava dentro: un corpo, un corpo informe e squartato brutalmente. Gli organi galleggiavano sulla superficie dell'acqua rossa, nascondendo il volto di quell'essere morto.
Bill cominciò a tremare, ripensando alla storia e a quello che poteva ancora succedere loro. Piano si avvicinò ancora alla vasca, chinandosi un poco e protendendo una mano verso l'organo che gli impediva di vedere chi fosse quella persona morta. Dovette trattenere il disgusto e i vari conati che cercavano di prendere il sopravvento sul suo corpo, a causa dell'odore insopportabile di putrido che aleggiava nel bagno.

«Bill, che fai?», lo chiamò il gemello preoccupato e scandalizzato allo stesso tempo.

Ma il cantante non lo ascoltò, era come ipnotizzato. Con la punta del dito scostò l'organo, poi osservò confuso un ammasso informe di pelle che sarebbe dovuta essere la faccia.

Assomiglia a...


«Cazzo!», urlò con gli occhi sbarrati ed il volto pallido come un cencio.

Si allontanò di colpo, stringendosi agli altri tre compagni ed evitando di guardare ancora quel corpo così famigliare.

Tom, invece, trovò il coraggio per fare un passo avanti ed esaminare bene il viso sfigurato. «È... il signor Bürk», riuscì a malapena a dire.

La voce gli tremava.

«Chi è stato, secondo voi?», chiese Georg esitante, tirando Bill dietro la sua schiena, in modo che il moro non potesse guardare ancora.

«Sarebbe più appropriato dire cosa
è stato», gli rispose Tom, tornando vicino al fratello e prendendolo delicatamente per un braccio. «Andiamocene da qui. Subito», disse poi, attirandolo verso la porta.

Bill abbassò lo sguardo sul pavimento, mentre Tom, Gustav e Georg uscivano fuori dal bagno. Se il signor Bürk è morto... allora anche David e gli altri potrebbero...

Ma non ebbe il tempo di formulare questo pensiero nella sua mente, perché qualcosa lo aveva afferrato saldamente per il polso destro. Bill girò la testa di scatto, spaventato a morte da ciò che gli impediva di andarsene da quel bagno. Il signor Bürk si era improvvisamente alzato a sedere sulla vasca, riemergendo e buttando fuori l'acqua mista al sangue. Urlava, emetteva versi incomprensibili e cercava di attirare verso di sé Bill, strattonandolo con violenza.

Il cantante osservò quello che rimaneva degli occhi dell'uomo. Il suo corpo morto è posseduto pensò con terrore, cercando di attaccarsi allo stipite della porta per non avvicinarsi a quel mostro.

Si voltò dall'altra parte, cercando di richiamare l'attenzione di Tom, Gustav e Georg, ma loro erano già usciti dal bagno ed erano già nel corridoio. I tuoni della tempesta fuori da quella casa coprivano i rumori provocati da tutto quel disordine, impedendo ai tre compagni di accorgersi di cosa stesse succedendo al loro cantante. Bill allora aprì la bocca per urlare, ma il corpo del signor Bürk si era fatto più vicino e gli aveva tappato la bocca con un mano, prima che il moro potesse fare qualsiasi cosa. Il terrore invase tutto il corpo di Bill, impedendogli di ragionare e di pensare ad un modo per liberarsi. Il signor Bürk continuò a tappargli la bocca con una mano e con l'altra strinse il collo del moro, tirandolo ancora di più verso la vasca. Gli buttò la testa sotto l'acqua sporca di sangue: lo voleva affogare. Bill si dimenava, scalciava e mollava pugni e schiaffi al corpo dell'uomo, ma quello sembrava insofferente. Il cantante aveva paura, una paura immensa, e, in più, cominciava a mancargli l'aria. Ormai il suo corpo era completamente dentro la vasca, immerso nel sangue.

Non ce la faccio. Non respiro
pensò Bill, mentre i suoi movimenti si facevano sempre più lenti.

