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Autore: You only live once_    10/11/2013    3 recensioni
'Di già Zayn?' ridacchiò Niall, facendomi notare il moro intento a fumare avido una canna d'erba. 'Dammene un tiro ' gli impose Louis, prendendogliela per poi restituirla subito ad uno Zayn irrequieto. 'Dovresti evitare almeno a scuola' sussurrai arrossendo.
'Sta zitta' biascicò infastidito.
[...]
"Viene anche Jess oggi" urlai affacciandomi dalla porta della mia camera, consapevole che Harry mi avrebbe sentita.
Richiusi la porta e mi buttai sul letto per poi sospirare.
La porta si aprì di scatto e due occhi identici ai miei mi guardarono spiritati.
"Cosa?" chiese sperando di aver capito male.
"Mi dispiace ok? Non sono riuscita ad evitarlo, la terrò lontano da tutto" gli promisi dispiaciuta.
"E' sotto la tua responsabilità, e se domani qualcuno a scuola saprà.."
"Nessuno Harry, te lo giuro!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente, quando mi svegliai, fui felice di realizzare che fosse sabato e pertanto non avevamo scuola.
Mi alzai con la tranquillità che rimpiazzava la frenesia dei giorni scolastici, e scesi in cucina a fare colazione. Mi stupii di trovare Harry già in piedi, nonostante fossero le dieci di mattina. "Già sveglio?" chiesi stupita, annuì baciandomi il capo e porgendomi una tazza di latte, che si preoccupò di versarmi con tanto di cereali.
"Mangia, altrimenti non hai le forze di uscire con il tuo Zayn" mi sbeffeggiò facendomi arrossire, sapevo che quel momento sarebbe arrivato.
"Non è il mio Zayn e non penso capiterà ancora di uscire insieme" il tono della mia voce era fermo e sicuro, ma infondo ero abbastanza insicura delle mie parole.
"Vedremo.." disse enigmatico prima di andarsi a fare una doccia. Io, dopo essermi lavata e vestita, mi rintanai in camera a fare i compiti.
Avetti il lusso di saltare il pranzo, dato che Harry era fuori, e mi sentii meglio. Mi stesi sul letto e mi appisolai, per poi svegliarmi e terminare i compiti. La mia vita era di una frenesia esilarante e il mio sarcasmo sempre più evidente.
 

"Cavolo Harry, i tuoi ci cacceranno a calci un giorno di questi" disse Niall mentre Harry girava le chiavi nella toppa di casa sua, ed aveva ragione. Eravamo sempre a casa sua e i suoi non dicevano mai niente, anzi la madre ne era entusiasta. Tutti ridemmo, dando pacche di assenso al biondo, la cui risata sovrastava quelle di tutti noi. "Sono ancora a lavoro e poi lo sapete che mamma vi adora. Mangiate qui?" e giù di lì con le risate, ma dopo accettammo.
Ci posizionammo come di routine sul divano, accendendo la nostra amata xbox per una partita di calcio. I primi a battersi erano Niall e Liam, anche se non c'era gioco contro Niall, era imbattibile. "Vado al bagno" informai i buzzurri dei miei amici che, concentrati com'erano non mi rivolsero molta attenzione. Salii le scale e attraversai il corridoi, fermandomi a destinazione.
La porta era socchiusa e la luce usciva dallo spiraglio che mi lasciava intravedere parte della stanza. Spinsi lentamente la porta per non far rumore, e mi appoggiai allo stipite con le braccia conserte. Era davvero bellissima piegata in due sui libri di scuola con i capelli in disordine a furia di tutte le volte che vi aveva passato le mani. Le labbra erano arricciate e le sopracciglia corrucciate in un'espressione concentrata. Scrisse velocemente qualcosa e poi sorrise soddisfatta, chiudendo il quaderno. "Pare ti sia riuscito" dissi riferendomi all'esercizio. Kate sobbalzò dalla sedia e , con una mano poggiata sul petto come a voler rallentare i battiti del cuore, si girò accigliata verso di me.
"Come stai?" le chiesi con sorriso sghembo. "Cosa ci fai qua?" non riuscii ad interpretare il suo tono di voce. "Sono sempre qui, Katie" mi scappò un sorriso dolce del quale subito cercai di sbarazzarmi.
"E comunque di sotto ci sono anche gli altri, ceniamo qui" l'aggiornai.
"Oh, certo" mi parve come se fosse caduta dalle nuvole, aveva un'espressione stralunata che mi fece tenerezza.
