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Autore: Merlina97    10/11/2013    0 recensioni
A cosa pensi, Euridice, mentre ti rechi negli Inferi?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La sua musica

All’ inizio vedi tutto buio, piccola Euridice. Sai di non essere nel tuo mondo, lo senti dentro di nell’anima, l’unica cosa che ti è rimasta.

Senti ancora una lieve sensazione, lì, dove doveva esserci la tua caviglia, il punto del tuo corpo ad essere stato infettato dalla morte. Ma il dolore è sparito, non lo senti più.

Poi, di colpo, vedi, senti, capisci.

La riva dello Stige è affollata, piena di volti tristi di chi ha lasciato una vita tutto sommato bella e di urla strazianti di chi è costretto a rimanere là, in quel limbo, per l’eternità. Speri vivamente che non sia il tuo caso, anche se l’idea di diventare un’ombra ancora più pallida e sbiadita di ciò che sei ora, ti spaventa.

Dimenticare chi sei stata tu e chi è stato lui ti spaventa.

Tuttavia, sai di non avere altra scelta, quello è il tuo posto; il luogo a cui tutti, prima o poi, sono destinati.

Una barca si avvicina lenta e sinistra alla riva, condotta dalla mano sapiente e minacciosa del guardiano, le anime si accalcano, rassegnate alla loro sorte, al non appertenere più al mondi dei vivi, al mondo dove hanno riso, cantato, colto fiori, combattuto, discusso, navigato, scritto, amato.

Anche tu sei tra di esse.

Salendo, consegni l’obolo che ti sei accorta di stringere tra le dita al traghettatore che lo intasca senza proferire parola , quasi a volerti abituare al silenzio tombale verso cui ti stai dirigendo, interrotto solo  da sospiri e parole sussurrate, piccoli brandelli di vita rimasti attaccati alla parte più intima dell’anima umana.

Caronte incomincia a remare allontanandosi sempre di più dalla riva, mentre tu, piccolina, ripensi per l’ultima volta alla tua vita: le carezze di tua madre, la barba bianca di tuo padre, tutte le ore passate al telaio, i preparativi per le nozze, le nozze, Orfeo.  Questo è l’ultimo pensiero che cerchi di trattenere, mentre senti tutta la tua natura umana fatta di sensazioni e ricordi scivolarti via, inesorabilmente. Lui è l’ultima cosa a cui cerchi disperatamente di rimanere attaccata, ma invano, lo sai anche tu.

Però, poco prima di giungere definitivamente dall’altra parte,a te che eri Euridice, sembra di sentire un suono familiare, piacevole, caldo, sereno. Hai paura che sia una strana allucinazione, ma sai che non puoi più averle. Alla fine, in quest’ultimo istante di umana lucidità, ne sei certa: è la sua musica.

Spazio autrice: benvenuti miei prodi lettori che si sono avventurati in quest’angolo remoto di sito! Ok, so che è veramente breve, è il frutto di un flash che mi era venuto dopo che a scuola avevamo parlato dell’aldilà pagano, ma mi dispiaceva lasciarla lì sul computer a prendere polvere, quindi ho deciso di pubblicarla, in attesa che mi vengano idee più consistenti. Mi scuso per eventuali strafalcioni grammaticali dovuti alla battitura (come spero vivamente) o alla mia ignoranza (nel peggiore dei casi). Alla prossima

Ila

  
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