I suoni alle sue orecchie si facevano più attutiti, gli occhi si stavano chiudendo e il suo respiro ormai non esisteva più. Stava morendo.

È finita.


Ma improvvisamente accadde qualcosa. Il sangue in cui era immerso ricominciò ad uscire dalla vasca da bagno, rendendo il pavimento ancora più bagnato e scivoloso. La mano del signor Bürk lasciò la presa sul collo di Bill, lasciandolo libero ed allontanandosi dal suo corpo. Il cantante ormai non aveva neanche più la forza per riemergere, ma due mani forti lo afferrarono per le spalle e lo aiutarono ad uscire da tutto quel sangue.

«Bill!».

Quella voce era inconfondibile e così rassicurante per il moro.

Tomi...


«Cazzo, Bill, riprenditi! Respira!».

Tom fece sdraiare il gemello sul pavimento bagnato e gli scostò i capelli dal volto per permettergli di respirare meglio. «Avanti, fratellino!».

Ma Bill non si svegliava e non dava alcun segno di vita.

«Ti prego, svegliati».

Il tono di voce del rasta si faceva sempre più disperato. Prese il moro fra le sue braccia e lo tenne stretto per qualche secondo, cercando di non farsi prendere dal panico. Gustav e Georg guardavano preoccupati quella scena, fermi sulla soglia della porta, incapaci di fare qualsiasi cosa.

«Bill!», urlò Tom.

Questa volta Bill si riprese. Tossì più volte, sputando acqua rossa e respirando più aria possibile. Si guardò attorno spaesato, alzando e abbassando le palpebre in continuazione. Quando i suoi occhi incontrarono quelli identici del gemello, sorrise e si strinse più forte a lui.

«Grazie», disse ancora, tossendo un poco.

Tom sorrise appena, ricambiando l'abbraccio del fratello e cercando di non mostrare una lacrima che minacciava di scorrere sulla sua guancia da un momento all'altro. «Dai, in piedi», disse il chitarrista, ricomponendosi e aiutando Bill ad alzarsi e a rimanere dritto in piedi.

Bill rivolse un'occhiata al corpo del signor Bürk, immerso ancora una volta nell'acqua.

Tom seguì il suo sguardo. «L'ho sistemato per le feste quel figlio di puttana», disse con disprezzo, mentre portava fuori il gemello da quel bagno.

Gustav e Georg sospirarono rassicurati, dando piccole pacche sulle spalle di Bill.

«Tutto bene?», chiese il bassista al moro.

Bill sorrise per tranquillizzarlo ed annuì col capo, poi rivolse uno sguardo a Tom, che lo sorreggeva ancora. «Eri preoccupato per me?», gli chiese con un sorriso beffardo.

Il rasta voltò il capo per non mostrare le guance improvvisamente rosse. «Per niente. Ma, d'ora in poi, tu resterai vicino a me in qualunque posto andremo e, se ti vedo allontanare anche solo di un metro, sarò io ad affogare te», disse con voce acida.

Bill non poté far a meno di lasciarsi scappare un sorriso a quelle parole del gemello.
Cerca sempre di negarlo, ma si vede che si preoccupa continuamente per me.

«Ragazzi, adesso che facciamo? Insomma, il signor Bürk è morto, ma non abbiamo ancora trovato David e gli altri. Come procediamo?».

A quelle parole di Gustav tutti e quattro i ragazzi si rattristarono. Erano preoccupati per il loro manager e pensare che potesse essere morto gli spezzava il cuore.

«Andiamo a cercarli», esclamò Tom con tono deciso e autoritario. «Ormai ci siamo dentro, quindi cominciamo ad esplorare questa casa degli orrori e a cercare gli altri. D'altronde, non possiamo fare altro».

Bill, Gustav e Georg annuirono col capo e insieme si avviarono verso la nuova stanza: il salotto.









   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: mieledarancio