"Quindi?" insistetti. "Quindi cosa?" domandò ancor più confusa. "Come stai?" ripetei. "Oh bene" rispose finalmente, andandosi a sedere a centro del suo letto di una piazza e mezzo.
"E smettila di mantenere la porta" guardai confuso prima lei e poi me, prima di realizzare che si riferiva alla mia posizione. Sorrisi scuotendo il capo ed, entrando in camera, mi chiusi la porta alle spalle. "A te tutto bene?"  chiese con la dolcezza tipica del suo essere.
Annuii e continuai a fissare quei lineamenti perfetti seppur sciupati; i capelli foltissimi di un colore che oscillava tra il rossiccio e il castano, le ricadevano sulle spalle esili e sulla schiena. Le labbra erano leggermente schiuse, dalle quali si intravedevano i denti perfetti. Gli occhi erano una cosa che nemmeno avevo voglia di descrivere, data la mia incapacità nel farlo. Mi avvicinai senza avere nemmeno controllo delle mie azioni e le spostai una ciocca che le ricadeva sugli occhi, impedendomi la visuale ai suoi pozzi verdi. Scostò di pochissimo il viso facendo scontrare le mie labbra contro la sua pelle candida, sorrisi amaro nel bacio.
Mi allontanai leggermente risentito di quel gesto, le sue guancia rosse erano ormai tipico di quando eravamo insieme. "Scusa" fu un sussurro impercettibile.
"Non devi scusarti di niente Katie" la rassicurai. "Smettila di essere gentile e premuroso, perché quando tornerai te stesso io mi sarò abituata a questo Zayn e ci rimarrò male. Non prendermi in giro, non sono una stupida..non una qualunque almeno" il suo discorso era sensato, aveva ragione.
Anche se non sapeva la parte più importante, ovvero che non la stava prendendo in giro, ma stavo solo facendo quello che sentivo.
Ma questo non glielo avrei detto. Mi alzai dal letto scesi di sotto dai ragazzi senza aggiungere altro.
 "Tutto bene la pipì?" chiese Harry con lo sguardo di chi la sa lunga. "Non è solo pipì" risposi stizzito, non capendo nemmeno io le mie stesse parole.
 
Quando scesi verso ora di cena al piano inferiore, trovai una folla che mi confuse. In realtà erano solo i ragazzi, più i miei genitori che erano appena rientrati dal lavoro; mio padre mi lasciò un bacio prima di scappare al piano superiore per farsi una doccia, mentre mia madre me ne lanciò uno prima di dirigersi in cucina.
Mi diressi in salotto e mi sedetti sul divano, tra Liam e Niall, e appoggiai il capo sulla spalla del primo. Sospirai stanca, anche se non avevo fatto nulla per tutto il giorno, ma l'ozio si sa..è il padre dei vizi. "Cos'è questo sospirone?" chiese Liam con voce buffa, ridacchiai e scossi il capo. Mi lasciò un bacio sulla guancia prima di iniziare ad accarezzarla, sorrisi al suo tocco delicato. Sentii qualcosa bruciarmi la pelle e, facendo vagare lo sguardo per la stanza, incrociai quello di Zayn che si scontrò nel mio. Inaspettatamente non lo distolse ma mantenne il contatto visivo; mi sentii leggermente in imbarazzo.
Nessuno in quella stanza era a conoscenza del nostro incontro intimo della sera precedente, eccetto forse mio fratello. Arrossi solo all'idea.
Quando mia madre ci venne a chiamare per la cena, ridavamo tutti alle imitazioni di Louis, con tanto di mosse ridicole.
Ci spostammo in cucina senza smettere di ridere, mentre mia madre faceva le porzioni. Presi posto alla mia solita postazione di fianco a mio padre e , inaspettatamente, fui affiancata da Zayn. Alla fine del primo piatto, del quale consumai con riluttanza la metà della metà, sentii la mano di Zayn carezzare la mia gamba fino a raggiungere la mia mano che avevo poggiato su di essa, sotto il tavolo. Dilatai leggermente gli occhi, sorpresa da quell'azione; ma mi beai per un po’ di quel contatto morbido. Zayn ed Harry si scambiarono uno sguardo che non riuscii a decifrare nel momento esatto in cui ritrassi la mia mano da quel contatto che mi imbarazzava. "Zayn ti dispiacerebbe salire in camera mia a prendere quelle cose che dobbiamo far vedere a mio padre?" la domanda di Harry sovrastò il chiacchiericcio generale, attirando l'attenzione di tutti. Il moro al mio fianco si alzò, dopo aver annuito con un sorriso sghembo in direzione del riccio.
"Oh aspetta, portati Kate perché solo lei sa dove conservo le cose a cui tengo" corrucciai le sopracciglia incredula del fatto che Harry avesse mostrato il suo posto segreto a qualcun'altro che non fossi io. Seguii il moro silenziosamente, e fu solo quando eravamo nel corridoio del piano superiore che realizzai del fatto che fosse solo un tentativo di farci stare da soli. Quando entrammo in camera di Harry e Zayn chiuse la porta, decisi di chiedere e vedere se le mie supposizioni fossero fondate. "Non c'è nessuna cosa da prendere, vero?" la mia domanda risoluta, ma non troppo, fece nascere un sorriso sulle labbra perfette del moro che annuì lentamente, come se volesse prevedere una mia reazione. "Senti Zayn -dissi lentamente- smettila di comportarti in questo modo, sappiamo entrambi che tu non sei così" finalmente diedi vita ai miei pensieri rendendolo partecipe. "Così come?" la sua voce era inflessibile e sicura.
"Così come se ti importasse, come se fosse normale questo tuo comportamento gentile nei miei confronti. Non dire che é normale, perché non l'hai mai fatto" mi costrinsi a fermarmi per evitare di dire qualcosa che, scappando dalle mie labbra, avrebbe potuto ferirlo. "Concedimi solo un altro appuntamento, ti farò cambiare idea. Domani pomeriggio" "Ho da fare" risposi prontamente. "Cosa?" mi mise alla prova, non avendo pensato ad una scusa valida dovetti dire la verità.
"Ho la visita dallo psicologo e si, lavora anche di domenica, solo per me dato che è un amico di papà" i suoi occhi si strinsero in due fessure.
"Ti accompagno e ti aspetto, non fare obbiezioni" decise. "Lo stai facendo di nuovo..comandarmi" non aspettai una risposta perché non la volevo, e mi rintanai in camera. Sbuffai pesantemente e mi stesi sul letto.
 
Quella mattina mi svegliai particolarmente scocciata, perché oltre all'agitazione dovuta alla visita dallo psicologo, si era aggiunto questa specie di appuntamento con Zayn, che incrementava la mia ansia. Mi alzai molto presto, nonostante fosse Domenica, feci una doccia veloce per poi vestirmi. Non mi impegnai nemmeno a decidere cosa indossare, un jeans con felpa sarebbero andati più che bene. Quando scesi a fare colazione non mi stupii di trovarvi mio padre, il mattiniero della casa, intento a leggere il suo giornale mentre sorseggiava una tazza di caffè nero fumante. "Buongiorno" lo salutai lasciandogli una bacio sulla guancia, prima di afferrare un bicchiere e riempirlo d'acqua. Sembrava non bevessi da un secolo, quando mi dissetai. Un messaggio fece vibrare il mio cellulare posto sul piano dell'isola, guardai il mittente prima di aprirlo.
Buongiorno  a che ora è l'appuntamento? -Z xx
Sorrisi istintivamente al pensiero che si fosse svegliato così presto solo per accompagnarmi.
 Ce la fai ad essere qui in mezz'ora?
Risposi velocemente, attirando l'attenzione di mio padre. "Chi è a quest'ora?" la parte indiscreta gli fallì miseramente, dato che si sentiva la gelosia nella sua voce. "È Zayn, si è offerto di accompagnarmi" sussurrai terribilmente imbarazzata. "Da quando dici in giro che vai da uno psicologo? Pensavo che queste cose le tenessi per te" mo fece notare. "Già, lo pensavo anch'io" ammisi. Mi alzai dopo poco per finirmi di preparare, quando sentii suonare il campanello; feci una corsa al piano inferiore affinché non andasse ad aprire mio padre. Quando spalancai la porta, leggermente affannata, il sorriso di Zayn mi colpì con la stessa lucentezza di un sole estivo, non potetti fare altro se non sorridere di rimando. "Ti ho portato la colazione" mi salutò sventolandomi una bustina di un bar davanti al viso.
Storsi il naso, cercando una scusa valida per non mangiare qualsiasi cosa vi fosse dentro, una volta che mi avrebbe costretto. Sorrisi, facendo finta di apprezzare il pensiero e, dopo aver avvisato mio padre, uscimmo. "Sai la strada?" mi domandò una volta in auto, lo guardai incredula.
"Credi sia una stupida? È ovvio che conosco la strada"
dissi stizzita. "Qualcuno è agitato qui" disse beffandosi di me, stralunai gli occhi. "Non sono dell'umore giusto, scusa" accennò un sorriso rivolgendomi uno sguardo prima di prestare nuovamente attenzione alla strada. Gli diedi le informazioni stradali delle quali necessitava, guidandolo verso l'edificio giusto. Quando parcheggiò la macchina, sospirai frustata, un pò preoccupata di quell'incontro.
"Andrà bene" mi sussurrò mentre entravamo nell'edificio, sorrisi apprezzando il suo conforto. Diedi il mio nome alla segretaria la quale mi disse di attendere, dopodiché ci accomodammo sulle sedie nell'atrio. La mia gamba prese a muoversi freneticamente mentre con la mano poggiata su di essa tamburellavo le dita, fino a quando il palmo di Zayn combaciò con il mio stringendolo leggermente con l’intento di infondermi coraggio. Lo guardai negli occhi e mi sembrò di scorgervi tanta agitazione quanta ne avevo io, e non so perché ma paradossalmente questo mi rassicurò più del resto.
"Styles il dottore l'aspetta" mi avvisò la segretaria; così mi alzai ed ero pronta a dirigermi nella stanza , quando il moro mi tirò a sé e, dopo avermi scrutata negli occhi, mi lasciò un leggerissimo bacio a fior di labbra. Sorrisi a labbra strette, entrando in quella stanza un po’ più leggera.
 
Quando uscii con la testa vuota di alcuni pensieri ma piena di altri, avevo un'inspiegabile voglia di passare del tempo con Zayn; ma questo a lui non lo dissi.
"Ciao, com'è andata?" si interessò di me con una dolcezza nella voce che mi fece sentire bene. "Tutto bene" sussurrai non troppo convinta, ma lui mi sorrise raggiante e questo mi bastò. "Niall mi ha mandato un messaggio, dice che stasera stanno organizzando di andare al Karma, a te và?" scrollai le spalle in una finta indifferenza. Ero stato una sciocca soltanto a pensare che i tempi delle discoteche e della devastazione erano finiti. "Dove vuoi andare?" salimmo in auto senza una destinazione precisa, ma le mie idee erano chiare. "Voglio tornare a casa, sono stanca" decisi, il moro annuì ingranando la marcia. "Almeno un morso al cornetto lo dai? Giusto per farmi illudere che tu abbia apprezzato il gesto" ci fu qualcosa nel suo tono di voce ad indurmi ad assecondarlo. Addentai un pezzo, seppur piccolissimo, di cornetto e lui sembrò felice. Arrivati davanti casa, lui parcheggiò e ci avviammo alla porta, quando lo invitai ad entrare non se lo fece ripetere due volte. "Ciao Zayn, Harry è di sopra" l'informò mia madre. "Ti va di restare per pranzo?" continuò cordiale. "No grazie Anne, oggi che è domenica torno a casa" ridacchiò, mia madre annuì e ci lasciò soli, senza nemmeno accorgersi che fossimo entrato insieme. "Harry è di sopra" gli ripetei con tono stanco, sconfitta nel vedere quanto tutti, intorno a noi, ci considerassero estranei. "Non sono qui per tuo fratello, ma per te" mi sussurrò avvicinandosi al mio viso. "Stasera voglio che tu venga con noi. Ti va di farlo per me?" annuii seppur consapevole del fatto che me ne sarei pentita. "Grazie" soffiò sulle mie labbra prima di lasciarvi un bacio sopra. Uno leggero, di quelli a stampo, talmente veloce che hanno appena il tempo di scaldarti il cuore che ti lasciano, un po’ come Zayn.
"A stasera"
ebbi appena il tempo di ricambiare il suo saluto, che uscì di casa con un po’ della mia anima nel corpo.
 
Mentre eravamo in macchina diretti al Karma continuavo a ripetermi quanto meglio sarebbe stato se fossi rimasta a casa, anche se la serata doveva ancora iniziare. Zayn si era seduto sul sedile posteriore di fianco a me, dall'altro lato ero affiancata da Niall a sua volta seduto di fianco ad Harry, mentre Liam era sul sedile anteriore con Louis alla guida. "Zayn Malik che non combatte per guidare né per il sedile anteriore, questo giorno me lo segno" lo derise Liam, tutti ridacchiarono, compreso l'interessato. In realtà era vero, Zayn odiava sedersi sui sedili posteriori, per lui era inaccettabile anche la sola idea. Ma ora era qui con la gamba che sfiorava la mia e la mano tamburellante, impaziente di qualcosa. Quando arrivammo ed uscimmo dall'abitaclo il venticello londinese ci sferzò contro, facendomi rabbrividire. Una volta nel locale mi maledissi mentalmente per aver scelto di partecipare a quella serata; come al solito la musica pompava nelle casse, mentre fiumi di alcohol e canne giravano per il locale. Inutile anche dire che il mio gruppo si disperse non appena mettemmo piede dentro. Trasalii quando sentii una mano afferrare la mia e trascinarmi nel locale, addentrandoci tra i corpi sudaticci e schiacciati gli uni agli altri. Ma poi riconobbi quel tocco caldo e morbido e fui confusa il doppio. Quando si girò ed incrociai il suo sguardo dovevo avere un'espressione davvero confusa, perché mi sorrise rassicurante un attimo prima di attirarmi a sé.
"Ti tengo d'occhio,così non ti perdi" mi sussurrò all'orecchio. "Non mi sono mai persa, Zayn. Puoi anche andare a divertirti" scosse il capo come un bambino capriccioso. Sospirai conscia del fatto che non mi sarei liberata di lui così facilmente, ma forse non volevo che andasse via, mi faceva sentire protetta averlo al mio fianco in quella bolgia. "Vuoi ballare?" mi urlò nelle orecchie per sovrastare la musica, scossi il capo dispiaciuta e lui mi sorrise, ancora. Mi guardavo intorno scocciata, volevo solo tornare a casa e bearmi di un rilassante silenzio; nonostante tutto Zayn non si mosse dal mio fianco, tenendomi per mano di tanto in tanto per non perdermi nella folla. "Ho bisogno di sedermi" lo informai, urlando ancora una volta. Non me lo fece ripete e subito afferrò la mia mano trascinandomi in pista per raggiungere le poltrone, lentamente a metà pista sentii la sua mano scovolare via dalla mia. Mi guardai in giro in cerca del moro e lo ritrovai a ballare con una rossa spalmatagli addosso, che lo teneva stretto per non lasciarlo andare, non che lui fosse dispiaciuto comunque. Me l'aspettavo che sarebbe successo, infondo non potevo pensare che davvero sarebbe stato con me, era pur sempre Zayn. Raggiunsi i divanetti di pelle bianca e mi ci sedetti, beandomi del meritato riposo.
Notai con mia sorpresa Niall al mio fianco, intento a scambiarsi effusioni inequivocabili con una ragazza mai vista prima d'allora. Li lasciai divertire recuperando dalla tasca posteriore dei miei jeans il cellulare con le cuffiette, feci partire la riproduzione casuale e la serata sembrò migliorare. Quando mi sentii scuotere freneticamente realizzando di essermi addormentata, mi guardai intorno disorientata prima di focalizzare lo sguardo sui ragazzi dinanzi a me, Zayn centrale essendo colui che mi aveva scosso. "Cazzo pensavamo ti fossi impasticcata di nuovo" sbuffò rilassato nel capire fossi solo addormentata. Quella frase mi ferì enormemente, creandomi un magone alla gola non indifferente.
Di nuovo. Come se la prima volta fosse stata per mia volontà e non perché un cretino me le aveva fatte prendere sotto inganno. Mi alzai velocemente, ringraziando le luci basse della discoteca che nascondevano i miei occhi lucidi, ed uscii più velocemente possibile dal locale. "Kate fermati, ma dove stai andando?" questa volta era la voce di mio fratello a chiamarmi, mentre con gli altri mi correva dietro. "Voglio andare a casa" supplicai cercando di non scoppiare a piangere, e non fregandomi di sembrare pazza. "Dai restiamo ancora una mezz'ora" Luois cercò di convincermi, ma io scossi fermamente il capo. "Posso tornare anche da sola" dissi risoluta incamminandomi. "Non dire sciocchezze" Liam come sempre era il mio miglior amico. "Chi vuole restare resti, accompagniamo noi Kate" decise Niall, ma nessuno preferì restare piuttosto che rientrare al mio seguito. Una volta a casa salii in camera mia senza salutare nessuno, e senza sapere che avevo dietro di me qualcuno. "Che ti è preso prima?" Zayn entrò in camera come se fosse casa sua, e questo mi fece arrabbiare ancora di più. Se pensava che venirmi a parlare in questo momento fosse una scelta giusta, si sbagliava di grosso. "Zayn non è il momento" sussurrai frustata cercando di mantenere la calma. "Ah bhè scusa allora" il suo tono trasudava di sarcasmo, il ché urtò maggiormente i miei nervi. "Posso sapere cosa diavolo vuoi da me, Zayn? Non mi hai mai calcolata ed ora all'improvviso ti comporti così come se ti interessasse. Smettila di fare così, smettila!" il mio tono all'inizio deciso, si piegò in una sorta di supplica sconfitta.
Mi sedetti sul letto con le spalle curve e confusa, orribilmente confusa. "Katie.." sussurrò dolcemente avvicinandosi. "Non chiamarmi così" alcune lacrime solcarono il mio viso. Ed ecco che crollavo, ancora una volta. Ma questa era la prima volta che lo facevo davanti a qualcuno che non fosse Harry.
Zayn si sedette al mio fianco guardandomi dolcemente. "Ti ho sempre chiamata così, e a te è sempre piaciuto. Cosa c'è che non va piccola?" non avevo mai sentito un tono tanto dolce lasciare le labbra di Zayn, il suo modo di essere apprensivo non faceva che aumentare la mia confusione. "Cosa c'è, Zayn? Vedo uno stupido psichiatra per disturbi alimentari perché, se non te ne fossi accorta, sono anoressica. Odio me stessa più di quanto possa odiare il mio peggior nemico ed ogni giorno combatto una battaglia persa, da sola. I miei genitori non ci sono mai ed io ho bisogno di loro, ho una relazione morbosa con mio fratello..e poi ci sei tu. Con questo tuo comportamento non mi aiuti, io ho bisogno di certezze e non stupidi giochi adolescenziali, perché non sono una normale e stupidissima adolescente" terminai a causa delle lacrime copiose. Le sue braccia mi avvolsero sorprendendomi in un abbraccio di conforto, cercando in tutti i modi di calmare il mio pianto.
"Mi comporto così perché mi piaci, se non l'avessi ancora capito. E mi piaci da sempre, ma sai quanta paura io abbia di legarmi a qualcuno. Anche se inconsciamente noi siamo già legati, e a me sta bene. Non c'è nessuna che desidero più di te anche se ti ho cercata in mille altre, ed è perché tu sei bellissima ed hai un cuore enorme. E mi sopporti, sempre. Non devi preoccuparti perché si sistemerà tutto, l'affronteremo insieme"
il mio cuore galoppava impazzito quando avvicinò il suo viso al mio per unire le nostre labbra in un bacio che di frenetico aveva poco, ci amammo in quel bacio.
Quella sera trovai in Zayn certezze che non avrei creduto di potermi aspettare da lui. "Ti va di provare ad essere la mia ragazza?" a quel punto della conversazione fui sicura che il mio cuore stesse per uscire dalla gabbia toracica. Annuii dovendo ancora riordinando le idee. "Spero tu non mi tradisca, potrei rimanerci davvero male" l'avvertii, tanto valeva chiarire le cose. "Non ho intenzione di farlo" mi rassicurò prima di baciarmi ancora. Sorrisi in quel bacio, sorrisi perché forse c'era speranza anche per me. Quando Zayn lasciò la mia stanza con la promessa che l'avrebbe detto lui hai ragazzi, mi sentivo leggera.
Sentii un boato di schiamazzi e sorrisi capendo che Zayn aveva riferito la novità.
Mi sorridevano le labbra, ma ancor di più mi sorrideva il cuore.







 
HALOAAA
Lo so che aggiorno una volta ogni morte di Papa, ma cazzoculo -scusate il francesismo- la scuola mi sta divorando.
Letteralmente, non faccio altro che studiare, morire di mal di testa e dormire. 
per cui tempo per aggiornare ne ho davvero poco :( sorryyyyyyyy
BTW spero che a qualcuno ancora interessi leggere e recensiere questa ff :(
Come potete vedere il capitolo è bello lungo, soprattutto rispetto al precedente 
Zayn trottolino amoroso è un cucciolo ahahahah
Mi fate sapere cosa ne pensateeeeeeeeeeeee?
Io vi amo ancora, e siete sempre nei miei pensieri - devo aggiornare, lo devo fare per chi mi segue- ahahhaha
Ora scappo a vedere gli EMA anche se i ragazzi non saranno presenti :/

Un bacione enorme a tutte voi, alla prossima :))) <3
  
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